L’ampio vuoto della musica per i canti propri in italiano richiederebbe di essere opportunamente colmato.
I testi dei canti propri, al contrario degli inni generici eseguiti comunemente nelle nostre celebrazioni, sono riportati sul Lezionario, sono strettamente legati alla liturgia del giorno ed attingono quasi sempre direttamente dalla Parola di Dio. Si tratta dunque di una parte troppo importante della Messa per essere bistrattata; di una ricchezza che, in particolare, per noi ambrosiani è fondato motivo di orgoglio (noi abbiamo canti propri per l'ingresso, l'alleluia, il "dopo il Vangelo", lo Spezzare del Pane, la Comunione).
Tipicamente questi canti vengono ignorati, sostituendoli con inni più o meno opportuni, ma comunque generici, oppure letti (snaturandoli). E’ ovviamente molto impegnativo cantarli: per ogni singola celebrazione sono specifici (possono essere “riciclati” solo una o, raramente, poche volte all’anno) e sono molto numerosi.
Non esiste un repertorio che li presenti in musica (salvo in qualche raro caso: splendidi per esempio sono quelli scritti da mons. Migliavacca per il Triduo pasquale ambrosiano). Essendo di solito scritti in forma non metrica e con un numero non regolare di strofe, risulta difficile - ma non improponibile - l’idea di usare “toni comuni” (melodie semplici sulle quali adattare di volta in volta i testi), cosa che alla lunga, se se ne abusasse, introdurrebbe una non auspicabile monotonia, ma faciliterebbe il compito alle assemblee, dando loro modo di cantarli.
Ritengo che una soluzione sensata sarebbe quella usare ordinariamente dei “toni comuni” assembleari, melodie semplici, piane e di buon gusto che si adattino a vari testi, scritti sulla falsariga degli sperimentati toni comuni romani ed ambrosiani, in modo che le assemblee possano sentirli propri ed essere invogliate a cantarli (al contrario di quanto accade con gli inni moderni, che le assemblee sentono come proposti a loro e non come cosa loro).
Allo stesso tempo si potrebbero mettere i testi dei canti propri e delle antifone dei salmi anche su musica specifica (magari che prenda spunto dalle antiche corrispettive melodie gregoriane o ambrosiane proprie, rielaborandole), da affidarsi al coro nelle messe più solenni e, quando possibile, ad un’assemblea preparata e dotata di opportuni sussidi.
Si tratta di un’opera stimolante che dovrebbe coinvolgere i compositori disponibili nella Chiesa i quali, per ciascun testo, potrebbero scrivere brani di varia difficoltà (semplici melodie con accompagnamento per organo, armonizzazioni a più voci, polifonia più o meno elaborata) e di vario stile (purché in linea con i canoni della musica liturgica). La CEI dovrebbe selezionare e catalogare il risultato, mettendolo a disposizione di tutti (idealmente sul suo portale internet), così che ogni coro parrocchiale possa attingervi scegliendo in base al suo livello ed al tempo a disposizione, costituendo un moderno Antifonario in lingua corrente, che a lungo termine potrà sedimentare e costituire un repertorio ufficiale completo e condiviso. (In realtà ne risulterebbero due antifonari, uno romano ed uno ambrosiano.)
Questo lavoro richiederebbe anni, anche considerando che ci troviamo in una fase di riforma liturgica, in cui è in corso la pubblicazione del nuovo Lezionario ambrosiano, cui seguiranno nei prossimi anni il nuovo Messale e la nuova Liturgia delle Ore, ed anche i Lezionari romani dovranno necessariamente essere presto rivisti alla luce della nuova traduzione CEI della Bibbia.
Tali antifonari dovrebbero affiancarsi al nuovo Innario appena pubblicato, che raccoglie (teoricamente e discutibilmente, lo so) il meglio - filtrato ed approvato - del repertorio nazionale, ed ad un Innario diocesano completo comprendente gli inni ambrosiani per le "nuove" liturgie vespertine.
Personalmente quest'anno ho messo in musica parecchie antifone ambrosiane (con ovviamente tutti i miei limiti artistici) per le celebrazioni cui ha preso parte il coro. Gradirei molto uno scambio di opinioni ed un confronto di esperienze su questo tema.