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Discussione: 30 settembre: san Gerolamo, dottore e Padre della Chiesa

  1. #1
    Umanista
    visitatore

    30 settembre: san Gerolamo, dottore e Padre della Chiesa

    Per una trattazione più esaustiva della figura e dell'opera di s. Gerolamo, si può scaricare il documento allegato a questa discussione (http://www.cattoliciromani.com/forum...1&d=1194038221).


    Quella di san Gerolamo è una delle figure più significative dei primi secoli dopo Cristo, e, insieme con sant’Ambrogio e sant’Agostino, costituisce una delle voci cardinali nell’espressione organica della teologia cristiano-cattolica, in anni in cui il Cristianesimo affrontava l’emergere di molte teorie ereticali (arianesimo, docetismo, gnosticismo, manicheismo, pelagianesimo, ecc.). I suoi scritti spaziano, infatti, dall’esegesi alla polemica antieretica, dall’epistola ‘letteraria’ all’agiografia, dall’epitaffio alla traduzione. Santo, dottore e Padre della Chiesa, s. Gerolamo è figura quasi ‘complementare’ agli altri grandi Padri: se, infatti, non possedette lo spessore teologico di s. Agostino né l’intelligenza politica e l’ascendente sulle masse di s. Ambrogio, poteva vantare dal canto suo una cultura e un’operosità senza eguali (possedeva sicura conoscenza del latino, del greco e dell’ebraico), che spinsero papa san Damaso (366-384) a commissionargli la revisione della versione latina delle Sacre Scritture.

    Anacoreta, polemista di carattere difficile e di lingua pungente e feroce critico della ‘mondanizzazione’ che cominciava a diffondersi in alcuni ambienti della Chiesa, fu il simbolo del travaso della civiltà classica greco-romana, ormai al tramonto, nella nuova civiltà cristiana; teorico della vita monastica e del sereno contemperamento della cultura classica pagana col Cristianesimo (posizione cui giunse non senza un doloroso travaglio spirituale), può perciò a buon diritto considerarsi uno degli archegeti della civiltà medievale. Per i suoi meriti in campo filologico-letterario e per la sua sterminata erudizione, è patrono degli archeologi, dei bibliotecari e degli studiosi in genere.
    File Allegati File Allegati
    Ultima modifica di Umanista; 02-11-2007 alle 22:17

  2. #2
    Umanista
    visitatore
    In arte s. Gerolamo fu sempre rappresentato come un dotto immerso nei suoi studi (suoi simboli sono il cappello da cardinale e il leone). Ma in età barocca l'immagine tipica di s. Gerolamo è quella di un vecchio consumato dal digiuno, dall'ascesi e dalle tentazione, in compagnia solo del Crocifisso e della Bibbia (mentre la presenza del teschio, che simboleggia la morte che incombe, è un cliché dell'arte barocca in genere). Qui di seguito riporteremo alcune celebri immagini che ritraggono il Santo.




    (S. Gerolamo nel suo studio, del Ghirlandaio)












  3. #3
    Matte89
    visitatore
    Complimenti vivissimi al caro Umanista per l'ottimo lavoro svolto. Al nostro giovane amico si prospetta un radioso futuro .
    Sarebbe molto bello che un tale lavoro di approfondimento fosse realizzato anche per altre importanti figure della Chiesa dei primi secoli, anche se meno conosciute...
    Ultima modifica di Umanista; 26-05-2008 alle 11:00

  4. #4
    Umanista
    visitatore

    La figura di san Gerolamo al centro delle udienze generali di papa Benedetto XVI

    Al centro delle udienze generali di papa Benedetto XVI del 7 e del 14 novembre è stata la figura di san Gerolamo. Dal sito di Radio Vaticana sono tratti i due servizi che commentano le splendide parole del pontefice:

    1) Udienza del 7 novembre: http://62.77.60.84/audio/ra/00092135.RM
    2) Udienza del 14 novembre: http://62.77.60.84/audio/ra/00092719.RM

    Vi ricordo che per una trattazione piú esauriente su s. Gerolamo si può consultare questo documento: http://www.cattoliciromani.com/forum...1&d=1194038221

  5. #5
    Umanista
    visitatore

    Udienza del 7 novembre

    Benedetto XVI all'udienza generale dedicata a San Girolamo: la Bibbia va letta personalmente e in comunione con la Chiesa per non cadere nell'individualismo. Stretta di mano tra il Papa e l'arcivescovo ortodosso russo, Innokentiy.


    La Bibbia ha parole che trascendono i tempi: si rivolge al cuore di ogni singola persona, ma allo stesso tempo fa nascere la comunità cristiana, la Chiesa, al cui interno le parole sacre possono essere comprese nella loro più profonda verità. E’ l’insegnamento centrale della catechesi di Benedetto XVI all’udienza generale di stamattina in Piazza San Pietro. Davanti ai circa 40 mila fedeli in Piazza San Pietro, il Papa ha presentato la figura di un celebre biblista del V secolo, San Girolamo, autore della “Vulgata”, la traduzione ufficiale dell’Antico Testamento adottata dalla Chiesa latina.

    Trascrizione del servizio

    San Girolamo sta alla Bibbia come un famoso concertista allo spartito di un classico della musica. Studio approfondito, preparazione, sensibilità e dedizione ai testi sacri lo resero uno dei maggiori esegeti e scrittori dell’antichità cristiana. Benedetto XVI lo ha presentato all’inizio della catechesi come un “Padre della Chiesa che ha posto al centro della sua vita la Bibbia: l’ha tradotta, l’ha commentata nelle sue opere, e soprattutto - ha sottolineato - si è impegnato a viverla concretamente nella sua lunga esistenza terrena”, permettendo tra l’altro all’ormai vasta produzione di scritti della Chiesa di essere colti nella loro importanza sia spirituale che culturale:


    "Confutò con energia e vivacità gli eretici che contestavano la tradizione e la fede della Chiesa. Dimostrò anche l'importanza e la validità della letteratura cristiana, divenuta una vera cultura ormai degna di essere messa a confronto con quella classica".


    Il Papa ha ripercorso le fasi salienti della vita di San Girolamo. Uomo dal carattere “focoso”, fu eremita e segretario di un Papa, Damaso, poliglotta e cultore dei capolavori del pensiero antico, monaco nell’animo e difensore della fede contro gli eretici. Ma furono i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento l’oggetto centrale della passione, della fede e del lavoro di un uomo che ebbe la sorte di finire i suoi giorni accanto al luogo dove il cristianesimo iniziò, Betlemme. Se la traduzione latina dei testi biblici - più conosciuta come “Vulgata” - è il suo inestimabile lascito alla Chiesa di ogni tempo, il suo lasciarsi interpellare in profondità dalla Bibbia - come San Girolamo fece nei suoi primi anni, nella solitudine ricercata del deserto di Calcide - resta, ha affermato Benedetto XVI, un esempio antico di un atteggiamento sempre attuale per ogni cristiano:


    “'Ignorare le Scritture è ignorare Cristo'. Perciò è importante che ogni cristiano viva in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura. Questo nostro dialogo con essa deve sempre avere due dimensioni: da una parte, dev'essere un dialogo realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi tramite la Sacra Scrittura e ha un messaggio per ciascuno. Dobbiamo leggere la Sacra Scrittura non come parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi e cercare di capire che cosa il Signore voglia dire a noi".


    Ma “per non cadere nell’individualismo”, cioè in una comprensione personalistica della Bibbia, bisogna sempre tener presente - ha detto il Papa - anche l’altra valenza della Sacra Scrittura, quella di “dono” dato da Dio “per costruire la comunità della Chiesa”:


    "Dobbiamo leggerla in comunione con la Chiesa viva. Il luogo privilegiato della lettura e dell'ascolto della Parola di Dio è la liturgia, nella quale, celebrando la Parola e rendendo presente nel Sacramento il Corpo di Cristo, attualizziamo la Parola nella nostra vita e la rendiamo presente tra noi. Non dobbiamo mai dimenticare che la Parola di Dio trascende i tempi. Le opinioni umane vengono e vanno. Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta in sé l'eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l'eterno, la vita eterna".

    Significativo momento ecumenico, al termine dell'udienza generale, quando Benedetto XVI ha salutato l'arcivescovo Innokentiy del Patriarcato ortodosso di Mosca. Dopo la stretta di mano e qualche istante di conversazione, l'arcivescovo Innokentiy si è congedato dal Papa donandogli un libretto sulla cui copertina è raffigurato il Patriarca ortodosso di Mosca, Alessio II. In precedenza, al momento dei saluti pubblici, Benedetto XVI aveva esortato, tra gli altri, i pellegrini della diocesi di Terni-Narni-Amelia, guidati vescovo Vincenzo Paglia, a guardare con forza all’Eucaristia, perché “vi introduca ha detto loro il Papa - ad un rinnovato ascolto della Parola di Dio e vi orienti ad intraprendere con maggiore audacia la via della carità vissuta”. E un pensiero del Pontefice era andato anche ai partecipanti al Corso di formazione permanente per missionari promosso dalla Pontificia Università Salesiana e ai seminaristi della città lombarda di Lodi.

  6. #6
    Umanista
    visitatore

    Udienza del 14 novembre

    Il Papa all'udienza generale: una educazione integrale della persona, culturale, morale e religiosa, esclude la violenza. La catechesi dedicata a San Girolamo. Il saluto ai familiari delle vittime di Nassirya e la preghiera davanti alle reliquie di Santa Teresa di Lisieux.

    Una sana e integrale educazione culturale, morale e religiosa è condizione di ogni progresso che escluda la violenza. È quanto ha detto stamani Benedetto XVI in Piazza San Pietro durante l’udienza generale, anche oggi dedicata a San Girolamo. Il Papa ha poi salutato i familiari delle vittime di Nassirya presenti alla catechesi nel quarto anniversario della morte dei loro cari. Circa 25 mila i fedeli giunti in Piazza San Pietro nonostante la giornata piovosa. Il servizio di Sergio Centofanti.

    Fonte: http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=165824 e http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=167293

  7. #7

  8. #8
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    Meravigliosa figura di Santo e di Credente!!!
    Mulier ecce filius tuus

  9. #9

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