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Discussione: Amitto

  1. #1
    panzerkardinal
    visitatore

    Amitto

    L'amitto è un panno di forma rettangolare di ca. 80 per 60 centimetri, che viene posto intorno al collo e sulle spalle per coprire l’abito comune.
    Viene legato ai fianchi grazie a due fettucce, le quali possono essere cucite all’amitto o da esso separabili.
    L'amitto può essere di tela, di lino o di canapa; al centro ha una croce che può essere baciata dal sacerdote prima di indossarlo.

    Si porta sotto il camice nel rito romano sopra nel rito ambrosiano.


    PREGHIERE PER INDOSSARE L’AMITTO

    RITO ROMANO
    Impóne, Dómine, cápiti meo gáleam salútis,
    ad expugnándos diabólicos incúrsus.

    Traduzione:
    Imponi, o Signore, sul mio capo l’elmo della salvezza,
    per vincere gli assalti del demonio.

    RITO AMBROSIANO
    Ad Amictum, dum ponitur super caput:
    Pone, Domine, in capite meo galeam salutis
    ad expugnandas diaboli fraudes. Amen.
    Ultima modifica di Ambrosiano; 23-09-2014 alle 21:45 Motivo: Testo rivisto ed ampliato a cura dell'utente Gerensis

  2. #2
    Aloisius Gonzaga
    visitatore
    L'AMITTO, breve storia

    L'amitto è il primo capo della serie che costituisce il paramento per la celebrazione eucaristica.
    È forse originato dagli stessi motivi che giustificano il foulard che tuttora si indossa contro il freddo a protezione del collo, o a protezione del colletto del cappotto o della giacca quando questi sono particolarmente preziosi; tuttavia questo ampio rettangolo di stoffa bianca, che doveva essere di lino, conferisce un senso di completezza a tutto l'insieme del vestito.
    È evidente che la sua origine non ecclesiastica ne tantomeno liturgica. Ma nel contesto ha preso un suo carattere particolare e le vecchie rubriche del messale prescrivevano che lo si ponesse anzitutto sulla testa e poi lo si facesse scorrere sulle spalle incrociando il lato superiore, che era più lungo, sul petto.

    Modo di indossare l'amitto nel Medioevo

    Nel Basso Medioevo l'amitto veniva fatto scivolare sulle spalle soltanto una volta giunti all'altare, o comunque non prima di avere indossato la casula; così viene fatto tuttora dai monaci e dai frati.
    L'uso di portare l'amitto, sia pure per un breve tratto, come fosse un cappuccio, può farlo pensare anche come una trasformazione appunto del cappuccio di cui era dotata l'antica sopraveste civile.
    A conferma di questa ipotesi vi sono due argomenti.
    • Il primo lo si desume dal fatto che spesso l'amitto portava sul bordo superiore un aurifregio che, una volta abbassato sulle spalle, si trasformava in una opportuna rifinitura al collo della pianeta, restando dietro la nuca quasi fosse un cappino.
    • Il secondo argomento è proprio il termine di "cappino" dato nel rito ambrosiano a questo aurifregio ormai staccato dall'amitto, posto dietro al collo e appuntato davanti sulle spalle della veste superiore: pianeta, funicella o dalmatica.

    La preghiera, sostanzialmente la stessa del Medioevo, che le rubriche del messale antecedente alla riforma del Concilio Vaticano II volevano che il sacerdote recitasse indossando l'amitto e che si può leggere nel post precedente, sottolinea proprio il fatto che esso fosse posto sul capo.

    Ai nostri giorni l'amitto è frequentemente ritenuto non più necessario e in pratica quasi dovunque non più utilizzato per chi usa un camice di taglio moderno; però è interessante notare come esso talvolta riemerga proprio quale cappuccio più o meno stilizzato aggiunto spesso alla casula.

    (Testo liberamente tratto dal sito della Scuola Beato Angelico di Milano).
    Ultima modifica di Ambrosiano; 23-09-2014 alle 22:13 Motivo: Eliminato riferimento ad immagine non più disponibile e in sostituzione messo il testo riportato.

  3. #3
    Triumviro emerito di Liturgie papali L'avatar di Liturgo
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  4. #4
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    Ringrazio l'utente Laertius
    "Mihi ostendit Deus neminem communem aut inmundum dicere hominem "
    At 10:28

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