Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.
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Discussione: Cronache dall'Arcidiocesi di Torino - 2012

  1. #1
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    Cronache dall'Arcidiocesi di Torino - 2012

    Cronache dall'Arcidiocesi di Torino

    Anno 2012

    Archivio Anno 2010


    L'Arcidiocesi di Torino occupa una parte centrale nel Piemonte: il suo territorio comprende molta parte della Provincia di Torino, per complessivi 137 Comuni (il resto è distribuito fra le Diocesi di Asti, Casale Monferrato, Ivrea, Pinerolo e Susa con circa 350.000 abitanti complessivamente); si estende in 15 Comuni della Provincia di Cuneo (80.000 abitanti) e in 6 della Provincia di Asti (circa 7.000 abitanti).

    Nel territorio dell'Arcidiocesi abita quasi la metà della popolazione dell'intera Regione Piemonte, che per il restante comprende altre 15 Diocesi nella Regione Pastorale Piemontese (esclusa la Diocesi di Aosta, il cui territorio coincide con la Regione autonoma Valle d'Aosta) e una porzione della Diocesi di Tortona, il cui territorio si estende in Liguria e Lombardia, ma che appartiene alla Regione Pastorale Ligure.

    Attualmente l'Arcidiocesi di Torino confina in Italia con le Diocesi di Ivrea, Casale Monferrato, Asti, Alba, Fossano, Saluzzo, Pinerolo e Susa; in Francia con l'Arcidiocesi di Chambéry, Saint-Jean-de-Maurienne e Tarentaise.


    Quid quaeritis viventem cum mortuis? (Lc 24, 5)

  2. #2
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    Arcivescovo

    Arcivescovo

    Dall'11 ottobre 2010 è Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia.




    La segreteria dell'Arcivescovo è in via Arcivescovado 12 a Torino ed è operativa, nei giorni feriali, al mattino da lunedì a venerdì e al pomeriggio da martedì a venerdì; resta chiusa il lunedì pomeriggio, il sabato e la domenica e nei giorni festivi infrasettimanali.

    tel. 011.51.56.300
    fax: 011.51.56.249
    e-mail: segr.arcivescovo@diocesi.torino.it

    Segretario dell'Arcivescovo è Don Mauro Grosso.
    Quid quaeritis viventem cum mortuis? (Lc 24, 5)

  3. #3
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    Storia

    Storia

    Le origini
    Sulle origini del cristianesimo in Torino non abbondano gli elementi storicamente documentati. Si possono probabilmente riconoscere i Santi Ottavio, Avventore e Solutore (vissuti nel secolo III) come i protomartiri torinesi o almeno quelli di cui ci è noto il nome, già venerati al tempo di San Massimo.
    Le comunità cristiane dell'attuale Italia nord-occidentale si organizzarono in Chiese (ossia in Diocesi), con a capo un Vescovo, prevalentemente in epoca costantiniana.

    Viene comunemente riconosciuta a Vercelli, con Sant'Eusebio, la qualifica di prima Diocesi piemontese. Soltanto nella seconda metà del secolo IV Torino, la romana Augusta Taurinorum, si presenta come Chiesa organizzata, smembrata da quella di Vercelli dopo la morte di Sant'Eusebio, durante gli episcopati dei suoi immediati successori San Limenio (371-396) o Sant'Onorato (396-415); comunque gli storici non sono concordi se le origini della Diocesi torinese siano eusebiane o ambrosiane.

    Quasi certamente primo Vescovo di Torino fu San Massimo, membro - secondo la tradizione - del cenobio clericale-monastico fondato da Sant'Eusebio di Vercelli nella sua città.
    Il 22 settembre 398 si celebrò in Torino un Sinodo di Vescovi delle Gallie, presieduto da San Simpliciano, immediato successore di Sant'Ambrogio di Milano: di questo Sinodo vi è traccia anche nelle omelie di San Massimo.

    Il medioevo
    Nel medioevo la Diocesi si estendeva praticamente a gran parte del Piemonte occidentale, con sconfinamenti oltre le Alpi e nella Liguria. Ad arricchire il volto della Chiesa torinese giunsero, a partire dal secolo XIII, gli Ordini mendicanti: Domenicani, Francescani, Agostiniani, Carmelitani e Servi di Maria, che legarono anche il loro nome alla Facoltà di Teologia dell'Università torinese fondata nel 1404. Dal secolo XIII i Valdesi si rifugiarono nelle vallate alpine, in particolare pinerolesi.
    Il Quattrocento vede una fioritura di testimonianze di santità: accanto ai martiri Beati Antonio Neyrot (1423-1460) e Bartolomeo Cerveri (1420-1466), troviamo il Beato Aimone Taparelli (1398-1495) e il Beato Cherubino Testa (1451-1479); conclude la sua vita a Moncalieri il Beato Bernardo di Baden (1428-1458); tra i Savoia emergono le Beate Margherita (1382-1464) e Ludovica (1462-1503) ed il Beato Amedeo (1435-1472).

    Il Card. Domenico Della Rovere (1482-1501) si assunse l'iniziativa di rinnovare la Cattedrale ormai vetusta e fatiscente: nel 1491-92 si demolirono le tre chiese intercomunicanti (SS. Salvatore, S. Giovanni Battista e S. Maria de dompno) che costituivano l'antica Cattedrale e nel 1498 si iniziò a funzionare nel nuovo edificio, l'attuale, che ricevette la solenne dedicazione il 21 settembre 1505.
    La nostra Diocesi fece parte della Provincia ecclesiastica di Milano fino all'inizio del sec. XVI. Il Papa Leone X, con bolla del 21 maggio 1515, eresse la sede torinese in metropolitana, assegnandole come suffraganee le Chiese di Mondovì e di Ivrea. Al presente appartengono alla Provincia ecclesiastica torinese le Diocesi di Acqui, Alba, Aosta, Asti, Cuneo, Fossano, Ivrea, Mondovì, Pinerolo, Saluzzo e Susa.

    La Sindone a Torino
    Nel 1563 Torino divenne capitale del Ducato per iniziativa di Emanuele Filiberto di Savoia, il quale nel 1578 vi fece trasferire la Sindone da Chambéry. Non si può non evidenziare, in questo secolo, la figura della Beata Caterina de' Mattheis (1486-1547), di Racconigi.
    Il Seicento torinese va ricordato soprattutto per due figure di grande prestigio religioso: il filippino Beato Sebastiano Valfrè (1629-1710) e la carmelitana Beata Maria degli Angeli (1661-1717), del Carmelo di S. Cristina, sostegni morali dei torinesi durante l'assedio del 1706.
    Con la politica grandiosa ed astuta di Vittorio Amedeo II, al cui nome è legata la Basilica di Superga, Torino acquistò prestigio anche a livello europeo. Secolo dell'illuminismo e del giansenismo, che non risparmiarono Torino a motivo dell'influsso francese, il Settecento cattolico torinese - in cui emerge la figura del cappuccino Beato Ignazio da Santhià (1686-1770) - registrò progressi qualitativi soprattutto per merito di due insigni Arcivescovi: Francesco Luserna Rorengo di Rorà (1768-1778) e Vittorio Gaetano Costa d'Arignano (1778-1796). Furono smembrate da Torino le Diocesi di Pinerolo nel 1748 e di Susa nel 1772.

    La rivoluzione e i Santi
    La rivoluzione francese e la politica di Napoleone I, che nel 1802 annesse il Piemonte alla Francia, sconvolsero le strutture ecclesiastiche e la vita religiosa, senza però sradicarla.
    L'Ottocento sotto il profilo ecclesiastico fu un secolo bifronte: davanti alle ricorrenti soppressioni religiose, sorsero numerose nuove Congregazioni (i Salesiani di Don Bosco sono i più noti con le Figlie di Maria Ausiliatrice, ma anche le Suore del Cottolengo, quelle di S. Anna e varie altre Famiglie religiose tuttora operanti); lo scontro tra Chiesa e liberalismo (emblematizzato dall'esilio a Lione dell'Arcivescovo Luigi Fransoni), con un diffuso e pesante anticlericalismo, trovò anche quel cattolicesimo sociale che ebbe la sua migliore espressione in San Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842) con la Piccola Casa della Divina Provvidenza, San Giuseppe Cafasso (1811-1860) con il Convitto Ecclesiastico di San Francesco, San Giovanni Bosco (1815-1888) e San Leonardo Murialdo (1828-1900) con la pastorale giovanile; è il secolo di parroci esemplari come i Beati Federico Albert (1820-1876), Clemente Marchisio (1833-1903) e Giovanni Maria Boccardo (1848-1913); di testimoni di una pastorale anche per il mondo della cultura con il Beato Francesco Faà di Bruno (1825-1888); di presenze femminili preziose nel campo dell'educazione giovanile e della carità con le Beate Maria Enrichetta Dominici (1829-1894), Anna Michelotti (1843-1888), Maria Francesca Rubatto (1844-1904) e Giuseppina Gabriella Bonino (1843-1906).

    Nella scia di Don Bosco, anche solo in terra piemontese, troviamo una promettente fioritura di santità: oltre a San Domenico Savio (1842-1857) e a Santa Maria Domenica Mazzarello (1837-1881), tra i Beati vi sono il torinese Michele Rua (1837-1910) e Filippo Rinaldi (1856-1931), tra le Figlie di Maria Ausiliatrice la Beata Maddalena Morano (1847-1908) e si culmina nel martire cuorgnatese San Callisto Caravario (1903-1930), missionario in Cina.

    Il Beato Giuseppe Allamano (1851-1926), quasi a cerniera tra due secoli, rilanciò pastoralmente il santuario della Consolata e fondò i Missionari e le Missionarie della Consolata.

    La città operaia
    Ormai città industriale e operaia, dalla fine dell'Ottocento Torino si sviluppa rapidamente con le barriere operaie: città di Gramsci e Gobetti, ma anche del Beato Pier Giorgio Frassati (1901-1925).
    Nel secondo dopoguerra, le esigenze della ricostruzione e le ondate migratorie del Sud - Torino, per un periodo, giunge a superare il milione di abitanti - sollevano grandi problemi pastorali e richiedono numerose nuove chiese.

    Nel lunghissimo episcopato dell'Arcivescovo Maurilio Fossati (1930-1965) si trovano risposte generose e tempestive a queste emergenze inedite con l'opera di qualificati e preziosi collaboratori tra cui bisogna ricordare i monsignori Giuseppe Garneri (poi Vescovo di Susa), Pompeo Borghezio, Vincenzo Barale e Carlo Chiavazza. A loro e ad altri numerosi operai del Vangelo si devono l'Opera per la costruzione di nuove chiese (nota come "Torino-chiese"), la puntuale testimonianza di solidarietà durante il secondo conflitto mondiale, l'impegno dei cappellani del lavoro, la promozione della stampa cattolica e dei settimanali diocesani, con la fondazione de "il nostro tempo" e una nuova conduzione de "La Voce del Popolo".

    La promettente stagione conciliare e post-conciliare è vissuta a Torino, con le sue contraddizioni, sotto la guida degli Arcivescovi Michele Pellegrino (1965-1977) e Anastasio Alberto Ballestrero (1977-1989). Con l'Arcivescovo Giovanni Saldarini, negli anni 1994-97, dopo oltre un secolo l'Arcidiocesi torinese celebra nuovamente un Sinodo diocesano, dedicato alla comunicazione della fede.
    Con l'Arcivescovo Severino Poletto si realizzano le 'missioni diocesane' mirate alle varie età e situazioni di vita e nascono le Unità pastorali.
    Quid quaeritis viventem cum mortuis? (Lc 24, 5)

  4. #4
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    Vescovi

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    S. Massimo (375?-423?)
    Massimo II (già nel 451-470 circa)
    S. Vittore (470-494)
    Tigridio (501-503)
    Pelagio (526)
    Rufo (535-562)
    Ursicino (562-609)
    Rustico (679-691)
    Valcuno (770)
    Andrea (773-800 circa)
    Claudio I (818-830)
    Vitgario (Witgario) (832-838)
    Reguimiro I (Regimiro) (838-860)
    Claudio II (860-878)
    Lanco (888)
    Amulone (Amolo I) (888-898)
    Eginolfo (898-901)
    Guglielmo I (901-904?)
    Amolo II (904-906?)
    Ricolfo (906?-945)
    Alberto (?)
    Gebisio (?)
    Gumberto (?)
    Amalrico (955-974)
    Guglielmo II (974?-989)
    Oberto I (989)
    Amizone (Amizo, Amico) (989-998)
    Gezone (Gezo) (998-1010)
    Bonifacio (1012?)
    Landolfo (1012-1038)
    Pietro (1039)
    Guido I (Guigo, Wido, Widone) (1039-1046)
    Reguimiro II (Regimiro) (1047)
    Cuniberto (1047-1081)
    Guglielmo III (Willelmo, Witelmo) (1081-1089)
    Umberto (1090)
    Guiberto I (Wiberto) (1098-1099)
    Mainardo (Maginardo, Madardo) (1100-1117)
    Guiberto II (Wiberto) (1118-1122)
    Bosone (Boso) (1122-1125)
    Agamennone de Gebennis (di Ginevra) (1125-1130)
    Arberto (Ariberto) (1130 - ancora vivente il 29.11.1140)
    Oberto II (Uberto, Umberto) (1141-1145)
    Carlo I (1145-1162)
    Guglielmo IV (1162-1163)
    Oberto III (1164)
    Carlo I (1165-1170)
    Milone di Cardano (1170-1188)
    Arduino di Valperga (1188-1207)
    Giacomo I De Mosso (1208-1227)
    Ainardo (1228)
    Giacomo II dei Signori di Carisio (1228-1231)
    Uguccione dei Cagnola (Ugo) (1231-1243)
    Regino (1242?)
    Giovanni Provana (1243)
    Giovanni Arborio (1244-1259)
    Gandolfo (1259)
    Huguzio (1260-1262?)
    Goffredo di Montanaro (1264-1300)
    Tedisio della Gente Camilla (1301-1319)
    Guido Canalis dei Signori di Cumiana (Guido II, Guidetto) (1319-1348)
    Tomaso di Savoia (1349-1362)
    Bartolomeo Frignano (1362-1363)
    Giovanni Orsini dei Signori di Rivalta (Il "Beato") (1364-1411)
    Aimone di Romagnano (1411-1438)
    Ludovico dei Marchesi di Romagnano (1438-1468)
    Giovanni di Compeys (1469-1482)
    Domenico Della Rovere dei Signori di Vinovo (1482-1501) - Cardinale
    Giovanni Ludovico Della Rovere dei Signori di Vinovo (1501-1510)
    Tomaso de Suxo
    Giovanni Francesco Della Rovere dei Signori di Vinovo (1510-1515)
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  5. #5
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    Arcivescovi

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    1. Giovanni Francesco Della Rovere dei Signori di Vinovo (1515)
    2. Innocenzo Cibo (1515-1517) - Cardinale
    3. Claudio di Seyssel (1517-1520)
    4. Innocenzo Cibo (1520-1549) - Cardinale
    5. Cesare Cibo Usodimare (1550-1562)
    6. Iñigo D'Avalos dei Marchesi del Vasto (1563-1564) - Cardinale
    7. Girolamo Della Rovere dei Signori di Vinovo (1564-1592) - Cardinale
    8. Carlo Broglia dei Signori di Santena (1592-1617)
    9. Filiberto Milliet dei Baroni di Faverges e Chally (1618-1625)
    10. Giovanni Battista Ferrero dei Signori di Campiglione (1626-1627)
    11. Antonio Provana dei Conti di Collegno (1632-1640)
    12. Giulio Cesare Bergera dei Conti di Cavallerleone (1642-1660)
    13. Michele Beggiamo dei Signori di Sant'Albano e di Cervere (1662-1689)
    14. Michele Antonio Vibò dei Signori di Praly e di San Martino del Perrero (1690-1713)
    15. Francesco Arborio di Gattinara (1727-1743)
    16. Giovanni Battista Roero dei Conti di Pralormo (1744-1766) - Cardinale
    17. Francesco Luserna Rorengo dei Marchesi di Rorà (1768-1778)
    18. Vittorio Gaetano Costa d'Arignano dei Conti della Trinità (1778-1796) - Cardinale
    19. Carlo Luigi Buronzo del Signore (1797-1805)
    20. Giacinto Della Torre dei Conti di Luserna (1805-1814)
    21. Colombano Chiaveroti (1818-1831)
    22. Luigi dei Marchesi Fransoni (1832-1862)
    23. Alessandro Ottaviano Ricardi dei Conti di Netro (1867-1870)
    24. Lorenzo Gastaldi (1871-1883)
    25. Gaetano Alimonda (1883-1891) - Cardinale
    26. Davide dei Conti Riccardi (1891-1897)
    27. Agostino Richelmy (1897-1923) - Cardinale
    28. Giuseppe Gamba (1923-1929) - Cardinale
    29. Maurilio Fossati (1930-1965) - Cardinale
    30. Michele Pellegrino (1965-1977) - Cardinale
    31. Anastasio Alberto Ballestrero (1977-1989) - Cardinale
    32. Giovanni Saldarini (1989-1999) - Cardinale
    33. Severino Poletto (1999-2010) - Cardinale
    34. Cesare Nosiglia (2010 - ...)
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  6. #6
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    1° gennaio 2012: Giornata per la Pace
    Sussidio di riflessione e preghiera a cura della Pastorale Sociale e del Lavoro regionale

    La Pastorale Sociale e del Lavoro regionale propone un sussidio di riflessione e preghiera a tutte le comunità del Piemonte e della Valle d’Aosta, frutto di un lavoro fatto nel 2011 dalla Diocesi di Cuneo-Fossano.

    «È uno strumento», spiega don Daniele Bortolussi, responsabile dell’Ufficio, «che ha lo scopo di far conoscere e “spezzare” in modo opportuno il Messaggio del Santo Padre editato in occasione della Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2012 "Educare i giovani alla giustizia e alla pace".

    Le tematiche affrontate dal Messaggio, prosegue don Bortolussi, «hanno quest’anno una forte rilevanza rispetto ai problemi globali che siamo chiamati d affrontare anche alla luce della crisi in cui siamo immersi e che è occasione di preoccupazione, ma anche un’opportunità di cambiamento degli stili di vita finora adottati. Proprio a queste tematiche i giovani si dimostrano molto sensibili, costituendo una ragione di speranza per un tempo di crisi che sempre di più si connota non solo per le questioni complesse dell’ambito economico e sociale, ma piuttosto dalle sue radici “culturali”. È su queste ragioni profonde che l’azione educativa, intrapresa in modo specifico quest’anno dalla Chiesa Italiana, deve incidere per poter cambiare le strutture attraverso azioni politiche lungimiranti e aperte alla speranza».

    È possibile scaricare il testo integrale del Sussidio nelle pagine a cura della Pastorale Sociale e del Lavoro.

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    Capodanno: celebrazioni con l'Arcivescovo
    Il 31 dicembre alla Consolata e in Cattedrale


    Sabato 31 dicembre, alle 17, Mons. Cesare Nosiglia ha presieduto la celebrazione dei Vespri con il canto del Te Deum al Santuario della Consolata in Torino. In allegato il testo integrale dell'omelia.

    Alle 23.15, in Cattedrale, Mons. Cesare Nosiglia ha presieduto la Veglia di preghiera in preparazione della Messa e, alle 24, ha celebrato la S. Messa di fine anno. In allegato il testo integrale dell'omelia.

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  8. #8
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    «Lettera alla Città» di Mons. Cesare Nosiglia
    Presentazione pubblica martedì 3 gennaio

    Martedì 3 gennaio, alle 12, in Arcivescovado, l’Arcivescovo presenta ai giornalisti e agli operatori dei media la «Lettera alla Città».

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  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da PaoVac Visualizza Messaggio
    «Lettera alla Città» di Mons. Cesare Nosiglia
    Presentazione pubblica martedì 3 gennaio
    In allegato il testo integrale della Lettera Il futuro di Torino nelle nostre mani Lettera dell’Arcivescovo per il nuovo anno 2012.

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  10. #10
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    Nosiglia:" Servono oratori nei centri commerciali"
    L'arcivescovo di Torino ha presentato la lettera per l'anno 2012 dedicata alla comunità diocesana

    REDAZIONE
    ROMA

    L'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, presentando il documento alla stampa ha lanciato una provocazione e inviata a un centinaio di personalità della città. Come strumento di una Chiesa che «deve farsi più missionaria», nel senso che «sa investirsi della realtà concreta» e quindi «va incontro ai giovani là dove si trovano». Quindi perchè non creare oratori e centri di aggragazione all'interno di luoghi commerciali.

    «Quando incontro i giovani - ha detto l’arcivescovo - mi dicono spesso di sentire la Chiesa troppo distante. Mi ringraziano non tanto per quello che dico, ma per essere andato a incontrarli. Forse dovremmo aprire i nostri oratori anche nei centri commerciali e nei luoghi di divertimento, andando là dove i giovani sono, senza aspettare che vengano da noi».

    «I problemi dei giovani - ha sottolineato - non si esauriscono con il tema del lavoro. La loro fragilità ha svariate cause, dalla cultura del nichilismo e del consumismo a ruoli paterni e materni indeboliti, fino all’assenza della dimensione religiosa. La loro estraneità è dovuta alla mancanza di dialogo fra le generazioni, alla frammentazione della famiglia. È importante quindi - ha concluso - riannodare questi fili, dimostrare nei fatti che si crede in loro, ma poi anche richiamarli alla loro responsabilità».

    Per questo, secondo l'arcivescovo di Torino è necessario" costruire una Chiesa che sia "sempre meno autoreferenziale" e aperta ai bisogni e alle domande di senso del mondo contemporaneo.

    fonte: http://vaticaninsider.lastampa.it/ho...-chiesa-11327/
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