In una eventuale discussione con abortisti non importa che sia potenza o atto, perchè anche San Tommaso d'Aquino, in un periodo come quello medioevale in cui si riteneva che la vita iniziasse verso la fine del primo trimestre (stante le scarse conoscenze scientifiche), comunque ribadiva che non si poteva interferire con il periodo precedente e farlo significava compiere un pecato grave.
Adottare la denominazione di "persona in potenza" serve solo per far capire che quell'esserino, che sia o meno una persona, è altamente probabile (85% dopo l'annidamento) che in ogni caso lo diventerà, che nascerà, che sarà un bambino, un adulto e che arriverà all'anzianità e morirà a 80 anni nel mondo occidentale, e che in virtù di questo destino praticamente certo non è affatto considerabile alla stregua di un organo, di un tessuto, di un "grumo di cellule" o di un gamete, nessuno dei quali diventerà mai niente di niente.