Appunto!
Non sono pienamente d'accordo. Qui ti contraddici un pochino.
Il Natale (Natività del Signore, più esattamente), è solo un riflesso, una conseguenza di quello che accade il 25 marzo, giorno appunto del concepimento di Gesù: E' in questo giorno che, come esprimono bene le letture (specie San Leone Magno, vedi Ufficio delle letture), "Verbum caro factum est", il Verbo si è fatto carne. Il Natale è la venuta al mondo del Redentore in senso fisico, la sua nascita,che i cristiani fecero coincidere con la festa pagana della "Natività del Sole": Cristo è il nuovo Sole che sorge nel mondo.
E' il 25 marzo, però, che si celebra l'Incarnazione del Verbo.
Che differenza c'è, poi, tra concepimento e Incarnazione?
Forse si parla di concepimento in senso puramente "umano", e cioè si intende quello che avviene normalmente in tutti gli esseri umani; ma nel caso del concepimento del Figlio di Dio, penso che sia più esatto teologicamente parlare di Incarnazione, "assumere la carne"...perchè, in senso fisico, il Figlio di Dio non è stato concepito allo stesso modo di tutti gli altri esseri umani...ma per opera dello Spirito Santo, come recitiamo nel Credo, che anche tu hai menzionato sopra ("e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo").
Maria, d'altra parte,in quanto umana, è stata "concepita"; difatti si parla di Immacolata Concezione, l'avvenimento in cui Maria fu concepita dai suoi genitori intatta da ogni peccato originale...
Riservare la celebrazione dell'Incarnazione al solo giorno di Natale, oltre ad essere riduttivo, priva completamente la solennità del 25 marzo di ogni significato , e la riduce al semplice ricordo dell' "annuncio dell'angelo".