«Gli inni, che già per antichissima tradizione facevano parte dell'ufficio, conservano anche ora la loro funzione. In realtà, per la loro ispirazione lirica, non solo sono destinati specificamente alla lode di Dio, ma costituiscono un elemento popolare: anzi, di solito caratterizzano immediatamente, e più che le altre parti dell'Ufficio, l'aspetto particolare delle Ore e delle singole celebrazioni muovendo e stimolando gli animi a una pia celebrazione. Spesso tale efficacia è accresciuta dalla loro bellezza letteraria. Inoltre gli inni nell'Ufficio sono come il principale elemento poetico composto dalla Chiesa.»Con queste parole, Principii e Norme per la Liturgia delle Ore (al n. 173) descrive il senso dell'innodia nella preghiera liturgica quotidiana della Chiesa. E Sacrosanctum Concilium (al n. 93) così si esprime, circa il rinnovamento dell'innario per quel Breviarium Romanum, che stava per prendere il nome di Liturgia Horarum:
«Gli inni, nella misura in cui la cosa sembrerà utile, siano restituiti alla loro forma originale, togliendo o mutando ciò che ha sapore mitologico o che può essere meno conveniente alla pietà cristiana. Secondo l'opportunità, poi, se ne riprendano anche altri che si trovano nelle raccolte innografiche.»Così, l'Innario della Liturgia delle Ore, stabilita, approvata e promulgata dal papa Paolo VI di v.m., con la Costituzione Apostolica Laudis Canticum, data a Roma il 1° novembre 1970, splende per i fedeli di rito romano quale ricchissimo patrimonio di tradizione ed espressione altissima della fede della Chiesa nei secoli.
Così, nel "canto di lode [...] che la Chiesa ha conservato con costanza e fedeltà nel corso di tanti secoli e ha arricchito di una mirabile varietà di forme" (cfr. Laudis Canticum), gli inni, composti nalla comunità dei credenti in Cristo, nati dall'acqua e dallo Spirito, si affiancano ai salmi scaturiti, per ispirazione dello stesso Spirito, dal Popolo eletto da Dio perché desse lode al Suo nome.
Così, quando comunitariamente o individualmente, la Chiesa romana innalza la preghiera, in tutte e in ciascuna Ora del giorno, i suoi fedeli, mentre elevano a Dio un'unica lode e un'unica supplica con le stesse parole del loro Padri nella fede, sono anche dalle parole di questi arricchiti ed edificati nell'unica fede nel Dio trino ed unico, che li ha chiamati a sé da tutti i confini della terra.
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In questa voce del Dizionario di CR, sono contentuti tutti gli inni della Liturgia Horarum per il Proprium de Tempore (il proprio del tempo), secondo il Calendario Romano Generale.
Di ciascun inno forniamo la collocazione liturgica, l'autore (se ignoto, l'epoca sicura o probabile che sia), il metro e una traduzione lettarale, non poetica, preparata in collaborazione da Marcianus e da me.
Abbiate misercordia per gli errori che troverete e segnalateli, in modo che queste pagine possano essere -- come nelle nostre intenzioni -- di giovamento a tutti per la preghiera.
anacleto