CRONACHE
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Anno 2009
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L’Arcivescovo di Milano card. Dionigi Tettamanzi
Annuncia a Natale nella Messa di Mezzanotte
la costituzione del “Fondo famiglia-lavoro”
per sostenere chi perde l’occupazione
Perché l’annuncio in questo Natale?
Il Natale cristiano chiama tutti ad uno slancio rinnovato, ad un supplemento speciale di fraternità e solidarietà.
Questi tempi sono segnati da una crisi finanziaria ed economica che – secondo gli esperti – non ha ancora manifestato pienamente i suoi effetti destabilizzanti, soprattutto le preoccupanti ricadute sulla società e sulle famiglie.
Lo scenario che si va delineando impone a tutti una riflessione seria e responsabile.
Nell’intenso clima spirituale della Messa di Mezzanotte di Natale, a partire dalla meditazione del Vangelo e in una prospettiva anzitutto educativa per le comunità cristiane e per ciascuno dei fedeli della Diocesi, l’Arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi ha annunciato la costituzione del “Fondo famiglia-lavoro”, da finalizzare all’aiuto di chi ha perso, sta perdendo o perderà l’occupazione.
Le motivazioni dell’iniziativa dell’Arcivescovo
Nell’omelia l’Arcivescovo ha anzitutto posto la domanda sul “perché” di questa crisi di portata mondiale, caratterizzata – a quanto sembra - da una particolare gravità e durata nel tempo.
Per il cardinale Tettamanzi spetta ai politici, agli economisti, ai tecnici rinvenire le cause delle presente situazione. Ma appare comunque già con sufficiente chiarezza come l’origine dei mali stia a monte dell’economia: la produzione, la distribuzione e l’uso delle risorse, infatti, implica sempre un insopprimibile aspetto etico. Si chiede l’Arcivescovo: «Può dirsi etica un’economia che non mette al centro l’uomo ma il profitto da perseguire ad ogni costo? Quanta responsabilità – delle fatiche del momento presente – ha quella finanza divenuta virtuale, che ha perso di vista l’economia reale centrata sul benessere delle comunità e dei singoli? Non ho dubbi: l’etica – e il primo valore etico è il rispetto della persona in tutte le sue dimensioni – non è un’aggiunta all’economia, ma ne è il fondamento. Sempre quando si calpesta l’uomo sulla breve o lunga distanza a pagarne le gravissime conseguenze sono l’uomo, la società, la natura e l’economia stessa».
Il cardinale Tettamanzi ha poi confidato le domande che questa situazione fa nascere in lui.
«In questo Natale, già segnato dalle prime ondate di una grave crisi economica, un interrogativo mi tormenta: io, come Arcivescovo di Milano, cosa posso fare? Noi, come Chiesa ambrosiana, cosa possiamo fare?».
Una domanda che ciascuno deve fare propria e che tutti deve interrogare.
Un “la”che dia avvio ad un concerto
Per l’Arcivescovo di Milano occorre porre un segno, quasi a dare il “la” ad un concerto che deve coinvolgere coralmente tutta la Chiesa ambrosiana e tutti gli uomini di buona volontà.
« Il pensiero che delle famiglie in parrocchia, un vicino di casa, si possano trovare a vivere queste feste con il timore di perdere il proprio posto di lavoro non può non interrogare ciascuno di noi. C’è uno stile di vita costruito sul consumismo che tutti siamo invitati a cambiare per tornare a una santa sobrietà, segno di giustizia prima ancora che di virtù. C’è una solidarietà umana da ritrovare nei nostri paesi e nelle nostre città per uscire dall’anonimato e dall’isolamento, perché chi vive momenti di difficoltà non si senta abbandonato. C’è una nuova primavera sociale fatta di volontariato, mutuo soccorso, cooperazione da far fiorire perché insieme – ne sono certo -, solo insieme è possibile affrontare e superare le difficoltà che sperimentiamo e che si prospettano».
Il cardinale Tettamanzi – muovendo da queste premesse - ha chiesto alla Chiesa di Milano di agire. E l’azione dovrà privilegiare chi nei prossimi mesi perderà il lavoro e così non sarà più in grado di mantenere dignitosamente sé e la propria famiglia.
Certo, la nostra Chiesa ambrosiana – nelle sue istituzioni, parrocchie, associazioni – è da sempre accanto alle persone che soffrono forme di antica e nuova povertà.
« Rinnovo l’appello alla responsabilità di tutti e di ciascuno affinché il miracolo della solidarietà, possibile dove si vive con autenticità il Vangelo, si ripeta anche in questo momento difficile. Realizziamo, insieme, dei gesti concreti di “solidarietà”. I nuovi e più profondi legami che nascono dall’Eucaristia – celebrata questa notte e quotidianamente –siano le motivazioni più evangeliche e convincenti per sostenere umanamente e spiritualmente chi è o sarà in difficoltà per la perdita del lavoro».
La solidarietà si alimenta con la sobrietà. E questo stile è proposto a tutti: perché il cuore sia libero dalle ricchezze, per educarci a investire e a spendere per ciò che è necessario e importante e per condividere la nostra umanità e i nostri beni con chi è povero...
Il “Fondo famiglia-lavoro”
Concretamente – affinché l’intervento della notte di Natale non resti un generico appello – l’Arcivescovo ha costituito il “Fondo famiglia-lavoro” per sostenere chi è o si troverà nell’indigenza a seguito delle perdita dell’occupazione. La dotazione iniziale (che si chiede e spera di incrementare notevolmente) è di 1 milione di euro.
Una somma che il cardinale Tettamanzi ha stanziato attingendo dall’otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte che gli sono pervenute in questi giorni “per la carità dell’Arcivescovo”, da scelte di sobrietà della diocesi e sue personali.
Come già detto, la preoccupazione dell’Arcivescovo è anzitutto educativa. Per questo ha anzitutto chiesto a «tutte le comunità cristiane della diocesi di riflettere sulle conseguenze della crisi economica, di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro, di aderire con generosità a questo fondo».
Anche a livello locale occorrerà poi concretizzare la riflessione aderendo al fondo. Sarà compito insieme dei sacerdoti e dei laici – attraverso i consigli pastorali, per gli affari economici e gli altri organismi competenti – operare un serio discernimento e decidere come parteciparvi (rimandare spese non urgenti o secondarie, destinare una percentuale del bilancio parrocchiale, intraprendere coraggiose scelte di sobrietà…).
E sottolineando – ancora una volta – la centralità dell’aspetto educativo l’Arcivescovo ha raccomandato alle parrocchie di creare momenti di coinvolgimento dei singoli fedeli, delle famiglie e di tutte le persone di buona volontà nella riflessione sulla sobrietà e in questa gara di solidarietà.
La sensibilizzazione locale
All’avvio e alla presentazione dell’operazione avvenuta nella Messa di Mezzanotte del 25 dicembre segue ora la fase di sensibilizzazione nel territorio raccomandata dall’Arcivescovo.
Una riflessione che sarà sostenuta anzitutto dalle tante competenze delle quali le parrocchie sono ricche: le Caritas, le ACLI e tanti singoli fedeli sono in grado di riflettere sulle ricadute locali della crisi globale, di rinnovare l’appello alla solidarietà e di proporre – alla comunità cristiana e ai singoli - lo stile della sobrietà.
La comunicazione diocesana (www.chiesadimilano.it, il settimanale Avvenire-Milano7, Radio Marconi, il mensile “Il Segno”, il magazine televisivo trasmesso da telenova “La Chiesa nella Città”) sta già offrendo - e continuerà a farlo - degli strumenti per accompagnare questa riflessione.
Al tempo stesso, in questa prima fase, la Caritas Ambrosiana e le ACLI stanno studiando le forme più adatte, a partire dalla loro esperienza, per la gestione e l’utilizzo di questo fondo.
Le modalità di gestione del fondo
La primaria finalità di questo fondo è di fornire una concreta risposta in termini economici alle famiglie che si trovino costrette a fronteggiare le conseguenze finanziarie della perdita di lavoro di un proprio componente e non risultino protette da altri ammortizzatori e/o tutele sociali.
La modalità scelta è quella di fornire un assegno a parziale integrazione del mancato reddito da lavoro.
Caritas Ambrosiana ed ACLI saranno chiamate a concorrere sinergicamente alla realizzazione di questa meritoria iniziativa valorizzando la propria capillare presenza sul territorio e le proprie vocazioni istituzionali (capacità di ascolto ed accoglienza per Caritas, erogazione di servizi alle famiglie ed ai lavoratori per ACLI e lettura dei bisogni sociali per entrambe).
La distribuzione dei fondi non avverrà infatti da subito e non sarà “a pioggia”. Oltre a perdere l’efficacia dell’aiuto che si vuole portare, un simile metodo impedisce di raggiungere adeguatamente chi – tra tutte le persone provate dalla perdita del lavoro – è in situazione di più grave difficoltà.
Il coinvolgimento del territorio
Punto di forza del progetto è il coinvolgimento attivo del territorio e la costruzione di reti di solidarietà.
Solo se le parrocchie e le associazioni saranno attente e vigili si potrà raggiungere chi è in grave difficoltà. Solo se “dal basso” si rinnovano e creano reti solidali si potrà andare oltre la logica dell’assistenzialismo, del contributo a fondo perso.
I 74 decanati in cui la Diocesi è suddivisa, le Caritas e ed i circoli ACLI saranno chiamati alla ricognizione e alla rilevazione puntuale dei bisogni sociali cui far fronte e quindi a stendere la formale richiesta di contributo nella forma di un progetto di sostegno per un determinato numero di nuclei familiari.
A livello centrale Caritas Ambrosiana e ACLI verificheranno la pertinenza e la solidità dei progetti ed erogheranno il fondo richiesto.
Saranno poi gli stessi enti locali richiedenti a distribuirlo alle persone in difficoltà, agendo con la massima discrezione.
Un simile procedimento consentirà alla Chiesa ambrosiana di conoscere e di affrontare le dinamiche socio-economiche con puntualità, efficacia ed efficienza, valorizzando le potenzialità di presenza ed azione sociale sul territorio con modalità nuove e concrete.
Applicando le indicazioni del cardinale Tettamanzi si giungerà così a promuovere le progettualità sociali locali mediante un processo di delega assistita, responsabilizzando e facendo crescere le competenze già presenti nelle parrocchie e sul territorio.
Fondamentale, per la buona riuscita del progetto, sarà la capacità di attivare localmente altre persone per realizzare ulteriori iniziative di sostegno familiare, coinvolgendo anche le stesse persone assistite.
Con questo modo di agire ci si proporrà anche ad altri attori sul territorio per attrarre ulteriori forze e risorse.
Milano, 25 Dicembre 2008
Scheda a cura di:
Ufficio Comunicazioni sociali, Diocesi di Milano