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Discussione: Chi è mai stato al Santuario di Nostra Signora della Misericordia di Savona

  1. #1
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    Chi è mai stato al Santuario di Nostra Signora della Misericordia di Savona

    Apro questa discussione per poter fornire a chi lo desidera uno strumento di confronto e di scambio di idee su questo Santuario, fino a qualche secolo fa il più importante in Italia, e sulla sua storia, fin dall'apparizione della Madonna al beato Antonio Botta.
    Appena possibile fornirò la storia al completo.

    Simon Petrus
    "Spe salvi facti sumus" Rm 8, 24

  2. #2
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    Cari forumisti,
    qui di seguito posto la storia delle apparizioni di Nostra Signora, tratta dal sito ufficiale del Santuario (www.santuariosavona.eu):



    LA PRIMA APPARIZIONE
    Sabato 18 marzo 1536. Nella valle del Letimbro, angusta e solitaria, pochi rustici casolari si raccoglievano attorno alla Chiesa di San Bernardo, situata ad alcuni chilometri dalla città. Erano poche famiglie di contadini e pastori, abituati alla fatica ed al lavoro.

    Quella mattina, un povero contadino, Antonio Botta, che abitava in un casolare di fondo valle, uscì di buon'ora per recarsi al suo podere. Giunto nella vigna si accorse che le viti avevano già buttato fuori i primi germogli. Gli venne in mente allora che la vigna di un suo parente, cui l'aveva promesso, non era ancora stata potata. Così Antonio Botta lasciò il proprio terreno e partì per compiere la carità promessa. I due vigneti non distavano molto l'uno dall'altro: bastava percorrere un piccolo sentiero sassoso ed attraversare un torrentello, in quella stagione, abbastanza ricco d'acqua. Strada facendo tirò fuori dalla tasca la sua grossa corona e cominciò a dire il Rosario.

    Giunto al torrente, attirato dalla limpidità di quell'acqua, non poté fare a meno di chinarsi per tuffarvi le mani e rinfrescare la faccia.

    Fu in quella posizione, ginocchioni sulle pietre del torrente che avvenne il prodigio.

    Fu - raccontò poi lo stesso Antonio Botta nel suo linguaggio semplice e disadorno - come il discendere dal cielo di un grande splendore, "per lo quale, molto sbigottito, fui per cascare in terra tramortito. Talmente che mi cascò il berretto di capo, e subito poi sentii una voce nel splendore, qual mi disse, levati e non dubitare, ch'io sono Maria Vergine, e rizzandomi parmi vedere ma pure offuscamente nel splendore, la forma di una Donna, quale in tal modo mi cominciò a parlare: Vanne al tuo confessore, e digli, che annunzi in Chiesa al popolo, che digiuni tre sabbati e faccia la Processione tre giorni in onore di Dio e della Sua Madre: Tu di poi ti confesserai, e comunicherai: il quarto sabbato in questo luogo tornerai. E detto questo, sentii passare per la strada pubblica alquanti mulattieri, onde io dubitando, che non ci vedessero mi volsi nascondere: ma Lei mi disse, non ti muovere, che non potranno vedere né l'uno né l'altro: Poiché ebbe dette queste parole disparve la figura con lo splendore insieme".

    Commosso e turbato dal fatto straordinario, Antonio Botta corse dal suo confessore per recargli il messaggio della Vergine. Come era da aspettarsi, la notizia si sparse in un baleno. Tutta la città ne fu scossa.
    Anche Mons. Bartolomeo Chiabrera, Vicario Generale del Card. Agostino Spinola, Vescovo di Savona, ma residente abitualmente a Roma ed il Podestà Baldassarre Doria che rappresentava il governo genovese, si interessarono del fatto.

    Mons. Chiabrera temeva le troppo facili deviazioni del sentimento religioso (non si dimentichi che proprio in quegli anni il moto protestante stava sconvolgendo, come una enorme bufera, tutta la Cristianità del Nord Europa). Da parte sua il Podestà di Savona temeva che un movimento, inizialmente di carattere religioso, degenerasse in un moto politico di ribellione contro Genova dominatrice. Solo otto anni erano trascorsi da quando Savona, nel 1528, aveva dovuto cedere dianzi alla potenza della rivale, passata con Andrea Doria al servizio della Spagna: stava per essere smantellato tutto l'antico nucleo medioevale del Priamar, chiuso e distrutto il suo porto che costituiva, economicamente tutta la sua vita.
    Preoccupati dunque di quanto stava accadendo, Vicario e Podestà si misero d'accordo e mandarono a prendere, nottetempo, Antonio Botta "come se fosse stato un ladro ed un malfattore".

    E dalla sua stessa bocca ebbero conferma, semplice e schietta dell'Apparizione.

    Nella notte seguente molti cittadini e pescatori intenti al loro lavoro, testimoniarono di avere scorto tre fuochi misteriosi brillare sul Duomo e sul Castello del Priamar.

    Intanto Savona si rinnovava a penitenza. La Madonna non aveva parlato invano. Mai il popolo di Savona era stato così unanime e concorde nel rinnovamento della sua vita morale e religiosa.

    LA SECONDA APPARIZIONE
    L'attesa della seconda apparizione promessa dalla Vergine, teneva in fervorosa trepidazione il cuore di tutti i savonesi. L'8 aprile, quarto sabato dopo l'Apparizione, vigilia delle Palme, Antonio Botta, umile e semplice, ritornò sul luogo del miracolo. Si pose in ginocchio, raccolse le sue mani callose nel gesto della preghiera, ed il prodigio si rinnovò. Il cielo si aprì in una luce immensa, abbagliante. Attorno, gli alberi, i monti pareva non esistessero più. Soltanto lì dinanzi, come posata su un sasso del torrente, una luce che a poco a poco prese forma di Donna, tutta vestita di bianco, coronata d'oro fulgente, colle mani tese in giù ed allargate in un gesto di dolcissima impetrante misericordia.

    E disse: "Tu andrai da quelli di Savona che ti mandarono a chiedere spiegazioni sul mio primo messaggio, e dirai che annuncino al popolo di digiunare per tre sabati, e facciano fare la processione per tre giorni da tutti i Religiosi e Case di Disciplinanti; ed a questi Disciplinanti sia raccomandata la disciplina soprattutto nel giorno del Venerdì Santo. Perché se non fosse per quelle poche orazioni ed opere buone, compiute dalle Confraternite e da altri servi di Dio, il mondo sarebbe ancor più tribolato che non è. E in genere, che annuncino a tutto il popolo di emendarsi dalle loro iniquità, e di lasciare i vizi e i peccati: perché il Mio Figliuolo è molto adirato verso il mondo per le grandi iniquità che in esso al presente regnano. E se non faranno questo, la loro vita sarà breve."

    Allora il Botta rispose: "Se non mi date alcun segnale essi non mi crederanno"

    E la Madonna: "Io diedi loro tale segno interiore quella sera in cui fosti chiamato alla loro presenza che ti crederanno senza altro segnale".

    Poi soggiunse: "Tu andrai avanti nella tua vita, ed Io ispirerò a molta gente quello che avranno da fare".

    E detto questo alzò tre volte le mani e gli occhi verso il cielo dando tre volte la benedizione sopra il fiumicello sempre dicendo rivolgendosi al suo Gesù:
    "Misericordia, Figlio, voglio e non giustizia".
    Poi, scomparve. Ed in quel luogo rimase, per lungo tempo, un grande profumo.


    LA TERZA APPARIZIONE
    Il 18 marzo 1580, quarantaquattro anni dopo le prime apparizioni, mentre il pio Antonio Botta era già passato a godere il premio dei giusti, la Madonna si mostrava nuovamente nella valle del Letimbro, ad un frate Cappuccino, il Padre Agostino da Genova.

    Non aveva, questa volta un messaggio particolare da affidare al popolo di Savona, ma solo un gesto - l'atto di benedire la processione votiva che giungeva al Santuario - come per indicare la continuità del suo Messaggio e della Sua protezione.

    L'apparizione avvenne sul poggio che si eleva solitario a nord ovest del Santuario.
    Sul luogo fu posta dapprima una croce (donde il nome di crocetta con cui ancora oggi si chiama il poggio): in seguito (nel 1680) vi fu eretta una Cappella a pianta ottagonale con cupola.
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    SORGE IL SANTUARIO
    L'afflusso dei pellegrini al luogo del prodigio, in quei primi mesi dopo l'Apparizione,cresceva di giorno in giorno: tanto che si dovette provvedere a nominare una commissione di cittadini che regolassero l'affluenza alla Valle del Letimbro.

    Le elemosine lasciate dai pii pellegrini, fecero nascere ben presto l'idea di costruire un piccolo oratorio sul luogo del miracolo. Ma il primitivo progetto - cui Mons Chiabrera aveva dato già la sua approvazione il 21 aprile 1536 - venne presto sostituito da uno più grandioso: la costruzione di un Santuario e di annesso Ospizio per i poveri, soprattutto infermi, che sempre più numerosi affluivano nella valle. Il progetto, deliberato dal Consiglio Grande della Città, previi accordi col Card. Spinola, ebbe forza di decreto il 24 luglio, e già l'11 agosto, si gettavano le fondamenta dell'attuale edificio. Quattro anni dopo, nel 1540, la fabbrica era già compiuta nella sua parte muraria.

    Intanto il 18 marzo, giorno della prima apparizione, era dichiarato festivo e la Città si impegnava solennemente - nella tornata del Consiglio Grande dell'11 agosto 1536 - a compiere ogni anno una processione votiva. D'ora in poi, il Santuario costituirà il cuore della rinascita cristiana della città di Savona. Vale la pena di ricordare che il protestantesimo stava dilagando come un torrente senza argini in tutta l'Europa del nord e si era avvicinato ai confini dell'Italia.


    L'inquietudine, il fermento, l'incertezza, la delusione erano aspetti preoccupanti di un disorientamento generale che minacciava di provocare anche da noi profonde crisi religiose, non solo personali, ma collettive e forse anche delle scissioni. Se l'Italia non fu coinvolta in questo turbine, fu certo un segno di particolare preservazione da parte della Divina Provvidenza. E fra questi segni della Provvidenza ebbe certo un significato ed un posto non trascurabile il Santuario della Madonna di Savona.

    Fu a quell'epoca un centro di irradiazione di spiritualità, un faro di luce, cui erano rivolti gli sguardi e le menti delle popolazioni di tutta l'Italia del Nord, un punto di riferimento, a cui si guardava con fiduciosa speranza, un luogo di incontro, dove la gente veniva a pregare, a confrontare magari la sua fede, a chiedere luce e conforto, a sentirsi ripetere il messaggio di misericordia e di amore, dove si rinnovava una testimonianza di unità con Cristo e con la Chiesa. Perché la Madonna che è la Madre di Cristo è anche la Madre della Chiesa.

    Per secoli migliaia e migliaia di pellegrini, in spirito di pietà e di penitenza, si recheranno sul luogo del miracolo a impetrare misericordia o sciogliere un voto. Le migliori famiglie di Savona andranno a gara nel testimoniare la loro devozione alla Vergine, dotando gli Ospizi ed il Santuario di ricchi lasciti e di munificenti doni.Le mura del Santuario si adorneranno di fastosi affreschi, gli altari si rivestiranno di marmi preziosi e le colonne e lesene saranno presto ricoperte di ex-voto. La fonte della misericordia, scaturita nella valle del Letimbro il 18 Marzo 1536, continuerà ad erogare la purezza della sua acqua sulle tristezze e sulle lacrime degli uomini.
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    I PRIMI MIRACOLI
    Dopo la seconda Apparizione Savona rispose al richiamo della Vergine. Lunghe processioni di pellegrini cominciarono a percorrere, in preghiera la valle del Letimbro, verso il luogo prediletto dalla Vergine.

    Agostino Abate scrisse che mai ai suoi giorni aveva visto tanta gente alla Processione. La processione poi del Venerdì Santo riuscì addirittura impressionante. I soci delle varie Confraternite - allora fiorenti nella Città - vi parteciparono in massa, scalzi, nelle loro caratteristiche "cappe" e flagellandosi con "vergelle e scoraggi, onde le strade rosseggiavano di sangue".

    Ma ormai non era più soltanto Savona che correva al luogo del miracolo: era tutta la Liguria ed il Piemonte. Il 24 giugno di quello stesso 1536, 44 compagnie di disciplinanti si recarono processionalmente al luogo dell'Apparizione; il 14 agosto esse salirono a 54, senza contare la marea di popolo che superava spesso - notano i cronisti - le 25.000 persone. Molti miracoli vennero presto a confermare - se ancor a ve ne fosse stato bisogno - l'autenticità del prodigio. Di tanto in tanto fra la folla che assiepava la valle, si levava un grido: MISERICORDIA, MISERICORDIA.

    Era un cieco che aveva riacquistato la vista, uno storpio che camminava, un malato guarito. L'Abate, che visse quei giorni di sacro entusiasmo, scrisse che i guariti da infermità corporali furono così numerosi, che non basterebbero dieci giorni per annotarli tutti.

    Un miracolo, soprattutto, commosse tutta la città. Due bimbi di Carrù Giovanni Guglielmo Burgosio, di 21 mesi e Maddalena Tasca di 7 anni, ciechi dalla nascita, vennero ad impetrare il miracolo. Pregarono a lungo, con le mani giunte, inginocchiati per terra. Quando già, quasi delusi, erano sulla via del ritorno, sul sentiero che dal fondo valle si inerpicava, rapido, in direzione di Altare, il miracolo, improvvisamente venne: gli occhi dei due bimbi si aprirono alla luce, e videro.. Videro i monti, i sassi del sentiero ed i volti attoniti dei genitori piangenti di gioia. Fu una scena indescrivibile.La comitiva ritornò quasi correndo, alla piccola cappella della valle, a ringraziare. Vennero poi a Savona, ed in Cattedrale, aprirono l'anima alla gioia ed alla riconoscenza, con inni e cantici. Tutta la città ne fu commossa, tanto che il Podestà ed il Vicario chiamarono a se i miracolati e li fecero esaminare dal Cancelliere della Città, Marco Tullio de Lorenzi che ne stese regolare deposizione.
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    PIO VII A SAVONA
    Tra l'Aprile del 1798 ed il maggio del 1815 corrono diciassette anni. Tra queste due date è iscritta tutta la parabole del turbine napoleonico. Forse mai l'Europa aveva assistito, in periodo così ristretto, a rivolgimenti politici e sociali così profondi e decisivi. Per più di un decennio è la volontà di un solo uomo che detta legge a tutta Europa. Vecchi stati ed ordinamenti scomparvero o furono assorbiti e nuovi stati e regni sorsero a sostituirli. Neppure lo Stato della Chiesa riuscì a sottrarsi a questo turbine che sconvolse l'Europa. Nella notte del 6 luglio 1809, il Pontefice Pio VII, animo mite, ma fermamente deciso nella difesa dei diritti del Papato, fu arrestato nel suo Palazzo del Quirinale su un preciso ordine dell'Imperatore. A grandi tappe, in un viaggio lungo e faticoso, il vecchio Pontefice venne condotto a Grènoble dove giunse il 21 di quello stesso mese. Ma pochi giorni dopo, un altro ordine imperiale lo fece ricondurre indietro, nella piccola città di Savona, destinata a sua dimora.

    Pio VII giunse a Savona il 17 agosto del 1809, passando attraverso il Piemonte, e vi rimase ininterrottamente fino al 9 giugno del 1812.. Quando giungeva a Savona, Pio VII conosceva già l'esistenza del Santuario e la devozione dei savonesi verso la Madonna della Misericordia. Non è forse senza significato il fatto che egli abbia compiuto tutto il viaggio da Roma a Grènoble e a Savona, recando con se, sul cuore, nella tasca interna del suo abito, un'immagine della Madonna della Misericordia, donatagli a Roma pochi giorni prima della sua cattura, dal Cappellano della Chiesa dei Genovesi.

    Comunque è certo che, appena giunto a Savona, espresse il desiderio di visitare il Santuario e celebrarvi la Santa Messa. Gli fu concesso.La mattina del 2 settembre, con un gran codazzo di truppe e gendarmi, il Papa si recava in carrozza al Santuario, dove celebrava la S. Messa e poneva la sua vita e la vita della Chiesa, sotto la protezione della Madre di Misericordia. Nella raccolta intimità della Cripta, rimase a lungo in ginocchio in preghiera. Poi prima di allontanarsi, si avvicinò alla Sacra Statua e si inchinò a baciarne, umilmente i piedi. Per tutto il tempo che rimase a Savona, Pio VII non si recò più al Santuario. Evitò anzi ogni comparsa in pubblico, affinché tutto il mondo sapesse che il Papa era prigioniero.

    LA SOLENNE INCORONAZIONE
    La presenza del Papa nella loro città aveva fatto nascere nel cuore dei savonesi un desiderio ardente: che la loro Madonna, sacrilegamente spogliata della corona, fosse nuovamente incoronata per mano del Pontefice. Alle ripetute richieste da parte del Clero, delle Autorità e del popolo, il mite Pio VII non aveva detto di No. Ma gli avvenimenti, sempre più incalzanti, dovevano rimandare ancora per anni la realizzazione di questo voto. Il 9 giugno 1812, su ordine improvviso di Napoleone, Pio VII fu trasferito in gran segretezza da Savona a Fontainebleau, dove rimase fino al 23 gennaio 1814. In questa data, un altro ordine imperiale, lo faceva ricondurre da Fontainebleau a Savona, dove giunse il 16 febbraio, accolto festosamente da tutta la popolazione Ma ormai tutti gli avvenimenti stavano rapidamente maturando. La stella napoleonica era in netto declino. L'infelice campagna di Russia segnava il crollo. Le sue migliori truppe, che gli avevano conquistato le splendide vittorie di Austerlitz e Wagram, erano in gran parte perite nella disastrosa ritirata, vinte dal freddo, dalla fame e dalla stanchezza. Ormai privo di uomini, non bastava più il suo genio militare contro l'ostinata volontà degli alleati decisi ad umiliarlo. Ma già prima della sua forzata abdicazione ( esattamente il 17 marzo 1814: l'abdicazione di Fontainebleau avverrà il 4 aprile) Napoleone aveva pensato di rimettere in libertà il Sommo Pontefice, la cui prigionia aveva suscitato l'ostilità di tutti gli stati cristiani d'Europa.

    La notizia della liberazione giunse al Papa proprio il 17 marzo, vigilia della Festa dell'Apparizione. Non gli parve solo una felice coincidenza: era il segno tangibile di una materna protezione che aveva vegliato su di Lui.Non partì subito: volle rimanere a Savona per celebrare insieme ai savonesi la nuova misericordia di Maria. Quando il giorno dopo, 19 marzo, lasciò la " sua piccola Roma " per recarsi nei suoi stati, era ben lontano dal pensare che gli eventi, ad un anno di distanza, lo avrebbero ricondotto in Liguria ed a Savona. Dopo un anno di esilio nell'Isola d'Elba, Napoleone riusciva a fuggire e ricompariva in Francia, ad iniziare l'avventura dei cento giorni. Da Napoli Gioacchino Murat favoriva il suo piano invadendo gli Stati Pontifici. Così Pio VII riprese la strada dell'esilio, riparando a Genova dove Vittorio Emanuele I gli aveva offerto ospitalità. I savonesi pensarono di approfittare di questa provvidenziale occasione per attuare il loro più vivo desiderio. Due deputazioni una di nobili ed una di canonici, si recarono a Genova, dal Papa, che li accolse commosso, e volentieri accondiscese a cingere di Sua mano la fronte di Colei che era stata, anche per Lui la Madre di Misericordia. Così l'8 Maggio 1815 Pio VII rientrò per la terza volta in Savona, fra due immense ali di popolo plaudente. Il giorno seguente celebrava in Cattedrale e finalmente il 10 maggio, accompagnato da dieci cardinali e numerosi prelati si recò al Santuario, dove erano ad attenderlo il Re Vittorio Emanuele I di Savoia con Carlo Alberto, Principe di Carignano e Beatrice, Duchessa di Modena, Ferdinando di Borbone Re di Etruria con la Regina Madre Maria Luisa.

    Il Sommo Pontefice, celebrata la Santa Messa all'Altare Maggiore, benedisse l'aurea corona con la formula di rito.Poi seguito dai Cardinali e dai Principi, scese nella Cripta e la pose sul capo della venerata Statua.

    La folla che gremiva il Santuario e la piazza, e che fino allora aveva trattenuto il respiro, proruppe nel canto del Te Deum .Inginocchiato ai piedi della Vergine, il Papa pregava e piangeva. Quel giorno, il Santuario di Savona era il centro ed il cuore di tutta la Chiesa.

    Il 10 maggio era stato preparato dalla Arcana Numinis Providentia ( come si legge sulla lapide della prima cappella, a destra, entrando nel Santuario) come il giorno del più splendido e decisivo trionfo.

    La Madre di Misericordia posò una luminosa corona di vittoria sul capo stanco del vecchio Pontefice, che, nello stesso giorno, aveva incoronato di gloria la sua fronte. " Appena il Santo Padre giunse in Episcopio, dopo l'incoronazione di Mater Misericordiae, gli venne presentato un dispaccio, recato in quell'istante da un corriere, che gli annunziava la sconfitta toccata a G. Marat ( dalle armi austriache) e la liberazione quindi degli Stati della Chiesa". ( cfr.C. Queirolo).

    Pio VII il giorno 12 maggio 1815 partiva per Genova. Di là proseguiva per Roma, dove giungeva il 7 giugno, nuovamente accolto a festa.

    Sulla piazza del Santuario di Savona, presso la porta che introduce in Sacrestia, rimane a testimoniare il 10 maggio 1815 quale data fissata dalla guida divina della storia dell'umanità, un altro rilievo in bronzo, raffigurante il volto di Pio VII e la lapide che ricorda:
    "PIO VII P.M. IL 10 MAGGIO MDCCCXV QUI INCORONO' MARIA LIBERATRICE"
    Una targa in bronzo si trova anche all'interno della Chiesa a sinistra dell'altare maggiore.
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    BEATO ANTONIO BOTTA
    Sulla vita del Veggente abbiamo scarse notizie. Dai documenti risulta che la data della sua nascita,in Savona,è il 1470. Ebbe tre fratelli: Giovanni Battista, Angelo e Bartolomeo.

    Nel 1512 sposò Caterina Cavazza, dalla quale ebbe due figli: Masino (o Tommaso) che non sopravisse alla nascita e Caterina.Nel 1542 sposò in seconde nozze Mariola Bagno.

    L'indole e la figura del Botta possiamo desumerle dalle scarse notazioni che compaiono nel racconto dell'Apparizione. Era uomo di fede che univa il lavoro alla preghiera ("andava disendo la sua coroneta") e alla carità verso il prossimo . L'invito della Madonna a comunicare il messaggio al confessore ( " Vanne al tuo confessore") sottintende la famigliarità del Botta col sacramento della riconciliazione; infine,quando la Madonna gli dice :" Tu anderai appresso la tua vita" lo incoraggia a continuare nello stile di vita tenuto fino a quel momento:è un elogio tanto discreto quanto autorevole. Inoltre sappiamo che apparteneva alla confraternita di San Bernardo e che ha esercitato il compito di catechista.
    E' sepolto in Santuario, nella prima cappella a destra di chi entra.
    Sulla tomba c'è questa semplice iscrizione:

    " Tomba di Antonio Botta
    notissimo per l'apparizione alla Beatissima Vergine.
    Morì nell'anno 1550,il 17 maggio".
    ........................................ ........................................ ........................................ ....

    Cari amici,
    spero di avervi fatto conoscere un poco il Santuario del mio paese, a cui sono profondamente legato. Auspico che dalla vostra lettura e commenti eventuali, possa nascere il desiderio di compiere un lieto pellegrinaggio ai piedi di Maria, Madre di Misericordia.
    Grazie per l'attenzione.

    Simon Petrus
    "Spe salvi facti sumus" Rm 8, 24

  3. #3
    CierRino d'oro L'avatar di ITER PARA TUTUM
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    Lo conosco poco, tuttavia ci sono stato e penso ritornerò, anche perchè il mio paese è profondamente legato al Servo di Dio Papa Pio VII, che vi soggiornò brevemente nel suo viaggio in prigionia verso la Francia e poi Savona.
    Lo scorso anno, il giorno 11 luglio, abbiamo ricordato solennemente il bicentenario del passaggio del Papa prigioniero, e ricordando anche come poi finì miseramente l'aquila napoleonica: ciò che prima o poi accade ad ogni dittatore. Questo lo diceva anche un non cristiano, il Mahatma Gandhi.
    Per la celebrazione abbiamo usato un prezioso baldacchino settecentesco che lo stesso Pio VII inviò in dono ai nostri antenati qualche anno dopo, a ricordo dell'accoglienza ricevuta.
    Prossimamente cercherò di organizzare un pellegrinaggio al noto Santuario, sia per onorare la Madre di Dio, sia per rafforzare il ricordo di Pio VII.

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