Non è detto, non è una norma scritta. Quando nel 2005 arrivò l'Arcivescovo William Levada come Pefetto della CDF, il Segretario Angelo Amato rimase in quella carica per ben tre anni.
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"Il Patriarca sia Veneto" Galeazzi
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...ID_sezione=524
Il Patriarca sia quello che il Papa vorrà scegliere!
Ci mancano solo le petizioni di partiti politici o pseudo-tali. Magari poi loro sono i primi a parlare di "ingerenza" quando un Vescovo interviene in campo morale o sociale.
Bravissimo, approvo. A fine anni Ottanta Colonia in Germania restò vacante per un anno smezzo per i contrasti tra il Capitolo e il papa polacco. E nessun cattolico renano si uccise. Così pure nello stesso periodo Kinshasa in Zaire. Certo l'attesa per Venezia è lunga, ma se ci sono troppi nomi..... Io ho fiducia nel Papa attuale, la cui grandezza sarà capita subito nella storia della Chiesa.
A VOX POPULI
Non era mia intenzione mancare di rispetto, mi sono espresso effettivamente male. Comunque non accadrà più. Mi scuso sinceramente dal profondo del cuore con un mea culpa meditato.
Grazie per il chiarimento (anche se non era necessaria una richiesta pubblica di scuse :) ). Dimentichiamo questo incidente e andiamo avanti.
Io invece mi auguro che sia il segretario sia il sottosegretario della Congregazione per i Vescovi non siano italiani. Sappiamo tutti quanto gli italiani siano bravi a piazzare nei posti strategici prima gli amici e poi gli amici degli amici. Due nomi stranieri sono non solo necessari, ma credo indispensabili.
Allo stesso modo spero che non vengano scelti tra i religiosi né tra gli appartenenti o simpatizzanti di movimenti e associazioni. Insomma, un segretario e un sottosegretario del calibro di Burke e Ranjith. La Chiesa Cattolica universale e soprattutto quella italiana ne ha bisogno.
Per quanto riguarda l’articolo di Tosatti devo dire che la nomina del card. Amato alla Congregazione per la Dottrina della Fede mi convince, per vari motivi. Prima di tutto il card. Amato è stato segretario della Congregazione, anche quando il card. Ratzinger ne era Prefetto. Quindi si tratta di un uomo di massima fiducia, i due si conoscono e hanno lavorato insieme fin da prima del conclave del 2005. Ed è quindi l’uomo giusto per portare a termine questioni delicate lasciate in corso dal card. Levada, prima fra tutte il colloquio con i Lefebvriani. Da questo punto di vista l’età del card. Amato non è affatto un problema: conosce molto bene il "metodo di lavoro" e avrebbe il tempo per sistemare tutte le cose “in sospeso”, anche con la giusta calma, dato che si possono facilmente ipotizzare alcuni anni di proroga (lo stesso Ratzinger a quasi 78 anni era ancora Prefetto e il card. Bertone, alla stessa età, è ancora in carica). Non dimentichiamo poi che dopo la firma il card. Amato pone la sigla S.D.B. e questo, come sappiamo, gioca sicuramente a suo favore.
Il trasferimento del card. Comastri alla Congregazione per le Cause dei Santi, al posto del card. Amato, è un’ipotesi molto affascinante. Sicuramente sarebbe una promozione, molto più di un’eventuale nomina a Patriarca di Venezia (che a dire il vero non riesco a vedere come una promozione, anzi).
Con questi due spostamenti verrebbe garantita la presenza di due cardinali alla guida delle due importantissime Congregazioni, senza dover aspettare il prossimo concistoro. E forse in questo modo mons. Piero Marini potrebbe essere trasferito a San Pietro come arciprete (sarebbe secondo me il posto più giusto per lui), subito dopo il 50° Congresso Eucaristico Internazionale in Irlanda, nel mese di giugno.
Müller alla Biblioteca Apostolica Vaticana? Per carità, tutto può essere, anche se al posto del card. Farina vedrei molto bene mons. Sergio Pagano, attuale Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano. Mi sembrerebbe una scelta più logica.
Lo spostamento di mons. Sanna a Roma? Non merita neanche di essere commentato, come tutti gli articoli dei giornalisti locali che non sanno assolutamente niente di niente ma che in qualche modo devono riempire le pagine del giornale per cui lavorano. Sappiamo quali sono i giornalisti di cui ci si può fidare, e si contano sulle dita di una mano.
Sulla nomina del Patriarca di Venezia non ho speso finora molte parole e non ne spenderò. Dico solo che mi sono definitivamente rotto di questi preti veneziani che non hanno la minima idea di quante diocesi al mondo stiano aspettando un pastore da molto più tempo. Sono arcistufo dei preti che usano il Patriarca come un pretesto per giustificare quello che combinano, salvo poi lanciare frecciate velenose sui bollettini parrocchiali contro il proprio Vescovo e contro l’Amministratore Apostolico. Per questo motivo spero che la nomina ritardi ancora, in modo che tutti questi personaggi vengano a galla come gli gnocchi e il nuovo Patriarca sappia poi agire di conseguenza, chiunque egli sia.
Il mio timore è che la nomina sia in ritardo per permettere al prescelto di concludere quello che sta facendo e che tutta questa fretta causi invece la nomina di un altro, di seconda scelta, tanto per calmare gli animi. Piuttosto che “seconde scelte” preferisco aspettare di più ed avere a Venezia l’uomo giusto, individuato e voluto dal Papa, dopo lo scrupoloso svolgimento di tutte le procedure previste.
Sul fatto che qualche pazzoide pretenda che il nuovo Patriarca sia veneto, ricordo solo che di tutti i vescovi ordinari ed emeriti delle diocesi del Triveneto solo due non provengono dal NordEst (il card. Marco Cè e mons. Paolo Magnani). Due su più di 25! Dunque non si può pretendere proprio nulla. Ogni volta è la stessa storia. Tutti che vogliono il proprio parroco fatto vescovo, tutti che vogliono il proprio vescovo fatto patriarca. Non se ne può più. A Mestre ci sono sacerdoti che candidano il proprio amico sul giornalino, se non addirittura il proprio fratello anch’esso prete. Robe dell’altro mondo.
Quindi anche la presunta richiesta dei vescovi del Triveneto di avere un Patriarca del Triveneto è squalificante perché è come dire “vogliamo che sia uno di noi”. Ben venga un Patriarca da fuori! Ben venga. Ed evviva il tempo dell'attesa che accresce il desiderio e la gioia dell'annuncio!
Al di là del merito della frase che preferisco non commentare nemmeno, non mi pare proprio che un segretario e sottosegretario di congregazione abbiano la possibilità di "piazzare nei posti strategici" chicchessia.
Non mi riusulta chiaro come due cariche non cardinalizie debbano assolutamente essere non italiane quando poi ti auguri che altre quattro cariche cardinalizie, tra cui due prefetti di congregazione lo siano.
[QUOTE=Lorenzo Perosi;1115092]
Il trasferimento del card. Comastri alla Congregazione per le Cause dei Santi, al posto del card. Amato, è un’ipotesi molto affascinante. Sicuramente sarebbe una promozione, molto più di un’eventuale nomina a Patriarca di Venezia (che a dire il vero non riesco a vedere come una promozione, anzi).
Però c'è da considerare che dalla eventuale nomina del Cardinale Angelo Comastri a Patriarca di Venezia, deriverebbe una.....prospettiva più elevata.
Segretario e sottosegretario della Congregazione per i Vescovi hanno un ruolo importantissimo nella procedura di scelta dei nuovi vescovi. Avere in questo ruolo due non italiani secondo me sarebbe una garanzia perché ridurrebbe al minimo le possibilità di avere le classiche e odiate raccomandazioni all'italiana.
Amato, Comastri, Piero Marini e Pagano non li ho nominati per il fatto di essere italiani, quanto perché secondo me sarebbero le persone più giuste per svolgere gli incarichi ipotizzati (e due ipotesi su quattro non sono mie ma di Tosatti).
Non so se il posto di Patriarca sia più "elevato" di quello di Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano e di Presidente della Fabbrica di San Pietro. Non credo proprio.Citazione:
Originariamente Scritto da Raggio di luce
Il lato positivo dell'eventuale nomina del card. Comastri a Venezia sarebbe il suo inserimento nella Conferenza Episcopale Italiana, che acquisirebbe una persona di primo piano, con una voce autorevolissima, per il bene di tutta la società italiana.
La nomina di un nuovo vescovo in Sierra Leone, sabato, ha scatenato la reazione dei fedeli di Makeni. Che, sobillati da preti, hanno lanciato una inedita sfida alla Santa Sede. Al posto del 76enne Giorgio Biguzzi, che aveva raggiunto i limiti di età, è stato nominato il sierraleonese (ma proveniente da altra diocesi) Henry Aruna. La scelta, nella importante diocesi di Makeni, nel Nord, è stata rigettata dai cattolici locali che speravano in un “pupillo” del vescovo: hanno, racconta il Lincolntribune.com, scatenato una sommossa e sbarrato le porte della cattedrale per evitare che l’arcivescovo di Freetown desse l’annuncio. Lo stesso Biguzzi avrebbe avuto un malore e sarebbe stato oggetto delle ire dei fedeli. Per West Africa Democracy Radio la rivolta, quasi uno scisma, ieri era ancora in corso, anche se quasi rientrata. Edward Tamba Charles, il porporato di Freetown, ammonisce: «La nomina di un vescovo non ha a che fare con politica o tribalismi». In effetti, dice a Metro una fonte qualificata, l’obiettivo dei ribelli è ottenere “continuità” nella gestione dell’immenso patrimonio della diocesi: università, ospedali, contatti con la cooperazione internazionale.
Biguzzi, cesenate, vescovo di Makeni dal 1987, uno degli uomini più importanti del Paese africano anche per il ruolo di mediatore durante la tremenda guerra civile, è stato per 25 anni il “dominus” di opere opulente. Ha allevato in casa preti locali perché uno di loro potesse succedergli. Ma il Vaticano, come peraltro è prassi, ha scelto uno “di fuori”.
(Sergio Rizza - twitter: @sergiorizza)
Fonte
Come direbbe l'Arcivescovo Giuseppe Mani "Questa non è Chiesa, ma baracca!"
Il Patriarca che vorrei
Vorrei un Vescovo pastore, vicino alla gente.... Vorrei un Vescovo colto, che non ci faccia perdere quella ricchezza di predicazione e di parola alle quali il Patriarca Angelo ci aveva abituati... Anzi no, vorrei un Vescovo semplice, che non ami fare conferenze, non scriva libri e sia soprattutto santo....
Vorrei un Vescovo che sappia parlare al mondo della politica, ai giornali... che faccia sentire la voce della Chiesa e dei cattolici in un contesto culturale che spesso è a loro avverso... No, meglio un Vescovo che pensi soprattutto al proprio gregge, che parli al cuore delle persone, e prenda le distanze dal mondo della politica, dal bailamme dei massmedia... Vorrei...Vorrei...
Il tempo dell'attesa del nuovo Patriarca si fa lungo: è normale che preti e laici immaginino la fisionomia spirituale e pastorale del Patriarca che vorrebbero. In ogni circostanza che prevede l'attesa di qualcuno o qualcosa di importante, infatti, l'uomo si lascia condurre dalla speranza di vedere premiate le proprie aspettative. C'è chi, perfino, si spinge a tratteggiare la figura del Patriarca che vorrebbe nel foglio parrocchiale. Credo che questo sia legittimo e non appartenga necessariamente all'universo delle chiacchiere che, come si sa, abbondano anche nella comunità cristiana.
Se dunque le aspettative legate alla figura del nuovo Patriarca sono comprensibili, esse vanno tuttavia collocate nel loro contesto autentico: la storia della salvezza che il Signore costruisce ancora oggi con la nostra Chiesa e con ciascuno di noi. Il primo protagonista di questa storia è proprio Lui, il Signore, che nei segni e nelle parole della Chiesa continua a far vivere nelle nostre vite il mistero dell'incarnazione. La nostra partecipazione a questa storia si caratterizza come “risposta” libera e responsabile ad un'iniziativa sua: non come frutto di una sorta di “conquista”, bensì come qualcosa che ci è dato, gratuitamente, e che, in modo egualmente gratuito, siamo chiamati ad accogliere. Ciò vale anche per il Patriarca che papa Benedetto ci darà, speriamo presto. In fondo in fondo vorremmo tutti un Vescovo che somigli molto al nostro modo di pensarlo. Il Vescovo che verrà, invece, sarà inevitabilmente lontano da molte delle nostre attese. Forse sarà diverso da come quasi tutti noi l'abbiamo atteso, pensato e sperato.
Per questo, se è legittimo avere aspettative, è doveroso prepararci ad accogliere il nuovo Patriarca soprattutto come un dono che ci è dato dal Signore e dalla Chiesa. Accoglierlo nella fede, cioè nel nome del Signore. Con quell'atteggiamento spirituale che il Patriarca Angelo ha più volte chiamato “simpatia a priori”, perché radicata appunto nella fede. Guai se le nostre aspettative, anche buone, si annidassero nell'animo come una sorta di pregiudizio che, quando conosceremo il nome del nuovo Patriarca di Venezia, ci farà da filtro nell'accoglierlo.
Don Sandro Vigani
Tratto da GENTE VENETA, n.1/2012
Mi sento di dover correggere il buon Lorenzo, di cui conosco il buon animo e le simpatie: il grado di Patriarca è senza dubbio non inferiore a quello di Prefetto di Congregazione, e questo non è soltanto perché può considerarsi una rampa di lancio per il soglio di Pietro: in almeno 2 secoli di storia passata, ma anche prima, abbiamo un caso emblematico di spostamento dalla sede di Marco, quello del card. Piazza, che dobbiamo leggere con le precauzioni del caso: vi erano motivi precisi che ne hanno consigliato l'allontanento da Venezia. Riguardo a Scola, francamente penso che il Papa abbia scelto un amico fidato che conosceva la realtà di Milano, per poter risolvere talune controversie sorte ultimamente.
Circa la possibile elezione del card. Comastri a Patriarca, beh francamente chiunque la vedrebbe come un indubbio avanzamento: il Patriarca, ricordiamo, è anche il Presidente della conferenza episcopale regionale più grande d'Italia. Anch'io poi concordo sull'effetto di un possibile ingresso di Comastri nella CEI, una voce autorevole di cui c'è sempre bisogno. E chi sa che, terminato il mandato di Bagnasco, proprio il Patriarca possa essere eletto presidente della CEI...
Scusate ragazzi, non riesco a vedere il mio ultimo messaggio :msn8:
non so se la notizia è vera, ma penso che lo sia, è da essa oltre a condannare i fatti mi sorge una domanda: l'azione del Vescovo Biguzzi è stata fruttificante per la sua Diocesi? Va bene fare ospedali, fare il mediatore di Pace, ecc. ma quali sono i frutti spirituali della sua azione? xxxxxxxxx
Anche io lo vedo, però prima dello spostamento del messaggio di vaticanista era il primo della pagina nuova e come spesso accade, quando è in quella posizione non si riesce a leggere finchè non viene aggiunto un nuovo post. e' un baco del forum già segnalato in passato
Il problema è strettamente politico e tribale come avviene purtroppo spesso in Africa e non conta quanto valga il candidato scelto dal Papa, ma semplicemente cosa rappresenta..
L'azione di Mons. Biguzzi ha poco a che fare con questa storia.
Non conosco il suo caso particolare, ma so benissimo che nelle diocesi africane rette da vescovi missionari occidentali è prassi che il vescovo cerca di formare il clero locale per poter garantire una gerarchia ecclesiastica locale in futuro. Ma questo non significa affatto, come lascia intendere l'articolo precedente, che il vescovo si "scelga" il suo successore.
http://www.misna.org/en/other/makeni...ing-of-bishop/
http://www.thenewpeople.com/national...butor-comments
NOMINA DEL SEGRETARIO DELLA CONGREGAZIONE PER I VESCOVI
Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Segretario della Congregazione per i Vescovi S.E. Mons. Lorenzo Baldisseri, Arcivescovo titolare di Diocleziana, finora Nunzio Apostolico in Brasile.
Fonte: bollettino S. Sede
A dire il vero l'articolo parlava dell'ipotetica nomina dell'Arcivescovo Sanna a Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Oggi invece è avvenuta la nomina del Segretario della Congregazione per i Vescovi.:)
Adesso chi è il Segretario del Collegio Cardinalizio?
L'Arcivescovo Baldisseri o il Cardinale designato Monteiro de Castro?
Quando giorni fa avvenne la nomina di Monteiro de Castro a Penitenziere il bollettino parlava solo di cessazione da Segretario dei Vescovi; o forse la carica di Segretario del Collegio Cardinalizio è stata abolita?
Al momento il Segretario del Collegio Cardinalizio è ancora Mons. Monteiro de Castro.
Anche quando ci fu l'avvicendamento tra Mons. Monterisi e lo stesso Mons. Monteiro, i due incarichi non vennero assegnati in contemporanea. Infatti l'attuale neo-Penitenziere fu nominato Segretario della Congregazione per i Vescovi il 3 luglio 2009, mentre la nomina a Segretario del Collegio Cardinalizio avvenne il 21 ottobre del medesimo anno.
Secondo questo articolo di Andrea Tornielli su Vatican Insider, i candidati considerati "favoriti" per la nomina a Patriarca di Venezia sarebbero Mons. Francesco Moraglia, Vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato (il quale, sempre secondo Tornielli, godrebbe dell'appoggio di molti Cardinali italiani), e Mons. Andrea Bruno Mazzocato, Arcivescovo di Udine.
Tornielli considera poco probabile l'ipotesi di una nomina del Card. Comastri a Patriarca.
Se la carica non è mai stata soppressa vuol dire che uno scopo c'è :wink_smile:
Sicuramente in periodi "normali" non è un incarico impegnativo, tanto che viene sempre assegnato a chi già riveste un'altra carica (per consuetudine il Segretario della Congr. per i Vescovi), ma in periodo di sede vacante il suo ruolo non è secondario, dato che egli diviene automaticamente Segretario del Conclave (cfr Universi Dominici Gregis, 46)
Riporto un particolare dell'articolo di Tornielli già linkato da Vox precedentemente...
Non so quanto sia probabile la parte in rosso, ma ci mancherebbe solo questa al Cardinale Bertone... :lol2::lol2::lol2:, perchè - comunque - diventerebbe anche Vicario Generale per la Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro apostolo (incarichi che solitamente sono uniti a quello di Arciprete di San Pietro...)Citazione:
I candidati considerati favoriti sono il vescovo di La Spezia, il genovese Francesco Moraglia (che gode dell’appoggio di molti cardinali italiani) e l’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, originario di Treviso. Molto più defilate le candidature del vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, e dell’arcivescovo di Chieti, Bruno Forte. Tre i possibili outsider: il vescovo di Trieste Gianpaolo Crepaldi, il vescovo di Piacenza Gianni Ambrosio e il cardinale Angelo Comastri, arciprete di San Pietro. Nell’ipotesi, considerata al momento poco probabile, che a Venezia sia inviato quest’ultimo, si libererebbe l’arcipretura della basilica vaticana, che potrebbe essere assunta dal cardinale Tarcisio Bertone, il quale assommerebbe in sé tre cariche – quella di Segretario di Stato, quella di camerlengo e quella di arciprete – come già avvenne per il cardinale Eugenio Pacelli, poi divenuto Pio XII.
Trovo che quanto detto da Tornielli corrisponda a valutazioni personali, non tanto come era accaduto per Milano a un'analisi delle opinioni espresse dai Vescovi attraverso le ultime lettere.
Prima di continuare una domanda: la nomina di Venezia passa anche attraverso il parere di tutti i cardinali italiani oppure solo dei cardinali arcivescovi residenziali?
Io pensavo la prima. Ma correggetemi se sbaglio.
Circa il numero di cardinali italiani che sostengono Moraglia sarebbe curioso capire cosa ne pensa Scola. Per certo credo che Bagnasco voterebbe per lui, e con lui Mauro Piacenza.
Ma il blocco veneto non ha dichiarate simpatie né per Moraglia, nè per Crepaldi. Quanto a Mazzoccato credo che due anni a Udine siano troppo pochi per cambiare.
L'ipotesi finale circa Bertone arciprete mi appare tutt'altro che peregrina.
Penso che mons. Monteiro de Castro rimarrà segretario del Collegio Cardinalizio fino al concistoro del 18 febbraio. Nel frattempo mons. Baldisseri ha il tempo per lasciare la nunziatura in Brasile e arrivare a Roma. Quindi credo che verso la fine di febbraio assumerà anche l’incarico di segretario del Sacro Collegio (con Monteiro de Castro nel frattempo diventato cardinale).
A scanso di equivoci dico che sono molto contento della nomina di Baldisseri e non solo perché credo sia l’uomo giusto al posto giusto. Ho simpatia per mons. Baldisseri perché è un ottimo pianista, diplomato al Conservatorio di Firenze, e ha inciso anche un Compact Disc. Tempo fa ha anche eseguito un apprezzato concerto privato per Papa Benedetto XVI a Castel Gandolfo.
Sull’articolo di Tornielli, c’è un passaggio che non mi piace:
Citazione:
A quanto pare, la nomina del nuovo pastore veneziano non seguirà l’iter tradizionale della plenaria della congregazione dei vescovi, ma le candidature saranno esaminate da un gruppo più ristretto, come spesso accade per le nomine italiane.
Spero invece che la nomina del Patriarca segua l’iter tradizionale con la plenaria della Congregazione. Non vedo perché la nomina di Venezia debba essere diversa dalle altre. E spero che le consultazioni siano state estese ed approfondite almeno quanto quelle per Milano.
Vedo poi che si continua a fare il nome di mons. Andrea Bruno Mazzocato.
Nel 2000 è stato nominato vescovo di Adria-Rovigo.
Nel 2004 è diventato vescovo di Treviso.
Nel 2009 è stato promosso arcivescovo di Udine.
Nel 2012 Patriarca di Venezia?
Non sono un po’ troppi 4 spostamenti in 12 anni? Che cos’è, un vescovo o una trottola?