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Discussione: La Risurrezione è un fatto storico.

  1. #51
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    MARTINA FRANCA
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    La risurrezione è un fatto storico

    La risurrezione è un fatto storico accaduto realmente così come è dimostrato dalla Sacra Scrittura che contiene degli elementi importanti. Il sudario che avvolgeva il capo di Gesù la Scrittura fa notare che è ben piegato perchè dice questo elemento? La risposta è molto semplice la si trova nei costumi ebraici ripiegare il tovagliolo significava dire al servo che il padrone sarebbe ritornato per finire il pranzo. Ebbene quel sudario ripiegato indica il ritorno di Gesù. Inoltre l'annuncio della risurrezione viene dato dalle donne ritenute per gli ebrei poco credibili

  2. #52
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    Le fasce distese

    Qualche giorno fa avevo letto riguardo una traduzione dal greco che, secondo un parroco, risulterebbe leggermente inesatta e farebbe perdere un po' il senso della descrizione che nel Vangelo di Giovanni viene fatti. Questo parroco ha fatto una attenta analisi e ci ha lavorato su nel corso di 20 anni. È un'analisi certosina di ciò che Giovanni racconta. Quel: "vide e credette" è stato ciò che ha creato tante domande in questo sacerdote. La sua argomentazione ampia ve la lascio alla fine del messaggio.
    In ogni caso, se questa traduzione greca è giusta (e io credo di sì), Giovanni ha visto che le fasce che avvolgevano il Maestro erano distese e non cadute a terra come la versione Cei traduce. Questa parola è molto importante perchè era infatti assolutamente impossibile che il corpo di Gesù fosse uscito dalle fasce, semplicemente rianimato, o che fosse stato asportato, sia da amici che da nemici, senza svolgere quelle fasce o, comunque, senza manometterle in qualche maniera.
    Comunque a parte questo ci sono tante altre prove che dimostrano che Gesù è risorto. Gli apostoli avevano paura e poi non ne hanno avuta tant'è da venire picchiati e quasi tutti uccisi. Materialmente non ci guadagnavano niente quindi la truffa è impossibile. Non potevano immaginarsi tutti la stessa cosa e non avrebbero potuto mantenere la convinzione così tanto. Non potevano neanche essere dei pazzi perché non avrebbero avuto futuro, anche perchè i pazzi venivano tenuti alla larga e considerati anche indemoniati perciò è una ipotesi da escludere. Il racconto della Resurrezione porta come prime testimoni delle donne, che a quei tempi non avevano importanza. Quindi ciò avvalora la veridicità perché se avessero inventato tutto avrebbero raccontato la vicenda in un modo conveniente per l'epoca.
    https://www.voltosanto.net/?page_id=499
    Il sacerdote in questione è Don Persili.

  3. #53
    Gran CierRino
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    vinci
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    Di fronte alla sorprendente scoperta della tomba vuota del cadavere, con la sola presenza del rivestimento di lino, l’evangelista Giovanni introduce una stupefacente reazione del «discepolo amato»: eíden kaì epísteusen, «vide e credette». Perché mai i lini abbandonati sul fondo del sepolcro diventano un segno della risurrezione di Cristo, cuore della fede cristiana? La risposta alla domanda non è, però, da cercare in un aspetto fenomenico di quei reperti, come si è spesso tentato di fare con varie ipotesi modulate sul dettato giovanneo che, tra l’altro, offre una descrizione non del tutto perspicua della disposizione di quei lini funerari. Ad esempio, l’esegeta tedesco Eberhard Gottfried Auer rischiava di “materializzare” l’evento della risurrezione – che, come è noto, non è direttamente descritto dai Vangeli – immaginando che davanti agli occhi del «discepolo amato» gli othónia, impregnati dell’olio aromatico con cui era stata trattata la salma di Gesù, sarebbero apparsi rigidi e diritti, conservando quasi la forma del corpo che ne era scivolato fuori!
    In realtà, nel linguaggio raffinato del quarto evangelista il “vedere” che genera il “credere” è un’esperienza ben più profonda, così come la risurrezione è ben più di una rianimazione di un cadavere, ma è il ritorno di Cristo alla pienezza della vita umana e divina, col corpo irradiato di eternità e di trascendenza. Il discepolo che è “amato” e ama, ossia il credente puro, riesce a comprendere che i dati certamente storici della sindone e del sudario abbandonati, così come la pietra ribaltata del sepolcro, sono il segno di un evento che non è solo storico ma anche trascendente, destinato a rivelare la vittoria di Dio sulla morte, il trionfo dell’eternità sulla caducità e sulla finitudine umana.
    Davanti al segno evangelico della sindone il nostro sguardo può, certo, ritrovare un emblema che ci rimanda alla radicale fraternità del Figlio di Dio con la nostra realtà di esseri mortali e limitati (è quella che chiamiamo l’«incarnazione»), con le stimmate di una sofferenza lacerante e di una morte tragica. Ma lo sguardo interiore e trascendente della fede è invitato ad andare oltre il lenzuolo in sé e a cercare il Cristo glorioso, colui che vive per sempre. Anche allo spettatore di oggi è, perciò, rivolto lo stesso appello angelico indirizzato alle donne poste di fronte al sepolcro vuoto e, quindi, anche al lenzuolo funerario: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto!» (Luca 24,5-6).
    Il discorso sulla sindone, perciò, ammessa la sua autenticità, invita a risalire a una dimensione trascendente che va oltre la sua materialità. Come scriveva il filosofo tedesco Friedrich W.J. Schelling (1775-1854), lo storico deve «custodire castamente la sua frontiera», senza pretendere di varcarla dimostrando o negando l’altro territorio che è quello della teologia e della fede (e naturalmente anche viceversa).

    RAVASI CARDINAL GIANFRANCO

    https://www.alzogliocchiversoilcielo...a-sindone.html

  4. #54
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    Rispondo con piacere. Penso ci sia una fallacia nel dire che la Risurrezione è un evento storico; innanzitutto va detto che il cristianesimo è un insiele di storia e fede che stanno insieme, senza confusione; non a caso si dice 'Credo in Gesù', e così facendo si cita un personaggio storico (a quanto pare realmente esistito), ma si mette in luce anche l'estrema importanza della storia (anche se da un certo punto di vista la ricerca storica su Gesù è molto difficile e molto deludente), e 'Credo in Gesù CRISTO', ed è qui che entra in gioco la fede. La nostra fede, è vero, parte dall'evento pasquale, ovvero la Resurrezione, ma la Resurrezione non è di per sé un evento storico (anche perché c'è chi, come Karl Rahner, parla del Risorto come 'Corpo pancosmico presente contemporaneamente in tutto il cosmo e in tutto il creato alla velocità di un sentimento e di un pensiero'); ma è un evento che ha una BORDATURA storica, che è l'umanità intera.

  5. #55
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    Premetto che non ho mai svolto studi di teologia, quindi quello che affermo viene solo dalla mia esperienza di fede; spero di non cadere in errore e nel caso prego chi ne sa più di me di correggermi.Affermare che la resurrezione non sia un fatto storico, secondo me, è abbastanza pericoloso e fuorviante; la resurrezione, infatti, non può che essere storicamente avvenuta, così come è avvenuta la scoperta dell'America o la Seconda Guerra Mondiale. Se così non fosse, su cosa si baserebbe la nostra fede? Su qualcosa che non è mai successo?Lo diceva anche il cardinal Biffi: prima di essere una religione, il cristianesimo è un fatto.

  6. #56
    Cronista di CR L'avatar di Laudato Si’
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    Se per fatto storico s’intende «fatto realmente avvenuto», allora certamente sì, è un fatto storico.
    Ovviamente quando parla della Risurrezione la Bibbia non usa un linguaggio antropomorfico o metaforico (come certi forse avrebbero a pensare).
    Scrive San Paolo: «Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede» (1Cor 15, 14).
    Se il Cristo non fosse risuscitato, gli Apostoli e gli Evangelisti sarebbero stati dei bugiardi, il Figlio di Dio sarebbe venuto nel mondo vanamente e noi saremmo ancora schiavi del peccato e della morte. Crederemmo nel nulla, avremmo una fede vana, come dice Petroniano.
    La nostra fede è fondata e trova ragion d’essere nella Risurrezione di Gesù.

    Se in vece per fatto storico s’intende «fatto documentabile», allora non completamente.
    Questo in quanto noi uomini da quaggiù non possiam vedere il Paradiso, quindi se uno di noi fosse stato presente nel sepolcro non avrebbe veduto il corpo di Gesù – non più materiale, ma oramai spirituale e scevro delle necessità e dell’aspetto dei corpi terreni – recarvisi.
    L’avrebbe invece visto sino a quand’era un corpo tangibile, concreto e ancor soggetto ai limiti della vita presente. Cioè fino a quand’era un corpo visibile.
    In pratica l’avrebbe veduto svanire dal sepolcro, ma non entrare nel Paradiso, perché da corpo mortale in quel momento divenne corpo glorioso; da corpo materiale, diventò corpo spirituale.
    Non è un caso che furono gli Angeli a dare per primi l’annunzio della Risurrezione.
    Essi, difatti, dal Paradiso poteron vedere il corpo di Gesù che faceva il suo ingresso nel Regno dei Cieli, tanto che dissero alle donne: «Non è qui» (Lc 24, 6).

    È in quest'ultimo senso che molti parlano della Risurrezione come fatto metastorico, cioè un evento che non è nella storia, ma bensì la trascende.
    Ultima modifica di Laudato Si’; 19-01-2023 alle 18:42
    «Ego sum resurrectio et vita.
    Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet»
    (Io. 11, 25).



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