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Discussione: Gli organismi economici vaticani: competenze, attività, notizie varie

  1. #11
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    La trasparenza
    dello Ior


    Secondo quanto si è appreso da molti media, l'iniziativa della procura di Roma - che ha tra l'altro condotto all'iscrizione nel registro degli indagati del presidente dell'Istituto per le Opere di Religione (Ior), Ettore Gotti Tedeschi, e del direttore generale, Paolo Cipriani - è partita da una comunicazione dell'Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d'Italia. Questa ha segnalato all'autorità giudiziaria una possibile violazione delle norme antiriciclaggio. Eppure, dall'inizio di quest'anno, gli organi della Banca d'Italia e dello Ior operano in stretto collegamento proprio in vista dell'adeguamento delle operazioni dello Ior alle procedure antiriciclaggio. A questo scopo è stato istituito nell'ambito dello stesso Ior un ufficio di informazione finanziaria, sotto il controllo del cardinale Attilio Nicora. E in questa direzione vanno lette la costante collaborazione con l'Unione europea e soprattutto le missioni intraprese nei mesi scorsi dai vertici dello Ior a Parigi, sede dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e del Gafi (Gruppo di azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio di capitali). Ai due organismi è stata allora prodotta la documentazione per l'iscrizione della Santa Sede alla cosiddetta White List, che raccoglie i Paesi che aderiscono alle norme antiriciclaggio. Per l'adeguamento alle esigenze che nascono dall'inclusione della Santa Sede tra gli Stati che operano contro il riciclaggio e il terrorismo, il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, ha anche nominato un'apposita commissione presieduta dallo stesso cardinale Nicora. La direzione dello Ior è inoltre impegnata da tempo - e anche di questo la Banca d'Italia è bene informata - ad adeguare le sue strutture informatiche alle regole vigenti in materia di lotta al riciclaggio. Così lo Ior intende porsi sulla stessa linea delle banche italiane. Per tutti i motivi summenzionati, è facile comprendere che la natura e lo scopo delle operazioni ora oggetto di indagine potevano essere chiariti con semplicità e rapidità. Si tratta infatti - come già sottolineato - di operazioni di tesoreria il cui destinatario è lo stesso Ior su conti di sua pertinenza, presso altre banche. L'inconveniente è stato causato da un'incomprensione, in via di chiarimento, tra lo Ior e la banca che aveva ricevuto l'ordine di trasferimento. Nella certezza che nessun nuovo conto è stato aperto senza la stretta osservanza delle regole dettate da Bankitalia. Vale la pena ribadire che lo Ior non può essere considerata una banca nell'accezione corrente. Esso amministra infatti i beni di istituzioni cattoliche a livello internazionale ed, essendo ubicato nello Stato della Città del Vaticano, è al di fuori della giurisdizione delle diverse banche nazionali. Inoltre, l'integrità e l'autorevolezza del professor Gotti Tedeschi sono ben note negli ambienti finanziari italiani e internazionali.


    (©L'Osservatore Romano - 23 settembre 2010)
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  2. #12
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    Io non ci capisco quasi nulla di tecnica bancaria, già faccio difficoltà a star dietro quello che mi dice la commercialista, ma........dalla lettura di tutti i vostri post emerge una ulteriore conferma che rafforza quel che già pensavo e che, nel mio piccolo, ho già avuto modo di sperimentare su di me quando, l'anno scorso, ho avuto a che fare con un giornalista "sedicente Rifondarolo, sedicente cattolico, sedicente tutto e il suo contrario": quanto mi fanno senso questi intellettuali camaleonti laici ipocriti e calunniatori fino all'ultima cellula del loro corpo!!!!!!
    (Ho visto che non avete mica la faccina col vomito: bisognerebbe provvedere!)

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da evergreen Visualizza Messaggio
    Scusate, io non sono un esperto di economia bancaria, pertanto chiedo delucidazioni a chi è più competente in materia.

    La Santa Sede, le comunità religiose, i dipendenti del vaticano ecc. ecc. diciamo la Chiesa in generale, non potrebbe utilizzare una Banca italiana affidabile e sicura?

    E' vero che la Città del Vaticano è uno Stato, ma di fatto è composto da pochissimi abitanti. Pertanto non riesco a comprendere l' utilità per la Chiesa di una propria Banca (Istituto Opere Religiose), che allo stato pratico per forza di cose suscita diverse problematiche che hanno poco a che vedere con le opere religiose.

    Anche gli apostoli avevano una cassa (Gv 12,6), ed è quindi normale che oggi la Chiesa possiede una "cassa" proporzionata alla sua attuale dimensione. Ma questa diciamo "cassa" non potrebbe essere inserita in una comune Banca nazionale?

    Questa non è assolutamente una polemica verso un Istituto che, se esiste deve sicuramente essere utile, bensì è solo una richiesta di delucidazione verso una materia di cui sono poco pratico.
    E' lo stesso problema della Santa Sede soggetto di diritto internazionale o, se vuoi, dell'esistenza dello Stato della Città del Vaticano. L'esistenza di una banca di diritto vaticano contribuisce a salvaguardare l'autonomia della Chiesa dalle ingerenze esterne.

    Ci sono molte banche "cattoliche " (a vario titolo) in vari paesi del mondo. Queste però sono di proprietà, com'è giusto, dei loro azionisti e sotto il controllo delle autorità finanziarie del loro paese. Il regime di uno stato può cambiare da un momento all'altro, soprattutto nel Terzo Mondo, e le relazioni con la chiesa deteriorarsi rapidamente (pensa alla Spagna
    degli anni '20-'30). A quel punto la "cassa" non sarebbe più al sicuro.
    Inoltre, la Chiesa, per finanziare le sue attività in paesi "ostili", potrebbe dover ricorrere proprio a operazioni di "scarsa trasparenza", semplicemente perchè il trasferimento di fondi é impedito o ostacolato.

  4. #14
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    Lettera di padre Lombardi al Financial Times sulla vicenda Ior: semplice malinteso, il Vaticano rispetta le regole della trasparenza finanziaria

    Si è trattato di “un malinteso”, che ora è in corso di chiarimento, e in ogni caso il Vaticano agisce con trasparenza nel pieno rispetto “delle norme internazionali sul riciclaggio di denaro”. E’ quanto afferma il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in merito alle indagini aperte nei giorni scorsi dalla Procura di Roma contro i vertici dell’Istituto per le Opere di Religione, per una presunta violazione delle norme antiriciclaggio. Le dichiarazioni del portavoce vaticano sono contenute in una lettera indirizzata al quotidiano britannico Financial Times, che ieri aveva dato risalto alla vicenda con un articolo in prima pagina. Il servizio di Alessandro De Carolis:

    Una lettera perché “non si diffondano informazioni inesatte e non ne rimanga danneggiata l’attività dell’Istituto e il buon nome dei suoi dirigenti”. E’ con questa premessa che padre Lombardi, nella sua veste di direttore della Sala Stampa Vaticana, prende posizione nello scritto indirizzato al Financial Times – e subito pubblicato integralmente sull’edizione on line del quotidiano britannico – circa l’indagine aperta due giorni fa dalla Procura di Roma nei confronti di Ettore Gotti Tedeschi e di Paolo Cipriani, rispettivamente presidente e direttore generale dello Ior, ai quali si contesta una presunta violazione delle norme antiriciclaggio in merito a un movimento di denaro operato su un conto depositato presso un Istituto di credito italiano.

    Al Financial Times, che aveva dato enfasi alla vicenda con foto in prima pagina del presidente Gotti Tedeschi e sopra il titolo “Il Vaticano appoggia i banchieri nell’indagine sul riciclaggio”, il direttore della Sala Stampa Vaticana spiega anzitutto che lo Ior “non è una banca nel senso comune del termine”, ma un istituto che amministrando i beni delle istituzioni cattoliche che agiscono a fini di apostolato religioso e caritativo a livello internazionale, ha la sua ubicazione nel territorio della Città del Vaticano, e dunque “al di là della giurisdizione e della sorveglianza delle diverse Banche nazionali”. Questo “status particolare”, prosegue padre Lombardi, “fa sì che il suo inserimento nel sistema finanziario internazionale e nelle sue regole richieda una serie di accordi, in particolare alla luce delle nuove normative stabilite dalla Unione Europea per la prevenzione del terrorismo e del riciclaggio dei capitali, per stabilire le procedure necessarie affinché la Santa Sede sia inserita nella White List”. Ed è con questo preciso obiettivo – e a garanzia dell’“assoluta trasparenza delle attività dello Ior” – che il presidente dell’Istituto, Gotti Tedeschi, afferma padre Lombardi, sta lavorando “fin dal giorno della sua nomina” e nel rispetto del mandato affidatogli dalle “massime autorità vaticane”. Prova ne sono, prosegue la lettera gli “intensi e fecondi contatti” in corso con la Banca d’Italia, l’Unione Europea e con gli organismi internazionali competenti (Oecd e Gafi).

    Proprio dalla constatazione dell’“impegno” e dei contatti in corso, e della manifesta intenzione di giungere presto e “con la migliore buona volontà” a “soluzioni stabili”, che scaturiscono la “perplessità e la meraviglia” della Segreteria di Stato, espresse nel comunicato di martedì scorso circa l’azione giudiziaria promossa dalla Procura di Roma. “La natura e lo scopo delle operazioni che sono oggetto di indagine – osserva il portavoce vaticano – potevano essere chiariti con estrema semplicità e rapidità, trattandosi di operazioni di tesoreria di cui è destinatario lo stesso Istituto su conti di sua pertinenza esistenti presso altri istituti di credito. L’inconveniente si è creato per un malinteso (che è in via di approfondimento) tra lo Ior e la banca cha aveva ricevuto l’ordine di trasferimento”. Perciò, la Santa Sede, conclude la lettera, ribadisce “sia la sua totale fiducia nei dirigenti dello Ior, sia la volontà della piena trasparenza delle operazioni finanziarie da esso compiute, coerentemente con le procedure e norme richieste oggi dalla sicurezza e trasparenza delle operazioni nel campo della finanza internazionale”.

    fonte: Radio Vaticana
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  5. #15
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    La legge italiana anti-riciclaggio considera reato anche operazioni, come quelle commesse da Gotti Tedeschi, altrove considerate normalissime solo perchè, da una certa quota in su, fa scattare un riflesso condizionato che sospetta e condanna a priori.

    Bankitalia sta lavorando a braccetto con lo IOR per far rientrare quest'ultimo nei parametri UE entro il 31 dicembre: francamente poteva aspettare un momento prima di far scattare una denuncia che non lascia intatta nemmeno lei!

  6. #16
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    Di solito non sono tanto propenso a vedere "complotti" ovunque, ma debbo dire che, appena lette le notizie sull'indagine, ho avuto la tua medesima reazione.
    E la lettura del comunicato della Segreteria di Stato, nella fattispecie il passaggio in cui viene detto che i dati relativi alle operazioni erano già stati messi a disposizione degli uffici competenti della banca d'Italia, non fa altro che rafforzare la tua - e mia - convinzione.
    Scuasa ma la cronologia dei fatti smentisce nettamente questo sospetto tuo e di Clericale: l'azione dei giudici è scattata il 20 settembre, all'indomani del ritorno del Papa dal Regno Unito, ma l'operazione dello IOR era già stata bloccata nella banca romana del Credito Artigiano dalla Guardia di Finanza cinque giorni prima, cioè prima che il Papa partisse per il viaggio apostolico. Dunque non c'è nessun nesso causa-effetto con il successo del viaggio stesso.
    Anche perchè, se tale fosse stata l'intenzione dei giudici, si dovrebbe dimostrare che dietro il loro operato agiscono poteri occulti contrari alla Chiesa, e questo mi sembra semplicemente esagerato.
    Inoltre, una tale indagine, non si fa in poche ore dal rientro dell'aereo papale... le indagini andavano avanti da svariato tempo e la Segreteria di Stato era già stata allertata sulla pericolosità e sulle conseguenza di una simile procedura di trasferimenti dei fondi.
    Ultima modifica di suigeneris; 23-09-2010 alle 23:56

  7. #17
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    Non credo ci sia persona più onesta nell'ambito bancario mondiale di Ettore Gotti Tedeschi; quello che spero è che l'uscire certamente pulito da questo brutto affare (sia chiaro, mediatico) rafforzi l'immagine della sua integrità.

  8. #18
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    Il banchiere del papa resiste alla bufera

    Un'indagine giudiziaria colpisce la banca vaticana e il suo presidente Gotti Tedeschi. Ma questi lavora da un anno proprio per ripulirla dal malaffare. Col pieno mandato di Benedetto XVI e con molti nemici esterni ed interni

    di Sandro Magister




    ROMA, 24 settembre 2010 – Da quando, un anno fa, Ettore Gotti Tedeschi è stato chiamato dal papa e dalla segreteria di stato a presiedere l'Istituto per le Opere di Religione, IOR, la banca vaticana, i suoi sforzi sono stati tutti finalizzati, parole sue, a "rendere ogni operazione più trasparente e in linea con gli standard internazionali".

    Ma lo scorso 21 settembre è stato per lui un "martedì nero". Proprio mentre usciva in libreria un suo saggio su come fare economia ispirati ai criteri morali cristiani, Gotti Tedeschi è stato messo sotto indagine dalla magistratura di Roma per omissione delle procedure contro il riciclaggio di denaro sporco, su un conto dello stesso IOR depositato presso una banca italiana.

    Le autorità vaticane hanno immediatamente fatto quadrato in difesa del loro banchiere, prima con un comunicato della segreteria di stato, poi con una nota su "L'Osservatore Romano" e infine con una lettera di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, al "Financial Times".

    "L’integrità e l’autorevolezza del professor Gotti Tedeschi sono ben note negli ambienti finanziari italiani e internazionali", concludeva la nota. Ed è vero. La sua dirittura morale è riconosciuta unanimemente anche dagli avversari. Così come sono incontestabili i passi compiuti da Gotti Tedeschi sia dentro lo IOR, sia con la Banca d'Italia e gli organismi internazionali competenti, per iscrivere finalmente anche la Santa Sede nella "White List" dei paesi che aderiscono alle norme contro il riciclaggio di denaro sporco.

    A questo scopo – hanno informato le autorità vaticane – lo IOR è stato affiancato da "un ufficio di informazione finanziaria sotto il controllo del cardinale Attilio Nicora", presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.

    Non solo. Le medesime autorità hanno anche garantito che "nessun nuovo conto è stato aperto dallo IOR senza la stretta osservanza delle regole dettate da Bankitalia".

    Ma i vecchi conti? Quei conti di proprietà non chiara e con movimenti sospetti che hanno contrassegnato le pagine nere della storia dello IOR, evidentemente non appartengono tutti e soltanto al suo passato.

    Con Gotti Tedeschi presidente, si sa che molti conti di dubbia trasparenza sono stati chiusi e molti altri sono stati regolarizzati. Ma l'incidente giudiziario di questi giorni – come già altre irregolarità emerse alcuni mesi fa in conti IOR depositati presso l'agenzia romana di Unicredit di via Conciliazione – ha rivelato che delle zone oscure rimangono.

    Nello svolgimento della vicenda giudiziaria che ora ha colpito Gotti Tedeschi in quanto presidente dello IOR – e con lui Paolo Cipriani in quanto direttore generale – appaiono infatti delle evidenti falle nell'operatività della banca vaticana.

    È come se in questa banca agiscano tuttora sistemi e persone che danneggiano e frenano l'opera di pulizia e di razionalizzazione attuata dal nuovo presidente. Va notato che Gotti Tedeschi, quando un anno fa arrivò allo IOR, non portò con sé nessun nuovo collaboratore: il personale con cui lavora è lo stesso che operava nella banca vaticana prima della sua venuta.

    A questi ostacoli e freni interni vanno aggiunti gli atti ostili compiuti da agenti esterni a danno dello IOR, anch'essi visibili nello svolgimento della vicenda.

    *

    Un primo punto oscuro riguarda i rapporti tra lo IOR e il Credito Artigiano, la banca italiana a sua volta controllata dal Credito Valtellinese presso la quale, in un'agenzia romana, è depositato il conto corrente dello IOR finito sotto indagine.

    Il 18 gennaio di quest'anno la Banca d'Italia chiede al Credito Valtellinese – come alle altre banche – di esigere dallo IOR informazioni dettagliate sulla proprietà dei suoi conti e sui destinatari dei movimenti.

    Tre mesi dopo, in assenza di tali informazioni, il Credito Valtellinese e il Credito Artigiano bloccano il conto dello IOR numero 49557, con decorrenza dal 19 aprile. A questa data, sul conto figurano depositati 28 milioni 300 mila euro.

    Il 23 aprile c'è un incontro tra dirigenti dello IOR e del Credito Artigiano. Passano altri mesi e il 6 settembre, con due fax, lo IOR ordina al Credito Artigiano di effettuare con i denari di quello stesso conto due bonifici: uno di 3 milioni su un conto della Banca del Fucino di Roma e un altro di 20 milioni su un conto della banca JP Morgan di Francoforte. Di entrambi i destinatari si forniscono soltanto le sigle IBAN.

    Ma il conto dello IOR in questione è quello bloccato. Il 14 settembre il Credito Artigiano informa la Banca d'Italia dei bonifici ordinati dallo IOR e della perdurante assenza di informazioni sulla titolarità e i destinatari.

    Il 15 settembre l'ufficio di informazione finanziaria di Bankitalia segnala alla magistratura di Roma una possibile violazione delle norme antiriciclaggio da parte dello IOR.

    Il 20 settembre la magistratura di Roma ordina il sequestro preventivo dell'intera somma depositata sul conto dello IOR ed emette due avvisi di indagine a carico del presidente e del direttore generale della banca vaticana, per omissione delle procedure contro il riciclaggio di denaro sporco.

    *

    Le autorità vaticane e lo stesso Gotti Tedeschi hanno riconosciuto che "l'inconveniente è stato causato da un'incomprensione in via di chiarimento" tra lo IOR e il Credito Artigiano.

    Ma se non sono bastati nove mesi per chiarire una semplice "incomprensione" tra due banche use in passato a operare di concerto, è segno che alle inadempienze dello IOR si è sommato il sopravvenuto atteggiamento ostile della banca depositaria del conto.

    Le autorità vaticane hanno anche precisato che i bonifici ordinati erano "semplici operazioni di tesoreria con destinatario lo stesso IOR su conti di sua pertinenza, presso altre banche". E Gotti Tedeschi ha aggiunto che il trasferimento di denaro era finalizzato all'acquisto di bond tedeschi.

    Ma resta oscuro perché per un semplice acquisto di bond si sia voluto far ricorso a un precedente doppio giro di tesoreria, peraltro impossibile dato il blocco del conto in oggetto.

    Altrettanto poco chiare sono le ragioni dell'attrito venuto alla luce tra lo IOR e la Banca d'Italia.

    Le autorità vaticane asseriscono che l'uno e l'altra "dall'inizio di quest'anno operano in stretto collegamento proprio in vista dell’adeguamento delle operazioni dello IOR alle procedure antiriciclaggio". E sostengono che "la natura e lo scopo delle operazioni" finite sotto le indagini della magistratura "potevano essere chiariti con semplicità e rapidità".

    Ma se è così, non si capisce perché lo IOR non abbia messo le cose in chiaro da subito, in colloqui diretti con le autorità monetarie italiane. Dato che questo chiarimento è mancato, viene naturale pensare da una parte a colpevoli inerzie dello stesso IOR, e dall'altra a un atteggiamento punitivo, nei suoi confronti, da parte della Banca d'Italia.

    *

    L'operazione di risanamento e di riordinamento dello IOR affidata dalle autorità vaticane a Gotti Tedeschi appare dunque più difficile del previsto.

    Ciò non toglie che la fiducia riposta in lui da Benedetto XVI e dalla segreteria di stato è oggi ancor più forte di ieri.

    La stima di papa Joseph Ratzinger per questo "suo" banchiere è provata anche dal ruolo che questi ha avuto nella stesura dell'enciclica "Caritas in veritate".

    A conferma di tutto ciò, basta sfogliare il libro-intervista di Gotti Tedeschi uscito nelle librerie italiane proprio in questi giorni di bufera, col titolo: "Denaro e paradiso. I cattolici e l'economia globale".

    Il libro si apre con una appassionata prefazione del cardinale Tarcisio Bertone. E si chiude con un ampio capitolo dedicato all'analisi della "Caritas in veritate".

    Il brano che segue è tratto da quest'ultimo capitolo. E svolge un punto cardine dell'analisi che Gotti Tedeschi fa della crisi finanziaria ed economica che ha colpito il mondo.

    Ettore Gotti Tedeschi è presidente dello IOR, consigliere economico del ministro del tesoro italiano Giulio Tremonti, consigliere della Cassa Depositi e Prestiti, presidente del Fondo italiano per le infrastrutture F2i, presidente di Santander Consumer Bank, docente all’Università Cattolica di Milano, editorialista de "L'Osservatore Romano" e del "Sole 24 Ore".

    __________



    MENO FIGLI, MENO RICCHEZZA

    di Ettore Gotti Tedeschi


    Se non c’è rispetto per la vita, che cosa merita rispetto? Io credo che il messaggio di fondo della "Caritas in veritate" sia questo: uno strumento – come lo sono l’economia, la scienza e la tecnica – non può e non deve rivendicare autonomia morale; ciò produrrebbe danni irreparabili per l’uomo, come è infatti successo. E questo accade quando l’uomo perde il significato del vero e sottomette la verità alla propria libertà che, nella visuale cattolica, è disordinata. L’autonomia morale di uno strumento è sintomo di confusione e di perdita della verità. Ne consegue che la stessa vita umana perde di significato, la dignità umana perde il suo valore e l’uomo diventa mezzo di produzione, di consumo, di risparmio.

    Negando la vita o subordinandola ad altri presunti valori, si producono realmente danni irreparabili. Perciò affermo chiaramente che l’origine della crisi attuale è soprattutto morale ed è dovuta proprio alla negazione della vita. Ricordiamoci che alla fine degli anni Sessanta i "profeti" neomalthusiani (prima quelli dell’università di Stanford, poi quelli del Massachusetts Institute of Technology) annunciarono che, se il tasso di crescita della popolazione avesse proseguito come negli anni precedenti (intorno al 4-4,5 per cento), prima del 2000 centinaia di milioni (cifra poi ridimensionata in decine di milioni) di persone sarebbero morte per fame soprattutto in Asia e India. Questo la dice lunga sulle capacità predittive di sociologi ed economisti; infatti, ciò che poi è avvenuto contraddice in pieno i loro assunti. Nel mondo occidentale, che ha interrotto la natalità portandola al di sotto dello zero, si sono create condizioni per la crisi, mentre nel mondo ex emergente, che ha continuato a far figli, si sono invece avuti sviluppo e creazione di ricchezza. Noi occidentali abbiamo creduto di diventare più ricchi negando la vita, e invece siamo diventati più poveri.

    Ed ecco quel che è successo. Se la popolazione di un paese ricco e costoso cessa di crescere, diminuisce – conseguentemente e progressivamente – l’accesso di giovani alla fase di produttività; per contro, aumenta il numero delle persone che escono dalle attività produttive e diventano un costo per la collettività. Questa, dunque, decresce sia in numero che in risorse. In pratica, nel sistema socio-economico aumentano i costi fissi; e, non potendosi ridurre le tasse, diminuiscono i risparmi e, dunque, le attività finanziarie.

    La reazione più naturale è a quel punto aumentare la produttività (il che equivale in pratica a fare più ore di lavoro) ma ciò ha un limite fisico. Certo, si può tentare con sistemi che cerchino di aumentare il potere di acquisto riducendo i costi (per esempio, col trasferimento in Asia di molte produzioni). Ma quando ciò non basta non rimane che un mezzo: il debito. O meglio, il consumo a debito, che arriva agli eccessi che conosciamo. Il fatto è che l’abnorme espansione creditizia, il cattivo uso degli strumenti finanziari, sono stati effetti, non cause. L’origine degli attuali squilibri economici va cercata altrove: nel non rispetto della vita umana. [...]

    Nei paesi che vent’anni fa erano considerati "in via di sviluppo" l’aumento della popolazione ha loro portato oggi, grazie anche alle nuove localizzazioni produttive, benessere e ricchezza in misura tale da potere persino tenere in piedi i nostri paesi ex ricchi e senza figli. Questi paesi oggi stanno investendo in zone che noi occidentali abbiamo sempre considerato in povertà cronica e abbiamo "aiutato" mandando profilattici per interrompere la crescita della loro popolazio- ne. Si stima che in Africa, in via di colonizzazione da parte dei cinesi, fra una decina d’anni potranno esserci un paio di miliardi di abitanti. Su questo i cinesi stanno investendo, creando lavoro e promovendo benessere. Il problema, semmai, sarà di quale cultura e quale visione della dignità dell’uomo questi nuovi colonizzatori saranno portatori fra quelle popolazioni. Certo, non quelle cattoliche.

    __________


    Il libro:

    Ettore Gotti Tedeschi, Rino Camilleri, "Denaro e paradiso. I cattolici e l'economia globale", Lindau, Torino, 2010, pp. 160, euro 15,00.

  9. #19
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  10. #20
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    IOR, Autorità di Informazione Finanziaria e adeguamento alle leggi internazionali

    COMUNICATO SULLA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTI SULLA PREVENZIONE E IL CONTRASTO DELLE ATTIVITÀ ILLEGALI IN CAMPO FINANZIARIO E MONETARIO NELLO STATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO E NELLA SANTA SEDE , 29.12.2010

    Si informano i signori giornalisti che domani, giovedì 30 dicembre, la Sala Stampa pubblicherà i seguenti documenti:

    • Lettera Apostolica "Motu Proprio" del Santo Padre concernente la prevenzione ed il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario.
    • Statuto dell’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF).
    • Legge concernente la prevenzione ed il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo.
    • I documenti saranno introdotti da un apposito e ampio Comunicato (in italiano e in inglese) che ne illustrerà il contenuto e il significato, per facilitare la corretta lettura e interpretazione dei medesimi.


    Tutto il materiale sarà disponibile con Embargo alle ore 10. L’Embargo scadrà alle ore 12.

    [01873-01.01]

    [B0812-XX.01]


    fonte: Sala Stampa della Santa Sede
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