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Discussione: Il lento e lungo cammino verso la razionalizzazione delle diocesi italiane

  1. #1
    Saggio del Forum
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    Il lento e lungo cammino verso la razionalizzazione delle diocesi italiane

    Citazione Originariamente Scritto da Nota della moderazione
    Riporto qui sotto il messaggio dell'utente coram deo che apriva questa discussione, alla quale sono stati aggiunti messaggi riguardanti questo stesso tema e provenienti da Sacrestia.
    Essendo ordinati dal sistema in modo cronologico, i messaggi postati oggi sono visibili alle pagine successive.
    Citazione Originariamente Scritto da coram deo
    Il Concordato fra Stato e Chiesa Cattolica del 1929 prevedeva che "Le Alte Parti contraenti procederanno d’accordo a mezzo di commissioni miste, a una revisione della circoscrizione delle diocesi, allo scopo di renderla possibilmente corrispondente a quella delle provincie dello Stato.”

    In pratica, rimanendo gradualmente vacanti le diocesi non sede di provincia, i vescovi non sarebbero più stati rimpiazzati ed il territorio sarebbe stato assegnato alle varie province interessate.

    Questa norma, per la quale avremmo oggi in Italia un centinaio di diocesi contro le oltre 250 esistenti, non è mai stata applicata, probabilmente per evitare le proteste dei fedeli, che mal sopportano l'idea di veder sopprimere la propria diocesi. Negli anni '80 c'è stata una revisione delle circoscrizioni diocesane con la soppressione di diverse sedi vescovili, ma è stato un provvedimento una tantum e ben lungi da raggiungere lo scopo che il Concordato si prefiggeva.

    La diocesi cui appartengo io (Piacenza-Bobbio), tanto per fare un esempio, insiste su quattro province: Piacenza, Genova, Pavia e Parma; al tempo stesso il territorio provinciale è occupato da tre diocesi: Piacenza-Bobbio in massima parte, Fidenza e Tortona (solo un esiguo lembo di terra con un piccolissimo paesino).

    Voi che ne pensate? Sarebbe opportuna una razionalizzazione (che evidentemente si avvertiva già come necessaria 80 anni or sono) oppure vi sembra che l'attuale assetto delle diocesi italiane (ognuno considera la realtà che conosce, è ovvio) possa andar bene?
    ------------------------------------------------------------
    Io invece sono del parere che le diocesi in Italia sono decisamente troppe, vi sono diocesi grandi come una zona pastorale della diocesi di Como a come decanati della diocesi di Milano, accorpardole penso sarebbe un guadagno per tutti, meno "curie", meno "uffici" e una possibilità di crescita e confronto tra esperenzie diverse che secondo me farebbe bene alla Chiesa.
    Ultima modifica di princeps ecclesiae; 04-01-2010 alle 17:10

  2. #2
    utente cancellato
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    A me personalmente non dispiacerebbe far coincidere le diocesi con le province, pensate a Cassano all'Jonio o, peggio che peggio, a Monte Uliveto, abbazia territoriale, che deve andare a elemosinare il Crisma nella diocesi vicina e chiamare Vescovi da fuori per ordinare i preti e ha 3 (TRE) parrocchie! mi pare un po' ridicolo.

  3. #3
    Cardinale Bellarmino
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    Citazione Originariamente Scritto da don diego Visualizza Messaggio
    A me personalmente non dispiacerebbe far coincidere le diocesi con le province, pensate a Cassano all'Jonio o, peggio che peggio, a Monte Uliveto, abbazia territoriale, che deve andare a elemosinare il Crisma nella diocesi vicina e chiamare Vescovi da fuori per ordinare i preti e ha 3 (TRE) parrocchie! mi pare un po' ridicolo.
    Non generalizzerei il fatto Diocesi = Provincia, ma direi almeno Diocesi non più piccole di una Provincia. Milano la lascerei come è... così come le altre grandi Arcidiocesi. Le piccole, assimilate tra loro, mantenendo magari la denominazione unita delle varie piccole che la compongono, della grandezza almeno della Provincia.

  4. #4
    utente cancellato
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    Io invece spezzerei pure Milano, lasciando pure il rito Ambrosiano la dove nei secoli si è sedimentato. è l'unico caso in Italia; come fa il Card. Dionigi Tettamanzi a fare la visita pastorale in modo sereno se ha una diocesi grande come il mare?

  5. #5
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    Il discorso di far coincidere le Diocesi con le provincie è vecchio, risale al tempo del concordato e lo proponeva lo Stato alla Chiesa, ma quest'ultima pur promettendo di attuarlo col tempo, invece non lo fece.
    Alcune Diocesi, come tutti sappiamo furono accorpate negli anni '80, dopo un periodo più o meno lungo di unione "in Persona Episcopi", con l'invenzione giuridica della nascita di una "nuova" diocesi che ereditava i nomi delle precedenti, ma doveva essere una cosa nuova per non scontentare nessuno, ma in realtà non tutti furono felici e contenti, basta ricordare le porte murate delle cattedrali soppresse e proteste analoghe ...
    La Diocesi piccola ha il vantaggio di una maggiore vicinanza tra Vescovo, parrocchia e fedeli, anche se moltiplica le strutture e corre il rischio di ristagnare per una eventuale esiguità delle risorse umane e materiali.
    La Diocesi grande offre maggiori possibilità in termini di mezzi, persone e strutture ma rischia di essere dispersiva tanto che poi viene di nuovo suddivisa in eventuali decanati, prefetture, vicarie e simili. Certo l'idea che il popolo non veda spesso il proprio Vescovo ma lo "conosca" attraverso i vicari, i decani e prefetti non è molto confortevole ...

  6. #6
    Moderatore Globale L'avatar di Ambrosiano
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    Per quanto riguarda l'ipotesi di scissione della diocesi di Milano, anche se argomento nettamente fuori tema, dico la mia contrarietà. Al giorno d'oggi la visita pastorale non è più il solo momento in cui si incontra il Vescovo. Le possibilità sono moltissime, come si può vedere solo guardando l'agenda online del card. Tettamanzi. E poi ci sono i mezzi di comunicazione, i giornali e la facilità di spostamento.
    Il diverso modo di impostazione delle visite pastorali è conseguenza diretta del diverso modo di "far parrocchia". Ormai esse non sono più un'entità autonoma, ma sempre più danno spazio ad iniziative decanali. E c'è pure la figura del parroco responsabile di più parrocchie. Quindi.....
    Ed infine, non ultimo, non c'è mai stata una richiesta del popolo ambrosiano in tal senso. Anzi, vi sono sempre state forti reazioni e tensioni quando si è deciso lo spostamento marginale di qualche parrocchia in diocesi vicine (l'ultima Lomazzo).
    Ultima modifica di princeps ecclesiae; 04-01-2010 alle 17:12

  7. #7
    pathos81
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    una diocesi non è solo ripartizione territoriale della chiesa da "accorpare" per ridurre "uffici e curie" come dice qualcuno.. ma è anche la Storia di una Chiesa che in quel territorio vive da secoli rispetto alla quale noi contemporanei non abbiamo diritto di interrompere per motivi dopotutto "futili" per cui penso che bisognerebbe andare con i piedi di piombo

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da pathos81 Visualizza Messaggio
    una diocesi non è solo ripartizione territoriale della chiesa da "accorpare" per ridurre "uffici e curie" come dice qualcuno.. ma è anche la Storia di una Chiesa che in quel territorio vive da secoli rispetto alla quale noi contemporanei non abbiamo diritto di interrompere per motivi dopotutto "futili" per cui penso che bisognerebbe andare con i piedi di piombo
    Dignum et iustum est !
    Purtroppo per motivi funzionali sono state cancellate diocesi che erano nate dai primissimi secoli di vita cristiana, senza considerare la storia, le gesta, i meriti di generazioni e generazioni di cristiani che con impegno eroico, e anche il martirio, avevano trasmesso e custodito il dono della fede.

  9. #9
    Moderatore e Cronista di CR L'avatar di Abbas S:Flaviae
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    Citazione Originariamente Scritto da coram Deo Visualizza Messaggio
    Voi che ne pensate? Sarebbe opportuna una razionalizzazione (che evidentemente si avvertiva già come necessaria 80 anni or sono) oppure vi sembra che l'attuale assetto delle diocesi italiane (ognuno considera la realtà che conosce, è ovvio) possa andar bene?
    Io credo che l'assetto attuale vada bene. Per quanto riguarda la mia regione ci sono attualmente 18 diocesi e 9 province. Ridurre le diocesi al numero delle province significherebbe dimezzarle, con conseguenti disagi nell'amministrazione delle stesse. Certo quando furono divise le diocesi le province nemmeno esistevano e forse era più opportuno adeguare le province alla diocesi, visto che esse sono di gran lunga più antiche. Nella mia diocesi (Caltanissetta) ad esempio abbiamo un paese della provincia di Enna (Enna non è diocesi ma appartiene a Piazza Armerina) e alcuni paesi della provincia di Caltanissetta sono della diocesi di Piazza Armerina. Quando vennero istituite le due diocesi di Caltanissetta e Piazza (nella prima metà dell''800), furono divise in base a criteri logici di amministrazione anche politica, successivamente (nella prima metà del '900)il governo istituì la provincia di Enna scombussolando così tutto l'assetto geo-politico-religioso. Quindi non è che sia proprio colpa della Chiesa! Ad ogni modo per tornare alla domanda bisognerebbe valutare i singoli casi, perché non sempre è possibile far coincidere le province con le diocesi.
    vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo.

  10. #10
    utente cancellato
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    A mio parere sarebbe cosa quanto mai saggia farlo.

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