La differenza fondamentale sta in questo: il peccato mortale comporta un disordine rispetto al fine ultimo, cioè l'allontanamento da Dio comme sommo Bene; il peccato veniale invece comporta un disordine solo circa i beni inferiori, dipendenti dal Bene supremo e ad esso subordinati.
Il peccato mortale è l'atto della volotnà con cui riportiamo il nostro ultimo fine nei beni finiti, al posto di Dio medesimo; questo peccato pone chi lo compie in uno stato di ribellione a Dio e perciò lo rende meritevole della pena eterna e della morte spirituale.
Il peccato veniale è un atto della volontà con cui si amano in modo eccessivo i beni creati, ma senza preferirli al loro Creatore né riporre in essi il proprio ultimo fine; esso non toglie la Grazia ma affievolisce la carità, predisponendo a commettere il peccato mortale; comunque è meritevole di venia, cioè di indulgenza, il che - ben inteso - non lo rende assolutamente lecito.