
Originariamente Scritto da
Laudato Si’
Appunto! Almeno (almeno!) nelle solennità, è doveroso (secondo me) eseguire un canto che s’ispiri alla solennità celebrata e non un generico canto eucaristico; e questo proprio perché la solennità in un anno la celebri una volta, mentre il canto eucaristico lo puoi eseguire ogni giorno. Quindi, siccome, ad esempio, il brano
Astro del ciel si può eseguire solo per quindici giorni l’anno (circa), mentre
Pane di vita nuova praticamente sempre, in quei quindici giorni eseguirei il primo.
Se noi alla Comunione cantassimo sempre un brano legato all’Eucaristia e all’offertorio sempre un canto tipicamente offertoriale, rimarrebbe soltanto il canto d’ingresso a rispecchiare la festa (considerando che per noi il canto finale è mariano, quasi sempre, in ogni momento dell’anno): quindi, su quattro brani cantati, uno solo sarebbe legato ad essa. Abbiate pazienza ma non trovo senso alcuno in tutto ciò.
Già eseguire a Natale, alla Comunione, la strofa di
Pane di vita nuova citata da SantoSubito, per esempio, non mi sembra così male; personalmente, però, non ho mai visto iniziare i canti liturgici da strofe diverse dalla prima.
E comunque, recandomi alla Messa di Natale, io m’aspetto di cantare, alla Comunione, il brano
Noël (non per altro, ma perché è quello che, in quel momento, viene eseguito più spesso da me

) o, comunque, d’eseguire un brano tipicamente natalizio (
Astro del ciel, ad esempio; canto che, fra l’altro, trova posto pure nelle Messe papali del Tempo natalizio, proprio alla Comunione). È quasi una tradizione, non c’è niente da fare

. Sarà anche il sublime momento della Comunione, ma, prima, è Natale; e il Natale io m’aspetto che s’onori! Senza quei canti andrebbe a carte quarantotto tutta l’atmosfera unica di quella celebrazione.