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Discussione: Il Tempo di Quaresima nel rito Ambrosiano

  1. #1
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    Il Tempo di Quaresima nel rito Ambrosiano

    Il Tempo di Quaresima nel rito Ambrosiano
    (Citazioni dal sito della Diocesi e dal Messale ambrosiano quotidiano.)

    La Quaresima, per la Chiesa di Milano, si struttura in maniera abbastanza precisa già a partire dall'epoca di S. Ambrogio, nello scorcio finale del quarto secolo, quando la società era in via di progressiva cristianizzazione e molti pagani, convertitisi al cristianesimo, chiedevano il Battesimo diventando catecumeni.
    Ebbene, la Quaresima, in tale contesto, nacque non tanto come tempo di generica preparazione alla Pasqua, bensì come tempo in cui i catecumeni si preparavano a ricevere il Battesimo nella veglia pasquale: ciò comportò che essa assumesse un forte carattere battesimale, ed è questa la caratteristica che la liturgia ambrosiana ha sempre conservato fino ai nostri giorni. Basterebbe passare in rassegna i Vangeli delle domeniche quaresimali, rileggendoli attraverso la chiave di lettura della liturgia battesimale (come spesso gli stessi prefazi ambrosiani ci suggeriscono).

    Il Tempo di Quaresima decorre dai primi vespri della domenica all’inizio della Quaresima, o sesta domenica prima di Pasqua, e termina alla messa inter vesperas in Cena Domini esclusa, con la quale inizia il sacro Triduo pasquale.


    Carattere liturgico

    Il Tempo di Quaresima è strettamente penitenziale.
    Il colore liturgico è il morello.
    Nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, la Liturgia ambrosiana offre la possibilità di utilizzare, in luogo del colore “morello”, il colore liturgico “nero”, che, secondo la tradizione ambrosiana, prima di essere il colore del lutto è il colore tipico della penitenza.

    Struttura del Tempo di Quaresima

    Le domeniche
    Il carattere unitario, il contenuto misterico, la ricchezza catechetica dell’ordinamento delle letture domenicali della Quaresima ambrosiana fanno di tale articolato complesso di pericopi un patrimonio ecclesiale di singolare rilievo, cui aggiunge ulteriore valore la constatazione che le letture evangeliche sono rintracciabili nella stessa omiletica di Ambrogio e che esse nella tradizione milanese tanto hanno marcato le singole domeniche da determinarne le specifiche denominazioni.

    Infatti le domeniche di questo tempo vengono chiamate:

    • domenica all’inizio della Quaresima o I di Quaresima (il catecumeno deve rinunciare a Satana se vuole diventare cristiano)
    • domenica della Samaritana o II di Quaresima (il Battesimo quale acqua di vita che ci dà la vita eterna)
    • domenica di Abramo o III di Quaresima (il Battesimo quale professione di verità che ci inserisce tra i veri figli di Dio)
    • domenica del Cieco o IV di Quaresima (il Battesimo quale illuminazione miracolosa delle nostre tenebre spirituali)
    • domenica di Lazzaro o V di Quaresima (il Battesimo quale morte e sepoltura con Cristo per poter con Lui risorgere)
    • domenica delle Palme o VI di Quaresima (il Battesimo quale unzione santificante).

    Va altresì segnalata la costante attenzione che la tradizione ambrosiana ha rivolto anche alle letture tratte dal libro dell’Esodo nelle cui pericopi sono evocati e rivissuti momenti nodali della storia della salvezza sviluppatasi nell’antica Alleanza.

    Le liturgie vigiliari
    Il carattere particolare della domenica all’inizio della Quaresima rispetto alle restanti domeniche è rimarcato, nella liturgia vigiliare, dalla proclamazione, quale annuncio della Risurrezione, della silloge delle apparizioni del Risorto proposta da Mc 16, 9-16.

    Nelle successive settimane che preparano all’annuncio pasquale della Risurrezione, in luogo dei Vangeli della Risurrezione, vengono proclamate pericopi che del mistero pasquale contengono un chiaro preannuncio:

    • nelle domeniche della Samaritana, di Abramo, e del Cieco, le narrazioni dei sinottici in merito alla prefigurazione della gloria pasquale sul monte della Trasfigurazione;
    • nella domenica di Lazzaro, il richiamo di Cristo stesso al segno di Giona;
    • nella domenica della Palme, il richiamo alla distruzione del tempio ricostruito in tre giorni.

    Nelle liturgie vigiliare delle Domeniche di Quaresima, se si usa la forma solenne, è sospesa l’eventuale accensione del cero pasquale. Per le domeniche dalla II alla VI è sospeso anche l’eventuale suono delle campane dopo la lettura delle pericope evangelica che in queste domeniche sostituisce il Vangelo della Resurrezione.

    Le ferie
    La sistematica proclamazione di Genesi e Proverbi, ricordata da Ambrogio quale elemento caratterizzante del tempo quaresimale, è momento qualificante dell’abbondante catechesi per la preparazione dei candidati al Battesimo verso i misteri dell’iniziazione cristiana celebrati nella notte pasquale.
    In particolare la Genesi ripropone l’amore di Dio verso l’uomo attraverso la creazione, l’allontanarsi dell’uomo da Dio, gli esempi di fede dei Patriarchi che hanno creduto all’annuncio di salvezza loro rivolto e che pure dalla terra d’Egitto non hanno cessato di attendere il dono promesso da Dio ad Abramo ed ai suoi discendenti.
    Parallelamente la lettura dei Proverbi indica ai credenti le vie per quella conversione del cuore, che deve segnare il cammino dell’uomo verso la salvezza.
    A questi testi è associato, nelle prime quattro settimane, la lettura sistematica del Discorso della Montagna, in cui Gesù delinea le modalità di vita proprie di coloro che accolgono il suo lieto annuncio.
    Nella settimana che introduce alla domenica delle Palme, attraverso le pericopi evangeliche feriali, si dà inizio alla sequela diretta del Signore, incamminato verso Gerusalemme per realizzare in sè stesso la grande Pasqua di salvezza.

    I venerdì
    I venerdì quaresimali, in analogia al Venerdì Santo, si sono conservati aneucaristici, cioè privi della liturgia eucaristica: agli amici dello Sposo è tolta la gioia del banchetto nuziale.

    In questo giorno:

    • viene raccomandata la celebrazione comunitaria della Liturgia delle Ore, ed in particolare la celebrazione solenne dei Vespri col popolo; essi assumono una struttura di tipo vigiliare (riti lucernali, letture veterotestamentarie, salmodia), eco degli antichi usi della Chiesa di Gerusalemme che nella sera di questo giorno aneucaristico vegliava in attesa della celebrazione Eucaristica allo spuntare del Sabato. Le letture vesperali dei venerdì di Quaresima, analogamente alle letture delle grandi celebrazioni vigiliari sono parte integrante dell’ordinamento delle letture. Oltre alla serie di pericopi prevista dalla Liturgia delle Ore, con i rispettivi salmelli e orazioni, il Lezionario propone un ulteriore ciclo di letture incentrato sul tema del sacrificio di Cristo, di cui sono proposte le prefigurazioni tipologiche e i preannunci profetici.
    • può essere anche lodevolmente svolto il pio esercizio della Via Crucis.


    I sabati
    Secondo l’antica disciplina osservata anche in oriente e che a Milano appare tradizionale già ai tempi di Ambrogio, il carattere festivo assegnato da Dio al sabato proibisce il digiuno a tale giorno.
    Le implicazioni ecumeniche dell’osservanza di tale disciplina in un contesto di comunione con la Chiesa romana, caratterizzata da diversa consuetudine, sono ben evidenziate dalle letture proclamate al primo sabato di Quaresima.
    Nei tre sabati successivi le letture veterotestamentarie e paoline tratteggiano gli atteggiamenti spirituali dei credenti avviati alla rigenerazione. Le pericopi evangeliche presentano poi un chiaro riferimento ai riti prebattesimali (esorcismo, segno di croce, unzione).
    L’ultimo sabato quaresimale è totalmente focalizzato sul tema della trasmissione della fede nella Chiesa, processo emblematicamente rappresentato dal rito della consegna del Simbolo (Traditio Symboli).

    Particolarità liturgiche ambrosiane

    • Durante la Quaresima nella Messa si omette il Gloria e non si canta l’Alleluia, come pure avviene nella Liturgia delle Ore. Tuttavia il Responsorio all'inizio dei primi Vespri della prima domenica di Quaresima è pieno di Alleluia, gli ultimi fino a Pasqua.
      E’ quanto rimane della "Dominica in Capite Quadragesimae" prima della riforma di S. Carlo che era una solennità col colore bianco, Gloria e Alleluia, inizio festoso del digiuno secondo l'insegnamento di Gesù in Mt 6,16a.17a: "E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti.Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto."
    • In data 29 maggio 1992 (Memoria dei SS. Martiri Anauniani) la Penitenzieria Apostolica ha concesso che nelle Chiese di rito Ambrosiano si possa acquistare l’Indulgenza Plenaria nelle domeniche di Quaresima, recitando devotamente la preghiera Eccomi, o mio amato e buon Gesù (cfr Cantemus Domino p.72) davanti all’immagine del Crocifisso e dopo essersi comunicati.
    • Il rito di Imposizione delle ceneri andrebbe celebrato il Lunedì della prima settimana di Quaresima, ma per motivi pastorali ne è permessa la celebrazione anche al termine delle Messe della prima domenica di Quaresima.
    • I venerdì di Quaresima sono di magro, ed il venerdì che segue la I Domenica di Quaresima è anche di digiuno.
    • La disciplina conforme al carattere aneucaristico proprio dei venerdì di Quaresima è insieme locale e personale:
      • i presbiteri di Rito Ambrosiano non si rechino in una chiesa di Rito Romano a celebrare unicamente per motivo di devozione, né quelli di Rito Romano celebrino in una chiesa di Rito Ambrosiano;
      • nei giorni aneucaristici non si distribuisca l’Eucarestia, se non come viatico a chi versa in pericolo di morte.

    • Durante la Quaresima:
      • è vietata la celebrazione di qualsiasi festa e solennità, ad eccezione di San Giuseppe (19 marzo) e dell’Annunciazione (25 marzo), che sono celebrate anche se cadono di venerdì.
      • sono permesse le messe rituali (senza Gloria) e dei defunti.
      • per la celebrazione di eventuali nozze, gli sposi siano esortati a rispettare nelle formalità esteriori il carattere austero di questo tempo.
      • è permesso il suono dell’organo solo per sostenere il canto.
      • non si mettono fiori sull’altare.
      • nelle chiese ed oratori, dall’inizio della Quaresima, un tempo si coprivano tutte le immagini sacre, sia dipinte o sia scolpite, che sono poste in venerazione (non quelle di ornamento). Questa tradizione molto significativa potrebbe lodevolmente effettuarsi tuttora.
      • non vengono invece velate le Croci.
      • nelle ferie quaresimali (dal lunedì al venerdì) si può, come detto, usare ad libitum il colore nero. Ciò permette di rimarcare, in modo più evidente, anche sul piano visivo e attraverso i segni sensibili, un accento preciso del cammino quaresimale. Nel Rito ambrosiano, infatti, l’itinerario delle ferie dal lunedì al venerdì sottolinea maggiormente l’aspetto penitenziale, mentre assegna la memoria battesimale soprattutto ai sabati e alle domeniche. L’uso del colore liturgico nero – alternato al morello festivo (sabato e domenica) – si carica quindi di un profondo simbolismo, capace di esprimere il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico, ispirando il pentimento e connotando fortemente i giorni austeri della Quaresima.

    Ultima modifica di Ambrosiano; 26-02-2012 alle 23:00

  2. #2
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    Ultima modifica di Ambrosiano; 03-02-2016 alle 18:40 Motivo: Corretto link

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    Il gesto delle ceneri, segno di conversione

    Il rito che apre al tempo di preparazione alla Pasqua secondo la tradizione del rito romano e quella del rito ambrosiano.
    di Claudio MAGNOLI

    Da circa 14 secoli la Quaresima romana inizia con il mercoledì che precede la sesta domenica prima di Pasqua. Questo giorno è chiamato “delle Ceneri”, perché, da più di un millennio, la benedizione delle ceneri e la loro imposizione sul capo dei fedeli sono parte integrante della messa d’inizio Quaresima.
    Non così è stato per la Quaresima ambrosiana, che ha custodito fino a oggi l’ingresso festivo domenicale, rimandando al lunedì il primo vero giorno penitenziale, in obbedienza alla regola dettata da sant’Ambrogio che «in Quaresima si digiuna tutti i giorni, eccetto il sabato e la domenica».

    Quanto al rito delle ceneri, il cui contesto originario nel rito ambrosiano era stato il primo giorno delle litanie triduane celebrate nella prima parte della settimana dopo l’Ascensione, esso non divenne mai un elemento liturgico di primo piano.
    L’influsso romano si fece però sentire anche a Milano e così si sviluppò la consuetudine di imporre le ceneri il primo lunedì di Quaresima o, derogando al principio che esclude forti gesti penitenziali di domenica, al termine delle sante messe della «domenica all’inizio di Quaresima», con un rito contiguo alla celebrazione eucaristica, ma da esso adeguatamente distinto.

    Seguendo un criterio genuinamente liturgico, volto a salvaguardare il valore festivo della domenica, il Messale ambrosiano in vigore continua a indicare nel primo lunedì di Quaresima (al termine della santa messa o in un’apposita liturgia della parola), il giorno dell’imposizione delle ceneri, senza tuttavia escludere, per ragioni pastorali, una sua possibile anticipazione al termine delle messe domenicali, a esclusione della messa vigiliare del sabato, celebrata in un clima esterno ancora tutto carnevalesco.

    Fino alla recente riforma conciliare l’imposizione delle ceneri era accompagnata dalle parole: «Ricòrdati che sei polvere e in polvere tornerai». Tratte dal libro della Genesi (Gen 3,19), queste parole invitavano a meditare sulla finitezza dell’uomo a causa del suo peccato. L’intento di questa meditazione non era però quello di ingenerare sentimenti di sconforto e di disperazione. Al contrario, l’attivazione di uno sguardo realistico sul poco o nulla di cui siamo fatti doveva indurre a maturare la decisione di intraprendere un energico cammino di liberazione dal male per aprirsi con fiducia alla promessa di Gesù: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà» (Gv 11,25).

    Il Messale in vigore conferma le parole tradizionali e il loro valore, ma offre una possibile, e in certo modo preferibile, alternativa: «Convertitevi e credete al Vangelo». Con queste parole viene riproposto, in avvio di Quaresima, l’invito con cui Gesù, secondo l’evangelista Marco (Mc 1,15), diede inizio alla sua predicazione in Galilea, e l’imposizione delle ceneri, frutto della combustione degli ulivi benedetti nella precedente domenica delle Palme, richiama il cammino penitenziale necessario per un’autentica conversione del cuore e per una piena accoglienza del Vangelo come norma di vita. Entrambe le formule parlano un linguaggio severo, ma pieno di forza e di saggezza, per chi - come dice una delle preghiere di benedizione delle ceneri -, attraverso l’itinerario spirituale della Quaresima, desidera giungere interiormente rinnovato a celebrare con gioia la Pasqua del Signore.

    (da chiesadimilano.it)
    Ultima modifica di Ambrosiano; 27-02-2017 alle 17:30 Motivo: Inserito articolo sulle Ceneri

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