Persenburg, Austria, 17 agosto 1887 – Funchal, Madeira, Portogallo, 1 aprile 1922
Nella pianura del Danubio, cavalcava agile sul suo cavallo bianco, splendido nella sua divisa, durante le manovre militari. Colto e affabile, soldati e ufficiali lo sentivano fratello. Al mattino e alla sera, i suoi uomini potevano trovarlo nella sua tenda o davanti al Tabernacolo, raccolto in preghiera con la fede semplice e forte di un bambino.
Era Carlo d’Asburgo, principe d’Austria.
Il nonno suo era fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe. Il papà era Ottone d’Asburgo, la mamma era Giuseppina di Sassonia. Lui era nato il 17 agosto 1887 a Persenbeug sul Danubio. La mamma, ricca di fede e di carità cristiana, sottrasse il piccolo agli istitutori dello Stato e lo educò personalmente e affidandolo ad ottimi maestri cattolici.
Cresceva come un bambino bello e dolcissimo, limpido e buono. L’ambiente di corte, in cui viveva, raffinato e frivolo, neppure lo sfiorò.
Adolescente, circondato da cento occasioni di male, si distingueva per la purezza e la generosità.
Intelligentissimo, tra i compagni del liceo di Vienna, si faceva amare per la sua bontà. Molti pensavano a divertirsi; lui, Carlo, aveva una sola passione: l’adorazione eucaristica davanti al Tabernacolo e la Comunione quotidiana. Era un giovane affamato di Dio.
Un giorno, Miss Casey, addetta al suo guardaroba, si accorse che nell’armadio c’erano solo più due camicie consunte. Le altre, le più belle, sua Altezza le aveva regalate ad alcuni bambini poveri, suoi piccoli amici. Gli orfani, a causa delle guerre o di epidemie, erano i suoi prediletti.
Principe ereditario
A 16 anni, intraprese la carriera militare. Viveva come uno qualsiasi dei suoi soldati. Sapeva comandare e ubbidire. Nelle ore di libertà, conversava con soldati e ufficiali, sovente interessati solo ad avventure, ma lui parlava loro di Gesù e dell’amicizia con Lui.
Frequentò l’Università a Praga, studioso e appassionato alle lingue, in primo luogo a quelle parlate nell’Impero d’Austria. Durante le manovre militari del 1907, ormai ufficiale d’ordinanza dello zio Francesco Ferdinando, principe ereditario, si dimostrò un capo perfetto nel talento militare e nel senso tattico. Aveva 20 anni, parlava quasi una decina di lingue, era ammirato da tutti e da non poche principesse d’Europa e capitava spesso di vederlo pregare in pubblico, inginocchiato per terra come un fratino in un convento.
Alla corte di Vienna, aveva conosciuto la principessa Zita di Borbone-Parma, nata a Lucca nel maggio del 1892. Tra i due sbocciò l’amore. Nell’aprile del 1911, si iniziò a parlare delle nozze. In occasione del fidanzamento ufficiale, Zita e la madre andarono in udienza dal Papa Pio X. Il quale, accennando a Carlo, lo chiamò “principe ereditario”. Zita rettificò: «Non è lui l’erede al trono». Pio X non se ne diede per inteso e continuò a parlare di Carlo come del principe ereditario.
Un’altra volta, Pio X affermò: «È un dono della Provvidenza di Dio alla Casa d’Austria».
Sotto la guida del gesuita Padre Andlau, Carlo e Zita si prepararono al sacramento del matrimonio, pregando e facendo opere di penitenza e di carità, mentre attorno a loro volteggiavano balli e si tessevano avventure. Il 21 ottobre 1911, nel castello di Schwarzau, Mons. Bisletti, mandato dal Papa, benedisse le nozze di Carlo e di Zita.
Terminato il rito, Carlo disse alla sua sposa: «E ora dobbiamo aiutarci insieme per raggiungere il Paradiso».
ubito partirono per Marianzell, il santuario mariano dell’Austria, dove si affidarono alla Madonna. Negli anni appresso, vennero i primi loro bambini, accolti come dono di Dio.
Una sera del maggio 1914, Francesco Ferdinando invitò a cena, nella reggia di Vienna, Carlo e la sua famiglia. Il principe ereditario gli disse: «So che tra poco mi uccideranno. Ti affido i documenti di questa scrivania». Il 28 giugno, Francesco Ferdinando cadeva a Sarajevo e Carlo diventava l’erede al trono.
Costruttore di pace
La guerra iniziava su tutti i fronti d’Europa. Due anni dopo, alla morte di Francesco Giuseppe, il 21 novembre 1916, Carlo d’Asburgo saliva al trono imperiale. Andò di nuovo a Marianzell e là cominciò a regnare dinanzi a Maria Santissima.
Da quei giorni, ebbe un solo pensiero: la pace. Nessuno come lui ascoltò il Papa Benedetto XV nel ricercare la pace. Ma le proposte del Papa fallirono. Carlo si rivolse a Guglielmo di Germania per indurlo alla pace. Questi si illudeva ancora di vincere la guerra. Anzi, propose a Carlo di lasciare passare in Austria Lenin, esule in Svizzera, perché andasse in Russia ad abbattere con la rivoluzione comunista l’impero dello Zar, quindi assicurare la fine delle ostilità sul fronte orientale. Carlo inorridì: «Guai se il comunismo dovesse trionfare: sarebbe il danno più grave all’intelligenza e alla fede cristiana». I fatti gli avrebbero dato ragione.
Si rivolse allora con tutti gli sforzi possibili alle altre nazioni in guerra. Erano chiamate “le missioni Sisto”, dal nome di suo cognato, Sisto di Borbone che faceva da intermediario. Occorreva arrivare alla pace. Ma il nemico numero uno dei tentativi di pacificazione era la massoneria che aveva giurato di far sparire dall’Europa quell’Imperatore cattolico che viveva la sua fede in chiesa come in politica e che non aveva mai permesso che una sola loggia massonica si aprisse nei suoi Stati.
«È tra le più grandi personalità di tutti i tempi, affermava Stefan Zweig. Se si fossero seguite le sue idee, l’Europa non avrebbe conosciuto in seguito le più aspre dittature».
Diceva l’anglicano Gordon: «È capace di pensare con undici menti e di amare con undici cuori, uno per ogni nazionalità del suo Impero. Carlo è sempre uno nella fede e nella vita: fede e vita in lui si fondono in uno fino a farsi indistinguibili nell’esercizio della regalità». Benedetto XIV assicurava: «Carlo d’Austria è un santo!».
Il novembre del 1918 segnò il crollo dell’Impero. Nelle città dei suoi Stati era la rivolta. Il 12 novembre a Vienna si proclamava la repubblica. Tutto avveniva secondo i piani della massoneria. L’11 novembre, Carlo aveva abdicato al trono. Cominciava per lui l’esilio. Il 24 marzo 1919, riparava in Svizzera.
L’esule e il martire
Allora la massoneria tentò il ricatto, proponendo al sovrano la restituzione della corona se fosse venuto a patti con essa. Carlo rispose: «Come principe cattolico, non ho nessuna risposta da darvi». Quando quelli se ne andarono, aggiunse: «Ora, ogni mia cosa avrà cattiva riuscita».
Nel mondo, vennero diffuse contro di lui calunnie ed oltraggi. Carlo rispose sempre da cristiano.
Nel 1920, Mons. Eugenio Pacelli, nunzio apostolico a Monaco di Baviera, ebbe un giorno l’occasione di viaggiare in treno con lui. Al ritorno, il nunzio andò in cappella dove disse ad alta voce: «Ti ringrazio, o Signore, di avermi fatto incontrare così grande anima!».
Nel 1921, seguirono due tentativi da parte del sovrano di riprendere la corona d’Ungheria a cui non aveva mai rinunciato. Ma il 24 ottobre, insieme a Zita, fu fatto prigioniero dalle truppe di Horty, il reggente di Ungheria e consegnato agli Inglesi. Caricati su una nave, attraverso il Danubio, il Mar Nero, il Mediterraneo, Carlo e Zita furono portati nell’isola di Madera, in mezzo all’Atlantico. Ora aveva perso davvero tutto, il trono, i beni temporali, povero tra i poveri. Solo il Papa pensava a lui e ai suoi familiari.
A Madera, finalmente poterono raggiungerli i loro bambini, il più grande dei quali aveva solo nove anni. Nella casa dove abitavano, Carlo aveva avuto il permesso di avere una cappellina con Gesù Eucaristico.
Chi voleva trovare l’Imperatore doveva cercarlo là, davanti al tabernacolo.
Maturò un’idea: offrire la vita per il bene dei suoi popoli. Guardando il Santuario della Madonna di Madera, offrì la vita come vittima con Gesù. Qualche giorno dopo, sempre più a corto di mezzi, lasciò la casa per trasferirsi in una povera abitazione priva di tutto, sopportando, ma diffondendo luce e gioia attorno a sé: «Così Dio vuole; perché preoccuparmi? Tutto per Lui!».
Il 9 marzo 1922, Carlo prese un raffreddore e fu subito polmonite: gravissimo. Sofferenze fortissime. La tosse lo squassava. Le cure sommarie, il vitto scarso. L’unico ad essere sereno, quasi felice era lui, Carlo, il sovrano dalla fede granitica e dolce. Zita raccoglieva una per una le ultime parole del suo sposo:
«Adesso voglio dirti che ho sempre cercato di conoscere la volontà di Dio e di eseguirla nel modo più perfetto». «Io devo ancora soffrire tanto affinché i miei popoli si ritrovino ancora tra loro... Gesù, proteggi i nostri bambini... ma falli piuttosto morire che commettere un solo peccato mortale». «Gesù sia fatta la tua volontà».
Pregavano insieme, Carlo e Zita, con il Rosario e le litanie alla Madonna. Cantavano il Te Deum in ringraziamento a Dio per la croce posatasi sulle loro spalle. E Carlo era morente!
1° aprile 1922. Il cappellano gli amministrò l’Unzione degli Infermi. Carlo volle avere vicino il figlioletto Ottone:
«Desidero che veda come muore un cattolico». Il sacerdote espose il Santissimo Sacramento nella stanzetta. Carlo non finiva più di adorarlo: «Gesù, io confido in Te. Gesù, in Te vivo, in Te muoio. Gesù io sono tuo, nella vita e nella morte. Tutto come vuoi Tu».
Il sacerdote gli diede la Comunione eucaristica, come Viatico per l’eternità. Il sovrano si raccolse sereno, ilare di un’intima gioia. Zita gli disse: «Carlo, Gesù, viene a prenderti».
Rispose: «Oh sì, Gesù, vieni». Poi ancora: «Oh, Gesù, Gesù!».
Erano le ore 12 e ventitré minuti. Carlo d’Austria, 35 anni appena, contemplava Dio. Il medico che lo curava, miscredente, esclamò: «Alla morte di questo santo, devo ritrovare la fede perduta». E si convertì. Da tutta l’isola vennero a rendergli omaggio. Ai funerali, lo seguirono 30 mila persone.
Il 3 ottobre 2004, Papa Giovanni Paolo II, con la beatificazione in San Pietro a Roma, elevava alla gloria degli altari Carlo d’Asburgo, l’Imperatore che dal trono d’Austria, attraverso la via regale della Croce di Cristo, ha scalato la vetta più sublime: la santità.
Autore: Paolo Risso
CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE
Estratto dell'OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 3 ottobre 2004
Il compito decisivo del cristiano consiste nel cercare in tutto la volontà di Dio, riconoscerla e seguirla. L'uomo di Stato e cristiano Carlo d'Austria si pose quotidianamente questa sfida. Ai suoi occhi la guerra appariva come "qualcosa di orribile". Nei tumulti della Prima Guerra Mondiale cercò di promuovere l'iniziativa di pace del mio predecessore Benedetto XV.
Fin dall'inizio, l'Imperatore Carlo concepì la sua carica come servizio santo ai suoi popoli. La sua principale preoccupazione era di seguire la vocazione del cristiano alla santità anche nella sua azione politica. Per questo, il suo pensiero andava all'assistenza sociale. Sia un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica!
Fonte: http://www.uomoesocieta.it
La Gebetsliga, Pia Unione di Preghiera per l’Imperatore Carlo, nacque quando Carlo era ancora ragazzo. A Sopron (Oedenburg) dove Carlo trascorreva una parte della sua fanciullezza, viveva nel convento delle Orsoline madre Vincenzia, una mistica che ogni anno dal venerdì santo alla domenica di Pasqua soffriva in estasi la Passione di Cristo. La madre di Carlo, l’Arciduchessa Maria Giuseppina e padre Norberto Geggerle, insegnante di religione di Carlo, erano in contatto spirituale con madre Vincenzia. A loro la mistica rivelò che bisognava pregare molto per il giovane Carlo perché sarebbe divenuto un giorno Imperatore, ma avrebbe dovuto soffrire molto e sarebbe stato bersagliato dagli attacchi del male. Anche se Carlo non era in linea di successione per la Corona, furono avvertiti della rivelazione circa il futuro del giovane, il conte e la contessa Wallis, incaricati dell’educazione e della formazione dell’Arciduca.
Nel 1895 venne costituito un primo circolo di preghiera, nato da un’ispirazione carismatica, con l’intenzione di assistere una volta al mese alla S. Messa facendo la comunione per Carlo e proteggerlo con le preghiere dai pericoli. Quando Carlo divenne principe ereditario e successivamente Imperatore, la Pia Unione si arricchì di numerosi membri e passò sotto la guida del barone Hans Karl Zessner-Spitzenberg. Nel 1925 alla Gebetsliga venne dato il riconoscimento ecclesiastico da sua eccellenza monsignor Sigismondo Waitz.
Nel 1938 i membri iscritti erano più di 25 mila e tantissime le grazie segnalate. In quell’anno la Germania occupò l’Austria e la Pia Unione venne guardata con sospetto. Il barone Zessner-Spitzenberg venne arrestato e morì poco dopo in un campo di concentramento. Anche la sua collaboratrice Emilietta Gehrig fu arrestata e poi rilasciata. Si preferì quindi distruggere l’archivio con i nomi dei membri della Pia Unione, per evitare che venissero arrestati nel caso l’archivio fosse finito nelle mani della Gestapo. Al termine della guerra l’attività della Gebetsliga riprese in pieno con l’aiuto di Emilietta Gehrig. Si costituirono diverse sezioni in molti Paesi d’Europa: in Italia, dove nel novembre del 1947 nacque il primo nucleo nel Sud Tirolo, a Madera, dove 30 mila abitanti del luogo avevano partecipato ai funerali dell’Imperatore, in Spagna, dove l’Imperatrice Zita aveva trovato rifugio con i figli, in Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Inghilterra, Irlanda, Portogallo. In Svizzera, dove l’Imperatore si era fatto molto amare durante il soggiorno del suo esilio, la Pia Unione non subì mai interruzioni. Si costituì anche la Lega d’Ungheria in esilio. A partire dal 1957 si costituirono gruppi in Canada, negli Stati Uniti, e Sud America e Nuova Zelanda.
Nel 1948, il 13 settembre, durante la seduta della Gebetsliga fu accettata con unanimità la proposta di procedere al processo di beatificazione di Carlo d’Austria e la richiesta giunse al Santo Padre Pio XII durante un’udienza speciale concessa alle due presidentesse della Gebetsliga. Furono quindi gli amici a prendere l’iniziativa per ottenere la beatificazione di Carlo. Si decise di porre la causa sotto la protezione della Madonna di Fatima. Le lettere di postulazione, che imploravano la beatificazione al Santo Padre furono moltissime e giunsero da tutto il mondo, scritte da persone di tutti i ceti, famiglie, religiosi, vescovi, parroci, amici. Tutti descrivevano l’Imperatore come un ottimo padre di famiglia, un sovrano cristiano ed un grande fautore della pace; un uomo di grande spiritualità con una venerazione per l’Eucarestia e la Madonna. Un autentico testimone di Cristo, in mezzo a questo mondo. Carlo fu considerato protettore dell’unità dell’Europa e proprio alla sua protezione fu affidata la pace mondiale minacciata dalla guerra fredda. La Pia Unione di Preghiera ha registrato in questi anni un notevole sviluppo fondamentalmente dovuto al messaggio spirituale che il Beato Carlo seppe dare con la propria testimonianza di vita.
Nel 1953 ad Altotting si è tenuta la prima assemblea generale della Gebetsliga e da allora viene pubblicato l’Annuario che viene inviato agli iscritti. L’archivio della Gebetsliga custodisce gli originali di moltissime comunicazioni di intercessioni soprannaturali ottenute grazie all’imperatore Carlo I.
Il 5 aprile 1949, il Vaticano ha concesso la facoltà di svolgere il Processo ordinario informativo a Vienna, sebbene Carlo d’Austria fosse morto nell’isola di Madera.
Il 7 maggio 1955, la Congregazione del Sant’Ufficio ha dichiarato che nihil obstat alla causa di beatificazione.
Il 12 aprile 2003 la Concregazione delle cause dei Santi presieduta da Sua Santità Giovanni Paolo II, ha decretato le virtù eroiche del Servo di Dio Carlo d’Austria, annoverandolo nell’albo dei Venerabili.
Il 20 dicembre 2003 è stato promulgato il decreto sul miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Carlo, ultimo passaggio prima della Beatificazione.
Il 3 ottobre 2004, durante la solenne cerimonia in San Pietro, l’imperatore Carlo è stato proclamato Beato da Sua Santità Giovanni Paolo II
Sta di fatto che sotto il suo regno fu comandata la famosa e per noi triste offensiva di Caporetto che costò più di centomila morti senza contare feriti e prigionieri.
Nunc dimittis servum tuum, Domine, secundum verbum tuum in pace
NEWSLETTER APRILE 2012
Carissimi amici in prossimità delle feste pasquali mi è caro raggiungere tutti e ciascuno di voi con un affettuoso augurio di ogni bene pace e gioia nel Cristo Risorto nosta speranza.
Come già anticipato nella precedente newsletter, nel mese di aprile non ci sarà la veglia di preghiera, anche per sottolineare la centralità del Mistero Pasquale che tutti siamo invitati a celebrare col massimo impegno durante il Triduo Santo e la Veglia.
Sottolino come domenica primo aprile, domenica delle Palme, ricorrerà il 90°anniversario della Pasqua del Beato Carlo, noi lo ricorderemo in modo particolare a Brescia nella Santa Messa del pomeriggio in apertura delle Sante Quarantore alle ore 17,00.
Mi risulta poi che in molte parrocchie, come a San Gottardo, nei primi giorni della Settimana Santa , secondo tradizione si celebrino le Sante Quarantore, quale occasione migliore per raccogliersi in preghiera davati alla Santissima Eucarestia e chiedere l’intercessione del Beato Carlo che fu campione di adorazione e di devozione Eucaristica.
Durante la Settimana Santa, sarà presente presso la sede regionale nella parrocchia di san Gottardo a Brescia, partecipando alle sante funzioni, SAIR l’Arciduchessa Catharina d’Austria, Contessa Secco d‘ Aragona con la famiglia con la mamma la Principessa Gabriela Vrede ed altre personalità.
La settimana seguente vedrà le importanti manifestazioni descritte nel testo di questa newsletter a cui, se vi è possibile, potrete partecipare.
Il resoconto delle manifestazioni, con reportage fotografico, verrà pubblicato sul sito in: storico eventi
Bona Settimana Santa e buona Santa Pasqua
Don Arnaldo Morandi
Vi invito a visionare questo bellissimo video in Youtube celebrativo del 90° anniversario della Pasqua del Beato Carlo
http://www.youtube.com/watch?v=9P5iRL9W5DI
MOGGIO UDINEDE (UD) GIOVEDI’ 12 APRILE 2012
Giovedì 12 Aprile 2012, verrà portata e consegnata la reliquia del Beato Imperatore Carlo d'Austria, al monastero delle Monache Clarisse Sacramentine in Moggio Udinese, nella mani dell' Arcivescovo Mons. Andrea Bruno Mazzocato che la consegnerà alla Badessa Madre Veronica. La Santa Reliquia ,concessa dalla veneranda postulazione su richiesta di SAIR l'Arciduca Lorenzo d' Austria Este, presso la corte reale del Belgio, verrà portata da SAIR l'Arciduchessa Catharina d'Austria contessa Secco d'Aragona , nipote del Beato Carlo e dalla di lui sposa la venerabile Zita di Borbone Parma , Serva di Dio, in quanto figlia del loro sestogenito, SAIR il povero l'Arciduca Rodolfo. SAIR l'Arciduchessa Catharina sarà accompagnata dalla mamma la Principessa Gabriela Vrede e dall’ assitente nazionale della Gebetsliga Mons. Arnaldo Morandi. Notizia non ancora confermata prevede la presenza di SAIR l'Arciduca Martino d'Austria Este nipote del Beato Imperatore Carlo, figlio del Suo Quartogenito. Sua Eccellenza l'Arcivescovo Mons. Andrea Bruno Mazzocato presiederà la solenne liturgia eucaristica con inizio alle ore 15,30.
La cerimonia sarà pubblica
GABBIONETA-BINANUOVA (CR) SABATO 14 APRILE 2012
Kaiser Karl Gebetsliga für den Völkerfrieden
Lega di preghiera del B. Imperatore Carlo per la pace tra i popoli
Rappresentanza di Cremona
Solenne celebrazione di accoglienza della insigne reliquia del Beato Imperatore Carlo I d’Austria, graziosamente donata dalla Famiglia Imperiale, nella persona di S.A.I.R. l’Arciduca Lorenz, alla rappresentanza di Cremona della Kaiser Karl Gebetsliga für den Völkerfrieden - Lega di preghiera del B. Imperatore Carlo per la pace tra i popoli che verrà ivi custodita dall’ assistente della Pia Unione don Samuele Riva
L’evento si terrà a Gabbioneta (Cr) il Sabato “in albis”, 14 aprile 2012, con il seguente programma: Ore 17.30, sul Sagrato della Chiesa
Accoglienza di alcuni membri della Famiglia Imperiale: S.A.I.R. l’Arciduchessa Catharina d’Austria con il consorte, Conte Massimiliano Secco d’Aragona, ed i piccoli Principi Konstantin e Niccolò, nipoti diretti del Beato Imperatore Carlo I. Ore 18.00, nella Chiesa Prepositurale di S. Ambrogio
Concelebrazione solenne dell’Eucaristia presieduta da Mons. Arnaldo Morandi, assistente nazionale della Gebetsliga. Al termine, S.A.I.R. l’Arciduchessa Catharina d’Austria donerà una testimonianza sulla figura del Nonno, il Beato Imperatore Carlo I. agli illustri ospiti ed ai presenti. Al termine del Sacro Rito, verrà offerto un omaggio musicale e breve recital d’organo.
La cerimonia è pubblica