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Discussione: Messa spiegata ai bambini

  1. #21
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    Beh il mio bambino ha 10 anni e quindi ha fatto la comunione. Non ha ancora le idee ben chiare, le catechiste hanno faticato molto a seguirli, un pò per la loro età avanzata e parecchio per la indisciplinatezza di alcuni elementi. Però in chiesa c'è un parroco nuovo da un anno ormai che li tiene col fiato sospeso a messa, che calibra bene le parole, è un bravo oratore, sa come colpirli e al momento giusto e questa è una grande dote per attirare l'attenzione e nn solo per i più piccoli. Per quanto mi riguarda, io e i miei mille dubbi, gli abbiamo spiegato quel quadro di Leonardo da Vinci, L'ultima cena, in cui c'è Gesù con i suoi discepoli e lui che divide con chi ama il suo "sangue" che sarà versato e il suo "corpo" ... un uomo come tanti, che amando è stato abbandonato a sè stesso e odiato nonostante predicasse l'amore...un grande insegnamento per tutta l'umanità: sentirsi soli, pregare il proprio padre affinche renda quella croce meno gravosa....ecco Lorenzo, così si chiama mio figlio, a volte si distrae a messa come tutti i bambini e magari gli sfugge la lettura, ma quando il parroco alza quel calice lui abbassa la testa in segno di rispetto e questo per me significa molto....

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da IsabellaR72 Visualizza Messaggio
    ecco Lorenzo, così si chiama mio figlio, a volte si distrae a messa come tutti i bambini e magari gli sfugge la lettura
    Tranquilla, di distrarsi capita anche a persone molto più grandi di tuo figlio.

  3. #23
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    Io credo che i bambini siano perennemente sottovalutati dalla società e anche, in un certo qualmodo, da certi settori ecclesiali. Essere bambini non significa essere meno intelligenti: ho conosciuto ragazzi molto più aperti e capaci che non tanti adulti. Anzi, forse coi bambini è persino più semplice: un adulto, infatti, ha già un proprio bagaglio culturale, è già, per così dire, "modellato". Riuscire a fargli capire cose che non coincidono col suo modo di essere e di fare è piuttosto complicato. I ragazzi, generalmente, sono più aperti, maggiormente capaci di mettersi in discussione, di lasciarsi "modellare" da Cristo Signore.
    Per questo ritengo che, pur con le dovute attenzioni, non si debba presentare loro una versione monca o edulcorata del cristianesimo. Come direbbe Messori, la nostra fede comporta l'et-et. Per cui c'è indubbiamente la dimensione della festa, così come c'è la dimensione del dolore. C'è il banchetto gioioso degli invitati alle mistiche nozze dell'Agnello, ma c'è anche il Sacrificio della Croce.
    Per quanto riguarda i sussidi, mi permetto di consigliare quelli editi specificatamente per bambini e ragazzi dalla piccola casa editrice Mimep-Docete. Alcuni si possono trovare qui, ma sfogliando il catalogo se ne possono trovare altri. Ho potuto leggerne uno, "La vita cristiana spiegata ai giovani", e l'ho trovato semplice, ortodosso, affidabile.

  4. #24
    Nuovo iscritto L'avatar di CateNapoletano
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    Come catechista all'inizio ho faticato molto su questo argomento fondamentale della nostra Fede.
    Fondamentalmente mi sono trovato davanti due strade: o banalizzare tutto con l'immagine della festa, dell'incontro, paragonando la domenica ad un festino qualsiasi con canti e suoni oppure intellettualizzare il tutto, riempiendo la testa dei poveri bambini di nozioni e concetti.
    Io nella mia piccola esperienza ho intuito che ai bambini si possa parlare di tutto, ovviamente dosando le parole, ma senza tentare di edulcorare la realtà (i bambini amano particolarmente la verità e a volte s'emozionano pure sentendo parlare di Gesù Cristo...): la Messa è il sacrificio di Gesù e sacrificio significa morte, è inutile girarci attorno.
    Ovviamente ciò và inscritto in tutto il cammino catechistico, dove Dio viene presentato Creatore e Padre, amante dell'uomo e che per amore dell'uomo dona anche il suo Figlio Unigenito. Non è un caso che il discorso sull'Eucarestia nei catechismi ufficiali arrivi con la Pasqua, quindi dopo mesi di cammino e di esperienza di quell'Amore che si declina con la storia della salvezza.

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da CateNapoletano Visualizza Messaggio
    Come catechista all'inizio ho faticato molto su questo argomento fondamentale della nostra Fede.
    Fondamentalmente mi sono trovato davanti due strade: o banalizzare tutto con l'immagine della festa, dell'incontro, paragonando la domenica ad un festino qualsiasi con canti e suoni oppure intellettualizzare il tutto, riempiendo la testa dei poveri bambini di nozioni e concetti.
    Io nella mia piccola esperienza ho intuito che ai bambini si possa parlare di tutto, ovviamente dosando le parole, ma senza tentare di edulcorare la realtà (i bambini amano particolarmente la verità e a volte s'emozionano pure sentendo parlare di Gesù Cristo...): la Messa è il sacrificio di Gesù e sacrificio significa morte, è inutile girarci attorno.
    Ovviamente ciò và inscritto in tutto il cammino catechistico, dove Dio viene presentato Creatore e Padre, amante dell'uomo e che per amore dell'uomo dona anche il suo Figlio Unigenito. Non è un caso che il discorso sull'Eucarestia nei catechismi ufficiali arrivi con la Pasqua, quindi dopo mesi di cammino e di esperienza di quell'Amore che si declina con la storia della salvezza.
    Ecco, anche se dal profondo della mia inesperienza ed inadeguatezza, questo mi sembra il modo migliore o sicuramente uno dei modi più sinceri di avvicinarsi ai loro piccoli cuori. Hanno i mezzi per elaborare concetti che forse noi giudichiamo aprioristicamente incomprensibili e cui inconsciamente poniamo un veto...

  6. #26
    bannato
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    Meglio non complicare le cose.La nostra religione si rinnova nell'arco di tutta la vita.

  7. #27
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    io ho tre bambini e cerco, anco con sforzi notevoli, di portaarli ogni domenica a messa

  8. #28
    Vecchia guardia di CR L'avatar di SignorVeneranda
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    Dai contributi che sono stati postati mi pare che possiamo fare questa riflessione.
    Diciamo che ci sono due scuole di pensiero. Secondo una di queste è meglio coltivare nei bambini una serie di predisposizioni di base per invogliarli alla frequentazione della Messa una delle quali mi pare sia stata individuata nel piacere di stare insieme, nell'amicizia, ecc.
    Certamente il primo segno che possiamo sperimentare nella celebrazione domenicale della Messa è quello dell'assemblea. Assemblea, però, convocata da Dio stesso. E' bene ricordare questo : la gioia ed il piacere di stare insieme non sono necessariamente il prerequisito per partecipare alla santa Messa. Andiamo in uno stesso luogo per ricevere da Dio il dono della comunione. Non solo la comunione sacramentale, ma anche il dono della comunione fra di noi.
    La seconda opinione è che si debba puntare, nella catechesi ai bambini, sul cuore della santa Messa. I bambini , è stato detto, sono in grado di recepire contenuti anche molto profondi, e non si deve rinunciare, a priori, alla loro trasmissione. Qui però dobbiamo essere molto attenti a comunicare non solo un contenuto formalmente corretto dal punto di vista teologico ma anche come noi viviamo quel contenuto. Si tratta infatti di trasmettere la nostra fede. Quello che trasmettiamo, in qualsiasi modo lo facciamo, deve avere una risonanza reale in noi. Non sto dicendo una risonanza totale, cosa che sarebbe irrealistica in quanto ognuno di noi è a sua volta, come direbbe S.Tommaso, viator, cioè in cammino, non arrivato; ma in qualche modo il bambino deve sentire che ciò che gli stiamo trasmettendo è vitale per noi.
    Un prerequisito essenziale è infatti proprio questo : sentire che quello che trasmettiamo risveglia, in qualche modo, anche la nostra fede. Quanto cerco di dire è espresso molto bene da S.Agostino in questo passo della sua opera De catechizandibus rudibus, dedicato appunto all'insegnamento e alla catechesi iniziale:

    «Se poi ci annoiamo a ripetere spesso cose banali e da bambini, mettiamoci pure al livello dei bambini con amore materno, fraterno, paterno. E se saremo vicini al loro cuore anche a noi quelle cose sembreranno nuove. Così grande è infatti la potenza della simpatia che quando i nostri ascoltatori sono commossi da noi che parliamo e noi da loro che apprendono ci compenetriamo gli uni negli altri. E di conseguenza essi pronunciano per così dire, per bocca nostra le cose che ascoltano e noi apprendiamo da essi in certo modo le cose che insegniamo» (DCR 12, XVII)

  9. #29
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    Il valore della testimonianza e della coerenza personale è innegabile nella catechesi, immaginarsi quando si parla di Eucarestia. Ovviamente non si può non essere d'accordo, parafrasando Papa Paolo VI, meglio testimoni coerenti che maestri teologicamente perfetti..

  10. #30
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    Citazione Originariamente Scritto da CateNapoletano Visualizza Messaggio
    Ovviamente non si può non essere d'accordo, parafrasando Papa Paolo VI, meglio testimoni coerenti che maestri teologicamente perfetti..
    Puoi indicarmi il discorso completo del Servo di Dio Paolo VI da cui hai tratto questa citazione?

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