Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.
Pagina 1 di 16 12311 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 156

Discussione: Servo di Dio Luigi Giussani, Sacerdote (15 ottobre 1922-22 febbraio 2005)

  1. #1
    Gilbert
    visitatore

    Servo di Dio Luigi Giussani, Sacerdote (15 ottobre 1922-22 febbraio 2005)





    http://www.clonline.org/storiatext/ita/fondator.htm

    Biografia di Luigi Giussani

    Luigi Giussani nasce nel 1922 a Desio, un paese nei dintorni di Milano. Da sua madre, Angela, riceve la prima quotidiana introduzione alla fede. Da suo padre Beniamino, appartenente a una famiglia dotata di mano artistica, intagliatore in legno e restauratore, riceve l’invito costante a chiedersi il perché, la ragione delle cose. Don Giussani ha ricordato spesso alcuni episodi della sua vita in famiglia, segni di un clima di grande rispetto per la persona e di attiva educazione a tenere deste le dimensioni vere del cuore e della ragione. Ad esempio, l’episodio che vede lui ancora bambino e sua madre camminare nella penombra dell’alba per recarsi alla messa mattutina. E l’improvvisa sommessa esclamazione di sua madre alla vista dell’ultima stella che brillava nella luminosità crescente del cielo: «Com’è bello il mondo e com’è grande Dio!». O come l’amore di suo padre, un socialista anarchico, per la musica. Passione che non solo porta quell’uomo a stemperare momenti di difficoltà in famiglia cantando arie celebri, ma a preferire, rispetto ai pochi conforti di una situazione economica modesta, l’usanza, la domenica pomeriggio, di invitare in casa qualche musicista per ascoltare brani dal vivo.

    Giovanissimo, Luigi Giussani entra nel seminario diocesano di Milano, proseguendo gli studi e infine completandoli presso la Facoltà teologica di Venegono sotto la guida di maestri come Gaetano Corti, Giovanni Colombo, Carlo Colombo e Carlo Figini.

    Oltre che per la formazione culturale e per i rapporti di stima e di viva umanità che intercorrono con alcuni dei suoi maestri, Venegono sarà per Giussani un ambiente importantissimo per l’esperienza di compagnia vissuta con alcuni “colleghi”, come Enrico Manfredini - futuro Arcivescovo di Bologna -, nella comune scoperta del valore della vocazione, valore che si attua nel mondo e per il mondo.

    Sono anni di studio intenso e di grandi scoperte. Come la lettura di Leopardi con la quale, racconta don Giussani, soleva talvolta accompagnare la meditazione dopo l’Eucaristia. Si rafforza in quegli anni, infatti, la convinzione che il vertice di ogni genio umano (comunque espresso) è profezia, anche inconsapevole, dell’avvenimento di Cristo. Così gli accade di leggere l’Inno Alla sua donna di Leopardi come una sorta di introduzione al prologo del Vangelo di san Giovanni, e di riconoscere in Beethoven e in Donizetti espressioni vivissime dell’eterno senso religioso dell’uomo.

    Da allora, il richiamo al fatto che il vero si riconosce dalla bellezza in cui si manifesta farà sempre parte del metodo educativo del movimento. Nella storia di CL si può parlare di un privilegio accordato all’estetica, intesa nel senso più profondo, tomista del termine, rispetto all’insistenza sul richiamo di ordine etico. Fin da quegli anni di seminario e di studio, don Giussani impara che senso estetico ed etico provengono insieme da una corretta e appassionata chiarezza circa l’ontologia, e che un vivo gusto estetico ne è il primo segno, come mostrano la più sana tradizione cattolica e quella ortodossa.
    L’osservanza della disciplina e dell’ordine nella vita in seminario si coniugherà con la forza di un temperamento che nel colloquio con i superiori e nelle iniziative con i compagni si distingue per vivacità e acume. Ad esempio, Giussani promuove insieme ad alcuni compagni una sorta di foglio interno, intitolato Studium Christi, con l’intento di farne una specie di organo di un gruppo di studio dedicato a scoprire la centralità di Cristo nella comprensione di ogni disciplina.

    Ordinato sacerdote, don Giussani si dedica all’insegnamento presso lo stesso seminario di Venegono. In quegli anni si specializza nello studio della teologia orientale (specie sugli slavofili), della teologia protestante americana e nell’approfondimento della motivazione razionale dell’adesione alla fede e alla Chiesa.

    A metà degli anni Cinquanta lascia l’insegnamento in seminario per quello nelle scuole medie superiori. Per dieci anni, dal 1954 al 1964, insegna al Liceo classico «Berchet» di Milano. Inizia a svolgere in quegli anni una attività di studio e di pubblicistica volta a porre all’interno e all’esterno della Chiesa l’attenzione sul problema educativo. Redigerà, tra l’altro, la voce «Educazione» per l’Enciclopedia cattolica.

    Sono gli anni della nascita e della diffusione di GS (Gioventù Studentesca).
    Dal 1964 al 1990 terrà la cattedra di Introduzione alla Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. In più di un’occasione viene inviato dai superiori negli Stati Uniti per periodi di studio. In particolare, nel ’66 trascorre alcuni mesi oltreoceano per approfondire gli studi sulla teologia protestante americana, a cui fa seguito, in edizione accademica, una delle rare pubblicazioni sull’argomento dal titolo Grandi linee della teologia protestante americana. Profilo storico dalle origini agli anni 50.
    Guida il movimento di Comunione e Liberazione presiedendone il Consiglio generale.

    Presiede inoltre la Diaconia Centrale della Fraternità di Comunione e Liberazione, associazione riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici nel 1982.

    Inoltre anima e guida l’esperienza dei Memores Domini, un’associazione laicale anch’essa riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici (1988), che riunisce persone di CL che hanno compiuto una scelta di consacrazione a Dio nella verginità.

    È consultore della Congregazione per il Clero e del Pontificio Consiglio per i Laici.
    È stato creato Monsignore da Giovanni Paolo II nel 1983 con il titolo di Prelato d’onore di Sua Santità.

    Dal 1993 dirige la fortunata collana «i libri dello spirito cristiano» per una delle più importanti case editrici italiane, la Rizzoli RCS.

    Dal 1997 dirige la collana discografica «Spirto gentil» realizzata d’intesa con Deutsche Grammophon, che gode di un notevole successo documentato dai dati di vendita e da numerose recensioni su riviste specializzate.

    Nel 1995 gli è stato assegnato il Premio Internazionale Cultura Cattolica.
    È autore di numerosi saggi che sono stati tradotti in diverse lingue: inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, polacco, portoghese, slovacco, sloveno, ungherese, greco e albanese. Su di essi si sono formati ormai centinaia di migliaia di giovani e adulti.

    Nel 2001, in occasione della decima edizione della «Corona Turrita», il riconoscimento voluto dalla città di Desio per i suoi cittadini illustri, viene assegnato il premio a don Luigi Giussani.

    L’11 febbraio 2002, in occasione del ventesimo anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione, Giovanni Paolo II scrive a don Giussani una lunga lettera autografa.

    Lo stesso anno, il presidente della Provincia di Milano, on. Ombretta Colli, alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi, assegna a don Giussani il premio Isimbardi Medaglia d’oro di Riconoscenza, mentre il Comune dei Giovani di Bassano del Grappa conferisce a don Giussani la cittadinanza onoraria.

    Nel 2003 don Giussani riceve il Premio Macchi, tributato dall’Associazione Genitori Scuole Cattoliche a chi si distingue nel campo dell’educazione.

    Nel 2004, in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita di Comunione e Liberazione, Giovanni Paolo II scrive una lunga lettera a don Giussani, datata 22 febbraio 2004.

    Il 16 marzo dello stesso anno, durante la quinta edizione della festa dello Statuto della Regione Lombardia, don Luigi Giussani è premiato con uno dei sedici Sigilli Longobardi assegnati ai cittadini che si sono distinti per particolari meriti sociali.

    Muore il 22 febbraio 2005 nella sua abitazione di Milano.
    Ultima modifica di DenkaSaeba25; 04-03-2014 alle 09:49

  2. #2
    Gilbert
    visitatore
    CELEBRAZIONE DELLE ESEQUIE DI MONS. LUIGI GIUSSANI

    OMELIA DEL CARD. JOSEPH RATZINGER


    Duomo di Milano
    Giovedì, 24 febbraio 2005



    Cari Fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio,

    "I discepoli gioirono nel vedere Gesù". Queste parole del Vangelo ora letto ci indicano il centro della personalità e della vita del nostro caro don Giussani.

    Don Giussani era cresciuto in una casa - come disse lui stesso - povera di pane, ma ricca di musica; e così, sin dall'inizio era toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza; non si accontentava di una bellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita; così ha trovato Cristo, in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia.

    Già da ragazzo ha creato con altri giovani una comunità che si chiamava Studium Christi. Il loro programma era: parlare di nient'altro se non di Cristo, perché tutto il resto appariva come perdita di tempo. Naturalmente ha saputo poi superare l'unilateralità, ma la sostanza gli è sempre rimasta. Solo Cristo dà senso a tutto nella nostra vita; sempre, don Giussani, ha tenuto fisso lo sguardo della sua vita e del suo cuore verso Cristo. Ha capito in questo modo che il Cristianesimo non è un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma che il Cristianesimo è un incontro; una storia d'amore; è un avvenimento.

    Questo innamoramento in Cristo, questa storia di amore che è tutta la sua vita era tuttavia lontana da ogni entusiasmo leggero, da ogni romanticismo vago. Vedendo Cristo, realmente, ha saputo che incontrare Cristo vuol dire seguire Cristo. Questo incontro è una strada, un cammino; un cammino che attraversa - come abbiamo sentito nel Salmo - anche la "valle oscura". Nel Vangelo, abbiamo sentito proprio l'ultimo buio della sofferenza di Cristo, della apparente assenza di Dio, dell'eclisse del Sole del mondo. Sapeva che seguire è attraversare una "valle oscura"; andare sulla via della croce, e tuttavia vivere nella vera gioia.

    Perché è così? Il Signore stesso ha tradotto questo mistero della croce, che in realtà è il mistero dell'amore, con una formula nella quale si esprime tutta la realtà della nostra vita. Il Signore dice: "Chi cerca la sua vita la perderà e chi perde la propria vita la troverà".

    Don Giussani realmente voleva non avere per sé la vita, ma ha dato la vita, e proprio così ha trovato la vita non solo per sé, ma per tanti altri. Ha realizzato quanto abbiamo sentito nel Vangelo: non voleva essere un padrone, voleva servire, era un fedele "servitore del Vangelo", ha distribuito tutta la ricchezza del suo cuore, ha distribuito la ricchezza divina del Vangelo, della quale era penetrato e, servendo così, dando la vita, questa sua vita ha portato un frutto ricco - come vediamo in questo momento - è divenuto realmente padre di molti e, avendo guidato le persone non a sé, ma a Cristo, proprio ha guadagnato i cuori, ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le porte del mondo per il cielo.

    Questa centralità di Cristo nella sua vita gli ha dato anche il dono del discernimento, di decifrare in modo giusto i segni dei tempi in un tempo difficile, pieno di tentazioni e di errori, come sappiamo.

    Pensiamo agli anni '68 e seguenti: un primo gruppo dei suoi era andato in Brasile e qui si trovò a confronto con la povertà estrema, con la miseria. Che cosa fare? Come rispondere? E la tentazione fu grande di dire: adesso dobbiamo, per il momento, prescindere da Cristo, prescindere da Dio, perché ci sono urgenze più pressanti; dobbiamo prima cominciare a cambiare le strutture, le cose esterne, dobbiamo prima migliorare la terra, poi possiamo ritrovare anche il cielo. Era la tentazione grande di quel momento di trasformare il cristianesimo in un moralismo, il moralismo in una politica, di sostituire il credere con il fare. Perché, che cosa comporta il credere? Si può dire: in questo momento dobbiamo fare qualcosa. E tuttavia, di questo passo, sostituendo la fede col moralismo, il credere con il fare, si cade nei particolarismi, si perdono soprattutto i criteri e gli orientamenti, e alla fine non si costruisce, ma si divide.

    Monsignor Giussani, con la sua fede imperterrita e immancabile, ha saputo, che, anche in questa situazione, Cristo e l'incontro con Lui rimane centrale, perché chi non dà Dio, dà troppo poco e chi non dà Dio, chi non fa trovare Dio nel volto di Cristo, non costruisce, ma distrugge, perché fa perdere l'azione umana in dogmatismi ideologici e falsi. Don Giussani ha conservato la centralità di Cristo e proprio così ha aiutato con le opere sociali, con il servizio necessario l'umanità in questo mondo difficile, dove la responsabilità dei cristiani per i poveri nel mondo è grandissima e urgente.

    Chi crede deve attraversare anche la "valle oscura", le valli oscure del discernimento, e così anche delle avversità, delle opposizioni, delle contrarietà ideologiche che arrivavano fino alle minacce di eliminare i suoi fisicamente per liberarsi da questa altra voce che non si accontenta del fare, ma porta un messaggio più grande, così anche una luce più grande.

    Monsignor Giussani, nella forza della fede, ha attraversato, imperterrito queste valli oscure e naturalmente, con la novità che portava con sé aveva anche difficoltà di collocazione all'interno della Chiesa. Sempre se lo Spirito Santo, secondo i bisogni dei tempi, crea il nuovo, che in realtà è il ritorno alle origini, è difficile orientarsi e trovare l'insieme pacifico della grande comunione della Chiesa universale. L'amore di don Giussani per Cristo era anche amore per la Chiesa, e così sempre è rimasto fedele servitore, fedele al Santo Padre, fedele ai suoi Vescovi.

    Con le sue fondazioni ha anche interpretato di nuovo il mistero della Chiesa.

    Comunione e Liberazione ci fa subito pensare a questa scoperta propria dell'epoca moderna, la libertà, e ci fa pensare anche alla parola di sant'Ambrogio "Ubi fides est libertas". Il Cardinale Biffi ha attirato la nostra attenzione sulla quasi coincidenza di questa parola di sant'Ambrogio con la fondazione di Comunione e Liberazione. Mettendo in rilievo così la libertà come dono proprio della fede, ci ha anche detto che la libertà, per essere una vera libertà umana, una libertà nella verità, ha bisogno della comunione. Una libertà isolata, una libertà solo per l'Io, sarebbe una menzogna e dovrebbe distruggere la comunione umana. La libertà per essere vera, e quindi per essere anche efficiente, ha bisogno della comunione, e non di qualunque comunione, ma ultimamente della comunione con la verità stessa, con l'amore stesso, con Cristo, col Dio trinitario. Così si costruisce comunità che crea libertà e dona gioia.

    L'altra fondazione, i Memores Domini, ci fa pensare di nuovo al secondo Vangelo di oggi: la memoria che il Signore ci ha dato nella Santa Eucaristia, memoria che non è solo ricordo del passato, ma memoria che crea presente, memoria nella quale Egli stesso si dà nelle nostre mani e nei nostri cuori, e così ci fa vivere.

    Attraversare valli oscure. Nella ultima tappa della sua vita don Giussani ha dovuto attraversare la valle oscura della malattia, dell'infermità, del dolore, della sofferenza, ma anche qui, il suo sguardo era fisso su Gesù, e così rimase vero in tutta la sofferenza, vedendo Gesù, poteva gioire, era presente la gioia del Risorto, che anche nella passione è il Risorto e ci dà la vera luce e la gioia e sapeva che - come dice il Salmo - anche attraversando questa valle, "non temo alcun male perché so che Tu sei con me e abiterò nella casa del Padre". Questa era la sua grande forza: sapere che "Tu sei con me".

    Miei cari fedeli, cari giovani soprattutto, prendiamo a cuore questo messaggio, non perdiamo di vista Cristo e non dimentichiamo che senza Dio non si costruisce niente di bene e che Dio rimane enigmatico se non riconosciuto nel volto di Cristo.

    Adesso il vostro caro amico don Giussani ha raggiunto la sponda della Vita e siamo convinti che si è aperta la porta della casa del Padre. Siamo convinti che, adesso, pienamente, si realizza questa parola: vedendo Gesù gioirono, gioisce con una gioia che nessuno gli toglie. In questo momento vogliamo ringraziare il Signore per il grande dono di questo sacerdote, di questo fedele servitore del Vangelo, di questo padre. Affidiamo la sua anima alla bontà del suo e del nostro Signore.

    Vogliamo in quest'ora pregare anche particolarmente per la salute del nostro Santo Padre, ricoverato di nuovo in ospedale. Il Signore lo accompagni, gli dia forza e salute. E preghiamo perché il Signore ci illumini, ci doni la fede che costruisce il mondo, la fede che ci fa trovare la strada della vita, la vera gioia.

    Amen!


  3. #3
    Gilbert
    visitatore

    Difensore della ragione, ha proposto la "compagnia" di Cristo
    Giovanni Paolo II


    --------------------------------------------------------------------------------
    Lettera autografa del Santo Padre (letta all’inizio del funerale da monsignor Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici)

    1. Ho appreso con profonda emozione la notizia della morte del caro Monsignor Luigi Giussani, sopraggiunta al termine di un lungo periodo di malattia, da lui accettata con spirito di sereno abbandono alla volontà divina e di generosa partecipazione al mistero della croce di Cristo. La sua scomparsa è motivo di mestizia per i familiari, per il presbiterio di codesta Arcidiocesi di Milano, per il Movimento di Comunione e Liberazione che da lui ha avuto origine, e per tante altre persone che lo hanno stimato ed amato come zelante ministro di Dio. A tutti mi sento spiritualmente vicino con intenso affetto in questo momento di doloroso distacco.

    2. Ho avuto varie occasioni di incontrare Mons. Luigi Giussani e di ammirarne l’ardente fede, che si traduceva in una testimonianza cristiana capace di suscitare, specialmente tra i giovani, larga e convinta accoglienza del messaggio evangelico. Ringrazio il Signore per il dono della sua vita spesa senza riserve nell’adesione coerente alla propria vocazione sacerdotale, nell’ascolto costante dei bisogni dell’uomo contemporaneo, e nel servizio coraggioso alla Chiesa. L’intera sua azione apostolica si potrebbe riassumere nell’invito franco e deciso, che egli sapeva rivolgere a quanti lo avvicinavano, ad un personale incontro con Cristo, piena e definitiva risposta alle attese più profonde del cuore umano.

    3. Don Giussani ha proposto la “compagnia” di Cristo ai moltissimi giovani che, oggi adulti, lo considerano come loro “padre” spirituale. Accantonata ogni prospettiva di carriera accademica, egli si dedicò alla formazione degli studenti, bisognosi di punti di riferimento e di modelli a cui ispirarsi. Dette inizio negli anni sessanta alla sua attività evangelizzatrice presentando le verità della fede con un dialogo aperto ed incessante, con una coerente docilità al magistero della Chiesa e soprattutto con una esemplare testimonianza di vita. Così è nato il Movimento di Comunione e Liberazione, cresciuto nel corso degli anni grazie all’ardore apostolico di questo fervente sacerdote ambrosiano, che ha saputo coinvolgere tanti discepoli in un appassionante itinerario missionario.
    Cristo e la Chiesa: sta qui la sintesi della sua vita e del suo apostolato. Senza mai separare l’uno dall’altra, ha comunicato attorno a sé un vero amore per il Signore e per i vari Papi che ha conosciuto personalmente. Un grande attaccamento ha avuto anche alla sua Diocesi ed ai suoi Pastori.

    4. Difensore della ragione dell’uomo, don Giussani è stato un profondo conoscitore della letteratura, della musica e un convinto valorizzatore dell’arte come strada che conduce al Mistero. Seguito dagli aderenti al Movimento da lui fondato, diffuso ormai in tanti Paesi del mondo, ascoltato con rispetto pure da persone di fedi diverse e di differenti responsabilità professionali, amo ricordarlo come maestro di umanità e difensore della religiosità inscritta nel cuore dell’essere umano.

    5. Mentre elevo fervide preghiere di suffragio, che affido all’intercessione della Vergine Santa, per questo fedele servitore del Vangelo, chiedo a Dio che quanti lo hanno conosciuto e incontrato sulla loro strada, sperimentando le meraviglie che il Signore ha compiuto in loro attraverso la sua testimonianza, ne seguano fedelmente le orme e mantengano viva la sua intuizione carismatica. Penso in questo momento con particolare affetto ai suoi figli spirituali, raccolti nella Fraternità di Comunione e Liberazione e nell’Associazione Laicale “Memores Domini”.
    Su tutti e su ciascuno vegli Maria, dolce Madre del Redentore. Con questo auspicio, di cuore invio al Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, ai Presuli e ai sacerdoti convenuti, come pure a quanti piangono la scomparsa del caro Monsignor Giussani e a tutti i presenti al rito esequiale la confortatrice Benedizione Apostolica.

    Dal Vaticano, 22 Febbraio 2005
    Joannes Paulus II

  4. #4
    Gilbert
    visitatore
    Lettera di Giovanni Paolo II a Mons. Giussani per il cinquantesimo anniversario della nascita di Comunione e Liberazione

    Al Reverendo Monsignore Luigi Giussani Fondatore del Movimento “Comunione e Liberazione”


    1. Nell’ottobre prossimo si compiranno cinquant’anni da quando Ella, lasciata la docenza nella Facoltà teologica del Seminario di Venegono, incominciò a insegnare religione nel Liceo classico “Berchet” a Milano, dando così inizio a un itinerario associativo ed ecclesiale, che divenne poi il Movimento e, successivamente, la Fraternità di “Comunione e Liberazione”. Mi unisco volentieri al rendimento di grazie che in questa ricorrenza sale a Dio, Datore di ogni bene, dal Suo cuore sacerdotale e da quello dei tanti che sono entrati a far parte del Movimento. La Provvidenza divina ha realizzato, in questo mezzo secolo, un’opera che, diffondendosi rapidamente in Italia e nel mondo, ha recato abbondanti frutti di bene per la Chiesa e per la società.
    Essa è oggi presente in settanta Paesi, e propone un’esperienza di fede capace di attecchire nelle culture più diverse; un’esperienza che cambia in profondità la vita delle persone, perché spinge ad un incontro personale con Cristo. “Comunione e Liberazione” è un Movimento che può essere giustamente considerato, insieme ad una grande varietà di altre Associazioni e nuove Comunità, come uno dei germogli della promettente “primavera” suscitata dallo Spirito Santo negli ultimi cinquant’anni. Questo mezzo secolo è stato segnato da una sofferta contrapposizione con le ideologie imperanti, da una crisi dei progetti utopistici e, più recentemente, da una diffusa tendenza al relativismo, allo scetticismo, al nichilismo, che rischiano di estinguere i desideri e le speranze delle nuove generazioni.

    2.Mi è caro esprimere a Lei, come pure a tutti gli aderenti al Movimento, l’auspicio che quest’importante ricorrenza giubilare spinga ciascuno a risalire all’esperienza sorgiva da cui il Movimento ha preso le mosse, rinnovando l’entusiasmo delle origini. E’, infatti, importante mantenersi fedeli al carisma degli inizi per poter rispondere efficacemente alle attese e alle sfide dei tempi. Ripeto oggi quello che vi dissi alcuni anni or sono: “Rinnovate continuamente la scoperta del carisma che vi ha affascinati ed esso vi condurrà più potentemente a rendervi servitori di quell’unica potestà che è Cristo Signore!” (Insegnamenti, VIII/2 [1985], p. 660).
    Nell’umile e fedele sequela di Gesù, a cui tutti i battezzati sono chiamati, ognuno di voi si ispiri all’esempio della Vergine Maria. Sia Lei il modello del vostro essere cristiani oggi! “Il vostro Movimento - dicevo ancora, in occasione del 20° anniversario del riconoscimento della Fraternità di “Comunione e Liberazione” da parte del Pontificio Consiglio per i Laici - ha voluto e vuole indicare non una strada, ma la strada per arrivare alla soluzione di questo dramma esistenziale. La strada, quante volte Ella lo ha affermato, è Cristo” (n. 2, in: L’Osservatore Romano, 13 febbraio 2002, p. 8).
    Sta proprio qui l’originale intuizione pedagogica del vostro Movimento: riproporre cioè, in modo affascinante e in sintonia con la cultura contemporanea, l’avvenimento cristiano, percepito come fonte di nuovi valori, capaci di orientare l’intera esistenza. E’ necessario ed urgente aiutare ad incontrare Cristo, perché Egli diventi la ragione ultima del vivere e dell’operare anche dell’uomo di oggi. Quest’esperienza di fede genera uno sguardo nuovo sulla realtà, una responsabilità e una creatività che concernono ogni ambito dell’esistenza: dall’attività lavorativa ai rapporti familiari, dall’impegno sociale all’animazione dell’ambiente culturale e politico.
    Elevo al Signore la mia preghiera perché la celebrazione dei cinquant’anni del vostro Movimento offra ad ogni suo aderente l’opportunità di una sosta salutare per ripartire rinfrancati ed affrontare con rinnovato entusiasmo i nuovi compiti apostolici del terzo millennio. Quest’anno giubilare sia una provvidenziale occasione per approfondire la conoscenza di Gesù e l’amore per la sua persona e il suo messaggio di salvezza.

    3.Prendete il largo! “Duc in altum!” (Lc 5,4). Questa parola evangelica, che in più occasioni ho avuto modo di ripetere, indirizzo ora a voi. Essa è invito a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente e ad aprirvi con fiducia al futuro, perché “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!” (Eb 13,8) (cfr Novo millennio ineunte, 1). Animato da questa consapevolezza, continui il vostro Movimento ad annunciare a tutti la bellezza e la gioia dell’incontro con il Redentore dell’uomo; proclami con vigore la misericordia divina e ricordi all’umanità talora sfiduciata che non bisogna aver paura, perché Cristo è il nostro futuro.
    Con profonda devozione verso il Successore di Pietro ed i legittimi Pastori della Chiesa ed in stretta unione con gli altri Movimenti ed Associazioni, offrite all’interno delle Comunità diocesane e parrocchiali l’apporto originale del vostro carisma, diffondendo e testimoniando il messaggio evangelico.
    La Vergine Santa, maestra e modello di vita cristiana e “fontana vivace” di speranza, accompagni e protegga sempre il vostro cammino. Sia Lei il sostegno a cui guardare costantemente.
    Con tali sentimenti e auspici, mentre assicuro la mia spirituale partecipazione alle celebrazioni giubilari, volentieri imparto a Lei, ai collaboratori e a tutti gli aderenti al Movimento una speciale Benedizione Apostolica.

    Dal Vaticano, 22 Febbraio 2004

  5. #5
    mdeledda
    visitatore
    Don Luigi Giussani,
    il mendicate di Cristo




    “Ringrazio il Signore per il dono della sua vita spesa senza riserve nell'adesione coerente alla propria vocazione sacerdotale, nell'ascolto costante dei bisogni dell'uomo contemporaneo, e nel servizio coraggioso alla Chiesa. L'intera sua azione apostolica - ha detto Giovanni Paolo II, dopo aver appreso la notizia della dipartita di Mons. Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione - si potrebbe riassumere nell'invito franco e deciso, che egli sapeva rivolgere a quanti lo avvicinavano, ad un personale incontro con Cristo, piena e definitiva risposta alle attese più profonde del cuore umano”.

    Mons. Luigi Giussani era nato a Desio, un paese nei dintorni di Milano, il 15 ottobre 1922. Giovanissimo, entrò nel seminario diocesano di Milano, proseguendo gli studi e infine completandoli presso la Facoltà teologica di Venegono. Sono anni di studio intenso e di grandi scoperte: come la lettura di Leopardi con la quale don Giussani soleva talvolta accompagnare la meditazione dopo l'Eucaristia. Si rafforza in lui in quegli anni, infatti, la convinzione che il vertice di ogni genio umano (comunque espresso) è profezia, anche inconsapevole, dell'avvenimento di Cristo. Così gli accade di leggere l'Inno Alla sua donna di Leopardi come una sorta di introduzione al prologo del Vangelo di san Giovanni, e di riconoscere in Beethoven e in Donizetti espressioni vivissime dell'eterno senso religioso dell'uomo. Fin da quegli anni di seminario e di studio, Luigi Giussani impara che senso estetico ed etico provengono insieme da una corretta e appassionata chiarezza circa l'ontologia, e che un vivo gusto estetico ne è il primo segno. L'osservanza della disciplina e dell'ordine nella vita in seminario si coniugherà con la forza di un temperamento che nel colloquio con i superiori e nelle iniziative con i compagni si distingue per vivacità e acume.

    Ordinato sacerdote, don Giussani si dedica all'insegnamento presso lo stesso seminario di Venegono. In quegli anni si specializza nello studio della teologia orientale, della teologia protestante americana e nell'approfondimento della motivazione razionale dell'adesione alla fede e alla Chiesa. A metà degli anni Cinquanta lascia l'insegnamento in seminario per quello nelle scuole medie superiori. Per dieci anni, dal 1954 al 1964, insegna al Liceo classico «Berchet» di Milano. Inizia a svolgere in quegli anni un'attività di studio e di pubblicistica volta a porre all'interno e all'esterno della Chiesa l'attenzione sul problema educativo. Sono questi gli anni della nascita e della diffusione di GS (Gioventù Studentesca), che poi diventerà Comunione e Liberazione. Accantonata ogni prospettiva di carriera accademica, egli si dedicò alla formazione degli studenti, bisognosi di punti di riferimento e di modelli a cui ispirarsi. Dette inizio negli anni Sessanta alla sua attività evangelizzatrice presentando le verità della fede con un dialogo aperto ed incessante, con una coerente docilità al magistero della Chiesa e soprattutto con una esemplare testimonianza di vita.

    Nacque così il movimento di Comunione e liberazione, cresciuto nel corso degli anni grazie all'ardore apostolico di questo fervente sacerdote ambrosiano, che ha saputo coinvolgere tanti discepoli in un appassionante itinerario missionario. Don Giussani viene creato Monsignore da Giovanni Paolo II nel 1983 con il titolo di Prelato d'onore di Sua Santità. Nel 1995 gli viene assegnato il Premio Internazionale Cultura Cattolica e nel 2003 don Giussani riceve anche il Premio Macchi, tributato dall'Associazione Genitori Scuole Cattoliche a chi si distingue nel campo dell'educazione. È stato consultore della Congregazione per il Clero e del Pontificio Consiglio per i Laici. Ha inoltre presieduto la Diaconia Centrale della Fraternità di Comunione e Liberazione, associazione riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici nel 1982 e ha guidato l'esperienza dei Memores Domini, un'associazione laicale anch'essa riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i Laici (1988), che riunisce persone di CL che hanno compiuto una scelta di consacrazione a Dio nella verginità.

    Alle ore 3.10 del 22 febbraio 2005, festa della Cattedra di San Pietro, Mons. Luigi Giussani, in seguito a una complicazione circolatoria e renale, a 82 anni chiude la sua esistenza terrena per entrare definitivamente nella Pasqua eterna. “Non finisce qui il ricordo di una persona amata”. Il cardinale Dionigi Tettamanzi, salutando il feretro di don Luigi Giussani mentre veniva portato fuori dal Duomo di Milano, tra gli applausi lunghissimi e la commozione di decine di migliaia di persone, sapeva che il ricordo per un “padre carissimo, dolce e forte, che per tutti è stato annunciatore e testimone di Cristo e del suo mistero” non sarebbe finito lì.

    Non sarebbe finito con il funerale solenne, presieduto dallo stesso arcivescovo Tettamanzi, con più di cinquecento sacerdoti concelebranti, diciotto vescovi e quattro cardinali (oltre a Tettamanzi, Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, che ha tenuto l'omelia e i cardinali Crescenzio Sepe e Angelo Scola) e le lacrime di Comunione e Liberazione, il ricordo di don Giussani, perché ciascuno “lasciando il Duomo, tornerà alla propria casa, alle proprie responsabilità” ha aggiunto Tettamanzi, e “come per “don Gius”, come lo chiamano i milanesi e non solo loro, risulterà in qualche modo insopportabile il fatto che ci siano persone che non conoscono la gioia di questo Vangelo vivente e personale che è Gesù”. Difensore della ragione dell'uomo, don Giussani è stato un profondo conoscitore della letteratura, della musica e un convinto valorizzatore dell'arte come strada che conduce al Mistero. Cristo e la Chiesa: sta qui la sintesi della sua vita e del suo apostolato. Seguito dagli aderenti al movimento da lui fondato, diffuso ormai in tanti Paesi del mondo, ascoltato con rispetto pure da persone di fedi diverse e di differenti responsabilità professionali, egli sarà ricordato come un grande maestro di umanità e come il difensore della religiosità che è inscritta nel cuore di ogni essere vivente.


    Galleria fotografica


    Alcuni video

    Il presentimento delle bellezza
    [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=2RLtFLc2xh8[/youtube]

    "Credo in quello che dico"
    [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=64-PkQJyCug[/youtube]

    Don Carron ricorda il mitico "don Giuss"
    [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=DGZZ_nl6XmI[/youtube]

    Sofri ringrazia "l'amico"
    [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=EobRp-NtTBE[/youtube]

  6. #6
    PaoloVI
    visitatore
    Vi prego.... avevo l'illusione che questo forum fosse libero da spinte "movimentariste"...mi sbagliavo?
    Mi spiegate perche' Don Milani no e Giussani si' ? E non ditemi perche' il secondo e' sempre stato allineato alla chiesa di Roma perche' non e' vero...Forse perche' ci piace di piu' chi dice di vivere la proria fede in ricchezza (Compagnia delle opere per es....) che in poverta' ?...

  7. #7
    Iscritto L'avatar di bertilla
    Data Registrazione
    Jan 2007
    Età
    54
    Messaggi
    384
    Citazione Originariamente Scritto da PaoloVI Visualizza Messaggio
    Vi prego.... avevo l'illusione che questo forum fosse libero da spinte "movimentariste"...mi sbagliavo?
    Mi spiegate perche' Don Milani no e Giussani si' ? E non ditemi perche' il secondo e' sempre stato allineato alla chiesa di Roma perche' non e' vero...Forse perche' ci piace di piu' chi dice di vivere la proria fede in ricchezza (Compagnia delle opere per es....) che in poverta' ?...
    Mi viene da rispondere biblicamente: "dai frutti li riconoscerete". Don Milani è l'idolo dei non cattolici, dei quasi cattolici, e dei cattolici per un pelo, don Giussani è l'ispiratore di un vasto movimento di persone preparate, devote, che fanno una buona formazione... se le radici si giudicano dai frutti...

  8. #8
    Adriana 53
    visitatore
    Certamente non è "colpa" di Don Giussani,ma io nei primi anni 80 ho vissuto una bruttissima esperienza con alcuni di CL che tutto facevano tranne cercare di aiutarmi a capire quello che dicevano. Forse ero io un pò troppo semplice per arrivare a capire le loro tesi.

  9. #9
    PaoloVI
    visitatore
    Citazione Originariamente Scritto da Marella Visualizza Messaggio
    PaoloVI, saresti così gentile da dirci in che cosa Don Giussani non è sempre stato allineato alla Chiesa? Senza citare cose o istituzioni esterne a lui: dimmi che cosa abbia mai detto e fatto di non allineato con la Chiesa.
    In effetti mi hai fatto riflettere: di per se Giussani non sie e' mai dichiarato lontano dalla Chiesa...ma quanto lo sono stati e lo sono ancora le cose e le istituzioni esterne a lui ma conseguenza del suo movimento e quindi dei suoi insegnamenti.
    Cari miei, e parlo da chi ha vissuto il movimento di CL, non credo che sia molto cristiano organizzare lobby economiche e politiche per cercare di manovare la societa' italiana verso una cattolicita' di facciata (vedi i nostri politici CLllini piu' illustri - Formigoni , Casini - come vivono il loro privato di conviventi e separati)
    ed emarginando chi vi si oppone o chi non compie la successione esatta di riti, riunioni e preghiere previste.... che dite?

  10. #10
    Iscritto L'avatar di bertilla
    Data Registrazione
    Jan 2007
    Età
    54
    Messaggi
    384
    Citazione Originariamente Scritto da PaoloVI Visualizza Messaggio
    In effetti mi hai fatto riflettere: di per se Giussani non sie e' mai dichiarato lontano dalla Chiesa...ma quanto lo sono stati e lo sono ancora le cose e le istituzioni esterne a lui ma conseguenza del suo movimento e quindi dei suoi insegnamenti.
    Cari miei, e parlo da chi ha vissuto il movimento di CL, non credo che sia molto cristiano organizzare lobby economiche e politiche per cercare di manovare la societa' italiana verso una cattolicita' di facciata (vedi i nostri politici CLllini piu' illustri - Formigoni , Casini - come vivono il loro privato di conviventi e separati)
    ed emarginando chi vi si oppone o chi non compie la successione esatta di riti, riunioni e preghiere previste.... che dite?
    Questo è un thread su Don Giussani, non di petteglezzi.
    Se volevi dimostrare che siamo tutti peccatori, ce l'hai fatta. Se volevi mettere in dubbio l'ortodossia di don Giussani, o porti degli argomenti o non vale.

Discussioni Simili

  1. Mons. Luigi Bettazzi
    Di Anselmo83 nel forum Principale
    Risposte: 75
    Ultimo Messaggio: 30-11-2020, 22:13
  2. La Via dolorosa di Mons. Luigi Manganini
    Di Strabo nel forum Musica ed Arte Sacra
    Risposte: 15
    Ultimo Messaggio: 27-07-2008, 14:41
  3. Congratulazioni Mons. Luigi Lavagnino!!!
    Di ITER PARA TUTUM nel forum Principale
    Risposte: 12
    Ultimo Messaggio: 11-06-2008, 10:28
  4. 6 ottobre 2002 - 6 ottobre 2007. Canonizzazione di San Josemarìa
    Di Merello nel forum Storia della Chiesa e Agiografia
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 06-10-2007, 13:59

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
>