Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.

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Partecipanti
152. Non puoi votare in questo sondaggio
  • Croce al centro e 2/4/6 candelabri disposti SIMMETRICAMENTE ai lati, sull'altare

    35 23.03%
  • Croce sospesa sull'altare o dietro di esso e 2/4/6 candelabri SIMMETRICAMENTE ai lati, sull'altare

    21 13.82%
  • Croce accanto all'altare e 2/4/6 candelabri SIMMETRICAMENTE ai lati, sull'altare

    6 3.95%
  • Croce sull'altare ma non al centro, e candelabri disposti SIMMETRICAMENTE sull'altare

    5 3.29%
  • Croce sull'altare ma non al centro, e candelabri disposti ASIMMETRICAMENTE sull'altare

    3 1.97%
  • Croce sospesa sopra l'altare o dietro di esso e candelabri disposti ASIMMETRICAMENTE sull'altare

    21 13.82%
  • Croce accanto all'altare e candelabri disposti ASIMMETRICAMENTE sull'altare

    26 17.11%
  • Croce sospesa sopra l'altare o dietro di esso e candelabri accanto all'altare

    9 5.92%
  • Croce e candelabri accanto all'altare (tutto sul pavimento)

    5 3.29%
  • La croce e le candele per la messa (versus populum) sono SOLTANTO sull'ex-altare maggiore

    12 7.89%
  • L'altare è AD ORIENTEM e non versus populum, ed è perciò allestito come nell'opzione 1

    10 6.58%
  • L'allestimento non è regolamentare (v.gr. un solo candelabro, croce non ben visibile, etc.)

    12 7.89%
  • Croce accanto l'altare e candelieri disposti simmetricamente accanto l'altare

    5 3.29%
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Risultati da 1 a 10 di 267

Discussione: Orientamento della Croce e allestimento dell'altare

  1. #1
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    Orientamento della Croce e allestimento dell'altare

    Io preferisco che la Croce sia posta al centro (come sostenuto anche dal Card. Ratzinger in alcuni suoi scritti).
    O sulla mensa (preferibilmente, secondo me), oppure sospesa in alto (come nel Duomo di Milano), ma comunque al centro.

    Ecco cosa scrive precisamente il Card. Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, a proposito della croce sull'altare, nel libro La festa della fede. Saggi di teologia liturgica (Jaca Book, Milano, 1984)

    2. Nella tradizione, Oriente e immagine della croce, e quindi orientamento cosmico e storico salvifico della devozione, erano amalgamati; nell'immagine della croce era a sua volta espressa secondo un'interpretazione forse dapprima puramente escatologica il memoriale della Passione, la fede nella resurrezione e la speranza della parusia, e quindi tutta la tensione del concetto cristiano del tempo, per cui il tempo degli astri è trasformato nel tempo dell'uomo e nel tempo di Dio, nel tempo che non è Dio, ma che Dio ha per noi. Lo sguardo alla croce compendia in sé, in qualche modo, anche la teologia dell'icona, che è una teologia dell'incarnazione e della trasfigurazione; di fronte all'assenza di immagini dell'Antico Testamento (e dell'Islam) il Nuovo Testamento mette in evidenza la novità nell'immagine di Dio, verificatasi nell'incarnazione del Figlio: Dio va incontro ai nostri sensi. Egli è rappresentabile nell'uomo che è suo Figlio

    3. L'epoca postconciliare ha portato un calo dell'immagine, che si spiega con molte ragioni; non possiamo essere tranquilli. Non si dovrebbe ripristinare come cosa estremamente importante, il significato dell'immagine della croce e rispondere cosi alla costante incisiva di tutta la tradizione della fede?
    Anche nell'attuale orientamento della celebrazione, la croce potrebbe essere collocata sull'altare in tal modo che i sacerdoti e i fedeli la guardino insieme. Nel canone essi non dovrebbero guardarsi, ma guardare insieme lui, il trafitto (Zc 12, 10; Ap 1, 7).

    3. Suscita sempre in me una certa impressione il fatto che i nostri fratelli evangelici, nella trasformazione delle forme medioevali, hanno trovato un ben equilibrato rapporto tra la posizione degli antistiti e della comunità da un lato e la posizione comune in direzione della croce. Fin dai primissimi esordi, essi hanno dato un rilievo molto forte al carattere comunitario del culto e hanno così necessariamente marcato con energia l'ambito delle parti nelle quali antistite e comunità sono rivolti l'uno verso l'altra, mentre in passato, nella liturgia cattolica, esso consisteva soltanto in brevi conversioni per i saluti e per gli inviti a pregare. Ma nell'atto vero e proprio della preghiera ci si rivolge pur lì insieme all'immagine del crocifisso. Ritengo che dovremmo apprendere seriamente da questo. Nella preghiera non è necessario, non è anzi nemmeno conveniente, guardarsi l'uno con l'altro, e tanto meno nel ricevere la comunione. Dipenderà dalle disposizioni locali come si possa soddisfare a questi due punti di vista. Forse l'indicazione data al punto 2. può in molti casi aprire una soluzione pratica. In un uso esagerato e malinteso della "celebrazione rivolta al popolo" si è continuato a rimuovere la croce dal mezzo dell'altare perfino nella basilica di San Pietro a Roma, per non ostacolare la visuale tra il celebrante e il popolo. La croce sull'altare non è però un impedimento alla visuale, ma un punto comune di riferimento. Essa è l'iconostasi, che è scoperta, non ostacola l'andare l'uno verso l'altro, ma media e significa pure per tutti l'immagine che concentra e unisce i nostri sguardi. Ardirei addirittura la tesi che la croce sull'altare non è impedimento ma presupposto della celebrazione "versus populum". Diverrebbe così nuovamente ricca di significato la distinzione tra liturgia della parola e canone. Nella prima si tratta dell'annuncio, e pertanto di un indirizzo immediato, nell'altra di un'adorazione comune, nella quale noi tutti stiamo più che mai durante la invocazione "conversi ad Dominum": Rivolgiamoci al Signore; convertiamoci al Signore


    Originally posted by Marcus@Aug 14 2006, 11:42 AM
    Allora non mi sbagliavo, non l'ho mai letto... eppure vedo un certo terrore di solito nel mettere la croce al centro.
    Nel passo del libro del Card. Ratzinger che ho postato, il futuro Papa parla precisamente di uso esagerato e malinteso della celebrazione "versus populum che ha portato alla rimozione della croce dal centro dell'altare, facendo proprio l'esempio della basilica di San Pietro.

    Originally posted by Marcus@Aug 14 2006, 11:48 AM
    Non mi permetto di scrivere nemmeno una virgola contro Sua Santità... ma... se lo pensa, perchè poi nel concreto non ordina il ripristino della croce, delle sette candelele dei busti sull'altare?
    Perché, da persona saggia qual è, sa bene che una riforma seria non si improvvisa dall'oggi al domani, ma, per mille motivi, va fatta gradatamente, con pazienza. Vale per la riforma della curia, vale per una possibile riforma del Messale, vale anche per l'apparato liturgico.
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet».
    (Io. 11, 25)

  2. #2
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    Nota del moderatore

    Questa discussione nasce dalla fusione di due filoni, con relativo sondaggio, riguardanti:
    1. l'orientamento della croce dell'altare (verso il sacerdote o verso l'assemblea)
    2. l'allestimento più comune nelle nostre chiese, per quel che riguarda la croce e i candelabri.
    Con la fusione, si è tenuto il sondaggio n. 2, ma i messaggi fino al #42 si riferiscono al sondaggio n. 1.
    Alcuni messaggi, apparentemente incoerenti nei riferimenti, provengono da altri filoni (soprattutto Vesti pontificali e Liturgie papali in genere)

    Ho cambiato il titolo della discussione, seguendo un suggerimento di TeIgitur (#71), ma ho ritenuto di dover lasciare i numerosi messaggi in cui si è discusso del titolo e del contenuto di questo filone e di altri aspetti strettamente tecnici e meno legati al tema: mi sembrano un buon esempio di dibattito, condotto con toni pacati e rispettosi di tutti gl'inerlocutori.

    Gerensis

    17 novembre 2016
    Ultima modifica di Gerensis; 17-11-2016 alle 21:00
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet».
    (Io. 11, 25)

  3. #3
    chierichetto87
    visitatore
    Parlando della croce astile da processione, miè venuto da pensare all'orientamento delal croce sull'altare. A parte la collocazione centrale o laterale, come va orientata? Intendo il crocifisso da che parte? ovviamente su un altare rivolto al popolo, non se è contro la parete.

    Come sempre differenze tra R. Ambrosiano e quello Romano?

    vi propongo 3 differenti soluzioni in uso presso il duomo di Milano


    nella croce sospesa il crocifisso mi sembra rivolto verso il celebrante,


    in quella a fianco all'altare (usata in quaresima) è verso il popolo

    Venerdì Santo
    Beatificazione in piazza Duomo
    Varese Settimana litugica
    La croce Astile risulta sempre a 45° e rivolta al celebrante.

    In Vaticano:


    stessa soluzione a 45° (a mio giudizio risultato estetico ancora peggiore che in duomo)


    in piazza invece il crcifisso è molto grosso e rivolto ai fedeli


    qui invece sembrerebbe rivolta al celebrante

    Solo in piazza duomo la croce è stata posa a sinistra guardando l' altare, però ricordo che anche in S. Pietro fù messa a sinistra almeno una volta...

    Esiste una soluzione "corretta"? :blink:
    Ultima modifica di Gerensis; 30-07-2015 alle 20:58

  4. #4
    Simplicianus
    visitatore



    In entrambi i riti, la croce di norma è rivolta verso il celebrante.
    Nella prassi liturgica ambrosiana, il crocifisso sospeso del Duomo ha due lati: da una parte il Cristo crocifisso rivolto al celebrante, dall'altra il Padre rivolto al popolo. Questa suddivisione è ripresa in molti crocifissi antichi, siano essi da altare o processionali.

    Particolari ragioni pastorali, possono suggerire di mettere in maggiore evidenza il crocifisso sistemandolo a lato dell'altare. Se ciò è davvero necessario, è' preferibile che ciò sia fatto mantenendo l'orientamento del crocifisso verso il celebrante.

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da Borromaeus Visualizza Messaggio
    Ma l'orientamento coram Deo non è inteso verso il tabernacolo?
    No. La celebrazione coram Deo è innanzitutto celebrazione verso il Crocifisso. Il tabernacolo potrebbe anche non esserci. Ad esempio nelle Basiliche Romane il tabernacolo non è mai stato collocato sull'altare maggiore. Idem nelle Cattedrali.

    Anzi, il Caeremoniale Episcoporum tridentino prescriveva che quando il Vescovo celebrava un Pontificale, il tabernacolo sull'altare maggiore doveva essere vuoto.

    Citazione Originariamente Scritto da iosephum Visualizza Messaggio
    perché?
    Quod si in Altari majori, vel alio, in quo celebrandum erit, collocatum reperiatur, ab eo Altari in aliud omnino transferendum est, ne propterea ritus et ordo Cæremoniarum, qui in hujusmodi Missis et Officiis servandus est, turbetur.

    Lo scritto del Card. Ratzinger da me citato spiega bene il significato della celebrazione coram Deo proprio intesa come verso la Croce.

  6. #6
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    anche se non sono tradizionalista e non ho letto Bux...
    in una delle mie due parrocchie
    ho messo la croce al centro dell'altare
    rivolta a me celebrante, con a fianco 2 candelabri

    la visuale non è impedita e calice e patena si vedono bene ai piedi della croce...
    ma quante polemiche....
    ma quanti pregiudizi...

    un'obiezione non priva di significato e spessore è stata questa
    MA SE L'ALTARE E' CRISTO
    IL CROCIFISSO NON E' UN DOPPIONE?

    ma c'è chi lo ha letto BUX?

  7. #7
    CierRino L'avatar di Marcianus
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    Garbatella MA ANCHE Irlanda
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    Dell'orientamento della Croce nelle Celebrazioni liturgiche se ne è parlato molto nella discussione sulle proposte di modifica all'Ordo Missae ed è lì che la discussione deve svolgersi. Questa ulteriore discussione rimane aperta solo per il sondaggio ogni ulteriore messaggio che indichi solo il modo in cui la Croce è posta nelle vostre Parrocchie verrà cancellato in quanto la vostra preferenza è già indicata nel sondaggio stesso che è pubblico.

    Grazie.

    Marcianus
    «Renditi conto di ciò che farai,
    imita ciò che celebrerai,
    conforma la tua vita
    al mistero della Croce di Cristo Signore»
    .
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  8. #8
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    questa foto è abbastanza interessante per quanto riguarda il crocifisso: sulla stessa croce se ne vedono distintamente due (uno rivolto al celebrante ed uno all'assemblea).

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da fabivs Visualizza Messaggio
    questa foto è abbastanza interessante per quanto riguarda il crocifisso: sulla stessa croce se ne vedono distintamente due (uno rivolto al celebrante ed uno all'assemblea).
    E' la soluzione migliore. Vedi anche qui:

  10. #10
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    La centralità del Crocifisso nella celebrazione liturgica

    «Guarderanno a Colui che hanno trafitto»

    di Mauro Gagliardi

    Consultore dell'Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice

    In questo tempo di quaresima, non si può non pensare al grande mistero del triduo santo che, al termine di questi quaranta giorni, ci farà rimeditare e rivivere nell'oggi della liturgia la passione, morte e risurrezione di Gesù. Un aiuto a questo percorso di conversione proviene dalla meditazione sulla centralità della Croce nel culto e, di conseguenza, nella vita del cristiano. Le letture bibliche della messa dell'Esaltazione della santa croce (14 settembre) presentano, tra gli altri, il tema del guardare a. Gli israeliti devono guardare al serpente di bronzo innalzato sull'asta, per essere guariti dal veleno dei serpenti (cfr. Numeri, 21, 4b-9). Gesù, nella pagina evangelica di quella festa liturgica, dice che egli deve essere innalzato da terra come il serpente mosaico, perché chi crede in lui non vada perduto, ma ottenga la vita eterna (cfr. Giovanni, 3, 13-17). Gli israeliti guardavano al serpente di bronzo, ma dovevano compiere un atto di fede nel Dio che guarisce; per i discepoli di Gesù, invece, vi è perfetta convergenza tra "guardare a" e credere: per ottenere salvezza, si deve credere a colui al quale si guarda: il crocifisso risorto, e vivere in maniera coerente a questo sguardo fondamentale.
    Questa è l'intuizione fondamentale dell'uso liturgico tradizionale, in accordo al quale ministro e fedeli sono insieme rivolti verso il crocifisso. Al tempo in cui la prassi di celebrare verso il popolo entrò in uso, sorse il problema della posizione del sacerdote all'altare, perché ora egli dava le spalle al tabernacolo e al crocifisso. Inizialmente, fu in diversi luoghi ripristinato il tabernacolo a cassetta, posto sopra l'altare separato dalla parete: il tabernacolo veniva così a trovarsi tra il sacerdote e i fedeli, in modo che, pur trovandosi l'uno di fronte agli altri, ministro e fedeli potevano tutti guardare verso il Signore durante la liturgia eucaristica. Questo espediente fu però presto superato, soprattutto in base alla convinzione che simile sistemazione del tabernacolo generasse un conflitto di presenze: non si potrebbe custodire il Santissimo Sacramento sull'altare della celebrazione, perché ciò metterebbe in contrasto le diverse forme di presenza di Cristo nella liturgia. Alla fine, si risolse per lo spostamento del tabernacolo in una cappella laterale. Restava ancora il crocifisso, cui il celebrante continuava a dare le spalle, dato che di norma esso rimaneva ancora al centro. Si risolse ancor più agevolmente, stabilendo che esso poteva ora essere collocato anche al lato dell'altare. In questo modo, certo, il ministro non gli dava più le spalle, ma la raffigurazione del Signore crocifisso perdeva la sua centralità e, comunque, non si risolveva il problema consistente nel fatto che il sacerdote continuava a non poter "guardare al Crocifisso" durante la liturgia.
    Le norme liturgiche, stabilite per l'attuale forma ordinaria del rito romano, permettono di collocare crocifisso e tabernacolo in posizioni defilate, tuttavia ciò non impedisce che si continui a discutere sulla maggiore opportunità che essi siano collocati al centro, come dev'essere per l'altare. Questo vale soprattutto per la raffigurazione del crocifisso. L'Istruzione Eucharisticum mysterium, infatti, afferma che "in ragione del segno" (ratione signi, n. 55), conviene maggiormente che sull'altare su cui si celebra la Messa non venga collocato il tabernacolo perché la presenza reale del Signore è il frutto della consacrazione e come tale deve apparire. Questo non esclude che il tabernacolo possa di norma rimanere al centro dell'edificio liturgico, soprattutto dove vi sia la presenza di un altare più antico, che si trova ora dietro il nuovo altare (si veda il n. 54, che tra l'altro afferma essere lecita la collocazione del tabernacolo sull'altare rivolto al popolo). Sebbene si tratti di questione complessa e che richiederebbe approfondimenti, si può probabilmente riconoscere che lo spostamento del tabernacolo dall'altare della celebrazione versus populum (o nuovo altare) ha qualche argomento in più in suo favore, visto che si basa non solo sull'argomento del conflitto di presenze, ma anche su quello della verità dei segni liturgici. Però non si può dire lo stesso a riguardo del crocifisso. Eliminata la centralità del crocifisso, la comprensione comune del senso della liturgia rischia di risultarne stravolta.
    È ovvio che il guardare a non può essere ridotto a puro gesto esteriore, operato con il semplice orientamento degli occhi. Si tratta invece principalmente di un atteggiamento del cuore, che può e deve essere mantenuto qualunque sia l'orientamento assunto dal corpo dell'orante e la direzione data allo sguardo durante la preghiera. Tuttavia, nel Canone romano, anche nel messale di Paolo VI, vi è la rubrica che prescrive al sacerdote di elevare gli occhi al cielo poco prima di pronunciare le parole consacratorie sul pane. L'orientamento dello spirito è più importante, ma l'espressione corporea accompagna e sostiene il movimento interiore. Se è vero, dunque, che guardare al crocifisso è un atto dello spirito, un atto di fede e di adorazione, resta pur vero che guardare all'immagine del crocifisso durante la liturgia aiuta e sostiene moltissimo il movimento del cuore. Abbiamo bisogno di segni e gesti sacri, che, senza sostituirsi a esso, sorreggano il movimento del cuore che anela alla santificazione: anche questo significa agire liturgicamente ratione signi. Sacralità del gesto e santificazione dell'orante non sono elementi contrari, ma aspetti di un'unica realtà.
    Se, dunque, l'uso di celebrare versus populum ha degli aspetti positivi, bisogna nondimeno riconoscere anche i suoi limiti: in particolare il rischio che si crei un circolo chiuso tra ministro e fedeli, che metta in secondo piano proprio colui al quale tutti devono guardare con fede durante il culto liturgico. È possibile ovviare a simili rischi restituendo alla preghiera liturgica il suo orientamento, in particolare per quello che riguarda la liturgia eucaristica. Mentre la liturgia della Parola ha il suo svolgimento più adeguato se il sacerdote è rivolto verso il popolo, sembra teologicamente e pastoralmente più opportuno applicare la possibilità - riconosciuta dal messale di Paolo VI nelle sue varie edizioni - di continuare a celebrare l'Eucaristia verso il crocifisso; il che può realizzarsi concretamente in diversi modi, anche collocando la raffigurazione del crocifisso al centro dell'altare della celebrazione versus populum, in modo tale che tutti, sacerdote e fedeli, possano guardare al Signore durante la celebrazione del suo santo sacrificio. Nella prefazione al primo volume delle sue Gesammelte Schriften, Benedetto XVI si è detto felice del fatto che si stia facendo sempre più strada una proposta che egli aveva avanzato nella sua Introduzione allo spirito della liturgia. Questa, come ha scritto il Papa, consisteva nel suggerimento di "non procedere a nuove trasformazioni, ma porre semplicemente la croce al centro dell'altare, verso la quale possano guardare insieme sacerdote e fedeli, per lasciarsi guidare in tal modo verso il Signore, che tutti insieme preghiamo".




    (©L'Osservatore Romano - 9-10 marzo 2009)
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