
Originariamente Scritto da
aloisius
Eliminato Baglioni dalla santa hit parade
[Già, certo, la "santa hit parade". Già dal titolo abbiamo già capito l'articolista dove vuole andare a parare!]
di Tommaso Cerno
Via le chitarre, banditi gesti e autori profani. Il cardinale Cafarra [Il nome giusto, no?] mette all'indice un elenco di brani. E la Cei vara il canzoniere benedetto [canzoniere! chiamarlo innario no?]
Prima il crocifisso [minuscolo?] che torna al centro dell'altare papale[scandalo!!], poi il prete che può voltare le spalle ai fedeli, secondo il rito di San Pio V[non certo per assecondare un rito, ma per pregare CON i fedeli, anziché essere il protagonista della liturgia], e adesso l'Indice dei canti proibiti a messa[il senso che vuole dare è chiaro: si vuole ritornare al Medioevo, beninteso quello di Umberto Eco, non quello storico]. Il restyling della liturgia, caro a Benedetto XVI, passa al setaccio anche gli spartiti musicali. Le chitarre resteranno chiuse nelle custodie, saranno vietati i canzonieri scout e i tamburi verranno banditi dai templi. Nell'era di YouTube, la Chiesa rispolvera il canto gregoriano[nell'era di YouTube? che c'entra? ma questo Cerno avrà mai letto le disposizioni conciliari?] e lancia un nuovo anatema[anatema!! anatema!!]: niente accordi facili da gita in tenda, niente battimani, sotto le volte affrescate delle basiliche risuoneranno le polifonie degli organi rinascimentali[questa è spettacolare! le "polifonie degli organi rinascimentali!"] e le partiture sacre["risuoneranno le partiture sacre" ma è un giornalista questo?]. A Bologna, il cardinale Carlo Caffarra si è mosso in anticipo, depennando di proprio pugno i canti indigesti. "Mai più", ha vergato al fianco di brani scout diventati ormai dei classici, come 'Alleluja la nostra festa'[altrimenti noto come 'alleluja delle lampadine', perché il gesto compiuto dalle mani è quello di svitare le lampadine], che si intona gesticolando, oppure 'Osanna eh', che contiene però un errore teologico e, in un verso, confonde il Padre con il Figlio[e scusa se è poco! anche se, errore o non errore, è una porcata bambinesca, che nemmeno all'asilo i bambini potrebbero cantare senza sentirsi idioti]. "Basta canzoni sciatte", tuona il porporato nel libro intervista di Alessandra Borghese[quale libro?]. Ma la controriforma musicale non si fermerà sotto la Madonna di San Luca. La Conferenza episcopale sta per trasmettere le nuove regole a tutti i parroci italiani. Si chiama 'Repertorio nazionale per i canti della liturgia', è già stato compilato, e la pubblicazione è attesa entro settembre.[Stiamo a vedere che ne esce, personalmente temo molto!]
Non la si può certo definire una hit parade sacra[ah no? e spiegarlo a chi ha messo il titolo a questo "articolo"?], ma l'effetto sarà lo stesso. Da San Gennaro a Sant'Ambrogio, spariranno i Gen Rosso e le melodie orecchiabili come 'Dolce sentire', interpretata da Claudio Baglioni[ma che c'entra chi ha interpreto la canzoncina? mah!], per privilegiare i testi ispirati ai salmi, dal 'Kyrie eleison' di Berthier[è ispirato ai salmi? questa non la sapevo!], al 'Gloria' di Lécot[pure il Gloria è ispirato ai salmi?!?], passando per messale romano e tradizione italiana. Nessuna censura, ripetono alla Consulta per la liturgia, semmai il problema è opposto. E cioè che quelle canzonette non avrebbero dovuto mai varcare i santi portoni: "Si vuole riprendere la prima proposta fatta nel 1979, pur consapevoli che questa selezione non è in grado di venire incontro a tutte le esigenze locali", spiegano alla Cei. Ogni eventuale integrazione, per essere ammessa, dovrà tenere conto "della verità dei contenuti in rapporto alla fede vissuta nella chiesa" e, per gli accompagnamenti, della qualità della composizione. "È un richiamo al valore della liturgia, a messa si canta la fede, non solo parole e sentimenti", avverte don Manlio Sodi, presidente della Pontificia accademia di teologia di Roma. Come a dire che nemmeno in Parlamento si entra senza cravatta, e che preservare il rispetto di un luogo religioso non va considerata una censura.
Questa è la teoria, poi c'è la pratica fatta di canzonieri e lupetti dell'Agesci, che celebrano la messa nel bosco e strimpellano davanti al fuoco. La chitarra è il simbolo di quel modo di pregare, "visto che non si può scalare una montagna con l'organo in spalla", ripete chi ha intonato i canti religiosi e ne ha pure composti alcuni di celebri. La capo scout Lucia Spaccia è l'autrice, assieme a Laura Fiori, dell'Alleluja gestuale che sarà escluso dal repertorio. Nelle sue raccolte si trova un po' di tutto, dall''Ave Maria' fino a Beatles e De Andrè, perché negli anni c'è stata una contaminazione con i canti delle parrocchie[i Beatles, quelli di John Lennon, del capolavoro Imagine con la sua utopia del mondo senza religioni; la lista però dei "capolavori" parafrasati sarebbe molto lunga, includendo Simon e Garfunkel, Jesus Christ Superstar, Bruce Springsteen...]: "Esiste una tradizione trentennale di strumenti diversi dall'organo nei canti liturgici, non va dispersa", dice Lucia[veramente è quarantennale: negli anni Sessanta si è arrivati a perle quali i cantanti/chitarristi folk che cambiavano il patello ai figli davanti all'assemblea]. Per il resto gli scout sono d'accordo che non tutto possa essere suonato in chiesa. Già oggi, ripetono i gruppi da Milano a Roma, si distingue fra messa dei ragazzi e cerimonia solenne[messa "dei" ragazzi - hai detto tutto!]. "L'organo è affascinante, ma pretende una conoscenza che può diventare un limite fuori dalle cattedrali[frase (volutamente?) equivoca: sta parlando delle gite in montagna o delle chiese parrocchiali non cattedrali? e l'organo "pretende" questa conoscenza da parte di chi l'ascolta o da chi lo suona?], dove Gesù comunque ascolta[già, certo che ascolta, ma temo che a dubitarne sia proprio chi gli dedica certe sciocche canzonette]".