Non c'è nessun mito da soppesare ed eventualmente da mettere su un piedistallo a distanza di sicurezza: i santi sono nostri fratelli, uomini come noi.
Certamente ammiriamo la loro virtù eroica e siamo riconoscenti dei sacrifici e delle preghiere che hanno offerto per il popolo di Dio (cioè per noi), ma prima di tutto ringraziamo il Signore che ha portato a compimento in loro il Suo disegno, eventualmente sanando imperfezioni anche gravi.
La differenza non sta nell'essere più o meno miseri di loro, ma nella coscienza che loro avevano della propria miseria e nel loro esempio di abbandono fiducioso al Signore, che toglie dalla propria autoreferenzialità e apre alla possibilità di una relazione vera con Lui e con tutti gli altri.
Quanto alle critiche a madre Teresa, non c'è peggior cieco di chi se ne sta comodo sulla propria poltroncina a non voler vedere l'abnegazione con cui ha donato la sua vita per gli altri, e la fede con cui da sola ha affrontato prove materiali e spirituali che sarebbero bastate a sbaragliare un esercito.