e si recita il Credo:
Credo in Deum Patrem omnipotentem, Creatorem caeli et terrae. Et in Iesum Christum, Filium eius unicum, Dominum nostrum, qui conceptus est de Spiritu Sancto, natus ex Maria Virgine, passus sub Pontio Pilato, crucifixus, mortuus, et sepultus, descendit ad infernos, tertia die resurrexit a mortuis, ascendit ad caelos, sedet ad dexteram Dei Patris omnipotentis, inde venturus est iudicare vivos et mortuos. Credo in Spiritum Sanctum, sanctam Ecclesiam catholicam, sanctorum communionem, remissionem peccatorum, carnis resurrectionem et vitam aeternam. Amen.
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna.
Amen.
Innanzitutto grazie per qs. bellissimo post. Poi, scusa la mia ignoranza e chiedo scusa a tutti quelli che magari farò inorridire, ma perché qs. "Credo" e non quello che comunemente si recita in Chiesa alla S. Messa? Qualcuno mi può spiegare le ragioni della predilezione se è personale o altro ? Eppoi, se è di "precetto", diciamo così, recitare qs. forma nel rosario per esempio od altre occasioni di preghiera, perché alla S.Messa appunto viene recitata quell'altra, e perché al Catechismo abbiamo imparato più che altro quella della S.M.?
Grazie per la pazienza.![]()
Questo è il cosiddetto "Credo degli Apostoli", più antico e più breve.
Alla Messa si recita (o si canta!) il Simbolo Niceno-Costantinopolitano, cioè la forma più lunga e dettagliata del Credo, codificata appunto dei due Concilii Ecumenici di Nicea e Costantinopoli.
Brava Lucilla, hai posto una domanda più che legittima. Bravissimo Ladrone, hai dato una risposta esauriente in sole due righe. A Lucilla, se mastica un po' di greco o conosce qualcuno che può aiutarla, suggerisco di procurarsi l'Enchiridion Symbolorum, che qualsiasi prete può prestarle. Complimenti ad entrambi.
Ehm ... in realtà conosco entrambi e la loro origine :occhiali:dunque se ho capito bene a Messa solamente si recita quello niceno-c. e nelle altre occasioni quello degli apostoli, così? Se recito quello niceno sempre, allora va bene lo stesso, no?
Grazie mille per tanta pazienza![]()
No, non è detto.
Ad esempio il Rito Ambrosiano nelle domeniche di Quaresima prevede espressamente la possibilità di (ed in un certo senso incoraggia ad) usare il Simbolo degli Apostoli invece del solito Simbolo Niceno-Costantinopolitano. Ciò per la sua valenza battesimale in piena consonanza con il significato profondo delle Domeniche della Quaresima ambrosiana.
Il foglietto della Messa di quest'anno prevedeva da parte del sacerdote questo invito alla sua recita:
"Fratelli e sorelle, nel cammino quaresimale siamo chiamati a riscoprire la fonte della nostra vita cristiana: proclamiamo ora il Simbolo degli Apostoli, sintesi della fede che ci è stata trasmessa il giorno del nostro battesimo."
Non so se ciò sia previsto anche nel R.Romano.
Ma tant'è, l'affermazione che ho messo in grassetto non è dunque sempre valida.![]()
Ultima modifica di Ambrosiano; 02-05-2007 alle 16:53
si, anche nel rito Romano è previsto il simbolo degli apostoli per la quaresima !
laudetur Aloysius
Al mio parroco il Credo apostolico piace (forse percé più breve?) e così lo usa molto spesso, anche nelle domeniche per annum.
Comunque si tratta di una novità del NO; almeno per il rito romano.
Prima della riforma si cantava sempre il Credo in unum Deum.