Celebrare sui massi, sui tronchi, nei rifugi si ascrive a quella spiritualità "da campeggio" in voga da svariati decenni.
E' capitato anche a me, da adolescente, di andare in montagna col prete e di assistere alla Messa su una pietraia.
Devo dire che ne io ne gli altri ragazzi, allora, ci siamo mai posti il problema se la cosa fosse decorosa o meno. Chi mai ci aveva insegnato nulla sulla "sacralità", il rispetto delle rubriche, il decoro liturgico?
Così quelle messe a due mila metri con vista sulla valle assumevano addirittura una loro "poeticità" e si partecipava ad esse forse con più "pathos" che nelle ordinarie domeniche in parrocchia.
Altra cosa era la responsabilità dei "curati" che se ne infischiavano altamente di educarci al senso del bello liturgico.
La cosa veramente drammatica, cari amici forumisti è che a parte noi, gli utlimi romantici, nessuno si fa più caso di nulla.
Tutto va bene, tutto è lecito; più creatività ci mettiamo, più minimalismo di forme adottiamo, più ci avviciniamo a Dio e alla santa povertà.....
Per inciso: ma quando i vari gruppetti sono sulle vette,perché non si infilano in una delle tantissime cappellette votive, sacrari della prima guerra mondiale etc. lasciati spesso solo alla mercé di raduni etilici di attempati aplini?