Cronache dall'Arcidiocesi di Bologna - Anno 2022
Dati statistici e generali
Arcidiocesi di Bologna in cifre:
Superficie: kmq 3.549
Parrocchie: 408 (più 2 parrocchie personali)
Abitanti: 1.004.560
Cattolici: 946.970
Patroni: S. Petronio (4 ottobre) Madonna di S. Luca (giovedì avanti l'Ascensione)
Origine: inizio IV secolo; Sede Metropolitana 10 dicembre 1582
Sacerdoti diocesani: 305
Sacerdoti religiosi: 185
Diaconi: 158
Religiosi: 235 (compresi i religiosi sacerdoti)
Religiose: 553
Fonte: Annuario diocesano 2021 (i dati sono aggiornati al 31.12.2020 per i sacerdoti, diaconi, religiosi/e, alla Pasqua 2020 per il numero degli abitanti e dei cattolici)
Altri dati generali presenti nelle Cronache precedenti
Santi e Beati della Chiesa bolognese
Santi e Beati della Chiesa bolognese
SANTI
1. Petronio – Vescovo (4 ottobre)
2. Caterina de’ Vigri – Vergine (9 marzo)
3. Clelia Barbieri – Vergine (13 luglio)
4. Domenico – Sacerdote (4 agosto)
5. Elia Facchini – Martire (9 luglio)
6. Eusebio (*) – Vescovo (26 settembre)
7. Faustiniano (*) – Vescovo (26 febbraio)
8. Felice – Vescovo (3 ottobre)
9. Giocondo (*) – Vescovo (14 novembre)
10. Guarino – Vescovo (7 febbraio)
11. Paterniano (*) – Vescovo (12 luglio)
12. Procolo – Martire (1 giugno)
13. Teodoro (*) – Vescovo (11 maggio)
14. Tertulliano (*) – Vescovo (18 aprile)
15. e 16. Santi Vitale e Agricola – Protomartiri (4 novembre)
17. Zama – Protovescovo (28 settembre)
BEATI
1. Arcangelo Canetoli – Religioso (16 aprile)
2. Bartolomeo Maria Dal Monte – Sacerdote (26 settembre)
3. e 4. Diana degli Andalò e Cecilia – Vergini (10 giugno)
5. Elena Duglioli Dall’Olio – Vedova (23 settembre)
6. Ferdinando Maria Baccilieri – Sacerdote (1 luglio)
7. Giacomo da Ulma – Religioso (12 ottobre)
8. Giovanni Fornasini – Sacerdote (13 ottobre)
9. Imelda Lambertini – Vergine (12 maggio)
10. Lodovico Morbioli – Laico (16 novembre)
11. Lucia da Settefonti – Vergine (7 novembre)
12. Marco Fantuzzi – Sacerdote (31 marzo)
13. Maria Rosa di Gesù (Bruna Pellesi) – Religiosa (1 dicembre)
14. Nicolò Albergati – Vescovo (10 maggio)
15. Olinto Marella – Sacerdote (6 settembre)
(*) I Vescovi Santi contrassegnati con asterisco sono ora venerati in un'unica memoria insieme al Protovescovo San Zama al 28 settembre.
Fonte (l'elenco è stato aggiornato, invece di rinviare a un post già esistente, a motivo di due recenti beatificazioni)
Agenda dell'Arcivescovo per la settimana
MERCOLEDÌ 5
Alle 19 nella basilica di San Domenico presiede il Vespro per la chiusura del Giubileo domenicano in occasione dell’8° centenario della morte di san Domenico.
GIOVEDÌ 6
Alle 10 nella chiesa di San Michele in Bosco Messa dell’Epifania per l’Istituto Ortopedico Rizzoli.
Alle 17.30 in Cattedrale Messa «dei popoli» per la solennità dell’Epifania.
Fonte: Bologna7 di oggi, p. 7
Cattedrale di San Pietro, sabato 1° gennaio 2022
OMELIA DELL'ARCIVESCOVO CARD. ZUPPI
NELLA MESSA PER LA GIORNATA MONDIALE PER LA PACE
La memoria di oggi, Maria Madre di Dio, ci ricorda che anche noi non siamo un caso, generati da noi stessi o orfani; non siamo schiavi che possono solo obbedire, magari pensando male del loro padrone nella segreta e velenosa speranza di diventarlo. Siamo figli. “Dio mandò suo figlio nato da donna, per riscattare quelli che erano sotto la Legge”. Siamo liberi, vinciamo la paralizzante paura della libertà, spesso accresciuta da deformate convinzioni di perfezione che niente hanno a che fare con il Vangelo. Non siamo schiavi di dipendenze che dominano e rovinano la nostra vita, pericolose proprio come il virus che sembra innocuo e fa credere di non avere conseguenze o che possiamo gestire facilmente. Le dipendenze si impadroniscono di noi facendoci credere che basta decidere e possiamo tornare indietro a nostro piacimento, mentre in realtà sono molto più forti della nostra volontà.
Non siamo schiavi di noi stessi, del nostro individualismo, il peggiore tiranno dal quale siamo affrancati perché non siamo figli unici e se siamo figli siamo fratelli, senza limiti. Fratelli tutti! Siamo liberi perché figli e figli di un Dio che è Padre, non un paternalista che sottilmente lega a sé, non un padrone che impone la sua volontà, ma un padre che non possiede perché ci ama per davvero, che si prende il rischio di incomprensioni, di essere usato, addirittura visto come un limite, oggetto di diffidenza da coloro che ama. Ma è un padre e ci vuole figli liberi, perché solo da liberi si può amare.
Ed è proprio questa la più grande libertà, che ci fa essere noi stessi: amare, non essere prigionieri del nostro ego perché solo l’amore ci fa andare oltre il suo limite. È la libertà dello Spirito, che soffia dove vuole e rende nuovo ciò che è vecchio, quella che ci rende uniti anche se diversi, quella che ci libera dalla tentazione del protagonismo che fa usare il dono che si è per sé, e quindi, credendo di possederlo, lo perdiamo. Il dono è nostro se lo doniamo e lo inseriamo in quel concerto di amore che è la comunione, mentre il protagonismo vale se resti tu padrone del dono.
Amiamo questa Madre, sensibilissima e fortissima come tutte le madri. Noi siamo figli, segnati dal nostro peccato. Questo non ci scandalizza. Ci scandalizza il peccato, non il peccatore! L’ipocrisia farisaica finisce per scandalizzarsi del peccatore, pensando così di combattere il male, mentre la vera risposta non è la Legge o un suo aggiornamento ma amare i figli, volere che tornino a casa, riabbracciare nella misericordia, gioire di un fratello che è risorto. Questa Madre è affidata a noi, cattivi come siamo, e non ha timore di farsi prendere nelle nostre case, come avvenne per Giovanni. E quanta gioia proviamo a portarla a casa nostra, essere suoi e lei nostra, perché siamo figli non solo quando stiamo fisicamente assieme, ma nella nostra vita concreta, limitata e peccatrice com’è.
Ricordiamoci che siamo suoi per servirla, mai per usarla, perché è madre di tanti, si dispera per i suoi figli più piccoli. Vogliamo darle tutto quello che abbiamo come lei fa con noi. Vogliamo proteggerla da quei tanti nemici che vogliono farne quello che non è, riducendo la sua famiglia a una massa anonima, a un club di iniziati, di soci che si aiutano tra loro e guardano con indifferenza o ostilità quanti non ne fanno parte. Figli di questa Madre siamo fratelli universali, senza paura di esserlo, perché chiunque è il nostro prossimo.
Questa Madre la contempliamo intorno alla presenza del suo figlio, nell’eucarestia deposta sull’ambone e sull’altare, parola e corpo, nutrimento di vita che non finisce, di amore che sazia, centro per cui come nel cerchio i raggi più lo cercano più si avvicinano tra loro e diventano una cosa sola quando raggiungono il centro che è Gesù. Questa Madre ci porta nelle tante Betlemme che sono la continuazione di questa mensa, perché anche lì è deposto lo stesso corpo di Gesù, quello dei suoi fratelli più piccoli. Questa Madre ci sorprende, perché ci permette di sentirci a casa ovunque e con chiunque, perché è tanto più libera di quello che noi crediamo e con dolcezza spinge a non avere paura, vuole che noi, adottati, adottiamo tanti, facendoli nostri nell’amore, facendoli sentire a casa, dandogli fiducia perché sono nostri.
A Betlemme si riunisce la prima famiglia di Dio, quella di coloro che ascoltano l’angelo che parla in tanti modi e in tanti modi si mettono in cammino per cercarlo e lo trovano accessibile, senza filtri e difese, fragile e umile. Immagino così il cammino sinodale – cioè insieme – che inizia nelle prossime settimane per la nostra Chiesa: persone che hanno cura del gregge, cioè delle persone intorno, della città degli uomini e della Chiesa, all’aperto, che camminano alla ricerca di quello che ancora non conoscono e che non smettono di scoprire e riscoprire, affrontando l’oscurità, la notte piena di pericoli perché sentono la gloria di Dio nel cielo ma vogliono trovarla sulla terra, vederla.
Essendo madre di tutti è vicina a chi soffre. Per questo il suo giorno è dedicato alla pace, perché ogni figlio che è colpito dalla violenza, ogni vittima, è di questa madre e quindi, ricordiamolo, anche affidato a noi. Tutti, non solo i tanti cristiani colpiti dalla violenza per la loro fede, ma qualunque vittima.
È una madre che ci insegna ad essere artigiani di comunità e di pace. Costruire la comunità è costruire la pace ed è possibile solo ad artigiani, cioè solo con il coinvolgimento di tutto se stesso. Non si diventa impresari. Si fa pace con la preghiera, con l’ascolto, abbattendo i muri per cui con quella persona non parlo perché ho un pregiudizio, non gli affitto casa o non la saluto perché la giudico per l’apparenza. Combattiamo ogni atomo di odio nel nostro cuore e versiamo nel mondo tanti atomi di amore.
Papa Francesco nel suo messaggio indica tre vie per la pace: il dialogo tra le generazioni, contro il distanziamento, lo scarto tra anziani e giovani, che richiede di parlare di più, vivendo da vecchi i sogni, anzi tornando a sognare per aiutare i giovani a farlo, perché il loro futuro sia davvero il presente e dargli le possibilità e la fiducia per viverlo. La seconda via è l’educazione, indispensabile per la libertà, la responsabilità e lo sviluppo, per non vivere come bruti. Essa richiede tutto il villaggio e quindi non è solo nelle università o nelle scuole ma responsabilità di tutti! Purtroppo diminuisce, ricorda scandalizzato il Papa, l’investimento per la scuola mentre aumenta quello per le armi! Possiamo accettarlo? E non dimentichiamo che nella pandemia l’istruzione a distanza “ha in molti casi generato una regressione nell’apprendimento e nei percorsi scolastici”. Restano indietro i più fragili e non vogliamo che nessuno si perda. Infine la terza via della pace è il lavoro, perché il lavoro è via di sviluppo dell’uomo. La pandemia ha causato la perdita di tanto lavoro e ha accentuato la vulnerabilità di tanti precari. Senza welfare e senza lavoro come si può parlare di giustizia e solidarietà premesse per la pace? Come non pensare alle troppe vittime sul lavoro? Possiamo accettare il precariato che significa de facto sfruttamento?
Aiutiamo questa Madre Chiesa diventando tutti operatori di pace, come possiamo. Come? Una visita ad una persona sola, il fermarsi a parlare con uno che dorme per strada, insegnare la lingua a uno che non vuole essere e non è straniero, anche solo parlando con lui e poi con l’infinita fantasia dell’amore. Per spiegare meglio che tutti possiamo farlo nei piccoli gesti di attenzione, fedeli, verso il prossimo vorrei leggervi l’ultima lettera di un condannato a morte nelle carceri americane, scritta poco prima della sua esecuzione ad un membro della Comunità di S. Egidio che corrispondeva con lui per un legame di amore, che dona vita sempre, anche a chi aspetta la morte. «Aspetto l’esecuzione. È un periodo di grande commozione. Non potrò leggere la tua risposta. Ti racconto una storia antica. Un uomo camminava all’alba sulla spiaggia e vide da lontano un vecchio che sembrava stesse danzando: si muoveva in avanti, uno due passi, si fermava, si piegava e poi, due passi verso il mare e poi di nuovo così. Il giovane raggiunse il vecchio e vide che non stava ballando ma stava prendendo con cura le stelle marine sulla spiaggia e le rimetteva in mare.
Il giovane si fermò vicino al vecchio e gli chiese: “Perché lo fai?”. “Perché la stella marina che si è persa morirà se lasciata al sole del giorno”, rispose. “Ma la spiaggia va avanti per centinaia di chilometri e ci sono milioni di stelle marine dappertutto”, rispose il giovane scoppiando a ridere. Il vecchio contemplò la stella marina che aveva in mano si girò e la appoggiò dolcemente nell’acqua. “Per lei questo fa la differenza” rispose il vecchio. Io ti racconto questa storia perché spiega la nostra amicizia. Ci sono milioni di persone in Italia e ci sono migliaia di prigionieri negli Stati Uniti. Noi siamo le stelle marine che si sono perse. Milioni di persone non hanno influenza nella mia vita e tu mio caro amico sei sconosciuto a tutti gli altri prigionieri ma la cosa più importante, come quel vecchio, tu hai fatto la differenza per la mia vita: la tua amicizia mi ha rimesso in mare dopo che mi ero perso. Sei stato la grande differenza, sei stato molto importante per questa stella marina. Per questa qui. La mia vita è migliore perché ti ho conosciuto». Che tanti possano dire la stessa cosa di noi e che tanti di noi non abbiamo paura di essere artigiani di comunità e di pace e compiano piccoli gesti perché, come diceva don Pino Puglisi, se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto.
Ci benedica il Signore e ci custodisca. Il Signore faccia risplendere per noi il suo volto e ci faccia grazia. Il Signore rivolga a noi il suo volto e ci conceda pace.
Fonte
Cattedrale di San Pietro, giovedì 6 gennaio 2022
OMELIA DELL'ARCIVESCOVO CARD. ZUPPI
NELLA MESSA DELL'EPIFANIA (MESSA DEI POPOLI)
Quanto abbiamo bisogno di Epifania, di vedere la luce nella nebbia fitta che avvolge il mondo e la nostra vita! Ne abbiamo bisogno noi e proprio come noi ne hanno bisogno anche gli altri! Abbiamo bisogno di vedere una presenza buona, di commuoverci per qualcosa di bello che non abbia ombre, libero dalle pagliuzze che ci riempiono di diffidenze o ci fanno sentire sempre sporchi!
Quanto abbiamo bisogno di una luce che duri, della quale non dobbiamo temere che ci lasci al buio o che cosa ci chiederà dopo in contraccambio! Abbiamo bisogno di amore, amore che non si vende e non si compra, da accogliere e da donare, più forte delle inevitabili difficoltà, un amore che si trasformi e non finisca, che sia capace di aggiustare quello che si ferisce o si rompe.
Erode vuole spegnere la luce, uccide la speranza, porta via l’amore, fa sentire importanti tanto da farci credere che tutto è possibile ma in realtà ci usa: noi serviamo a lui, non lui a noi e quando non serviamo più ci butta via, rivela la violenza dell’individualismo che insegna solo il “salva te stesso” e che finisce con “tutti contro tutti”.
Abbiamo tanto bisogno di capire quello che illumina la grotta scura della vita, che poi a volte è l’abisso del cuore stesso che si spalanca dentro di noi e diventa un baratro dal quale sembra impossibile uscire da soli e dove finiamo per condannarci tanto che paradossalmente diventa un riparo, facendoci sentire sempre vittime!
Abbiamo bisogno di capire dove finisce la nostra vita e quella dei nostri cari: scompare nel nulla, inghiottita nel non senso? Se fosse così resta solo il presente, consumarla e buttarla via quando non vale più la pena! A che serve affannarsi, costruire, seminare, piantare alberi, se poi c’è solo la fine e tutto sembra vano? Q
uanto abbiamo bisogno di qualcuno che ci prende sul serio, ma senza possederci, che aiuta a capire quello che succede non facendo lezioni da remoto ma vivendo con noi; qualcuno con cui aprire il cuore, di cui fidarsi perché ci porta dove serve a noi e dove c’è vita vera!
Ci serve un amico vero, un innamorato che mi educhi all’amore, non uno dei tanti professionisti che si occupano della mia psiche, esperti di risposte, di rassicuranti e banali verità ma in fin dei conti poveri di amore, tanto che resto solo con me stesso.
Anche perché, per imparare a stare da solo, devo imparare a stare con gli altri e per amarmi devo trovare qualcuno che mi ami per davvero, non che mi dia le ennesime istruzioni per l’uso dell’amore. Per imparare chi sono devo trovare uno per cui valga la pena essere migliore, con cui trovare tutto me stesso facendo mia l’altra mia metà che è il prossimo. Ecco, nella Epifania di Gesù troviamo la risposta alle nostre domande.
La pandemia ci costringe ad essere universali, perché ci fa capire che siamo tutti sulla stessa barca, che il mondo è unito ed è davvero un ospedale da campo, dello stesso campo, per cui dobbiamo preoccuparci di tutti, e che ognuno è responsabile di se stesso e degli altri, nel male ma anche nel bene.
L’Epifania di Gesù è esattamente il contrario della pandemia: è la salvezza che si mostra, la presenza di Dio per tutti, tutti amati. Nessuno deve essere lasciato solo, guardato con diffidenza o addirittura pregiudizio perché interessa la sua etichetta e non la sua persona.
Le pandemie in realtà sono tante, tutte causa di terribile sofferenza, di morte. E quando muore una persona muore il mondo intero. Le pandemie della violenza, della fame, della guerra, della mancanza di lavoro, rivelano quanto in realtà siamo tutti fragili e vale anche per queste che ciò che succede agli altri mi riguarda.
Dio si manifesta perché vuole curare le nostre ferite, facendoci essere noi stessi, anzi, come per i Magi, facendoci trovare quello che cerchiamo nel profondo. Chi adora il bambino non adora gli idoli e i tiranni di questo mondo! I Magi cercano l’alto e trovano l’altro. Essi non ripassano da Erode, che pure li aveva blanditi, verso cui potevano sentire come un obbligo andare o da cui, essendo potente, sembrava conveniente andare. Il male ci vuole legare a sé per possederci e possedere, crea dipendenze e complicità. Solo l’incontro con Gesù ci libera e ci fa trovare quello che cercavamo.
I Magi si sono messi in cammino e non sapevano cosa avrebbero incontrato, ma sapevano che avrebbero trovato il loro re cui appartenere e al quale donare tutto. Noi stiamo bene senza prendere ma donando, liberi dall’avidità di Erode che rimane sempre insoddisfatta.
Anche noi, dopo l’Epifania, come i Magi ci rimettiamo di nuovo in cammino, dobbiamo tornare ad affrontare i tanti incroci nei quali bisogna scegliere e spesso non sappiamo come fare, vogliamo non sbagliare e finiamo per non decidere. Quando si cammina siamo posti di fronte a pericoli insidiosi da cui difendersi e i più temibili sono quelli che non si vedono o dei quali non sappiamo valutare le conseguenze.
L’incontro con Gesù ci aiuta a sentire come siamo gli uni parte degli altri e lui pellegrino del nostro vagare. Abbiamo lasciato quello che avevamo di più prezioso, i nostri doni, e siamo ripartiti con quello che conta per davvero, perché ricchi di Gesù, della sua luce che entra nel nostro cuore e ci rende luminosi, pieni di amore da trasmettere, da donare a chi incontriamo e a quei tanti che cercano nel buio e non hanno una stella nel cielo troppo buio, che si smarriscono senza orientamento.
La pandemia sgomenta ed è insidiosa, vuole rendere il bene un male, fa credere che è lei a proteggerti, ci illude che non ci sia, tanto da renderci suoi complici inconsapevoli. Ecco allora l’impegno dell’Epifania: essere noi la luce ai tanti che la cercano, luminosi di amore, proprio quando c’è il buio intorno a noi. È la grande prospettiva della Fratelli tutti:
Gesù ci insegna a pensarci insieme, senza avere paura della nostra fragilità che a volte vogliamo nascondere o della quale addirittura ci vergogniamo. Oggi siamo raggianti, palpita il cuore e si dilata, diventa grande, tanto più grande del nostro cuore stesso, delle nostre miserie. Oggi adoriamo la sua luce di amore e diventiamo tutti con Gesù fratelli universali, che sono a casa con tutti perché in tutti vedono il fratello, ad iniziare dai più poveri.
Grazie Signore per la chiarezza della tua luce nel buio delle pandemie che provocano tanto smarrimento e sofferenza. Il tuo amore ci dona la forza di essere fratelli tutti, membri di un popolo che non conosce confini, liberi dal cinico individualismo di Erode che umilia l’individuo, luminosi per tanti che sono nel buio perché tanti possano vedere, attraverso il nostro amore, i segni della tua presenza, speranza per chi è nella sofferenza, consolazione di vita vera per tutti gli uomini cercatori di vita vera.
Fonte
Agenda dell'Arcivescovo per la settimana
DOMANI E MARTEDÌ 11
Dalle 15.30 alle 17 in diretta streaming, partecipa alle Giornate di formazione invernali del clero.
MERCOLEDÌ 12
Dalle 9.45 alle 12 in diretta streaming, partecipa alle Giornate di formazione invernali del clero.
GIOVEDÌ 13
Dalle 9.30 alle 12 in Seminario, presiede l’ultima Giornate di formazione invernale del clero.
SABATO 15
Dalle 10 in diretta streaming dalla Sala Santa Clelia della Curia presiede l’incontro dei «facilitatori» per il Cammino sinodale.
DOMENICA 16
Alle 17.30 in Cattedrale Messa nel corso della quale accoglie le candidature di otto nuovi Diaconi permanenti.
Fonte: Bologna7 di oggi, p. 7
Agenda dell'Arcivescovo per la settimana
OGGI
Alle 17.30 in Cattedrale Messa nel corso della quale accoglie le candidature di otto nuovi Diaconi permanenti.
SABATO 22
Alle 10.30 a Palazzo Baciocchi, sede della Corte d’Appello assiste all’apertura dell’Anno giudiziario 2022.
Alle 15 nella sede dell’Istituto Veritatis Splendor saluto al convegno di studi «Ricordando don Lino Goriup».
DOMENICA 23
Alle 17.30 in Cattedrale Messa nel corso della quale istituisce dodici nuovi Lettori.
Fonte: Bologna7 di oggi, p. 7
I lettori che verranno istituiti
Domenica 23 gennaio alle 17.30 in Cattedrale l’arcivescovo Matteo Zuppi conferirà il ministero permanente del Lettorato a Marco Cinti, della arrocchia di Santa Maria di Ponte Ronca; Sergio Crini, della parrocchia di S. Giorgio di Varignana; Enrico Ferraioli, della parrocchia di Sant’Antonio di Savena in Bologna; Andrea Galletti, della parrocchia di San Cristoforo in Bologna; Carlo Marchesi, della parrocchia di San Luigi di Riale; Stefano Martelli, della parrocchia di Madonna del Lavoro in Bologna; Stefano Ostuni, della parrocchia di Madonna del Lavoro in Bologna; Simone Piana, della parrocchia dei Santi Pietro e Girolamo di Rastignano. L’Arcivescovo conferirà il ministero del Lettorato anche ai seguenti Candidati al Diaconato: Matteo Diahore Harding, della parrocchia di Santa Maria delle Grazie in S. Pio V in Bologna; Stefano Magli, della parrocchia di Santa Maria Maggiore di Pieve di Cento; Lorenzo Venturi, della parrocchia di Sant’Agostino della Ponticella in Bologna; Lucio Venturi, della Parrocchia di San Silverio di Chiesa Nuova in Bologna.
Fonte: Bologna7 di domenica, p. 7
Centenario della morte di Benedetto XV
Il settimanale televisivo diocesano 12Porte ha ripreso, in occasione della ricorrenza del centenario della morte di Papa Benedetto XV che prima dell'elezione al soglio pontificio fu per alcuni anni Arcivescovo di Bologna, un ampio servizio (a quanto capisco realizzato otto anni fa, per il centenario dell'elezione):
Agenda dell'Arcivescovo per la settimana
OGGI
Alle 17.30 in Cattedrale Messa nel corso della quale istituisce dodici nuovi Lettori.
DA LUNEDÌ 24 A MERCOLEDÌ 26
A Roma, partecipa ai lavori del Consiglio permanente della Cei.
MERCOLEDÌ 26
Alle 20.30 a Casalecchio di Reno nella Casa della Pace partecipa alla presentazione del libro «Per amore, solo per amore» di don Arrigo Chieregatti.
GIOVEDÌ 27
In 9.30 Seminario presiede il Consiglio presbiterale.
Alle 18 in Sala Borsa partecipa alla presentazione di due libri: «Vivere, nonostante tutto» di Cornelia Paselli e «Far tutto, il più possibile» di don Angelo Baldassarri e Ulderico Parente.
VENERDÌ 28
Alle 18.30 nella basilica di San Domenico Messa per la memoria liturgica di san Tommaso d’Aquino.
Alle 20.30 a Medicina nella chiesa parrocchiale incontro con la Zona pastorale.
SABATO 29
Alle 17.30 in Cattedrale Messa per la Famiglia salesiana in vista della festa del fondatore san Giovanni Bosco.
DOMENICA 30
Alle 11.15 nella chiesa di Vedrana Messa in onore del Beato don Giuseppe Codicé.
Alle 17.30 in Cattedrale Messa per la Giornata del Seminario e conferimento del Lettorato a tre seminaristi.
Fonte: Bologna7 di oggi, p. 7
Agenda dell'Arcivescovo per la settimana
OGGI
Alle 11.15 nella chiesa di Vedrana Messa in onore del Venerabile don Giuseppe Codicé.
Alle 17.30 in Cattedrale Messa per la Giornata del Seminario e conferimento del Lettorato a tre seminaristi.
MERCOLEDÌ 2 FEBBRAIO
Alle 17.30 in Cattedrale Messa per la Giornata della Vita consacrata.
GIOVEDÌ 3
Alle 10 in Seminario presiede l’incontro dei Vicari pastorali.
SABATO 5
Alle 15.30 nel santuario della Beata Vergine di San Luca Messa per la Giornata della Vita.
Fonte: Bologna7 di oggi, p. 7
Agenda dell'Arcivescovo per la settimana
OGGI
Alle 10.30 nella chiesa di Nostra Signora della Fiducia Messa in ricordo e suffragio di don Fabio Betti.
DOMANI
Alle 19 nella chiesa di Sant’Antonio di Savena Messa per la festa liturgica di santa Giuseppina Bakhita.
MARTEDÌ 8
Alle 18 nella Biblioteca Sala Borsa partecipa alla presentazione del libro «La trappola del virus. Diritti, emarginazione e migranti ai tempi della pandemia» di padre Camillo Ripamonti e Chiara Tintori.
MERCOLEDÌ 9
Alle 18.30 nella parrocchia di Sant’Antonio da Padova alla Dozza partecipa alla presentazione del libro «Il canto dei poveri dà ritmo al mio passo» di don Giovanni Nicolini.
GIOVEDÌ 10
Alle 10.30 nella sede della Fondazione Lercaro interviene al convegno «Cantiere Engim. Per lo sviluppo e la resilienza».
SABATO 12
Alle 12 nella basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano Messa per Tancredi e tutti coloro che sono morti a causa della vita in strada.
DOMENICA 13
Alle 15 nella chiesa di San Paolo Maggiore Messa per festa della Madonna di Lourdes e la Giornata del Malato.
Alle 19 in diretta streaming partecipa all’incontro «Sintomi di felicità» con giovani innamorati, fidanzati e sposi in occasione della festa di san Valentino.
Fonte: Bologna7 di oggi, p. 7
Agenda dell'Arcivescovo per la settimana
OGGI
Alle 15 nella chiesa di San Paolo Maggiore Messa per festa della Madonna di Lourdes e la Giornata del Malato.
Alle 19 collegamento online con giovani fidanzati e sposi per la festa di san Valentino, patrono degli innamorati.
MERCOLEDÌ 16
Alle 11 nella sede di Acer Bologna partecipa alla presentazione della ricerca Nomisma «Impoverimento degli utenti Erp e nuovi fabbisogni finanziari dell’Azienda Casa: il caso Acer Bologna».
GIOVEDÌ 17
Alle 11.30 nella Sala Santa Clelia della Curia presiede l’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano Flaminio per le Cause matrimoniali.
SABATO 19
Alle 9.30 in Seminario presiede l’incontro del Consiglio pastorale diocesano.
DOMENICA 20
Alle 10 a Riola nella chiesa parrocchiale Messa in suffragio di don Fabio Betti.
Alle 17.30 in Cattedrale Messa e ordinazione di quattro Diaconi permanenti e uno transeunte.
Fonte: Bologna7 di oggi, p. 7
Veglia di preghiera per l'Ucraina venerdì 25.02.2022
Il Cardinale Arcivescovo, in risposta ai drammatici avvenimenti di queste ore in Ucraina, raccogliendo anche l’appello del Santo Padre, invita tutta la Chiesa di Bologna a pregare per la pace, chiede a tutte le comunità cristiane di promuovere oggi stesso, per quanto possibile, momenti di preghiera, recita del S. Rosario e suppliche fervorose.
Convoca tutti domani, venerdì 25 febbraio, alle ore 20.30, nella Cattedrale di S. Pietro, per una Veglia di preghiera (insieme alla comunità cattolica ucraina di rito bizantino presente a Bologna), che si prolungherà con l’Adorazione Eucaristica fino alle ore 23.00.
Domenica prossima, su invito del Cardinale, la Comunità Ucraina greco-cattolica terrà la divina Liturgia in Cattedrale (ore 14) con l’invito aperto a tutti coloro che desiderano unirsi alla preghiera per la pace.
Qui la fonte:https://www.chiesadibologna.it/domen...in-cattedrale/
Agenda dell'Arcivescovo per la settimana
OGGI
A Firenze, partecipa all’incontro dei Vescovi e sindaci del Mediterraneo «Mediterraneo frontiera di pace»: alle 10.30 nella Basilica di Santa Croce concelebra la Messa conclusiva.
Nel primo pomeriggio, in Cattedrale, saluto in conclusione della Divina Liturgia celebrata dai cattolici ucraìni per la pace nella propria patria.
Alle 17 nella parrocchia di Monte San Giovanni Messa e Cresime.
DOMANI
Alle 21 a Gaggio di Piano nell’ex cine-teatro Salus incontro con i giovani della Zona pastorale Castelfranco Emilia.
MERCOLEDÌ 2 MARZO
Alle 17.30 in Cattedrale Messa del Mercoledì delle Ceneri con imposizione delle Sacre Ceneri.
GIOVEDÌ 3
Alle 10 nella sede della Fter saluto al «Giovedì dopo le Ceneri» dell’Aggiornamento teologico presbiteri.
SABATO 5
Alle 6 dal Meloncello pellegrinaggio al santuario della Beata Vergine di San Luca con la confraternita dei Sabatini.
Alle 16.30 nella parrocchia di Pieve di Budrio Messa e Cresime.
DOMENICA 6 MARZO
Alle 11 nella parrocchia di Amola Messa e Cresime.
Alle 17.30 in Cattedrale Messa della Prima Domenica di Quaresima e Riti catecumenali.
Fonte: Bologna7 di oggi, p. 7
Cattedrale di San Pietro, venerdì 25 febbraio 2022
OMELIA DELL'ARCIVESCOVO CARD. ZUPPI
ALLA VEGLIA DI PREGHIERA PER L'UCRAINA
Quello che sembrava impossibile è avvenuto. La pandemia della guerra si è scatenata, una tempesta di morte e sofferenza che sembra impedire di fare qualunque cosa, con una forza terribile come quelle armi micidiali e vigliacche che distruggono tutto, senza volto che non sia quello del male. Molti anni fa, proprio qui, nella nostra Cattedrale, in occasione della prima Giornata mondiale della pace, l’1 gennaio 1968, nel pieno di un’altra guerra, quella del Vietnam, il Cardinale Lercaro disse che la Chiesa non è neutrale: è per la pace! Si interrogava se ci eravamo esercitati ad accusare gli altri e non ci siamo interrogati sulle nostre complicità e se troppo poco ci siamo preoccupati di “togliere da noi le pietre d’inciampo sul cammino della pace e le ragioni di scandalo, forse inconsapevolmente offerte ai credenti e ai non credenti”.
Ed è un interrogativo che faccio mio e che mi motiva ancora di più a reagire percorrendo con decisione tutte le vie di dialogo e di incontro per fermare la guerra. “La Chiesa non può essere neutrale, di fronte al male da qualunque parte venga: la sua via non è la neutralità, ma la profezia; cioè il parlare in nome di Dio, la parola di Dio”. Dichiarò di impegnare se stesso e tutta la comunità ecclesiale “più di quanto sinora non si sia fatto, in un più largo e più approfondito sforzo catechetico per dare ai nostri ragazzi e ai nostri giovani in dimensioni nuove una coscienza evangelica dell’universale fraternità in Gesù, del rispetto assoluto della dignità di ogni uomo redento da Cristo, del rifiuto radicale di ogni forma di violenza, interiore o esteriore, privata o collettiva”. “Vorrei essere un servo dell’Evangelo di pace” disse, perché la Chiesa e i giovani siano “una forza grande, spirituale e storica” per la pace. Scegliamo oggi di essere servi della pace.
Facciamo nostre queste parole a distanza di tanti anni, mortificati per le tante occasioni perdute. Non affrontare i problemi, non cercare la guarigione e accontentarsi che il focolaio di male faccia soffrire solo una parte come se l’infezione possa restare contenuta, ha rappresentato un aiuto alla logica di morte. Non saremo neutrali, perché la parte, l’unica parte da scegliere, quella che in realtà interessa tutti ed è la parte di Dio, è quella della pace. Stiamo dalla parte di chi è colpito, delle vittime, facciamo nostro il dolore delle vittime. «Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male. Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. Rivolgiamo lo sguardo a tanti civili massacrati come “danni collaterali”» ha scritto con tanta profonda umanità Papa Francesco in Fratelli Tutti, documento che è il contrario della pandemia della guerra.
Non accettiamo la logica delle armi! Non c’è mai nessuna giustificazione e chi ricorre alle armi perde comunque ogni sua ragione. Si diventa solo assassini e si calpesta anche la propria stessa dignità. Il mercato delle armi, chi le produce e le fa usare, accentua la logica del più forte, ispira piani di potere, innesca solo un’avventura senza futuro. Chi può controllare i semi di male che sono gettati ovunque e, come si vede, durano incredibilmente per generazioni? Chi fermerà la mani di Caino? Chi poteva fermare la mano di Caino anche in questi lunghi anni di guerra in Ucraina che hanno causato migliaia di morti? Chi ha pianto per loro e con la forza delle lacrime le ha asciugate disperandosi per cercare a tutti i costi la pace, perché senza pace non si vive? Troppo ci siamo abituati a vedere da lontano la guerra.
Noi vogliamo essere custodi del nostro fratello Abele, ed oggi Abele si chiama Ucraina. Sentiamo immensa pietà, commozione, pianto per chi è nel dolore, per chi soffre, per chi è caduto, per le migliaia di profughi, per chi è disperato, per le tante madri che hanno visto la morte strappare i loro figli e come Rachele non vogliono essere consolati, perché a quel punto non importa più nulla della vita. Davvero la storia non insegna niente? Le frontiere per le quali hanno combattuto milioni di persone continuano ad essere muri di pregiudizio, di odio?
Ci accorgiamo con consapevolezza amarissima che la corsa alle armi, la proliferazione delle armi nucleari non solo non si è mai interrotta, ma è cresciuta. Ci accorgiamo che si sono accumulati tanta incomprensione, rancore, pregiudizio. Cercare la pace non era un’ingenuità per illusi ma l’unica via per evitare la guerra: se vuoi la pace non preparare la guerra o accontentarti che non ci sia, ma prepara sempre la pace. Ci accorgiamo di come è stato ed è insensato indebolire i pochissimi arbitri che dopo la seconda guerra mondiale erano preposti a comporre i problemi, innanzitutto le Nazioni Unite, agorà dove sono raccolti tutti i popoli. Vogliamo che sia forte, non debole. Chiediamo, in ginocchio, di sospendere subito questa pandemia. Lo potete. Lo possiamo. Dipende da chi ha in mano il destino e sciaguratamente ha innescato questa tempesta di morte, da chi non ha fatto il possibile e l’impossibile perché questo non avvenisse. Chi può prendere decisioni lo faccia. Accettate la richiesta di dialogare, cessate il fuoco e iniziate nuovi incontri. Dipende anche da tutti noi: disarmare le mani e i cuori, abbattere muri, cercare comunque la pace, liberarci da parole aggressive.
Chiediamo umilmente a tutti i cristiani di chiedere perdono e darlo, di essere uniti a difendere quella pace che ci è stata affidata da Dio. La violenza mai sarà benedetta. La pace è benedetta e chi la sceglie diventa una benedizione. Sentiamo ancora vero oggi quel monito di Giovanni Paolo II ai mafiosi che usavano la violenza, ai quali gridò, con la fermezza dell’uomo di Dio: “Verrà anche per voi il giudizio di Dio”. Che queste parole a chi è cristiano e a tutti i credenti provochino timore e suggeriscano un impegno a smettere. Il beato Fornasini, con tutte le vittime di Marzabotto e tutte le vittime di ogni conflitto, interceda perché finisca subito la guerra. Tutti dobbiamo rispondere almeno alla nostra coscienza. “Chi di spada ferisce, di spada perisce”. Mazzolari diceva: “Se siamo un mondo senza pace, la colpa non è di questi e di quelli, ma di tutti. Se dopo venti secoli di Vangelo siamo un mondo senza pace, i cristiani devono avere la loro parte di colpa. Tutti abbiamo peccato e veniamo ogni giorno peccando contro la pace”.
Ogni guerra è fratricidio, oltraggio a Dio e all’uomo. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà con i loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace.
Quest’anno sono cento anni dalla morte di un altro Vescovo di Bologna, Giacomo Della Chiesa, divenuto Papa Benedetto XV, che si trovò ad affrontare la pandemia della prima guerra mondiale e la condannò come nessun altro aveva fatto prima, definendola un’inutile strage e liberando la Chiesa, madre di tutti, da qualunque complicità con le ragioni della violenza. Lui pregava così e facciamo nostre le sue parole, insieme alla Vergine di Zarvanytsia e alla Vergine di San Luca. “Sgomenti dagli orrori di una guerra che travolge popoli e nazioni, ci rifugiamo, o Gesù, come scampo supremo, nel vostro amatissimo Cuore; da Voi, Dio delle misericordie, imploriamo con gemiti la cessazione dell’immane flagello; da Voi, Re pacifico, affrettiamo con voti la sospirata pace. Dal vostro Cuore divino Voi irradiaste nel mondo la carità perché, tolta ogni discordia, regnasse fra gli uomini soltanto l’amore: mentre eravate su questa terra, Voi aveste palpiti di tenerissima compassione per le umane sventure. Si commuova dunque il Cuor vostro anche in quest’ora, grave per noi di odi così funesti, di così orribili stragi! Pietà vi prenda di tante madri, angosciate per la sorte dei figli, pietà di tante famiglie, orfane del loro capo, pietà della misera Europa, su cui incombe tanta rovina! Inspirate Voi ai reggitori e ai popoli consigli di mitezza, componete i dissidi che lacerano le nazioni, fate che tornino gli uomini a darsi il bacio della pace, Voi, che a prezzo del vostro Sangue li rendeste fratelli. E come un giorno al supplice grido dell’Apostolo Pietro: salvaci, o Signore, perché siamo perduti, rispondeste pietoso, acquetando il mare in procella, così oggi, alle nostre fidenti preghiere, rispondete placato, ritornando al mondo sconvolto la tranquillità e la pace. Voi pure, o Vergine santissima, come in altri tempi di terribili prove, aiutateci, proteggeteci, salvateci. Così sia”. Amen
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Agenda dell'Arcivescovo per la settimana
OGGI
Alle 11 nella parrocchia di Amola Messa e Cresime.
Alle 17.30 in Cattedrale Messa della Prima Domenica di Quaresima e Riti catecumenali.
DOMANI
Alle 18 nella sede della Fondazione Lercaro partecipa alla presentazione del libro «Biffi per sempre» di Paolo Francia.
MERCOLEDÌ 9
Alle 18.30 nel santuario del Corpus Domini (della Santa) Messa in occasione della festa di santa Caterina de’ Vigri.
GIOVEDÌ 10
Alle 10 in Seminario presiede l’incontro dei Vicari pastorali.
DA GIOVEDÌ 10 POMERIGGIO A DOMENICA 13
Visita pastorale alla Zona Corticella.
DOMENICA 13
Alle 16 partecipa al pellegrinaggio per la pace che si tiene al Santuario della Madonna di San Luca.
Fonte: Bologna7 di oggi, p. 7