Io prego con l'invocazione " mio Signore e mio Dio, mio Dio, mio tutto".
Io prego con l'invocazione " mio Signore e mio Dio, mio Dio, mio tutto".
Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla (Salmo 23)
Per rispondere alla domanda: no, il celebrante non è tenuto a dire nulla. Molti di quelli che conosco "dicono" qualcosa in silenzio, le cui formule sono state qui richiamate dagli utenti prima di me.
Noi fedeli "dobbiamo" dire qualcosa? Non dobbiamo dire nulla, possiamo pregare come meglio crediamo. Chi prega con formule già richiamate, chi nel silenzio..
Io personalmente prego con la frase di S. Tommaso "Mio Signore e mio Dio", oppure ogni tanto con il Salmo "il tuo volto Signore io cerco".
Crediamo in un solo Dio, non in un Dio solo!
Io normalmente al momento della Consacrazione non dico nulla. Mi inginocchio (se c’è l’inginocchiatoio), inchino il capo e, per distrarmi un po’ di più da rumori vari o altri pensieri e concentrarmi sulla Transustanziazione, a volte (soprattutto ultimamente) chiudo gli occhi.
Qualche volta ho recitato alcune preghiere, ma raramente.
Ultima modifica di Laudato Si’; 05-02-2021 alle 21:59
«Apostolórum pássio diem sacrávit sæculi,
Petri triúmphum nóbilem, Pauli corónam præferens».
Personalmente, ti invito a inginocchiarti anche senza inginocchiatoio. È Gesù Cristo che si manifesta davanti a noi, possiamo fare un piccolo sacrificio e inginocchiarci sul pavimento. Non credo che sia chissà che sofferenza stare inginocchiati, se non si hanno disabilità particolari, per un minuto e mezzo (se non di meno).
Piccola esperienza personale: io ho una leggera disabilità alla gamba sinistra, per cui devo portare fin dall'infanzia un tutore (nulla di che, ormai ci sono abituato, ma sicuramente mi aiuta a camminare meglio). Ebbene, quando ero piccolo, forse per vergogna, non mi inginocchiavo. Da quando mi sono reso conto (o almeno, ho percepito, per quanto possiamo percepirlo noi povere creature umane) cosa stava succedendo a due passi da me, non posso, per mio bisogno interiore, non inginocchiarmi. È Qualcosa di più grande di me, Qualcuno che per un momento annulla, tollit la mia disabilità, ossia la toglie di mezzo per prenderla su di Sé.
Più volte il mio parroco mi ha detto di non sentirmi obbligato a genuflettere o ad inginocchiarmi, ma a me sembra veramente il minimo per rendere grazie a Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana e farsi carico dei nostri peccati per salvarci.
P.S.: sia chiaro, questo messaggio non vuole in alcun modo criticare il Santo Padre (che ha in tanti modi reso evidente la sua devozione eucaristica) o chi, per motivazioni legate ad età o patologie, non può inginocchiarsi. È semplicemente la mia personale testimonianza.
"Non quod ego volo, sed quod tu" (Mc 14,36)