Cronache dalla
Diocesi di CREMONA
(Cattedrale e Battistero di Cremona - da Wikipedia)
Cronache dalla
Diocesi di CREMONA
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ANNO PASTORALE 2008-2009
VISITA PASTORALE
DI
S.E.R.
MONSIGNOR DANTE LAFRANCONI
VESCOVO DI CREMONA
ALLE ZONE PASTORALI TERZA E QUARTA
10-11-12 OTTOBRE 2008
VISITA PASTRALE DEL VESCOVO DI CREMONA
MONS. DANTE LAFRANCONI
ALLA PARROCCHIA DI SAN LORENZO MARTIRE IN GENIVOLTA
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Le confidenze di mons. Lafranconi: "Essere Vescovo è una grazia, ma anche una grande responsabilità"
È stata aperta ufficialmente giovedì scorso in Cattedrale dal Vescovo Lafranconi la “Scuola della Parola”, l’itinerario cittadino – proposto dalla Zona pastorale VI, Azione Cattolica e Centro Diocesano Vocazioni – che riprende e prosegue l’esperienza della “Scuola itinerante della preghiera” degli scorsi anni. Continua, infatti, il percorso itinerante nelle chiese di Cremona, con le rispettive comunità chiamate ad animare il momento di preghiera. Lo schema degli incontri rimane tutto sommato quello già sperimentato con la lettura della Parola, la riflessione e l’adorazione eucaristica, mentre sono state eliminate le testimonianze. Un appuntamento mensile che si intensificherà all’inizio della Quaresima con tre incontri (da lunedì 2 a mercoledì 4 marzo) la sera alle 21 nella chiesa del Seminario nella forma degli esercizi spirituali tenuti da don Cavedo. «Sulle orme di san Paolo» il tema, scelto in sintonia con l’Anno Paolino, filo conduttore di tutti gli incontri, in cui saranno meditati brani delle Lettere dell’Apostolo. Per il primo appuntamento, al quale erano invitati tutti gli aderenti di Azione Cattolica, è stato preso in esame l’inizio del capitolo 15 della prima lettera ai Corinzi, incentrato sulla chiamata di Paolo ad essere apostolo. Apostolo per vocazione – ha sottolineato mons. Lafranconi – e dunque chiamato da Dio a essere «un dono che dev’essere amministrato e vissuto dentro il contesto vivo della Chiesa». E il pensiero di mons. Lafranconi, anche in riferimento al Sinodo dei Vescovi che si sta svolgendo in questi giorni, è andato al ministero episcopale, che è appunto l’anello della tradizione. «L’espressione di Paolo “per grazia di Dio sono quello che sono” – ha quindi aggiunto – ha segnato anche la mia ordinazione; potremmo dire è la parola che ha scandito questo momento della mia vita ricco e ricoperto della grazia». «Se essere anello della tradizione è una grazia – ha quindi proseguito – è però anche una grande responsabilità. È per questo che nella Chiesa ad ogni celebrazione eucaristica si prega per il Vescovo ed è per questo che io ho bisogno della vostra preghiera». Quindi il riferimento alla Visita Pastorale, in cui «ho proprio l’impressione di vivere – ha proseguito il Vescovo – qualcosa che è simile a quello che gli Apostoli vivevano passando da una comunità all’altra per confortare, per sostenere, per annunciare la Parola consolatrice della salvezza, per richiamare i valori fondamentali dell’essere cristiani». Comunità cristiane che avevano quattro grandi momenti di continuità: l’ascolto della Parola, l’insegnamento degli Apostoli, la celebrazione eucaristica e la carità fraterna. «Le quattro grandi perseveranze – ha sottolineato il Presule – che costituiscono la tradizione, che costituiscono la Chiesa nel suo essere e nel suo itinerario». Ma Paolo come apostolo è anche annunciatore della Risurrezione. «Ciò che ha ricevuto e ciò che trasmette – ha detto ancora – non è solo la notizia che Gesù Cristo è risorto, ma, in un certo senso, è la sua esperienza di persona contagiata dalla Risurrezione, di creatura nuova». Il riferimento in tal senso è andato ai martiri, che «costituiscono costantemente nella Chiesa l’annuncio più forte e più vero della Risurrezione». «Se venisse a mancare questo annuncio della Risurrezione il messaggio cristiano rischierebbe di diventare un messaggio etico che aiuta la gente a diventare più buona, a vivere nella legalità, nella giustizia, nel rispetto reciproco, ma mancherebbe della novità assoluta per cui vale la pena di vivere e di morire per il Signore Gesù».
Riccardo Mancabelli
Da "La Vita cattolica"- settimanale di informazione per la Diocesi di Cremona
Don Primo Mazzolari. Nel 2009 ricorrono i 50 anni dalla morte
Un triennio per onorare
un profeta del ‘900
Un comitato ha predisposto una serie di eventi che iniziano sabato 18 e termineranno nel 2010
di Claudio Rasoli
«Lui aveva il passo
troppo lungo e noi
si stentava a tenergli
dietro. Così ha sofferto lui e abbiamo
sofferto anche noi. Questo
è il destino dei profeti».
Così scriveva Papa Paolo VI di
don Primo Mazzolari, qualche
anno dopo la morte del parroco
di Bozzolo avvenuta il 12 aprile
1959.
Fin dalla sua formazione seminaristica
don Primo, originario del
Boschetto, frazione di Cremona,
manifestò una certa predisposizione
a guardare oltre e prima
degli altri su questioni cruciali
come la libertà dell’uomo, il ruolo
della Chiesa nel mondo, il dialogo
con i lontani, la scelta preferenziale
per i poveri. Bozzolo
divenne il pulpito dal quale egli
parlò a tutta la Chiesa e a tutta la
società smascherando un certo
fariseismo troppo presente nella
vita ecclesiale come in quella sociale
e politica.
Di estrema attualità gli scritti, i libri
e i discorsi che fedeli seguaci
registrarono, spesso di nascosto,
sui magnetofoni. Ancora oggi le
sue vibranti parole toccano il cuore:
egli sapeva parlare dell’uomo
all’uomo.
L’eredità spirituale, morale e civile
di questo sacerdote, vanto
del clero cremonese, sarà particolarmente
riscoperta a partire
da sabato prossimo giorno in cui
cominceranno ufficialmente le
celebrazioni per il cinquantesimo
della sua morte. La Fondazione
che porta il suo nome, il Comune
di Bozzolo e la parrocchia di
San Pietro hanno infatti promosso
l’istituzione di un prestigioso
Comitato Nazionale e di un Comitato
organizzatore che sta chiudendo
proprio in questi giorni, il
ricco programma di eventi, convegni
ed iniziative delle celebrazioni.
Celebrazioni che saranno
spalmate in tre anni e che naturalmente
troveranno il loro culmine
il 19 aprile 2009 con una celebrazione
eucaristica presieduta dal
Card. Tettamanzi proprio nella
parrocchiale di Bozzolo dove
egli
si spese senza risparmio soprattutto
nella predicazione. Tutto
questo sarà possibili grazie al sostegno
della Regione Lombardia,
della Fondazione Cariplo, della
Fondazione Bam, dalle Banca
di Credito Cooperativo e della
Fondazione Monte dei Paschi di
Siena.
A presentare il ricco programma
sono intervenuti martedì scorso
nella sala consiliare del Comune
di Bozzolo, il sindaco, Piergiorgio
Mussini, il presidente della
Fondazione don Giuseppe Giussani
e il Presidente del comitato
organizzativo Ildebrando Volpi.
In sala erano presenti il parroco
di Bozzolo, mons. Fusar Imperatore
che proprio domenica farà il
suo ingresso a Cassano d’Adda e
l’amministratore della fondazione
dottor Carlo Bettoni.
Il primo cittadino del borgo mantovano
in apertura della conferenza
stampa si è augurato che
le celebrazioni siano tempo di
seminagione: «Quanto sarà fatto
per onorare la memoria di questo
illustre concittadino non si
esaurisca in questo triennio. Noi
come Comune faremo di tutto per
sostenere le iniziative del comitato
». Successivamente il sindaco
ha letto una lettera di Luca Stucchi
direttore generale dell’Azienda
Ospedaliera Carlo Poma di
Mantova nella quale si informa
che entro il 12 aprile 2009, giorno
anniversario della morte di
don Primo, l’ospedale di Bozzolo
vedrà concretizzarsi il progetto di
ristrutturazione che assicurerà il
suo accreditamento definitivo e
lo sviluppo come principale Centro
di Riabilitazione della provincia
di Mantova. Inoltre l’Azienda
Ospedaliera, previo il gradimento
dell’amministrazione civica, gradirebbe
dedicare l’Ospedale, che
lo vide indefesso cappellano, proprio
a don Mazzolari.
L’avvocato Volpi ha quindi descritto
brevemente quelli che
sono gli eventi del triennio celebrativo.
L’apertura sarà affidata
ad un convegno che si svolgerà a
Bozzolo presso la Casa della Gioventù
proprio sabato prossimo,
18 ottobre. Sarà dedicato a don
Primo e le elezioni del 1948. A
partire dalle 9.30 si alterneranno
il prof. Giorgio Vecchio (Le elezioni
del 18 aprile 1948), il dottor
Gianni Borsa (Don Primo Mazzolari,
la politica e la Dc) e don
Giussani (Don Primo Mazzolari e
le elezioni del 1948).
Tra i tanti eventi da segnalare sottolineiamo
la collaborazione con
l’Ermitage di San Pietroburgo che
presterà un’opera appartenente
alle sue prestigiose collezioni di
arte sacra. Dal Museo sulla Neva
l’opera individuata raggiungerà
Bozzolo il prossimo settembre
in occasione della Biennale Don
Primo Mazzolari ripristinata dal
Comune nel 2003 in memoria del
Premio d’arte istituito dal parroco
di Bozzolo negli anni ‘50.
Sarà invece un convegno nel marzo
2009 a sottolineare il profondo
legame tra don Primo e la comunicazione:
egli fu indubbiamente
un pioniere nell’uso dei mezzi
di comunicazione ben sapendo
come la parola sia indispensabile
strumento di convincimento,
coinvolgimento e sensibilizzazione.
Come relatori sono stati
contattati personaggi del calibro
del card. Bagnasco e di Navarro
Valls già portavoce vaticano.
A Roma invece si terrà tra il 17
e il 18 aprile 2009 un convegno
sull’Ecclesiologia dei tempi di
Don Primo. Altri eventi da segnalare:
l’emissione di un francobollo
commemorativo, l’istituzione
di un premio “Giusto come Don
Primo” che sarà attribuito a una
figura o ente che si sia distinto per
la coerenza del proprio pensiero
e operato, la digitalizzazione di
tutti discorsi e la catalogazione
della biblioteca e dell’archivio
fotografico.
Don Primo Mazzolari, nato
al Boschetto, frazione di
Cremona, il 13 gennaio
1890, è considerato uno
dei più grandi profeti
del Novecento. Vicario a
Spinadesco, insegnante
in Seminario, cappellano
militare durante la grande
guerra, fu prima parroco di
Cicognara e poi di Bozzolo
dove rimase dal 1932 al
1959. Morì infatti il 12
aprile 1959.
La Fondazione che porta
il suo nome, il Comune di
Bozzolo e la parrocchia di
S. Pietro hanno costituito
un comitato celebrativo
presieduto dall’avvocato
Ildefonso Volpi incaricato
di far conoscere la figura
da “La Vita cattolica”
17-18-19 OTTOBRE 2008
VISITA PASTORALE DI MONS. DANTE LAFRANCONI, VESCOVO DI CREMONA
Parrocchie:
SS. Giovanni Battista e Biagio in Romanengo
S. Andrea Apostolo in Ticengo
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Oggi una delegazione ferrarese sarà presente in Diocesi per ricordare Mons. Natale Mosconi, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nel 20° anniversario della morte. Dapprima sosteranno sulla tomba dell'Arcivescovo nel cimitero di Soresina, poi visiteranno l'Auditorium parrocchiale di Soresina dedicato a Mons. Mosconi. Infine a Cremona parteciperanno alla S.Messa nella Parrocchia di S.Abbondio, di cui fu parroco l'arcivescovo Natale Mosconi.
VISITA PASTORALE DI S.E MONS. DANTE LAFRANCONI
VESCOVO DI CREMONA
PARROCCHIE DEI SS. FILIPPO E GIACOMO IN CASTELLEONE
E DI S. MARTINO VESCOVO IN CORTE MADAMA
23-24-25-26 OTTOBRE 2008
Mons. Cazzani, sai se ultimamente c'è stata una visita pastorale (o comunque una visita del Vescovo) alla Parrocchia di San Zeno in Cassano d'Adda?
La Visita Pastorale alla Parrocchia S.Maria Immacolata e S.Zeno è avvenuta nell'anno pastorale 2006-2007, durante la Visita alle zone pastorali Prima e Seconda. Ultimamente il Vescovo si è recato in questa parrocchia per l'insediamento del nuovo parroco, Monsignor Giansante Fusar Imperatore (se non erro domenica 19 ottobre 2008)... Posto sotto l'articolo del settimanale diocesano "La vita cattolica" riguardante l'evento...
Cassano d'Adda: L'ingresso del nuovo parroco mons. Fusar Imperatore
Grande festa domenica per l’insediamento di mons. Giansante Fusar Imperatore, neo parroco della comunità di S. Maria Immacolata e San Zeno. Superata la commozione per la partenza di don Sergio Lodigiani, è stato finalmente il momento della gioia per i fedeli che hanno accolto don Giansante in un abbraccio carico di speranza, perché la comunità si attende molto dalla nuova guida pastorale, che ha subito colpito i presenti per il tratto signorile, lo sguardo acuto e intelligente, e la facilità ai rapporti umani. Gran fermento nel pomeriggio nel cortile dell’oratorio Don Bosco, dove si sono radunati sacerdoti, autorità locali, associazioni religiose e laiche e tantissime persone desiderose di dargli il benvenuto: tra esse anche i familiari e gli amici di Bozzolo, che lo hanno accompagnato con il rammarico di non aver potuto godere della sua presenza fino alla naturale scadenza del suo mandato, tanto che per qualcuno è stato difficile trattenere le lacrime. Don Giansante, a fianco di mons. Dante Lafranconi, ha ricevuto il saluto del sindaco Edoardo Sala, che ha ringraziato il vescovo per la scelta di inviare a Cassano un sacerdote giovane, dinamico e di grande preparazione culturale e pastorale. «Una scelta che ci onora e che abbiamo accolto con gioia - ha dichiarato Sala- Nell’amministrazione comunale troverà un interlocutore che le assicura fin da subito disponibilità e sostegno: uniamo quindi le nostre forze e diamoci una mano per la costruzione del bene comune». Offerta di collaborazione che il nuovo parroco ha prontamente ricambiato, garantendo la disponibilità a lavorare insieme. Dopo il discorso del sindaco la banda cittadina ha aperto il lungo corteo che ha accompagnato il presbitero alla chiesa parrocchiale per la messa solenne, dove ha ricevuto anche il saluto della comunità: «L’attesa è grande e carica di aspettative - si è rivolto a lui un fedele- La speranza è di trovare in lei un compagno nel cammino di fede, un amico capace di sostenerci nelle difficoltà, un padre in grado di guidarci sulla retta via e che dia risalto alla catechesi, all’oratorio e alle esperienze che viviamo. Certi che le nostre attese troveranno il giusto riscontro, ci mettiamo a sua disposizione per un cammino che auspichiamo fecondo». Durante l’omelia mons. Lafranconi ha sottolineato la felice coincidenza della cerimonia d’insediamento con la Giornata Missionaria, segno che tutto è oggetto della misericordia di Dio, e ha raccomandato l’importanza dell’unità pastorale: «Il nuovo parroco è il riferimento del coordinamento delle quattro parrocchie e tale compito deve essere condiviso da tutti, sacerdoti e laici, che devono collaborare con sincera e cordiale condivisione per una più incisiva azione di testimonianza missionaria della fede». Al termine della messa, prima della benedizione finale, il momento forse più atteso della comunità, cioè il discorso del parroco: «Vengo a voi senza particolari progetti, ma confido nell’aiuto di Dio e nella vostra carità, sapendo quanto siete ben radicati nella fede. Raccolgo con onore il testimone di chi mi ha preceduto e di cui proseguirò l’opera iniziata: a tutti chiedo di sostenermi con preghiere, consigli, sollecitazioni». Al termine della celebrazione, chiusa dagli applausi dei fedeli, la festa si è di nuovo spostata in oratorio per il taglio del nastro e della torta e la possibilità per tutti i presenti di stringere la mano a don Giansante.
Elena Bornaghi