Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.
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Discussione: Cronache dell'Arcidiocesi di Genova - Anno 2012

  1. #21
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    ...inizia la Santa Messa:











    ... l'omelia di Mons. L. Paletti:





    Ultima modifica di Sunshine; 13-01-2012 alle 20:13


  2. #22
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    mi è piaciuta quest'immagine dei 2 Cristi uno di fronte all'altro:




    ... al momento della Comunione:



    ... al termine della Messa Mons. Marco Granara saluta e ringrazia:



    ... fine della Santa Messa (e fine anche del pellegrinaggio):

    Ultima modifica di Sunshine; 13-01-2012 alle 20:27


  3. #23
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    Appuntamenti per il 16 gennaio:


    Movimento Giovanile Missionario: serata di testimonianze dalla missione di Cuba

    Lunedì 16 gennaio serata di testimonianza e riflessione proposta dal Movimento Giovanile Missionario (sala Quadrivium ore 20.45) sull'essere "testimoni di Dio", tema degli incontri di formazione di quest'anno, per riscoprire questa presenza missionaria come fonte di ricchezza e di stimolo.
    Interventi di don Fully Doragrossa, Mons. Marino Poggi e don Franco Buono.

    Scarica il manifesto della serata



    Giornata per l'Ebraismo

    Lunedì 16 gennaio, giornata per l'Ebraismo, alle ore 17.30 presso la Sala Quadrivium in piazza Santa Marta incontro ebraico-cristiano sul tema "Non uccidere".
    Relatori dott. Giuseppe Momigliano, rabbino capo della comunità di Genova, don Davide Bernini, docente di Sacra Scrittura.


    http://www.ilcittadino.ge.it/


  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da Sunshine Visualizza Messaggio
    Sinceramente, però, la notizia da un lato mi fa piacere dall’altro mi preoccupa: attraverso i video ho notato un Cardinale Bagnasco sempre più stanco e stressato.
    Leggo adesso questo post.
    Sunshine hai ragione, dobbiamo però considerare che il Card. Bagnasco dallo scorso ottobre è anche Vicepresidente della Conferenza Episcopale Europea, quindi un'ulteriore mole di lavoro.

  5. #25
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    Citazione Originariamente Scritto da Phantom Visualizza Messaggio
    Sunshine hai ragione, dobbiamo però considerare che il Card. Bagnasco dallo scorso ottobre è anche Vicepresidente della Conferenza Episcopale Europea, quindi un'ulteriore mole di lavoro.
    Questo che hai citato, credo sia il penultimo incarico, se non ricordo male dalle Cronache dell'anno passato. L'ultimo è quello che ha segnalato Vox.
    Malgrado la quasi totale inerzia del sito ufficiale diocesano che da molti mesi ormai si limita a pubblicare solo le omelie (che peraltro si tovano in altri siti) e l'aggiornamento dell'Agenda del Cardinale Bagnasco (troppo buoni...) e null'altro, attraverso altre fonti (per fortuna aggiornate) si viene a sapere che il nostro è continuamente in movimento non solo per le continue incombenze di una grande Diocesi come Genova, ma anche per i numerosi (ed onerosi) incarichi che gli sono stati affidati.
    Io stessa, nel riportare le notizie su di lui nei mesi scorsi, certe volte facevo fatica a "seguirlo" nel suo presiedere in giro per l'Italia. Eppure io sono comodamente seduta al computer: posso immaginare lui, che la mattina è a Roma per la riunione della Conferenza Episcopale Italiana, il pomeriggio è qui a Genova all' Ospedale Gaslini per l'inaugurazione di qualcosa e il giorno dopo nelle Marche a dire la S.Messa... e poi ricomincia...
    Dove prenda tanta energia non lo so, so che è ammirabile nella sua dedizione e si, un pò di preoccupazione per lui penso sia normale.
    Ultima modifica di Sunshine; 15-01-2012 alle 21:10


  6. #26
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    Gentile Sunshine, vorrei chiederLe se è vera la voce di un grossissimo ridimensionamento dell'ufficio delle comunicazioni sociali dell'arcidiocesi di Genova con conseguente licenziamento di alcuni addetti laici al'ufficio stampa ed al settimanale diocesano, con il conferimento di un incarico generico ad un sacerdote?

  7. #27
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    Citazione Originariamente Scritto da malloreddus Visualizza Messaggio
    Gentile Sunshine, vorrei chiederLe se è vera la voce di un grossissimo ridimensionamento dell'ufficio delle comunicazioni sociali dell'arcidiocesi di Genova con conseguente licenziamento di alcuni addetti laici al'ufficio stampa ed al settimanale diocesano, con il conferimento di un incarico generico ad un sacerdote?
    No, a me non risulta niente di tutto questo. Spero siano solo "voci" soprattutto per coloro che, in futuro, potrebbero essere licenziati.
    Ma tu scusa, da Cagliari hai notizie certe? Se puoi riferirle qui sul forum, bene, altrimenti mandami un messaggio privato che ne parliamo.


  8. #28
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    Naufragio della Costa Concordia, una tragedia e molti eccessi

    L’incidente che ha provocato il naufragio della nave Costa Concordia di fronte all’Isola del Giglio ha destato sensazione non soltanto perché ha provocato morti, dispersi e superstiti ma anche per le cause apparentemente “banali” che lo hanno provocato e per il contrasto fra l’atmosfera da tragedia e l’alone abitualmente spensierato che caratterizza l’idea di un viaggio in crociera.
    A livello mediatico, l’abbondanza di immagini e testimonianze ha permesso di documentare l’accaduto quasi in diretta, sia attraverso i canali informativi ufficiali delle testate giornalistiche, sia tramite i contributi non professionali di chi ha scattato foto, girato video o “twittato” messaggi. Il fatto che l’incidente sia accaduto a tarda sera ha reso tristemente spettacolare l’immagine della nave tutta illuminata nel buio della notte, che pian piano si inclinava sul fianco a seguito dell’impatto – pare – con uno scoglio.
    Abituati a visualizzare nelle immagini di navi come un’idea di lusso, di piacere, di vacanza e di eccezionalità, i nostri occhi non possono non essere colpiti in casi come questi. Ma lanciare nei titoli dei giornali e dei tg arditi paragoni, come quello che ha chiamato in causa il naufragio del Titanic o la tragedia dell’Andrea Doria, per rinfocolare le emozioni del pubblico è un eccesso.
    A molte testate online non è bastato mostrare video, fotografie e testimonianze in tutte le salse e alcune di esse hanno espressamente chiesto a chi era a bordo di mandare le proprie immagini dell’incidente. Come se ci fosse bisogno di amplificare ulteriormente l’effetto emotivo di un evento che di spettacolare, invece, non ha proprio niente.
    Le navi da crociera sono a modo loro protagoniste della comunicazione commerciale, dato che le ritroviamo spesso sulle pagine dei quotidiani, nei link delle testate online o sui manifesti, sempre splendenti, luccicanti e pronte ad accoglierci, magari con sconti che ci aiutano a non privarci del possibile viaggio nemmeno in tempi di crisi. Provoca un certo disagio pensare che la possibile causa dell’accaduto possa essere stato l’azzardo del comandante e dell’equipaggio che avrebbero corso il rischio consapevolmente, scegliendo di passare vicinissimi alla costa per farsi vedere dalle persone a terra (facendo così ulteriore pubblicità alla crociera).
    La triste conta dei morti e dei dispersi, per i quali il passare delle ore in ogni tragedia diminuisce la speranza di trovarli vivi e accresce in proporzione il pathos popolare, ha contribuito ulteriormente a tenere accesi i riflettori sull’incidente, che di per sé appare difficile da comprendere se si pensa che imbarcazioni di questo genere, quasi piccole città galleggianti, hanno a disposizione le migliori tecnologie di navigazione e di sicurezza.
    Dopo lo shock a caldo, le cronache si sono sviluppate lungo diversi filoni paralleli, come abitualmente accade in casi simili. Oltre al citato accumulo di documentazione diretta e indiretta sul fatto, si sono raccolte le voci dei superstiti, le parole dei testimoni, le prime ipotesi degli inquirenti, le storie a lieto fine e quelle che purtroppo si sono concluse in maniera tragica, i pareri dei tecnici e degli esperti subito pronti a dire cosa si sarebbe dovuto fare, la rabbia di chi si è sentito in qualche modo “tradito” dalle promesse della compagnia di navigazione.
    In mezzo a tanto sensazionalismo, hanno trovato spazio anche i racconti di chi si è gettato in mare per salvarsi, ha raggiunto in qualche modo la terraferma e lì ha trovato le case degli abitanti dell’Isola e alcuni alberghi a porte spalancate per dare soccorso, conforto, vestiti asciutti e un pasto caldo ai superstiti. Molti di costoro hanno raccontato il loro stupore positivo nell’aver ricevuto un aiuto così immediato e spontaneo. Forse il bene e la solidarietà fanno meno notizia dei dettagli della tragedia e della ricerca del “colpevole” e, per questo, occupano meno spazio. Ma sbaglieremmo se lasciassimo che la nostra attenzione fosse catturata soltanto dalle testimonianze più tragiche, dal racconto minuto per minuto dei momenti più drammatici, dalla spasmodica ricerca delle persone disperse o dalle ipotesi sulle cause dell’incidente e sulle responsabilità del comandante o dell’equipaggio. Tutti argomenti interessanti e meritevoli di nota, ma mai quanto la solidarietà che, quando serve, sgorga spontanea dal cuore delle persone.


    Marco Deriu

    http://www.ilcittadino.ge.it/node/10982


  9. #29
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    E finalmente il sito dell'Arcidiocesi ha ricominciato a postare! Qui 2 notizie:



    Mons.M°Luigi Porro (1922 - 2005)


    Celebrazione in ricordo del Maestro Sacerdote LUIGI PORRO

    Celebrazione, Lunedì 16 gennaio 2012 - Lunedì 6 febbraio 2012


    DOMENICA 5 FEBBRAIO ORE 11,30 NELLA CHIESA DELL' ISTITUTO SUORE MAESTRE PIE DI S. AGATA,
    SI CELEBRERA' UNA S. MESSA IN SUFFRAGIO DEL COMPIANTO MAESTRO MONS. LUIGI PORRO
    NEL 7° ANNIVERSARIO DELLA SUA SCOMPARSA.

    AMICI ED EX CORISTI SI UNIRANNO ALLA CAPPELLA MUSICALE DELLA CATTEDRALE PER CANTARE CON LE SUE MUSICHE LA SACRA LITURGIA, ACCOMPAGNATI ALL'ORGANO DAL M° F. FANCELLO.

    " La musica l'aveva nell'anima. E come accade in queste anime, la preghiera diventa facilmente note e canto, unendosi cosi al coro degli angeli, come ricorda la Liturgia.
    Auguro che la memoria di don Luigi sia sempre presente nella preghiera di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato" (Angelo Card. Bagnasco dalla prefazione del libro delle sue composizioni)

    http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=3228


  10. #30
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    "Il dono della fiducia" Educazione in famiglia

    Lettera Pastorale Cardinale Bagnasco 2011/2012 (17/01/2012)


    "Carissimi Fratelli e Sorelle, la pace e la gioia del Signore siano con voi!".
    Con questo saluto si apre la lettera pastorale del 2011-2012 del Cardinale Angelo Bagnasco alla sua Chiesa Diocesana.
    La lettera s'innesta nel contesto pastorale del decennio educativo ed in particolare dell'attenzione riservata quest'anno agli adolescenti.
    L'attenzione dell'Arcivescovo è rivolta ancora una volta alla famiglia, chiamata a trasmettere, tramite i genitori, la fede ai loro figli: "educare è generare la persona e il cristiano"; "nel grembo esigente ed accogliente della famiglia - sottolinea il Cardinale - abbiamo imparato ad avere fiducia in noi stessi, negli altri, nella vita"; la famiglia deve rimanere il "nucleo definito e permanente, su cui sapevamo di poter contare come su roccia ferma e affidabile" e i genitori - conclude Angelo Bagnasco - forti del sacramento del matrimonio nel compimento della loro missione, "sanno di poter contare sulla fedeltà di Cristo".



    Carissimi Fratelli e Sorelle,
    la pace e la gioia del Signore siano con voi!

    Il bisogno di fiducia fa parte dell'uomo
    Con questo saluto non solo ci auguriamo un grande bene, ma anche affermiamo che solo il Signore Gesù porta la gioia vera e la pace. E' dunque con questo augurio che vengo a bussare alla porta delle vostre case, ma soprattutto del vostro cuore. Anche quest'anno vorrei dire una parola semplice e breve sulla famiglia, in continuità con la Lettera Pastorale precedente "Di generazione in generazione". Siamo nel decennio che i Vescovi italiani hanno dedicato alla sfida educativa, e quanto ci sia bisogno di formazione - intelligenza e anima, coscienza morale e cuore - lo vediamo tutti. Vorrei toccare un aspetto che è naturale nella missione educativa, come anche nel vivere quotidiano, ma scontato non è: la fiducia, sia quella che si deve avere verso gli altri, sia quella che si deve avere verso se stessi. Quanta sfiducia circola! Senza fiducia si vive male, nella insicurezza interiore che genera disagi e problemi. La fiducia ha la sua originaria sorgente in Dio: è Dio che, donandoci il Figlio Gesù, ci rivela quanto ogni uomo è importante per il suo cuore, quanto siamo preziosi ai suoi occhi. In sostanza, ci dona amore e fiducia. Nello sviluppo educativo umano, però, il bambino fa la primissima esperienza di fiducia in famiglia. Ma come e a quali condizioni? La cultura nella quale viviamo non ci aiuta, anzi, è di ostacolo: tende a corrodere il modo di concepire la vita, la famiglia, il lavoro, il senso del dovere e di Dio. E i segnali dello smarrimento sono evidenti. Interrogativi sempre più pressanti pesano su tutti, specialmente sui giovani: dove sta andando la mia vita? E' possibile essere onesto, sacrificarmi per gli altri? vale la pena farmi una famiglia, mettere al mondo dei figli? quale futuro avanza? Come cristiani non possiamo stare a guardare! Ecco perché i Vescovi italiani hanno messo al centro del decennio pastorale l'impegno per l'educazione.

    Educare è generare la persona e il cristiano
    Il primo e fondamentale luogo dove si educa è la famiglia. Da che mondo è mondo, i genitori sono i primi e insostituibili educatori dei figli per diritto naturale. Nessuno si può sostituire quando essi ci sono. La Chiesa e lo Stato devono affiancarsi ma non sostituirsi in questo diritto-dovere insito nella generazione. Non ci vogliono ragionamenti complicati per capire questa verità , basta ascoltare il buon senso e guardare l'universale esperienza. Il compito non è facile, non lo è mai stato, tanto meno lo è ai nostri giorni.
    Ma la grazia di Dio non manca. I genitori devono accendere nei figli "l'uomo e il figlio di Dio". Sì, perché concepire e dare alla luce una vita è un "miracolo" di Dio al quale ai genitori è dato di partecipare; ma essi devono anche "dare alla luce" una persona e un cristiano. E questo è un altro miracolo che chiede la forza della grazia e una gestazione lenta, paziente, spesso sofferta, che muta negli anni e che terminerà solo in Cielo. L'educazione è proprio questo: generare l'uomo spirituale e morale, l'uomo del corpo ma anche dell'anima. E' condurre la persona oltre se stessa per introdurla alla realtà intera, per affrontare la vita, e così accompagnarla verso il suo pieno sviluppo.

    La fiducia in se stessi genera sicurezza
    Vorrei ora mettere in rilievo l'aspetto specifico di questa Lettera. Se pensiamo alla nostra famiglia, sentiamo - in un modo o in un altro - un'onda di calore. Questo calore benefico cresce quanto più andiamo avanti negli anni, anche quando i nostri genitori saranno in Cielo. Forse, anche nelle nostre famiglie ci sono state difficoltà e prove, e non parlo di quelle legate a lavoro, malattie, o altri disagi; parlo delle difficoltà dei rapporti di coppia e familiari. Non sempre tutto è ideale, né dei caratteri né degli affetti: ciò nonostante, la famiglia ha tenuto duro, ha retto alle inevitabili usure e stanchezze, agli alti e bassi. E noi, figli di ieri o di oggi, abbiamo intuito che su quella realtà , su quel piccolo nucleo, potevamo contare. Sentivamo che, in mezzo alle durezze dell'esistenza, c'era una zona franca, un punto certo nel quale trovare attenzione e ascolto, richiamo e incoraggiamento. Sapevamo che, dentro a quel grembo, i genitori avevano fiducia in noi nonostante i nostri limiti, errori, insuccessi o paure. Non era un nido dove fuggire dal mondo concreto, un mondo virtuale dove ci veniva risparmiata la parola severa, le regole, o dove eravamo messi al riparo dalle difficoltà. Al contrario! Era un luogo dove si faceva verità su di noi in modo saggio, dove si dava il nome giusto alle cose, la distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male, tra doveri e diritti: un luogo dove la presenza certa del papà e della mamma - e spesso anche dei fratelli, dei nonni e degli zii - ci dava coraggio e forza. E così, dentro a quel grembo esigente e accogliente, abbiamo imparato ad avere fiducia in noi stessi, negli altri, nella vita. E la fiducia ha generato sicurezza. Abbiamo imparato a non avere paura delle prove, dei dolori, degli insuccessi, ma ad affrontarli, a superarli e a portarli con l'aiuto di Dio e degli altri. Abbiamo imparato che la morte, per quanto timore possa suscitare, fa parte della vita e che, oltre quella porta, Dio ci attende come Padre.

    Il grembo fecondo della famiglia stabile
    Quel luogo generatore - la famiglia - non era però un nucleo dai confini cangianti e dai tempi incerti, che difficilmente avrebbe potuto darci sicurezza affettiva. Ma era un nucleo definito e permanente, su cui sapevamo di poter contare come su roccia ferma e affidabile. E' questa la vera identità e la missione della famiglia che nel nostro Paese, nonostante tutto, rappresenta ancora un punto di riferimento decisivo. Come sappiamo, esistono tendenze che mirano a cambiare il volto della famiglia, rendendola un soggetto plurimo e mobile, senza il sigillo oggettivo del matrimonio. Ma ci dobbiamo chiedere: una realtà variabile e provvisoria può offrire sicurezza? E ancora: i figli non hanno forse diritto a qualunque sacrificio pur di tenere salda e stabile la coppia e la famiglia? Non è forse questo l'atto d'amore e di educazione più grande che i genitori possono fare? E anche il loro preciso dovere? E laddove questo accade, non è nata un'unione più forte e matura, e anche più bella e felice? E i figli non ne hanno forse giovato per la loro educazione? Per questo la società deve stimare, salvaguardare e sostenere in ogni modo il bene primario della famiglia, per cui un uomo e una donna si scelgono nell'amore e si consacrano totalmente e per sempre l'uno all'altra con il vincolo del matrimonio. Ci si sposa per se stessi in forza del proprio amore - certo! - ma dentro ad una rete che è la comunità, nella quale ogni individuo e ogni nucleo vivono con legami virtuosi di reciprocità solidale, e verso la quale hanno diritti e doveri. Se poi, grazie alla luce della fede cristiana, sappiamo che Gesù ha elevato il matrimonio a sacramento nella Chiesa, cioè come luogo del suo amore fedele, segno visibile dell'alleanza sponsale tra Dio e l'uomo, sorgente di una grazia particolare e di santità, allora gli sposi sanno di non essere mai soli. Possono contare sulla fedeltà di Cristo che custodisce la loro fedeltà nuziale. Sanno che Dio stesso raccoglie e feconda le fatiche e le piccole cose di tutti i giorni: cose che esprimono la loro reciproca appartenenza d'amore e la loro dedizione ai figli, dono di Dio.
    Cari Amici, vi benedico tutti con affetto.

    Angelo Card. Bagnasco

    http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=3231

    *********************

    Qui il volantino della lettera pastorale


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