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Discussione: Il mio viaggio a Medjugorje

  1. #11
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    Quanti giorni sei stato a Medjugorie?

  2. #12
    Veterano di CR L'avatar di Humus
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    Son stato due giorni, son partito un Giovedì e sono arrivato venerdì mattina, la domenica notte siamo ripartiti.

  3. #13
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    Le mie impressioni a Medjugorie

    Sono stato a Medjugorie in Aprile per cinque giorni e anche quì, come a Fatima, l'impatto è stato per me dirompente. Non ho partecipato a nessuna apparizione, non ho visto fenomeni particolari, e la decisione di andare a Medjugorie era stata presa perchè mia moglie desiderava da tanto tempo andarci. Era la prima volta che partecipavo ad un pellegrinaggio organizzato, con accompagnatore, guida spirituale e gruppo di pellegrini, non ho mai fatto un viaggio in gruppo, sono sempre stato un viaggiatore autonomo e geloso della mia indipendenza, abbastanza refrattario a seguire indicazioni e obblighi. Non sono più giovane, ho 68 anni, e come, quasi, tutte le persone della mia età cocciuto ed abitudinario. Non mi spaventava la prevista semplicità del cibo e dell' alloggio, la durezza dei percorsi ma temevo di partecipare alla rappresentazione di una fede bigotta e cieca che avrei rifiutato costringendomi ad estraniarmi dal gruppo e creando quindi imbarazzo e disagio. Insomma ero preparato ad un vero pellegrinaggio di penitenza. Io sono un credente " razionale ", i miei studi, le mie esperienze scientifiche mi hanno convinto, la mia famiglia è sempre stata cattolica osservante, della ineluttabilità della esistenza di Dio, la lettura delle fonti della certezza della Resurrezione di Nostro Signore Gesù e della grandezza del dono di Dio alla umanità attraverso la Gloria della Benedetta Vergine Maria.
    A Medjugorie anche grazie alle persone che erano nel gruppo ho capito che non c'è razionalità nella Fede, che il mondo dei semplici ha il diritto di essere chiamato a testimoniare cosa sia la vera fede : abbandono totale alla volontà del Padre, tutte quelle persone erano colpite da tragedie persanali e familiari, ed erano lì per ringraziare il Padre tramite la Madonna. Nessuno pretendeva niente, tutti sapevano quale miracolo fosse stare insieme, pregare insieme, sopportare insieme ed amarsi gli uni gli altri. Secondo me questo è Medjugorie, il recuperare la gioia di stare insieme a pregare, a non sapere cosa sia un televisore, a digiunare per offrire una piccola privazione alla grande opera del Signore in favore della salvezza degli uomini, non solo del corpo ma soprattutto dell' anima. Sbaglia chi va a Medjugorie con macchine fotografiche sempre in attività, registratori, telecamere, la si va con il Rosario, ma non per pregare come un disco incantato ma aprendo il proprio cuore, animo, coscienza al grido di lode che dalì si alza verso Dio. Lo possiamo fare anche a casa nostra però prima dobbiamo imparare quello che abbiamo perduto e che nessuno ci ricorda più.

    Giancarlo

  4. #14
    Laus Gloriae L'avatar di Sofia
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    Nota del mod:
    Invito gli utenti a non andare off topic.
    Questa è la sezione Pellegrinaggi, dedicata soprattutto alle informazioni su come raggiungere i luoghi santi, e ad altre notizie utili a pellegrini e viaggiatori.


    Edit: ho deciso di non cancellare i messaggi che sono stati postati fino a questo momento, ma vi invito a restare in tema.
    Eventuali off topic in questa discussione, specialmente se di carattere anche solo minimamente polemico, verranno cancellati e infrazionati.

    Ringrazio invece Humus e coloro che ci raccontano la loro esperienza di viaggio spirituale a Medjugorje.
    Ultima modifica di Sofia; 12-05-2010 alle 09:18
    Volo quidquid vis,
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    Voglio tutto ciò che vuoi Tu, perchè lo vuoi Tu, nel modo in cui lo vuoi Tu, fino a quando lo vuoi Tu.
    (dalla "Preghiera universale" attribuita a Clemente XI)

  5. #15
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    Sono appena tornata da Medjugorje e volevo condividere con voi il mio viaggio. Cercherò anche io di sintetizzare le mie impressioni generali e poi, per chi fosse interessato, racconterò qualcosa di più dettagliato.

    Premetto che dopo un lungo periodo di entusiasmo per il fenomeno di Medjugorje (avendo letto il libro di Socci e numerose testimonianze su internet), ho deciso di partire anche io. Dopo aver prenotato, tuttavia, ho avuto modo di approfondire anche le argomentazioni "contro" Medjugorje, specialmente in questo forum, e sono diventata molto più scettica. Ero in ogni caso decisa a partire perché tutti non fanno altro che ripetere"vai e poi vedrai". Se devo essere sincera, una volta arrivata a Med e per ben due giorni non ho provato assolutamente niente: ho partecipato alle varie attività di preghiera e non ho percepito alcun trasporto particolare, se non quello che provo normalmente partecipando ad una messa o recitando un rosario. Gli ultimi due giorni sono andati meglio, forse mi sono lasciata più andare o forse ho capito che a Medjugorje per provare una atmosfera un po' più spirituale è necessario stare il più lontano possibile dai negozietti di suvenir religiosi. In definitiva il viaggio è stato positivo perché il gruppo era composto da persone piacevoli, credenti ma non fanatici, e il sacerdote che ci accompagnava era molto bravo. Alla fine sono riuscita a pregare bene e questa credo che sia la cosa più importante. Il viaggio non mi ha convinto in merito alla veridicità delle apparizioni e credo che molte persone avvertano lì qualcosa di speciale perché in quel posto si prega con devozione, ci si confessa, ci si accosta alla Eucarestia, si recita il rosario, si partecipa alla via crucis e alla adorazione Eucaristica... insomma io credo che i frutti buoni di Med (conversioni e anche miracoli) dipendano da questo. Forse chi non è abituato a partecipare abitualmente a queste attività rimane colpito dal clima che sia crea quando si riesce a pregare bene. In ogni caso non posso escludere che io sia totalmente "insensibile", quindi aspetto le valutazioni della Commissione e mi fiderò del loro giudizio.

    Ecco invece i dettagli del viaggio:
    siamo partiti da Milano Malpensa la mattina presto: il volo è stato puntualissimo e all'arrivo del piccolissimo aeroporto di Mostar ci è voluto un po' di tempo per attraversare i controlli di polizia (perché sono stati un po' lenti). Un autobus ci ha portato a Med in circa 45 minuti. La prima parte del viaggio è molto bella: c'è un bel paesaggio, un po' selvaggio, e il tempo era bellissimo, sembrava estate piena. L'arrivo a Med è stato invece un po' più traumatico: le costruzioni devono essere sorte un po' ovunque a velocità della luce e senza un piano urbanistico che tenti di dare armonia al tutto. La via davanti alla parrocchia è disseminata di negozietti di suvenir religiosi. Ci siamo sistemati in una pensione di nuova costruzione, semplice e pulita con personale e proprietario molto gentili ed ospitali. Abbiamo quindi pranzato: il cibo era semplice, buono ed abbondante. Nel pomeriggio, approfittando della bella giornata siamo saliti sul Podboro recitando il Rosario: la salita è abbastanza complessa a causa delle tantissime pietre appuntite che si trovano sulla montagna. Arrivati al luogo delle apparizioni ci siamo raccolti in preghiera ma c'era troppa gente: un gruppo di persone con la stessa maglietta capitanati da un ragazzo (non un sacerdote) che predicava e pregava ad alta voce e vari gruppetti, soprattutto di italiani, che pregavano e facevano foto. Ad un certo punto una signora è caduta per terra con un grande tonfo in quello che viene definito il "riposo dello Spirito". Noi siamo andati via prima che si risvegliasse ma a detta di tutti non c'era da preoccuparsi perché sicuramente la signora stava benissimo. Siamo poi andati alla messa (all'aperto) delle 18 che però era in croato e non avevamo le radioline per ascoltare la traduzione simultanea in italiano. Abbiamo quindi cenato e poi abbiamo fatto una passeggiata tra le bancarelle.

    Il giorno successivo è stato disastroso: una pioggia torrenziale incessante, cominciata la notte e continuata fino al mattino successivo, ha limitato molto gli spostamenti. Siamo andati la mattina alla messa in italiano. La Chiesa era pienissima, molte persone non sono riuscite ad entrare. Io ero in piedi in fondo alla chiesa, la messa era concelebrata e c'erano una trentina di sacerdoti. Qualcuno faceva le foto durante la messa che comunque è stata abbastanza veloce, forse per non creare disagio alle tantissime persone in piedi. La predica è stata buona ma niente di eccezionale (molti mi avevano parlato di prediche appassionate e forti). Nel pomeriggio siamo andati nell'edificio "giallo" dietro la chiesa ad ascoltare la testimonianza di un giovane francescano. Dopo mezz'ora sono scappata via: il religioso, un ragazzo di circa trenta anni, parlava in croato e veniva tradotto da un signore di fianco a lui. Ha comiciato a parlare della Annunciazione, del viaggio di Maria da Elisabetta senza aggiungere un commento o senza approfondire in qualche modo il racconto. Insomma stava raccontando in croato quello che già tutti sappiamo, per di più sia lui che il traduttore con un tono assolutamente spento. Sono quindi tornata alla pensione pensando di tornare più tardi per la recita del rosario ma la pioggia era talmente forte che sono arrivata in stanza fradicia e ci ho messo un po' per cambiarmi e asciugarmi. La sera, dopo cena, c'era l'adorazione Eucaristica che sarebbe stata accompagnata da preghiere per un'ora e poi sarebbe proseguita in silenzio per tutta la notte. Visto che la chiesa sarebbe stata presumibilmente piena ci avevano detto che potevamo seguirla anche dall'edificio giallo. E infatti in chiesa non si riusciva ad andare e, sempre sotto la pioggia, siamo andati verso l'edificio giallo. Peccato che sentivamo quanto veniva detto in chiesa ma non c'era né un video dell'esposizione fatta in chiesa né il Santissimo esposto... insomma una adorazione senza l'Eucaristia! Molti infatti sono andati via, io ho aspettato la fine delle preghiere e poi sono andata via anche io.

    Il giorno successivo è andata meglio: il tempo è migliorato, siamo andati la mattina a messa alla "Casa di Maria" e abbiamo ascoltato la testimonianza di una ragazza che lavora in quasta comunità per bambini e per persone in difficoltà. Il pomeriggio abbiamo ascoltato due belle testimonianze alla "Comunità il Cenacolo" e poi mi sono staccata dal gruppo per salire da sola sul Podboro. C'era meno gente e più raccoglimento, quindi la salita mi è piaciuta molto di più rispetto alla volta precedente. Sono poi tornata a piedi fino alla pensione (che è vicino alla chiesa ed è a circa mezz'ora a piedi dalla collina delle apparizioni). Poi mi sono confessata ma dal sacerdote che ci accompagnava perché davanti ai confessionali della parrochia c'erano delle file lunghissime. La sera dopo cena abbiamo recitato insieme un rosario.

    Il giorno dopo siamo andati a messa nella comunità di suor Cornelia e abbiamo sentito la sua bellissima testimonianza. Poi, con il tempo un po' incerto (ogni tanto pioveva e ogni tanto spuntava il sole), siamo saliti, facendo la via crucis, sul monte della croce. Il percorso è un po' come quello del Podboro ma molto più lungo e difficile e per di più, avendo piovuto, era molto fangoso e scivoloso. E' stata una grande soddisfazione arrivare in cima dove il sacerdote ci ha dato la benedizione e poi siamo rimasti in raccoglimento. La discesa (si fa una strada diversa) è un po' più facile e in tutto abbiamo impiegato tre ore. Nel pomeriggio siamo ripartiti.

    La statua che "trasuda acqua" l'ho appena intravista perché c'era troppa gente e poi non credo a queste cose. Alcuni compagni di viaggio mi hanno detto che lì hanno assistito a scene vergognose di gente che urlando non so cosa si arrampicava sulla statua passando il fazzoletto ovunque.

    Insomma, in definitiva sono contenta di avere passato qualche giorno in preghiera ma sono tornata meno convinta della veridicità delle apparizioni. Però, ripeto, mi atterrò al giudizio della Chiesa.

  6. #16
    Laus Gloriae L'avatar di Sofia
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    Dato che il thread è stato tirato su, e sono iniziati i primi off topic e le prime infrazioni, ribadisco quanto sopra.
    In questa discussione si possono postare soltanto resoconti di viaggio e informazioni utili a pellegrini e viaggiatori.
    Tutti i commenti fuori tema e gli off topic verranno cancellati e infrazionati.

    Grazie vertigolb per averci raccontato il tuo viaggio.
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  7. #17
    Iscritto L'avatar di Alice
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    Io sono stata a Medjugorje nel Maggio del 2006.
    Erano cinque anni che volevo andarci. Sono partita innanzitutto con pochissimi soldi, i necessari per il viaggio vitto e alloggio. Sono partita con il pullmann e poi con il traghetto, con due mie amiche, la mamma di una delle due e un gruppo organizzato da un signore sposato, convertito, che ci faceva da accompagnatore:la cosa che non mi è piaciuta è stata quella di recitare continuamente il Rosario in pullman con continue meditazioni e testimonianze...non si lasciava il tempo alle persone di pensare in pace e di viversi il pellegrinaggio insomma..davvero troppe, almeno per i miei gusti.
    Invece arrivati a Medjugorje il programma mi è piaciuto molto.
    Siamo stati sitemati in un albergo familiare, dove l'accoglienza è stata molto bella e calorosa: le stanze erano tenute bene anche se semplici, e si mangiava anche tanto a pranzo e a cena (Purtroppo non ricordo il nome dell'albergo, ma era a qualche centinaio di metri dalla Chiesa di Medjugorje).
    Il primo giorno siamo stati ad una celebrazione e testimonianza di padre Jozo, mi pare, in una chiesa diversa da quella dei due campanili, di cui purtroppo non ricordo il nome, celebrazione lunghissima, che ho ascoltato parzialmente, perchè era molto stancante.
    Poi siamo stati sul Krizevac, il monte delle apparizioni, e abbiamo recitato il Rosario a stazioni...molti camminavano scalzi, solo con le calze... io non me la sono sentita, ho proseguito con le scarpe. Molte persone del gruppo hanno parlato della loro vita, dei loro drammi, hanno dato testimonianza. C'era con noi un giovane padre, con la moglie, che si era ammalato da pochi anni di sclerosi multipla, (era a Medj per chiedere un miracolo di guarigione) e veniva con noi in carrozzella. Dei ragazzi, ex tossicodipendenti della comunità di Suor Elvira, mi pare, l'hanno portato su a braccia, con la carrozzella, per tutto il Krizevac. Quella è stata una testimonianza di affetto e impegno davvero bella. Era commovente vedere l'aiuto che questi ragazzi davano a quell'uomo molto mite, sempre sorridente e dolce, anche se si vedeva che soffriva e stava male.

    Dal Krizevac si sale su fino ad una grande croce che sovrasta tutta la collina e tutto il paese di Medjugorje.
    Si gode di una vista mozzafiato. Tutti pregano, ci sono pellegrini da tutto il mondo. Non eravamo moltissimi, era comunque un periodo in cui non c'era troppa folla.
    Poi siamo andati alla collina delle apparizioni.
    Io e le mie amiche ci siamo fatte fare una foto accanto alla Croce che segna il punto dove la Madonna è apparsa la prima volta. Ero molto emozionata di calpestare il terreno dove era apparsa la Madonna. Un pò di terra di lì l'ho raccolta e portata a casa.
    Siamo poi andati a visitare un orfanotrofio, dove i bambini ci hanno regalato dei rosari fatti da loro, con le loro mani.
    Non mi è piaciuto molto l'atteggiamento di una suora che ci spiegava come vivevano quei bambini nell'orfanotrofio, molto severo, quasi ci rimproverava del fatto che nel mondo c'è tanta sofferenza perché non si prega. Forse aveva anche ragione, ad arrabbiarsi, ma ne sono rimasta un pò interdetta.

    Infine la Chiesa di Medjugorje. Ci sono confessionali in tutte le lingue. Anche io mi sono confessata lì. Il clima che si respira è di persone che vengono per pregare, chiedere aiuto e che vivono tutte drammi, chi più piccoli, chi più grossi. Almeno questo è quello che ho sentito io.
    Non ho visto i veggenti, e non ho assistito a nessuna apparizione.
    Si canta e si prega anche cantando. Però fuori dalla chiesa, ho visto, tanti, troppi negozi di sovenir religiosi, del resto come a Lourdes.

    In definitiva non so che bilancio dare del mio pellegrinaggio. Io credo che come tutte le cose, ci siano elementi positivi e negativi. Anche a Lourdes sono rimasta male del fatto che vi fosse un commercio di oggetti religiosi impressionante.
    Attendo anche io il giudizio della Chiesa, anche perché i messaggi della Madonna di Medjugorje mi sembra che non facciano altro che spingerci a ciò che già dice di fare la Chiesa.
    Dio è il vincolo indissolubile di ogni vera e profonda amicizia

  8. #18
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    Passato qualche giorno dal rientro, posso aggiungere che, a prescindere dalla veridicità o meno delle apparizioni, il viaggio a Med lascia comunque un segno positivo e pertanto non escludo di ripeterlo in futuro.

  9. #19
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    Chi intende recarsi a Medjugorje dovrebbe aggregarsi preferibilmente ad uno dei numerosi gruppi prenotati che partono da ogni regione, poichè le affluenze in questi ultimi mesi sono aumentate in modo esponenziale e si corre il rischio di non trovare alloggio se non lo si è prenotato, a meno di rivolgersi verso le frazioni vicine o in altro comune. Un bel periodo è a settembre, quando in paese si celebra la festa della Madonna; anche passarci il Natale è affascinante, dal punto di vista spirituale; in alternativa dal 31 dicembre al 6 gennaio, così si sostituisce l'occidentale festa pagana, zeppa di bagordi, con un periodo di meditazione e ascetismo spirituale in quel modesto paese dell'Erzegovina. Se andate lì non andate a caccia di fenomeni soprannaturali , di apparizioni o di miracoli, potreste restare delusi; lì il vero miracolo sono la fede di quelle moltitudini di ogni parte del mondo che fanno file sovrumane per confessarsi, o quella marea composta di persone che affolla ogni messa che si celebra. In sintesi: respirate la spiritualità che è nell'aria.
    Pellegrini sulla terra, diretti alla casa del Padre.

  10. #20
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    Vi racconto qui di seguito il mio pellegrinaggio a Medjugorje, effettuato dal 28 dicembre al 3 gennaio u.s. Premetto che non è il mio primo viaggio ma, recandomi là dal 1985, è l’ennesimo nel senso che io stessa ne ho perso il conto (ma è sicuramente il 4° Capodanno che passo a Medjugorje). Ringraziando il Signore, abbiamo avuto belle giornate di sole, anche se fredde, per tutta la durata del soggiorno. Ci ha accompagnato un Sacerdote che “lavora” in Curia ed il Cardinale Bagnasco era perfettamente a conoscenza di questo pellegrinaggio poiché, tra l’altro, ha chiesto preghiere per certe Sue intenzioni.
    Munita della solita radiolina, ho seguito attentamente tutte le funzioni, tradotte simultaneamente dal croato. Le omelie e le riflessioni, ho constatato che erano cristocentriche; pochi accenni a Maria Santissima, nessun riferimento né ai veggenti, né alle apparizioni, né ai messaggi. Eravamo in 6.000 pellegrini italiani (moltissimi giovani e bambini anche piccolissimi) ed hanno concelebrato 136 Sacerdoti. Molti stranieri, provenienti dalla Corea, dagli USA, dall’Africa, ecc. La liturgia sobria e ben curata, è stata accompagnata dalle melodie suonate con garbo del violino e della chitarra.
    Nel riportarvi il mio pellegrinaggio, cercherò di essere stringata il più possibile, abbiate pazienza se sarò ugualmente piuttosto lunga (eventualmente leggerete “a puntate”)

    28 dicembre - partenza da Genova – arrivo ad Ancona in serata – traghetto per Spalato – Santa Messa nella Cappella – cena e poi a dormire.


    29 dicembre - arrivo a Spalato, solite formalità doganali e poi il pullman diretto a Medjugorje. Alla frontiera bosniaca sono più noiosi del solito: salgono sul pullman a controllare i documenti prima una poliziotta croata e poi una bosniaca. Dopo una mezz’ora buona di controlli anche al vano valigie, ci lasciano passare, finalmente! All’arrivo – pranzo – pomeriggio libero. Alle h. 17 (come ogni sera) si recitano i 2 rosari, poi Santa Messa, i 7 Pater, Ave e Gloria, benedizione degli oggetti, preghiere di guarigione fisica e spirituale – il terzo Rosario. Alle 20 finiscono le funzioni.


    30 dicembre – alle h. 8.00, appuntamento con la veggente Vicka che si rende disponibile ad un incontro con i pellegrini italiani ma io, un po’ per la stanchezza, un po’ perché ho avuto modo di conoscerla molto bene in tutti questi anni, decido di prendermela “comoda” e quando arrivo ha praticamente finito l’incontro. Seguono le preghiere in comune e quando vorrei andarmene, rimango invece “imbottigliata” in una ressa di pellegrini che fanno a gara per porgerle foto, lettere, biglietti, stringerle la mano, chiederle una preghiera.
    Scene già viste e riviste, lei è disponibile con tutti ma il tempo scorre e ci sono 2 gruppi spagnoli e polacchi in attesa e Vicka con il suo solito “sense of humor” dice che deve pensare anche agli altri, se no poi si lamentano che si occupa sempre degli italiani, solo degli italiani… Vado via che la traduttrice parla in spagnolo, molti del mio gruppo rimangono ancora lì e io salgo il Podboro. Arrivata in cima c’è sempre quel clima “rarefatto” con la Madonnina che sembra sia in attesa di tutti. Molta la gente, il silenzio è assoluto, qualche lacrima, foto, rosari, biglietti, lasciati ai piedi della statua. Alcuni, malgrado il freddo, gli spuntoni delle rocce e gli sterpi pungenti sono arrivati fin su a piedi nudi. Un’umanità dolente, al di là di tante belle apparenze. Quando scendo a valle, è quasi l’una: molti pellegrini stazionano ancora presso l’ex casa di Vicka: lei è ancora dentro a ricevere le persone bisognose che ne fanno richiesta.
    Alle 14,30 c’è l’incontro con la veggente Mirjana con i pellegrini italiani (preciso: è la mia preferita) ma la salita e discesa dal Podboro mi hanno procurato un fastidioso mal di schiena. Non mi preoccupo, ormai sono pratica di Medjugorje e invece, buttandomi nei campi sbaglio strada. Quando arrivo, ormai Mirjana è quasi alla fine e, a parte le solite raccomandazioni sulla preghiera ed il digiuno, parla delle sue difficoltà ad essere veggente e fa un leggero accenno sulla commissione Ruini: attende fiduciosa nella Madonna e nella Chiesa. Quando saluta tutti e si ritira in casa, molti pellegrini non se ne “stanno” e non si fanno problemi ad invadere il suo giardino, la rampa di scale o ad infilarsi in casa, approfittando che Mirjana ha lasciato la porta socchiusa per fare entrare “i casi “ più urgenti. La sera, solite funzioni, ma in aggiunta c’è l’Adorazione Eucaristica che, come sempre, ha riflessioni e preghiere espresse in 4-5 lingue.


    31 dicembre – ore 8,00, incontro con Suor Emmanuel nel giardino del convento. Ci intrattiene per un’ora buona riflettendo (e recitando) i misteri gaudiosi, “puntando” sul bambino Gesù, su ciò che rappresentava per Maria e ciò che potrebbe rappresentare per noi, se lo accogliessimo nel nostro cuore. E’ come al solito briosa e sicura di sé, anche se la recepisco molto stanca. C’è un gelo che spacca e quando suor Emmanuel ha terminato, sono costretta a rientrare in albergo, poichè mi è venuta una bella congestione.
    Rimessami,il pomeriggio alle 15 c’è l’incontro col veggente Ivan, sempre con i pellegrini italiani, nel capannone giallo. Pienone fin fuori, ma trovo un angolino dove posso ascoltare comodamente. A me colpisce l’umiltà di quest’uomo: mi sembra sincero quando ammette che, dopo aver visto la Madonna, ha una sofferenza che dura 2 ore buone prima di riprendere i contatti con la pesantezza di questa terra. Tocca poi diversi argomenti come la necessità della preghiera in famiglia, le responsabilità che abbiamo noi cristiani e quelli che hanno i genitori verso i figli. Soltanto “en passant” fa un accenno sui messaggi di Medjugorje legati alla Parusia. Forse proprio per l’umiltà e la semplicità con cui si esprime, riceve molti consensi.
    Finito l’intervento di Ivan, molti del mio gruppo corrono in chiesa a “fermare” il posto per le funzioni serali. Il tempo si è messo sul tiepido ed io soffro di claustrofobia, per cui di stare delle ore al chiuso a tenere il posto all’uno e all’altro veramente non mi aggrada. Per cui decido di uscire e fare una commissione che doveva durare una mezz’oretta ed invece le cose si complicano: riesco a malapena ad ascoltare la Messa alle h. 18.00 ed il resto. Stasera i frati non recitano la terza parte del Rosario perché i ragazzi della “Comunità Cenacolo” hanno preparato il “presepio vivente”. Musica prorompente e rimbombante che accompagna i passi della Bibbia, troppo per i miei poveri timpani. E poi devo confessarmi. Arrivo che ho davanti “solo” 6 persone, rispetto alla “muraglia” umana dei giorni precedenti e di quelli successivi. Chi mi confessa è un dolcissimo frate svizzero, calmo come i suoi laghi. Quando esco sono le 22 ed inizia la veglia di Capodanno. Ormai ci sono capannelli fuori dalla chiesa, dal capannone giallo e dal tendone verde. Rimangono libere le panche all’esterno dove ci sono i maxischermo. Siamo in molti ad adorare Gesù per un’ora e mezza all’addiaccio, imbacuccati fino agli occhi. Il guaio è che oltre al gelo e l’umidità, si è alzato anche un vento che “taglia” senza tanti complimenti.
    Alle 23,30 finita l’Adorazione inizia la Santa Messa e, per non rischiare l’assideramento, riesco ad infilarmi miracolosamente nel capannone giallo. Questa volta, il celebrante non fa omelia ma legge il messaggio di Benedetto XVI e poi trasmette gli auguri per tutti i pellegrini da parte del Cardinale Cristoph Schonborn, arrivati via telegramma. Terminata la Messa, tripudio di canti, auguri, battimani. Arrivati tutti in albergo, ci aspetta il tradizionale cenone di Capodanno.


    01 gennaio – h. 8.45, è prevista la salita sul Krizevac. La snobbo alla grande per dormire un pochino e farmi invece, il Podboro peraltro più “facile”. E me ne pento. Arrivata alla Croce blu, per evitare i tanti pellegrini, prendo un sentiero laterale che dopo qualche minuto diventa difficile, poi difficilissimo, con pietroni alti, sterpi e rovi che mi graffiano (meno male che sono una “camminatrice” abituata ad andare per boschi, se no finiva male). Penso che all’inizio delle apparizioni, prima che i pellegrini “lisciassero” la collina con il loro passaggio, così doveva essere. Finalmente giungo ad una spianata ma devo camminare ancora parecchio per arrivare davanti alla Madonnina. Esausta. Meglio fossi andata con gli altri a salire il Krizevac.
    Dopo pranzo, sempre alle h. 15.00, c’è la veggente Marja che incontra i pellegrini italiani nel capannone giallo. Manco a dirlo, solito pienone fin fuori ma anche qui trovo un posticino tranquillo. Lei, invece, nel suo discorso“punta” sulla Santità e fa una “carrellata” di Santi famosi; passa poi a parlare dell’Amore di Dio e quanto Lui ci ami e poi dell’importanza della preghiera, ogni giorno, nella nostra vita e come questo spirito di preghiera dobbiamo trasmetterlo ai nostri figli o nella nostra famiglia. Parla con tono simpatico e scherzoso e così ci fa sorridere e strappa qualche battimano.
    Alla Messa serale, mi colpisce l’omelia di un giovane frate croato che inizia raccontando un simpatico aneddoto. Questa è l’ultima sera e vivo tutte le funzioni “attimo per attimo” consapevole, come ogni volta, che non so se e quando ritornerò a Medjugorje.


    2 gennaio – h. 9.00, apparizione a Mirjiana. Alle h.8.30 sono sulla collina stracolma di pellegrini ma grazie ad una persona gentile, riesco a trovare un “posto” su di un sasso. La notte è scesa la brina ed ora si scioglie lasciando tutto umido, ma si porta pazienza. Qualcuno rischia di scivolare malamente. Aspettiamo Mirjana, come sempre, recitando il rosario. Arriva ed ha l’apparizione prevista. Tutto tace, non si sente volare una mosca. Alla fine, ricominciamo il rosario e poi danno lettura del messaggio in croato, italiano, inglese. Ridiscendere è pericoloso per l’umidità del terreno e la ressa, ma arriviamo in fondo sani e salvi. Vediamo Mirjana: ha il viso triste e le fanno da “scudo” ben 4 guardie del corpo: sono necessarie, è inutile dirlo. Rientrando in albergo, vedo alcuni del mio gruppo fermi a parlare con Paolo Brosio. Mi presentano ed ho con lui uno scambio di idee. Non ci troviamo d’accordo ma comunque, alla fine, civilmente ci stringiamo la mano. Me ne vado con la netta impressione che tra me e lui non c’è troppo “feeling”.
    Partiamo subito perché oggi ascolteremo la Messa presso la “casa” di Suor Cornelia Kordic la quale, senza alcuna rendita, accoglie e sfama circa 200 persone tra vecchi e bambini abbandonati. Sinceramente non l’avevo mai conosciuta ma appena incomincia a parlare mi “trascina” la sua umiltà, semplicità, allegria e fiducia in Dio. Racconta aneddoti divertenti sulla loro vita chiara e serena basata sulla preghiera quotidiana, il sacrificio e l’attesa dei doni della Provvidenza che a loro non mai ha fatto mancare nulla. Mentre parla, recepisco la sua fiducia in Dio, granitica come le colline carsiche, incontrate strada facendo.
    Quando Suor Cornelia termina, alcuni tentano di “bloccarla” ma è schiva, se può evita. Però non può proprio evitare chi la prende da parte e scoppia in lacrime. Per parte mia decido che ho già visto abbastanza e non vorrei essere nei suoi “panni” (in tutti i sensi). Ascoltiamo la Messa e poi pranziamo.
    Raccogliamo le valigie e partiamo alla volta di Spalato. Strada facendo ci fermiamo nella chiesa di Tihaljna, dove c’è quella famosa statua della Madonna che ha fatto il giro del mondo. Ripartiamo e prendiamo il traghetto per Ancona. La mattina dopo ad Ancona ascoltiamo la Messa, poi ripartiamo e nel pomeriggio arriviamo a Genova, senza aver trovato la più piccola coda in autostrada, malgrado la splendida giornata di sole.

    ********************************+
    Fine (e scusatemi se sono stata prolissa)
    Ultima modifica di Sunshine; 08-01-2011 alle 21:44


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