Scusate, mi pare che sia necessario fare chiarezza.
La pratica oggetto della discussione consiste in un procedimento che riproduce artificialmente il processo di cristallizzazione del carbonio, tramite il quale, utilizzando le ceneri di una persona cremata, si ottiene un diamante. Tale cristallo può essere successivamente tagliato, e quindi eventualmente anche incastonato e utilizzato come gioiello.
Tale pratica è ovviamente molto costosa, e questo limita la sua diffusione, ma all'estero ci sono aziende specializzate.
Per quanto riguarda la cremazione, che è il presupposto (e sul quale esistono già discussioni apposite) il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma:
2301 [...] La Chiesa permette la cremazione, se tale scelta non mette in questione la fede nella risurrezione dei corpi.Il problema, in questo caso, non è tanto il fatto che un corpo venga cremato, e neppure il rispetto dovuto alle spoglie mortali: volendo, il fatto di "immortalare" ciò che resta di una persona cara in un diamante, potrebbe anche essere espressione di un sentimento buono. Cosa c'è di più prezioso e durevole di un diamante? E questa preziosità potrebbe essere vista come il riflesso e il simbolo della preziosità che poteva avere per noi quella persona, e dell'eternità del legame che resta forte anche oltre la morte.
Ricordiamoci che siamo polvere, e polvere ritorneremo.
Non scandalizziamoci, quindi, se qualcuno si trova a desiderare questa sorta di "reliquia", magari per portarla sempre con sè come un gioiello.
Qual è il problema, dal punto di vista cristiano?
Non si tratta solo della fede nella resurrezione dei corpi. Poniamo che questa ci sia, e che la cremazione sia quindi ammissibile.
L'opera di misericordia del "seppellire i morti" ci ricorda due cose fondamentali:
1. il corpo di un defunto non va "cosificato" e trattato come un oggetto come gli altri. E questo già pone un problema, per quanto un diamante così ottenuto avrebbe una valenza particolare per il suo proprietario. Almeno per il primo, legato al defunto. Per i successivi proprietari, via via meno legati all'origine della gemma... chi può sapere cosa ne faranno? La custodia dei corpi sepolti e cremati è soggetta a precise leggi... ma quella dei diamanti?
2. è giusto e auspicabile che un corpo possa ricevere una venerazione, possibilmente nel contesto dove si sono radicati maggiormente i suoi legami terreni.
Il fatto di ridurre le ceneri in un minuscolo cristallo fa sì che tutte le persone legate al defunto, che non siano il proprietario del diamante, restino prive di un luogo pubblico di conservazione del corpo dove pregare in modo particolare per quella persona.
Tutti noi, quando un parente o un amico muore, sappiamo quanto sia importante poter pregare sulla sua tomba, sapere che il suo corpo si trova lì, rendersi conto che riposa lì in attesa della resurrezione. Di solito si tratta anche di un luogo posto in un contesto legato alla vita di quella persona: ad esempio il cimitero del suo paese.
Ci sono, è vero, altre "reliquie" di quella persona cara: oggetti e luoghi che ce la fanno ricordare. Ma non sono paragonabili al luogo dove sono conservate le spoglie mortali.
La trasformazione in diamante, tanto quanto la dispersione delle ceneri, presenta questi inconvenienti notevoli, sui quali vale la pena interrogarsi.
Per quanto riguarda l'ordinamento giuridico italiano, comunque, andrebbe verificato se e in che misura questa pratica possa essere conforme alle norme relative alla conservazione delle ceneri dei defunti.