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Campione di Passaparola di Cattolici Romani
Camice
Ordinamento Generale del Messale Romano
336. La veste sacra comune a tutti i ministri ordinati e istituiti di qualsiasi grado è il camice stretto ai fianchi dal cingolo, a meno che non sia fatto in modo da aderire al corpo anche senza cingolo. Prima di indossare il camice, se questo non copre l’abito comune attorno al collo, si usi l’amitto. Il camice non può essere sostituito dalla cotta, neppure sopra la veste talare, quando, secondo le norme, si indossano la casula o la dalmatica, oppure quando si deve indossare la stola, senza la casula o la dalmatica.
339. Gli accoliti, i lettori e gli altri ministri laici possono indossare il camice o un’altra veste legittimamente approvata nella loro regione dalla Conferenza Episcopale.
Il camice, detto anche alba, è una veste bianca lunga fino alle caviglie, indossata da tutti i ministri durante le celebrazioni liturgiche. Si indossa, di solito, con l’amitto e il cingolo.
Esso richiama la veste bianca del Battesimo ed è simbolo di purezza.
Può essere decorato con bordi o galloni colorati, oppure arricchito da ricami o bordi in pizzo (che devono avere una lunghezza moderata). Il pizzo può essere foderato di tele colorate secondo il proprio grado (nero, paonazzo o rosso), anche se l'uso di questo ultimo colore è usato largamente anche da chi non ne avrebbe il diritto.
PREGHIERE PER INDOSSARE IL CAMICE
RITO ROMANO
Deálba me, Dómine, et munda cor meum;
ut, in Sánguine Agni dealbátus,
gáudiis pérfruat sempitérnis.
Puríficami, o Signore, e monda il mio cuore:
affinché, purificato nel sangue dell’Agnello,
io goda dei gaudii eterni.
RITO AMBROSIANO
Cum induitur Alba
Indue me, Domine, vestimento salutis:
et justitiae tunica me ambire dignare. Amen.
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Campione di Passaparola di Cattolici Romani
Breve storia del camice
Originariamente era una veste civile, una tunica ornata di due bande di colore porpora scendenti parallele dalle spalle sul davanti; solitamente veniva stretta alla vita da una cintura che serviva da fermo quando, per comodità, fosse stato necessario tirare in su la veste (veste subcincta). Divenendo veste esclusivamente liturgica, abbandonò le bande purpuree, o talvolta le sostituì con decorazioni ricamate sul bordo inferiore e alle estremità delle maniche.
Nel Medioevo il taglio del camice subì notevoli modifiche, pur conservandosi sempre lungo fino ai talloni. Si presentava stretto alle maniche e attorno alla vita, mentre era molto abbondante nella parte inferiore. Il camice primitivo, detti anche alba, era di lana o di seta, talvolta anche di lino, che più tardi sarà il solo tessuto ammesso.
Il lino, infatti, richiamava l’idea di forza e virilità, pur nella nobiltà e nella finezza del colore bianco; ricordava il concetto della santità acquisita dal sacrificio, come sottolineato dalla Sacra Scrittura; simboleggiava la purezza, scaturita proprio dal sacrificio.
Nel Rinascimento, il taglio del camice mutò leggermente, portando 1’ampiezza del fondo fino alle spalle, e pieghettando il tessuto attorno al collo (oppure sotto le spalle), davanti e dietro. San Carlo, come anche stabilito dal Gavanto, previde che l'ampiezza della tela del camice fosse di sette metri!
Con il Settecento, il pizzo invase sempre più il camice, sostituendo non solo le precedenti decorazioni e ricami, ma quasi la stessa stoffa, riducendola in taluni casi all'altezza di dieci centimetri, quanto bastava per attaccarvi l'altissimo pizzo che con la sua trasparenza lasciava intravvedere la veste rossa o paonazza dell'alto clero.
Il camice perse così l'aspetto originario dell’antica tunica, e diventò sempre più una sottoveste liturgica, indossata sopra la talare nera prima delle vesti proprie dei singoli ministri, cioè la tunicella per il suddiacono, la dalmatica per il diacono, la pianeta per il presbitero (il vescovo, insignito della pienezza del sacerdozio, le portava tutte e tre).
Accanto al camice, è andata sviluppandosi la cotta, che si differenzia per la sua minor lunghezza e per la larghezza delle maniche. Essa, indossata sopra la talare nera, ha sostituito il camice per quelle occasioni in cui esso era usato come veste unica.
Il Messale Romano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II stabilisce che il camice è la veste comune a tutti i ministri di qualunque grado (OGMR 336), senza addentrarsi nel disciplinarne la forma e la decorazione, ma richiamando il principio della nobile semplicità, che deve risaltare “più nella forma e nella materia usata, che nella ricchezza dell’ornato” (OGMR 344).
(Testo liberamente tratto dal sito della Scuola Beato Angelico di Milano)
Ultima modifica di Ambrosiano; 27-09-2014 alle 14:15
Motivo: Testo rivisto ed ampliato a cura dell'utente Gerensis
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Per la discussione:
Il camice
Ultima modifica di Gerensis; 12-01-2018 alle 20:53
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