La riflessione a cui ci vuole portare lazzaro circa l'intervento di Vallini è interessante,tra l'altro vi esorto anche a leggere la catechesi del papa di lunedì a san giovanni in laterano,anche se credo già l'avete fatto.
Grazie Lazzaro, ho appena letto il discorso del Santo Padre ed ora mi accingo a leggere la relazione del Vicario, ma ho preferito postare qui le prime impressioni a caldo.
Mi ha colpito l'importanza che si attribuisce alla trasmissione delle fede, sia ai figli che agli adulti, e mi ha hatto meditare questa frase:
La parola della fede rischia di rimanere muta, se non trova una comunità che la mette in pratica, rendendola viva ed attraente, come esperienza della realtà della vera vita.
Come non leggere tra queste parola la necessità di non fermarsi solo all'annuncio ma anche ad alimentare costantemente il seme piantato nel cuore dell'uomo.
Mi ha portato anche a pensare come Gesù non prese soltanto degli uomini diversi e fece loro un annuncio, ma visse con loro, insieme a loro, alimentando costantemente il messaggio di salvezza, mostrandolo e testimoniandolo con la sua vita e con le sue opere. Fece fare agli Apostoli un percorso che prima della crecefissione durò tre anni, e dopo la loro caduta per paura, dove sperimentarono ancora una volta la pochezza dell'uomo, si fermo ancora con loro da risorto, ma ancora questo cammino non si concluse fino alla piena formazione con il dono dello Spirito Santo.
con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari S.8
Ho letto l'intervento di Vallini stamattina in metro andando all'università. Davvero un bella riflessione, seria e fondata sulla realtà dei fatti. Apprezzo moltissimo il fatto che il Cardinale Vicario ponga moltissimi interrogativi su quanto la pastorale odierna sia in grado di offrire garanzie sicure per il precipuo momento dell'iniziazione cristiana, tema a cui è dedicato il Convegno. Mi è poi piaciuto moltissimo quando si è soffermato sull'importanza dell'esperienza pratica della predicazione: "prima dei catechismi i catechisti". Anche ricoleggato a quello che ha scritto Giu: una fede che trovi il suo fondamento prima che nella dottrina positiva nell'esperienza pratica (come d'altronde è accaduto storicamente).
Passando ad altro, oggi in parrocchia abbiamo fatto il punto della situazione sulla GMG. Si sono iscritti circa 500 ragazzi della parrocchia. Saremo 10 pullman divisi in due gruppi: un gruppo evangelizzerà a Genova e l'altro a Nizza. Ci riincontreremo a Lourdes. Qui si era pensato pure di fare una evangelizzazione, ma ritenendo che la malattia e la sofferenza sia in quel luogo già una prova di alto valore catechetico per chi la sopporta, i catechisti hanno deciso che renderemo semplicemente servizio ai malati e ai sofferenti che saranno in quel posto in quei giorni. Poi si continuerà per Loyola, Avila, Villadolid, Leòn e Madrid.
A Madrid, parteciperemo alla Via Crucis con il Santo Padre. Chi ha orecchi per intendere, intenda.
AD QUEM IBIMUS
Carissimi fratelli,
sono due giorni che rifletto sul documento del cardinal Vallini. E questa riflessione mi porta a confermare alcune sensazioni che ho percepito sin dall'esposizione del Vicario. Vorrei condividere queste sensazioni con voi, anche perché questa mi sembra l'occasione giusta per far finalmente uscire questo post dalle inutili paludi del chiacchiericcio.
Innanzitutto mi ha colpito l'estremo coraggio nel denunciare, nei fatti, una pastorale conservativa e stereotipata figlia, con tutta probabilità, di una presunzione di fede oggi assolutamente inadeguata. A tale proposito non riesco ad immaginare quale reazione ci sara' domani nella mia più che sonnolenta parrocchia (vi terrò informati).
L'altro punto (e per questa sera mi fermo qui) devo dire mi ha gioiosamente confermato la bontà dell'itinerario nel quale il Signore mi ha chiamato. E questo punto e' rappresentato dalla chiamata alla adesione di un "processo globale" attraverso il quale diventare cristiani, l'adesione ad un cammino "diffuso nel tempo" e scandito dall'ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla vita comunitaria. Ora, chiunque anche solo per sentito dire sa che l'esperienza neonatecumenale ha come cardine il tripode dato dalla Parola, dalla celebrazione eucaristica e dalla comunità
"Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori" (Marco 2, 17)
Grazie mille lazzaro per la segnalazione. Lo stò leggendo in questo momento, molto interessante.
Volevo poi condividere con voi la bellissima veglia di Pentecoste che abbiamo vissuto in cattedrale con il nostro Vescovo. Hanno partecipato attivamente tutti i vari gruppi e movimenti rendendo la celebrazione veramente ricca e si respirava una comunione bellissima. Mi è però dispiaciuto che non fossero presenti alcune persone per la loro, tutt'altro che velata, avversione ai movimenti.
Devo dire comunque che il nostro Vescovo, dal punto di vista della comunione tra le varie realtà, sta facendo un opera stupenda sin da quando è arrivato. Prego per lui e per tutti i Vescovi del mondo che sappiano guidare ed ammaestrare noi "povere pecorelle".
Tu sei il mio Dio, nelle tue mani sono i miei giorni (Sal 31,15)
"L’evangelizzazione, innanzitutto! Essa deve diventare il vostro impegno prioritario e permanente. Davanti alla sfide del secolarismo e della scristianizzazione è necessario reagire con coraggio e, insieme, con capacità innovativa, lucidità di analisi e fiducia nella forza dello Spirito Santo"
"Il nostro non è tempo della semplice conservazione dell’esistente, ma della missione. E’ il tempo di proporre di nuovo, e prima di tutto, Gesù Cristo, il centro del Vangelo"
Giovanni Paolo II (tratto dalla relazione del cardinal Vallini)
"Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori" (Marco 2, 17)
La Chiesa già da molto tempo insiste su questo, se non sbaglio dall'Esortazione Apostolica di Giovanni Paolo II "Catechesi Tradendae", e credo che sempre più la necessità di una nuova evangelizzazione si faccia strada nelle coscienze.
Ma, a mio avviso. occorre anche focalizzare un'altro aspetto. che emerge sia dal discorso di Benedetto XVI sia dalla relazione di Vallini, cosa fare dopo l'annuncio?
Emergono delle risposte significative a queste domanda, che gli stessi fanno e che sono:
- L'evangelizzazione non deve solo essere un annuncio, ma l'evangelizzazione deve essere permanente e continuativa in modo da alimentare sempre e rinnovare continuamente l'invito alla conversione;
- Questo invito alla conversione, alla conoscenza, alla crescita deve esplicarsi in un contesto comunitario, alla luce della Parola di Dio, dei Sacramenti specialmente l'Eucarestia, e a di azione costante per il passaggio della fede, verso i propri figli e verso il mondo esterno;
- Vi è anche un invito per i padrini, come un nuovo catecumenato, anche per coloro che pur avendo ricevuto il battesimo se ne sono dimenticati.
Scusate, non è che si sta parlando dei neocatecumenali? Scherzo, ovviamente, ma credo di poter affermare, senza ombra di smentita, che il cammino è fortemente orientato verso questa direzione già da 40 anni. Non voglio dire così di esserne orgoglioso come il primo della classe, ma mi piace evidenziarlo perchè ciò da maggior ragione a chi si impegna in questo percorso, a conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, di stare nel posto giusto.
con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari S.8