I siti che riportano la notizia
Sito diocesano
http://www.diocesidicremona.it/main/...foto&idrec=807
Sito di informazione locale
http://www.cremona24ore.it/cronaca.htm
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Ho letto la lettera del Maestro dimissionario.
Che dire, se non ci fosse il copyright avrei già copiato la lettera, stampata e fatta pervenire a chi di dovere nella mia parrocchia.
Il Maestro denuncia con molta lucidità il male che attanaglia la musica sacra, in particolar modo le errate convinzioni che gravitano riguardo la musica liturgica, e devo dire che le sue parole mi trovano perfettamente d'accordo: non posso davvero aggiungere nulla all'analisi molto precisa condotta nella lettera, ma chioserei dicendo che quanto auspicato dal Maestro Rampi per le Cattedrali possa accadere anche nelle nostre piccole realtà, seppure in modo un po' diverso, attagliato sulle risorse disponibili.
Invito tutti i forumisti affezionati di Musica Sacra a leggere la lettera linkata da Organum86, perché è davvero molto significativa.
Mi dispiace, tuttavia, che quanto narrato accada nella Diocesi di Cremona, di cui ho letto notizie positive a livello musicale (un buon Repertorio liturgico, da me conosciuto proprio tramite CR, e l'edizione di raccolte di canti tradizionali di buon livello).
Io l'ho copiata ed ho intenzione di spedirla all'indirizzo di qualcuno di mia conoscenza...Osanna e Osanna e....sperando che se non altro stimoli un minimo di attività neuronale, quella sopravvissuta ad anni di "la nostra festa non deve finire", e magari si decida a spiegare per quale motivo la corale parrocchiale si ostina a cantare la Missa de Angelis e non l'inno degli idraulici ovvero Acqua siamo noi. Mi stavo rileggendo i documenti ufficiali della Chiesa sulla Musica Sacra e mi veniva da piangere.
Di fronte ad un tale degrado della musica sacra, poiché dai sacri palazzi non esce una direttiva chiara da almeno 40 anni su cosa bisogna fare e cosa bisogna non fare, ben vengano le reazioni dei direttori e delle cappelle musicali.
Ho apprezzato dalla prima all'ultima parola le impressioni del maestro sullo stato della musica sacra: è sotto gli occhi di tutti che la maggior parte dei vescovi italiani (parlo per quello che so) non si occupi della musica liturgica; le cappelle corali non esistono più, esistono "cori guida"; l'assemblea, posta al centro dell'attenzione come il pubblico a teatro, deve "partecipare" alla celebrazione; sembra quasi di sentire un invito, da parte di molti parroci e vescovi, di stampo "televisivo": il pubblico ha sempre ragione.
Sarebbe ora che questo problema si ponga all'attenzione di tutti, fino ad arrivare a chi di dovere; ben venga la pubblicizzazione di atti di protesta come quello di Cremona. Storicamente mi piange il cuore a dirlo, ma è ora di prendere lezioni di musica sacra da altri paesi esteri: la situazione italiana è sul lastrico. E, come ricordato dallo stesso maestro nella sua lettera, non è colpa del Concilio (che al contrario dice a chiare lettere cosa si può fare e cosa no); continuo a ripetere che è in certo postconcilio che ogni cosa si "deve interpretare", "tutto è relativo", fino a dare alle parole un significato diametralmente opposto a quello espresso dai grafemi.
Non posso che concordare totalmente con la lettera del maestro Rampi e penso inoltre che tale lettera riassuma la situazione che si vive nel 99% delle realtà che conosco.
D'altra parte quando una persona così preparata è costretta ad abbandonare è comunque una perdita grande poichè ha come unico risultato quello di lasciare le porte aperte a ciò contro cui si sta "battendo".
Come risolvere la situazione? Non penso che una direttiva che arrivi dal Vaticano possa risolvere la situazione cui siamo giunti (vedi Redemptoris Sacramentum) ma penso che ci vorranno anni ed anni di di formazione e di buona volontà.
La cosa è veramente triste, molto triste, soprattutto perché credevo che Cremona fosse una piccola isola felice, alla diocesi appartengono importanti membri dell’AISC e dell’ULN, a Cremona è stato realizzato , a cura dell’ufficio liturgico, quello che per me è il miglior repertorio di canti per l’assemblea.
Ricordo con vivo piacere la s. messa trasmessa dalla cattedrale di Cremona già due anni fa ed animata dalla suddetta corale, uno splendido esempio di arte a servizio della liturgia dove i canti del proprio sono stati eseguiti dal coro mentre i canti dell’ordinario dall’assemblea e coro in un mirabile alternarsi.
Purtroppo stiamo raccogliendo i frutti di una falsa e forzosa interpretazione delle costituzioni conciliari, non capisco come mai troppi sacerdoti ed anche troppi laici continuano ad ignorare colposamente quanto ivi contenuto; è chiaro, lampante e palese che i documenti parlano di partecipazione attiva dell’assemblea ma parlano anche di cori soprattutto nelle chiese maggiori e nelle cattedrali, di polifonia e soprattutto di canto gregoriano, non danno adito ad altre interpretazioni personalizzate...
Purtroppo noi musicisti che vogliamo lavorare in piena fedeltà a quello che il concilio ha esplicitamente voluto e ribadito ci troviamo quasi sempre alle dipendenze di un clero tanto arrogante quanto ignorante presuntuoso in materia (non in musica ma in liturgia), che continua a considerare le liturgie come delle attività ludico-ricreative alle quali deve trovare il modo migliore per emergere quale unico protagonista.
Ma la cappella musicale anima tutte le celebrazioni festive della cattedrale? Tutte le domeniche?
Possibile che ci sia chi pretenda che la partecipazione attiva dell’assemblea si possa attuare unicamente facendo eseguire ad essa tutti i canti del proprio e dell’ordinario? Tutte le domeniche? Possibile che non si possa concordare una pianificazione per cui all’assemblea possano essere affidati di volta in volta alcuni o anche tutti i canti dell’ordinario oppure del proprio?
E poi non dimentichiamoci che il coro polifonico o cappella musicale che sia è e rimane parte integrante dell’assemblea e non un corpo estraneo od un complemento d’arredo.
Eppure i vescovi ed i sacerdoti non hanno alibi: Sacrosantum Concilium ed il documento Musicam Sacram sono chiari ed espliciti, non sono come le Centurie di Nostradamus che ognuno può interpretare a proprio piacimento.
C’è solo da augurarsi che i vertici della cattedrale e soprattutto il M.° Rampi, che è un musicista di altissimo livello, possano tornare sui loro passi, il mondo della musica liturgica in Italia non è così ricco di personalità di tale calibro da potersene disfare così liberamente.
Qualcuno sarebbe così gentile da copiare e incollare qui il testo completo della lettera del Maestro? Io non ci riesco, posso solo leggerla...
Anche perché così il testo rimane disponibile per il futuro, i siti di news tendono infatti a cancellare le notizie dopo un certo tempo.
Vi ringrazio
Spero ardentemente che il degrado liturgico-musicale della diocesi resti per sempre sulla coscienza di quei vescovi che vi hanno contribuito, sia con complicità che con connivenza. Stesso discorso, se non piú grave, per i parroci e le loro chitarre.