
Originariamente Scritto da
utunumsint
ciao a tutti questo e' il mio primo intervento..come sono emozionato..
mi trovo d'accordo con molti che hanno parlato prima ma visto che il mio primo intervento non puo' finire subito mi dilungo un po'

su come la penso io:
(cercando anche di riassumere le cose gia dette che condivido)
1. Se parliamo di canto liturgico il canone estetico ovviamente non basta. E' fondamentale anche l''ecclesialita' ovvero l'accessibilita del canto ai fedeli, perche' il canto dev'essere soprattutto espressione della preghiera dell'assemblea. Se "chi canta prega 2 volte" xche' puo' pregare solo il tenore diplomato?
E l'accessibilita' a mio personale parere viene prima della bellezza. Per assurdo meglio un canto brutto ma utilizzabile da tutti che viceversa.
2. E' chiaro anche che la dignita' del canto, la ricerca del bello e la cura x i particolari arricchiscono straordinariamente la liturgia. Lo stesso Papa GPII una volta si lamento' dei 'canti sciatti' che stavano prendendo piede. Ed e' quello che stava accadendo negli anni '80 in controtendenza a una musica liturgica ostica che trasformava sempre + i fedeli in spettatori.
3. Non solo, ma spesso la ricchezza espressiva si traduce in ricchezza di segni.
Ad es. la polifonia e' un segno bellissimo di "unita' nella diversita'" (ll mio pallino scusate) nell'assemblea.
4. un problema che unisce sia la musica sciatta che a volte anche quella ipercolta e' la poca attenzione x il testo. E se non sempre nella musica vocale il testo e' importante, nel caso della musica liturgica e' tutt'altra cosa.. Se Mozart puo' fregarsene allegramente di dare risalto a tutte le parole di Da Ponte..e' ovvio che nemmeno la musica di Palestrina puo' mettere in secondo piano la Parola di Dio
-cio' premesso:
1. Frisina ha il grande merito di essere riuscito a offrire una via di mezzo fra grandi musiche incantabili (o difficilmente cantabili) e il canzonettismo banale.
Ha proposto una polifonia semplice e intuibile, certamente non geniale ma cantabile anche da coretti parrocchiali di 7mo ordine. E gli stessi canti sono quasi sempre effettuabili a 1, 2 o 4 voci.
2. Questo credo che sia la dimostrazione + evidente della positivita' del lavoro di Frisina nella musica liturgica. Lo cantano tutti. In tante parrocchie si inizia a cantare polifonico. Prima non si faceva.
Frisina ha concepito la musica come servizio. Ed e' riuscito a 'servire'
3. un altro grande merito che ha - ma questo e' un mio personale punto di vista che sono un appassionato di strumentazione - e' di riavere dato un posto importante all'orchestra. Nulla da eccepire agli appassionati dell'organo, pero' la ricchezza strumentale oltretutto a me evoca sempre il salmo 150.
Frisina scrive bene, o almeno con mestiere, x orchestra (e con una velocita' incredibile), niente di straordinario, non sara' poi un gran direttore ma ha anche il merito di averla messa in piedi l'orchestra.
4. L'idea del coro della diocesi di roma, un coro enorme e di gente qualunque e' grandiosa.
5. Il testo e' sempre chiaramente riconoscibile e punto focale di attrazione della musica che ad esso si piega in continuazione (quel gloria sbilenco a cui accenna Amedeo non lo conosco..lo ascoltero') anche nel contenimento dell'orchestra.
In questo senso ottima anche la scelta dei 2 solisti in voce chiara e naturale (il soprano mi piace moltissimo, il tenore per niente pero' funziona lo stesso)
6. Il tutto forse e' un po' a scapito dell'originalita'. Obiettivamente lo stile non e' particolare e i brani fra loro non brillano in eccezionale diversita', l'uso delle voci e' quello che e' (ha ragione Barnaba), la strumentazione non e' Berlioz ( e nemmeno John Williams) ma direi che ci possiamo stare..
7. Anch'io come Caterina trovo fra i meglio ispirati ' Il canto del Mare' e 'chi ci separera''.
aggiungerei 'le Lodi a Dio altissimo' dove riesce benissimo ad accentuare l'intensita' delle sublimi parole di S.Francesco, e lo 'Shema Israel'
ciao a tutti
utun