CRONACHE
DALL'ARCIDIOCESI
DI BOLOGNA
Storia della Chiesa di Bologna
Già agli inizi del IV secolo esisteva a Bologna una prima comunità di cristiani: di questa facevano parte Vitale e Agricola, che morirono martiri nel corso delle persecuzioni di Diocleziano (303-305).
Dopo l'Editto di Costantino del 313 la città ebbe il vescovo Zama: la diocesi era allora sottomessa alla sede metropolitica di Milano, retta da S. Ambrogio. Fu proprio il grande santo milanese che contribuì a dare un vigoroso impulso alla giovane Chiesa bolognese. Egli, infatti, volle recarsi a Bologna per assistere alla riesumazione dei resti di Vitale e Agricola.
Verso la metà del V secolo, Bologna ebbe come vescovo San Petronio, destinato a divenire il patrono della città: a lui si deve probabilmente la fondazione delle chiese del Monte Oliveto (oggi San Giovanni in Monte) e di Santo Stefano, dove il santo fu sepolto e dove fino a poco tempo fa riposava il suo corpo, ad eccezione del capo conservato dal 1743 nella grande basilica a lui dedicata in Piazza Maggiore. In questa chiesa il 3 ottobre 2000 le spoglie mortali del santo sono state ricomposte con una suggestiva cerimonia.
Durante la dominazione bizantina (535-727) la Chiesa bolognese passò dall'influenza di Milano a quella di Ravenna. A quest'epoca risale il culto a Bologna per Sant'Apollinare, vescovo di Ravenna.
Il cardinale Prospero Lambertini (1675-1758), di famiglia bolognese, divenuto Papa con il nome di Benedetto XIV, seppe cogliere quei nuovi fermenti e fornire con le visite pastorali e le notificazioni, indirizzi ed esempi validi per il clero e per tutta la popolazione.
Nel corso della prima guerra mondiale e dell'immediato dopoguerra, la Chiesa bolognese fu particolarmente attiva. Il cardinale Giacomo della Chiesa (1854-1922), arcivescovo di Bologna, eletto Papa con il nome di Benedetto XV, fu instancabile apostolo di pace nelle vicende del primo conflitto mondiale.
I suoi successori nella sede episcopale bolognese, il cardinale Giorgio Gusmini (1855-1921) e il cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca (1872-1952), svolsero un'intensa attività pastorale. Quest'ultimo, in particolare, promosse il Congresso Eucaristico Nazionale tenuto a Bologna nel 1927, contribuì alla costruzione di un nuovo Seminario e diede impulso alle più svariate iniziative cattoliche.
Negli anni del dopoguerra il cardinale Nasalli Rocca avviò l'opera di ricostruzione delle chiese distrutte o danneggiate; celebrò nel 1947 il secondo Congresso Eucaristico Diocesano e nel 1950 l'Anno Santo. Alla sua morte, gli successe il cardinale Giacomo Lercaro (1891-1976), che caratterizzò il suo episcopato, sin dall'inizio, con un'attività intensa e multiforme.
La sua personalità e la sua dedizione lo spinsero a distinguersi nel corso del Concilio Vaticano II, e lo connotarono come figura di riferimento nei primi anni del postconcilio.
Gli successe nel 1968 il cardinale Antonio Poma (1910-1985), che svolse il ministero con instancabile perseveranza e fedeltà assoluta alla Chiesa, con saggezza e prudenza ma anche con la necessaria fermezza.
Nel 1983 fu incaricato di reggere la diocesi di Bologna mons. Enrico Manfredini (1922-1983), che morì dopo meno di 10 mesi.
Allora Giovanni Paolo II elesse il cardinale Giacomo Biffi (1928-), già vescovo ausiliare a Milano.
Nel 2004 il card. Biffi ha lasciato la guida della Chiesa bolognese per raggiunti limiti di età ed è stato sostituito dall’arcivescovo mons. Carlo Caffarra (1938-), già titolare della diocesi di Ferrara.
Fonte: http://www.bologna.chiesacattolica.it