VENEZIA A PEZZI
Ca’ Nani, crolla cornicione di quasi 2 metri
E dalla basilica dei Frari cadono mattoni
Si contano i danni dopo i due giorni di pioggia. Segnalati in Procura. Monsignor Meneguolo: «Avanti così e il Mose difenderà solo ruderi»
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VENEZIA - Piove a dirotto e a Venezia crollano pezzi di chiese e palazzi. Mercoledì è accaduto due volte nel giro di poche ore. La prima chiamata è arrivata da Cannaregio, in calle del Forno all’angolo con la fondamenta. Qui c’è Ca’ Nani, 5.600 metri quadrati di edificio nobiliare fino al 2007 di proprietà comunale. Intorno alle 10 si è staccato un ornamento del cornicione lungo 1 metro e 40 centimetri e largo 20 ed è finito in calle. La stessa in cui poche ore prima erano passati bambini e genitori per andare a scuola. Per fortuna non stava passando nessuno, l’area è stata transennata per effettuare il recupero dell’architrave rovinosamente franata a terra. Praticamente in contemporanea la centrale operativa della polizia municipale ha ricevuto una seconda richiesta. Dalla basilica dei Frari si sono staccati alcuni mattoni: sul posto sono immediatamente arrivati i Vigili del Fuoco che hanno richiesto la presenza della polizia municipale per gestire la viabilità. Anche in questo caso, la parte lesa dell’antica basilica è stata transennata e i vigili hanno lavorato fino al pomeriggio per demolire le parti pericolanti.
«Venezia e la sua gloriosa storia si meritano di meglio», tuona monsignor Antonio Meneguolo, responsabile dei beni culturali del Patriarcato veneziano. Che bastino due giorni di pioggia battente a sgretolare intonaci già degradati dal tempo per il sacerdote è una vergogna. Ed è quanto in realtà pensa anche l’amministrazione.Mercoledì di fronte al crollo di Ca’ Nani gli agenti hanno subito segnalato il fatto alla Procura. «Anche se nessuno si è fatto male e nello specifico la situazione si è risolta con il pronto intervento - spiega il direttore generale del Comune Marco Agostini - la procedura vuole che parta subito la notizia di reato». L’edificio in muratura a vista con rivestimento in pietra d’Istria e decorazioni dal sapore barocco è un bene di prestigio e la proprietà ha appunto il
dovere di mantenerlo in buone condizioni. La notizia di reato «per rovina di edificio» inviata mercoledì mattina alla magistratura è in questo senso chiara. Alla basilica dei Frari invece il crollo è stato di minore entità, a fianco di un punto dove sono già previsti interventi. «Finché non ci si decide ad avviare una seria e duratura campagna di restauri continueremo a trovarci di fronte a situazioni di questo genere - commenta Meneguolo - serve un intervento deciso e decisivo altrimenti salveremo la città dalle acque alte ma avremo saltato solo ruderi».
I due casi denunciati non sono gli unici crolli avvenuti a Venezia in questi ultimi giorni. «Purtroppo è successo a diversi edifici», spiega Agostini. Nel caso di Ca’ Nani un cittadino ha anche inviato una segnalazione alla società della salvaguardia di Venezia, Insula, a cui in molti si rivolgono quando notato cornicioni che cadono. Non sempre però Vigili del fuoco e polizia municipale sono allertati, così diventa difficile costruire una mappa delle proprietà private da sollecitare perchè facciano le manutenzioni. Un cornicione che crolla può essere il sintomo di un degrado architettonico e potrebbe nascondere malanni più gravi. Tra crisi economica e mancanza di fondi pubblici, restauri e manutenzioni ordinarie sono tuttavia troppo spesso posticipate in attesa di tempi migliori.
Gloria Bertasi
Davide Tamiello
fonte: corrieredelveneto.it