Non conoscendo il caso vado per pure congetture, ma immagino che - oltre agli impegni in altre parrocchie - si sia trattato soprattutto di ottima e opportuna sensibilità pastorale ed umana (che purtroppo - va detto - non tutti i sacerdoti riescono ad avere).
Essere stato parroco per 50 anni in uno stesso paese vuol dire essere l'istituzione e il punto di riferimento per eccellenza di tutti: arrivare e metterlo da parte perchè c'è una nomina che dice che "adesso il parroco sono io" avrebbe causato sofferenze al sacerdote - costretto a barcamenarsi tra l'obbedienza al suo parroco e i bisogni della sua gente che avrebbe comunque continuato a rivolgersi a lui - e con ogni probabilità il rigetto dei fedeli di quella parrocchia.