Un articolo di un paio d'anni fa, ma comunque interessante, riguardante la scarsa attendibilità dei sondaggi in merito a questo delicato argomento.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/118062
Un articolo di un paio d'anni fa, ma comunque interessante, riguardante la scarsa attendibilità dei sondaggi in merito a questo delicato argomento.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/118062
Come cattolico ti do ragione e accolgo volentieri la tua proposta.
Come persona di cultura (almeno nella buona volontà) e osservatore della realtà non posso che osservare che se non cambiano delle cose non si può che continuare nella direzione: negativa.
Sento, come tutti voi, i preti che in predica si lamentano che la gente non viene a Messa: ogni tanto mi verrebbe da chedere loro "Perché?".
Le cause della crisi attuale sono sia esogene che endogene, ma mi pare che si faccia poco e niente, anzi non sia quasi percepita la necessità, di agire dall'interno.
Passano gli anni e generazioni di bambini fanno catechismo: si riscontra parallelamente un abbandono della Messa subito alla fine del Catechismo e un'ingnoranza impressionante delle cose di fede.
Voi vedete qualcuno che si lamenta di questo? Guai dire qualcosa delle catechiste/i, sono brava gente che fa veramente tutto il possibile perché i bimbi imparano: raccolte di denaro per il terzo mondo, cartelloni, insegnano loro a cantare, gli dicono di volersi bene, cosa vuoi fare più di così?
Ora arriverà la solita obiezione "Ma da me...", sarebbe bello crederci se non contasse la maggioranza delle situazioni.
Non parliamo che tra i sacerdoti, purtroppo, siamo realistici, fanno notizia solo i pedofili e quelli che violano in tutti i modi il diritto canonico, altri no, almeno, io per televisione non ne vedo. La figura del parroco è inoltre in crisi assoluta sia per la scarsità di preti sia per il fatto che quei pochi si vestono in tutti i modi per essere il più irriconoscibili possibile, quindi...
A livello liturgico, stendiamo un velo pietoso.
Quindi prima di criticare: la televisione, i bambini, gli imprenditori, i tempi, e magari, chicca finale, il Papa, cominciamo a fare un po' di autocritica, che non fa mai male.
Quodcumque potest manus tua facere instanter operare.
Dico la mia: se si può parlare di calo nella frequentazione della Messa domenicale, secondo me bisogna risalire agli anni del post-Concilio, che, purtroppo per noi e per il mondo intero, coincisero con gli anni della contestazione. In questo modo i fermenti negativi che cercavano di far percepire il Concilio come una rottura rispetto al passato hanno finito inevitabilmente per illudere i giovani dell'epoca (i giovani sono infatti la generazione critica, che fa ancora le cose perché gli si dice di farle, ma attende qualcuno che le faccia capire il perché) di poter trovare una "nuova Messa", che si discostasse dalla "noiosità" del rito e si avvicinasse di più alla loro sensibilità (teniamo conto che era il '68). Tuttavia, così come tutte le illusioni sono destinate a svanire, quando capirono che la Messa richiedeva lo sforzo di conformarsi a Cristo, e non viceversa, abbandonarono la frequentazione; e, a quel punto, era passata l'età in cui si poteva aprire facilmente la mente al sacro, quindi il rifiuto diveniva pressoché definitivo.
Di questo abbiamo le prove, e sono sotto gli occhi di tutti; la generazione che più delle altre diserta la Messa domenicale sono gli "adulti" (dai 30 in su, fino ai 70-80, dove la frequentazione, se notate, è calata molto meno), proprio quelli che nel post-Concilio erano i "giovani". E, purtroppo, questi sono oggi i genitori dei nuovi giovani, e se daranno loro l'educazione che hanno ricevuto possiamo facilmente immaginare quale effetto a catena si genererà.
Purtroppo, come ha notato il papa un paio di anni fa, la corrente di persone che intendono il Concilio, specialmente nella sua parte più visibile alle masse, ovvero la liturgia, come una rottura rispetto al passato vecchio e inadeguato è ancora troppo grande, e radicata perfino tra i vescovi (come abbiamo tutti avuto modo di valutare nella sostanza e nella veemenza delle critiche al famoso motu proprio SP); e, a mio parere, se continuerà così, la situazione non potrà che peggiorare.
Sarà che io sono particolarmente fortunato, ma la Messa delle 19:30 della domenica alla quale partecipo vede la presenza di oltre 300 persone! La Chiesa (che tra l'altro non è neanche parrocchia ma una rettoria utilizzata per la Pastorale Universitaria) è sempre pienissima e, dovessi fare una statistica relativa all'età, i giovani tra i 17 e i 35 anni costituiscono la stragrande maggioranza dei presenti!!!
Che poi ci sia una tendenziale diminuzione dei fedeli che partecipano alla S. Messa, questo è un dato di fatto. Specialmente perché aumentano quei "cattolici" che si professano "non praticanti" o "non frequentanti una chiesa"!!!! Che contraddizione in termini!!!!!
Alla domenica e festivi SEMPRE....fra settimana, se non sono in servizio di pattuglia, tutti i giorni alle 18.
Nella mia parrocchia (ma in quelle vicine è lo stesso) siamo intornio all' 1,5 %
Andate in tutto il mondo ad annunziare il Vangelo.
Bisogna distinguere fra una frequentazione assidua (almeno una volta a settimana salvo gravi impedimenti) e una più sporadica (1/2 volte al mese o anche meno).
Nel primo caso un dato del 30% per l'Italia mi sembra un po' troppo alto, anche se non di molto. Forse un 20/25% è più realistico.
In Europa (spero che il concetto di Europa occidentale espresso in precedenza sia definitivamente crollato insieme al muro) il dato più alto è quello della Polonia, di poco sotto al 50% per i frequentatori assidui. Allo stesso livello c'è anche Malta, di cui però va considerata l'esigua popolazione.
Subito dopo, anche se con un certo distacco, si collocano Italia e Croazia e un po' più indietro il Portogallo.
Sicuramente più indietro troviamo l'Irlanda dove i dati hanno registrato un calo molto sostenuto negli ultimi decenni (correlato al boom economico) e molto più indietro la Spagna, dove il secolarismo e l'anticlericalismo hanno radici molto più profonde e lontane nel tempo che in Italia. Basti pensare che in una recente indagine piuttosto affidabile in questo paese il 59% degli intervistati si è dichiarato non religioso o, se nominalmente religioso, affatto praticante.
Naturalmente questi dati devono essere presi col beneficio d'inventario e, ahimé, normalmente corretti più al ribasso che non al rialzo, ma comparando varie fonti ci si può fare un'idea.
Partecipando - essendovi per lavoro in loco - ad una Santa Messa nella provincia di Cesena ho sentito il sacerdote affermare che qualcuno dei giovani che andava al catechismo faceva addirittura l'opzione tra il catechismo e la Santa Messa: o vanno a una o all'altra. Affermava che non voleva essere costretto a chiedere come presupposto per il conferimento dei sacramenti la partecipazione alla Santa Messa, ma se continuava così l'avrebbe dovuto fare ....
Siete OTTIMISTI a parlare di 20/25%. Opterei per il 10, massimo 15%.
Per la prima volta da anni ho partecipato nella chiesa del mio paese alla Santa Messa di Mezzanotte di Natale (di solito vado altrove per motivi di lavoro) è ho notato molti banchi se non vuoti ma almeno con uno o due persone. Una volta la chiesa era piena e si seguiva (da parte dei ritardatari) la Santa Messa dalla porta della chiesa. e pensare che allora venivano effettuate due Sante Messe una per paese (la mia parrocchia è formata da due paesi) e ora una sola per i due.
Ultima modifica di folgore; 02-12-2009 alle 08:57
Folgore, considera che ci sono differenze anche notevoli fra Nord, Centro e Sud del paese e fra aree urbane e "rurali".
I dati che ho riportato non escludono, anzi tengono conto, che in alcune zone, anche demograficamente importanti, la percentuale può senz'altro attestarsi intorno all'1/2%.