E’ la Liturgia, maestra della preghiera e della dottrina, che ci dà la più completa definizione dell’altare:
Deus, qui ad Fílium tuum in ara crucis exaltátum
ómnia adtráhere voluísti,
cælésti grátia perfúnde Ecclésiam tuam
hanc tibi dicántem altáris mensam,
ad quam fidéles tuos, in unum congregátos, próvide nútries
Spiritúque effúso, in dies constítues plebem tibi sacrátam.
(Colletta della Messa rituale per la Dedicazione dell’altare, di cui si propone una traduzione:
O Dio, che hai voluto attirare tutte le cose verso il tuo Figlio innalzato sull’altare della croce,
invadi con la grazia celeste la tua Chiesa che ti dedica questa mensa dell’altare,
alla quale provvidamente nutri i tuoi fedeli, riuniti in un solo corpo,
e con la forza dello Spirito Santo, li costituisci nel tempo come popolo a te consacrato)
Ordinamento generale del Messale Romano n. 296
L’altare, sul quale si rende presente nei segni sacramentali il sacrificio della croce, è anche la mensa del Signore, alla quale il popolo di Dio è chiamato a partecipare quando è convocato per la Messa; l’altare è il centro dell’azione di grazie che si compie con l’Eucaristia.
L’altare è quindi, contemporaneamente, la tavola del sacrificio eucaristico di Cristo e la mensa del convito nuziale dell’Agnello. Per la comprensione dell’altare nella Liturgia, questi due aspetti sono inscindibili.
Secondo un motto trasmesso fin dall’antichità, l’altare è Cristo, e per questo il sacerdote lo venera con il bacio e lo incensa.
Deve essere costruito in modo da costituire il centro della chiesa, verso cui spontaneamente si rivolge l’attenzione dei fedeli, soprattutto durante la Liturgia eucaristica, e può essere fisso, se aderisce al pavimento e non può essere rimosso, o mobile, se può essere trasportato.
Salvo particolari adeguamenti degli spazi liturgici, volti alla tutela del patrimonio artistico, l’altare deve stare nel presbiterio e deve essere staccato dalla parete, per potervi facilmente girare intorno (cfr 25[26],6) e celebrare rivolti verso il popolo: la qual cosa è conveniente realizzare ovunque sia possibile (OGMR 299).E’ bene, infatti, che il popolo partecipi anche con lo sguardo a tutta la Liturgia eucaristica (e non soltanto all’ostensione delle specie consacrate), e che il sacerdote possa facilmente comunicare con esso, quando previsto dal rito.
Nulla vieta, però, in casi particolari come, ad esempio, nelle chiese più piccole, o in presbitèri di rilevante pregio artistico, che si usi l’altare unito al dossale o alla parete dell’abside.
L’altare fisso deve avere almeno la mensa di pietra naturale (o di altro materiale solido e degno, a giudizio della Conferenza episcopale) e deve essere dedicato dal Vescovo secondo il rito proprio (al quale si riferiscono le immagini qui sotto). L’altare mobile, invece, può essere solo benedetto.
Sulla mensa si stende almeno una tovaglia bianca, per rispetto verso la celebrazione del memoriale del Signore e verso il convito nel quale vengono presentati il Corpo e il Sangue di Cristo (OGMR 304) e vi si mettono sopra solo queste cose:
1. l’Evangeliario (dall’inizio della celebrazione fino alla proclamazione del Vangelo);
2. il calice con la patena, la pisside, se è necessaria, il corporale, il purificatoio, la palla e il Messale (solo dal momento della presentazione dei doni e fino alla purificazione dei vasi);
3. ciò che può essere necessario per amplificare la voce del sacerdote (cfr. OGMR 306).
Croce e candelabri possono stare sulla mensa, o anche intorno o vicino a essa, tenendo conto della struttura dell’altare e del presbiterio; i fiori non devono essere messi sulla mensa, ma collocati in prossimità dell’altare (cfr. OGMR 305-307-308).
Rito di Consacrazione dell'altare:
-Aspersione
Il Vescovo asperge l'altare con acqua benedetta
Parole della preghiera che accompagna il rito dell'Aspersione:
Benedici e santifica quest’acqua
che verrà aspersa su di noi e sul nuovo altare,
perché sia segno del lavacro battesimale
che ci fa in Cristo nuova creatura
e altare vivo del tuo Spirito.
Concedi ai tuoi fedeli
oggi raccolti intorno a questa mensa
e a quanti in futuro vi celebreranno i santi misteri
di giungere insieme nella Gerusalemme del cielo.
-Unzione
Dopo aver posto delle reliquie nell'altare il vescovo unge lo con il sacro Crisma
Preghiera che accompagna il rito dell'Unzione:
Santifichi il Signore con la sua potenza
questo altare, che mediante il nostro ministero
è unto con il crisma;
sia segno visibile
del mistero di Cristo,
che si è offerto al Padre per la vita del mondo
-Incensazione
Il vescovo pone un braciere sull'altare e vi fa ardere dell'incenso, poi incensa l'altare
Salga a te, Signore,
l’incenso della nostra preghiera;
come il profumo
riempie questo tempio,
così la tua Chiesa spanda nel mondo
la soave fragranza di Cristo.
L'altare viene poi preparato con la tovaglia, i candelieri accesi (e la Croce se non già presente a fianco o sopra l'altare) e la Messa continua nel modo normale.