Giovan Battista Tiepolo, La Vergine appare a tre sante domenicane (SS. Caterina da Siena, Agnese di Montepulciano, Rosa da Lima), 1747-48, Chiesa di Santa Maria del Rosario (Gesuati), Venezia
Preghiera a Santa Caterina da Siena Patrona d'Italia e d'Europa
O sposa del Cristo, fiore della patria nostra. angelo della Chiesa sii benedetta.
Tu amasti le anime redente dal Divino tuo Sposo: come Lui spargesti lacrime
sulla Patria diletta; per la Chiesa e per il Papa consumasti la fiamma di tua vita.
Quando la peste mieteva vittime ed infuriava la discordia, tu passavi Angelo buono
di Carità e di pace. Contro il disordine morale, che ovunque regnava, chiamasti
virilmente a raccolta la buona volontà di tutti i fedeli.
Morente tu invocasti sopra le anime, sopra l'Italia e l'Europa, sopra la Chiesa
il Sangue prezioso dell'Agnello.
O Caterina Santa, dolce sorella patrona Nostra, vinci l'errore, custodisci la fede,
infiamma, raduna le anime intorno al Pastore. La Patria nostra, benedetta da Dio,
eletta da Cristo, sia per la tua intercessione vera immagine della Celeste nella carità
nella prosperità, nella pace.
Per te la Chiesa si estenda quanto il Salvatore ha desiderato, per te il Pontefice
sia amato e cercato come il Padre il consigliere di tutti.
E le anime nostre siano per te illuminate, fedeli al dovere verso L'Italia, l'Europa
e verso la Chiesa, tese sempre verso il cielo, ne Regno di Dio dove il Padre, il Verbo
il Divino amore irradiano sopra ogni spirito eterna luce, perfetta letizia.
Così sia.
Dal sito: www.santiebeati.it
Siena, 25 marzo 1347 - Roma, 29 aprile 1380
Entrata nelle Mantellate, condusse una vita di penitenza e di carità verso i condannati e gli infermi. Portata al misticismo, ricevette le stigmate. Entrò in contatto con grandi personalità tra le quali Gregorio XI che convinse a riportare la sede pontificia da Avignone a Roma e dal quale ottenne diverse concessioni a favore del proprio Ordine. Le sue opere più importanti ci offrono una sintesi dell’esperienza domenicana, agostiniana, francescana e mistica con cui entrò in contatto, ravvivata dalla sua mente illuminata dall’intima unione con Dio. Insieme a San Francesco d’Assisi è Patrona d’Italia.
Patronato:Italia, Europa (Giovanni Paolo II, 1/10/99)
Etimologia: Caterina = donna pura, dal greco
Emblema: Anello, Giglio
Lo si dice oggi come una scoperta: "Se è in crisi la giustizia, è in crisi lo Stato". Ma lo diceva già nel Trecento una ragazza: "Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia". Eccola, Caterina da Siena. Ultima dei 25 figli (con una gemella morta quasi subito) del rispettato tintore Jacopo Benincasa e di sua moglie Lapa Piacenti, figlia di un poeta. Caterina non va a scuola, non ha maestri. Accasarla bene e presto, ecco il pensiero dei suoi, che secondo l’uso avviano discorsi di maritaggio quando lei è sui 12 anni. E lei dice di no, sempre, anche davanti alle rappresaglie. E la spunta. Del resto chiede solo una stanzetta che sarà la sua “cella” di terziaria domenicana (o Mantellata, per l’abito bianco e il mantello nero).
La stanzetta si fa cenacolo di artisti e di dotti, di religiosi, di processionisti, tutti più istruiti di lei. E tutti amabilmente pilotati da lei. Li chiameranno “Caterinati”. Lei impara faticosamente a leggere, e più tardi anche a scrivere, ma la maggior parte dei suoi messaggi è dettata. Con essi lei parla a papi e re, a cuoiai e generali, a donne di casa e a regine. Anche ai "prigioni di Siena", cioè ai detenuti, che da lei non sentono una parola di biasimo per il male commesso. No, Caterina è quella della gioia e della fiducia: accosta le loro sofferenze a quelle di Gesù innocente e li vuole come lui: "Vedete come è dolcemente armato questo cavaliero!". Nel vitalissimo e drammatico Trecento, tra guerra e peste, l’Italia e Siena possono contare su Caterina, come ci contano i colpiti da tutte le sventure, e i condannati a morte: ad esempio, quel perugino, Nicolò di Tuldo, selvaggiamente disperato, che lei trasforma prima del supplizio: "Egli giunse come uno agnello mansueto, e vedendomi, cominciò a ridere; e volse ch’io gli facessi il segno della croce".
Va ad Avignone, ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI. Ma dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377. Parla chiaro ai vertici della Chiesa. A Pietro, cardinale di Ostia, scrive: "Vi dissi che desideravo vedervi uomo virile e non timoroso (...) e fate vedere al Santo Padre più la perdizione dell’anime che quella delle città; perocché Dio chiede l’anime più che le città". C’è pure chi la cerca per ammazzarla, a Firenze, trovandola con un gruppo di amici. E lei precipitosamente si presenta: "Caterina sono io! Uccidi me, e lascia in pace loro!". Porge il collo, e quello va via sconfitto. Deve poi recarsi a Roma, chiamata da papa Urbano VI dopo la ribellione di una parte dei cardinali che dà inizio allo scisma di Occidente. Ma qui si ammala e muore, a soli 33 anni. Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II. Nel 1939 Pio XII la dichiarerà patrona d’Italia con Francesco d’Assisi. E nel 1970 avrà da Paolo VI il titolo di dottore della Chiesa.
La festa delle stigmate di S. Caterina è, per il solo ordine domenicano, il 1° aprile.
Autore: Domenico Agasso
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Caterina non chiude gli occhi davanti ai mali che affliggono la Chiesa, ne volta lo sguardo ai cattivi pastori....ma se ne duole amaramente, soffre e tuttavia, non dubita nè della Chiesa, nè del Papa: "Non sapete voi (scrive alla regina di Napoli) che la navicella della S.Chiesa e i venti contrari la fanno andare a vela (cioè lenta), ma ella mai perisce, ne chi si appoggia a lei?" (Lett.312).
E ancora ci illumina quando scrive alla regina d'Ungheria: "La Chiesa ha bisogno del vostro aiuto umano, ma voi del divino..." (Lett.145)....osservazione valida per tutti!
"La reformazione della Chiesa -ci suggerisce la senese- e la correzione dei cattivi ministri (verso i quali ha parole di fuoco nel Dialogo), vanno cercate non con disobbedienza e ribellione, ma con la pace e umili e continue orazioni, sudori e lagrime, gettate con ardente desiderio..."(Lett.272).
Alle Preghiere vanno aggiunte le opere e il soffrire per la Chiesa di Cristo!
Quale invito anche oggi....troviamo in queste parole, per testimoniare la Verità e servire la Chiesa, ognuno secondo la propria vocazione, con fedeltà, senza lasciarsi lusingare dalle sirene che suonano note festose tuttavia lontane dalla realtà, errate...." Orsù...virilmente -grida Caterina- e con vera e santa perseveranza! (Lett.115)/...grazia, grazia, grazia sia all'altissimo Dio, Padre buono, che ci ha posti nel campo della battaglia, come cavalieri, a combattere per la Sua Sposa, non con vili armi, ma con lo scudo della santissima Fede..."(Lett.371)
" Nella dolce Sposa di Cristo (in comunione con la Chiesa) voglio terminare la vita mia, con lagrime, con sudori e con sospiri e dare il sangue e la midolla dell'ossa! E se tutto il mondo mi cacciasse (a cagione dei miei peccati) io non me ne curerò, riposandomi con pianto nel petto della dolce Sposa..."
(Caterina da Siena)
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S.CATERINA DA SIENA UNA VITA SPESA PER LA PACE...
Oggi si parla spesso della Nuova Evangelizzazione. In quale modo oggi, noi, possono accogliere questa sfida?
Nella città di Siena, anzi nello stesso quartiere di Caterina, c'erano famiglie indigenti che vivevano nella miseria...
Molte volte Caterina si alzava presto di buon mattino, prima di recarsi alla Messa, portando con sè una sporta di cibarie e di indumenti. Delle volte le deponeva con cura davanti alle porte e in silenzio se ne andava senza farsi vedere, altre volte si fermava se era a conoscenza che in quella casa c'era qualcuno da consolare, o da accudire....
Caterina, forse perchè proprio illetterata, aveva sempre avuto il desiderio di scrivere, infatti è veramente ricco l'epistolario che ci è giunto fino a noi: scriveva a tutti, dalla gente semplice alla più imponente; alle persone semplici per ricordare loro il cammino cristiano nella fedeltà alla Chiesa; alle persone che reggevano i governi per ricordare loro che il loro potere non gli apparteneva ma che gli veniva offerto da Dio per poter custodire l'uomo da Lui tanto amato!
" Io voglio che facciate la Pace con Dio e con i nemici vostri" (Lett.103);
" Non con le lotte e le divisioni, ma con la Pace e le orazioni e i sacrifici si rinnoverà la Chiesa di Cristo..."(Dialogo 86)
Possiamo dire, a ragione degli storici, che Caterina è stata una primizia, fra i laici, della e per la Riforma vera della S.Chiesa; ricordava a Papa Urbano VI: " Pare, santissimo Padre, che questa Verità eterna voglia fare di voi un altro Lui; e si perché siete suo vicario di Cristo in terra, e si perché nell’amaritudine e nel sostenere vuole che riformiate la dolce Sposa sua e vostra, che tanto tempo è stata impallidita (…). Ora è venuto il tempo che Egli vuole che per voi, suo strumento, sostenendo le molte pene e persecuzioni, la Sposa sia tutta rinnovata. Di questa pena e tribolazione ella nascerà come fanciulla purissima…" (Lett. N.346). ...." La Riforma della S.Chiesa non si fa negando o rinnegando la Chiesa, ma soffrendo per essa, orando senza mai stancarci, mettendoci il fuoco del Santo Battesimo, e dando la vita per Lei così come il nostro Gesù Amore la diede per Lei....." Caterina da Siena ha capito che per evangelizzare occorre un rinnovamento innanzi tutto interiore, occorre restare fedeli alla Chiesa, dice ancora a Papa Urbano VI: " Voi non potete di primo colpo levare i difetti delle creature, ma potete lavare il ventre della santa Chiesa, cioè procurare a quelli che vi sono presso e intorno a voi, spazzarlo dal fracidume, e ponervi quelli che attendono all’onore di Dio e vostro, e bene della santa Chiesa; coloro che non si lascino contaminare dalle lusinghe o dai denari. Se reformate questo ventre della sposa vostra, tutto il corpo agevolmente si riformerà; e così sarà onore a Dio, utilità a voi, santità delle membra e si spegnerà l’eresia.." (Lett. 364).
Caterina da Siena intuisce il pericolo dei vescovi che non obbediscono al Magistero e che seminano l’errore insegnando dottrine diverse. Per una nuova evangelizzazione, fa capire, occorre essere ben radicati nel Magistero della Chiesa, occorre far emergere la virtù dell’obbedienza.
Caterina da Siena poteva permettersi di usare questo linguaggio semplicemente perché viveva in pienezza il santo Vangelo. Aveva saputo armonizzare e fondere il Vangelo con la Carità, la Carità con la difesa della Verità. In questo modo Caterina fu veramente una luce per la Chiesa, una nuova evangelizzazione per il suo tempo nel quale si parlava di Riforme. Ne è un esempio la Lettera 310 scritta a tre vescovi che si erano posti contro il Papa Urbano VI, Caterina ha parole dure, ma anche cariche di amore vero e di speranza, dice:
"- solo nell’obbedienza al Papa – stanno coloro che hanno lume, che con lume conoscono la verità, e conoscendola, l’amano! (…) Voi foste posti a nutrirvi al petto della santa Chiesa (…). Chi mi mostra che voi siete ingrati ? La persecuzione che voi, con gli altri insieme, avete fatta e fate a questa Sposa, nel tempo che dovevate essere scudi, e resistere ai colpi dell'eresia...Nella quale, sapete e conoscete la verità.…(…) Ora voi voltate le spalle, come vili e miserabili cavalieri: ma l’ombra vostra v’ha fatto paura. Siete partiti dalla verità che vi nutriva, per accostarvi alla bugia, che indebolisce l’anima e il corpo…Chi è il responsabile? Il veleno è il solo amor proprio, quell’orgoglio che avvelena il mondo…"
Le parole forti di Caterina sono più attuali che mai: scismi ne abbiamo, ma ancor più gravemente abbiamo sacerdoti che ancora dentro la Chiesa insegnano però contro il Magistero, indebolendo le dottrine cattoliche, seminando confusione. La Chiesa di ogni tempo ha sempre tentato di riformarsi, i Santi sono stati coloro che inviati da Dio hanno incendiato sempre i nuovi modi di evangelizzare, oggi tocca a noi! Ogni battezzato è chiamato ad operare in prima linea, maggiormente lo è un Laico Domenicano che riceve da Cristo i talenti del Carisma Domenicano quali doni dello Spirito per poter affrontare le nuove sfide di oggi.
" Và e predica" è stata una recente occasione di un incontro della Famiglia Domenicana ( Frati, Suore, Monache e Laici) nelle cui conclusioni, l’allora Maestro G. p. Timothy diceva: " S. Domenico intese le richieste che gli venivano dalle nuove correnti religiose, avvertì la sete di una parola di vita che gli veniva dai cristiani e inviò i suoi frati nelle città e nelle università, e sognò di andare ad evangelizzare paesi lontani. E’ a partire dalle attese e dalle domande che intendete, dalle sofferenze e dalle ferite che toccano la vostra compassione, che voi potete capire verso dove dovete incamminarvi… Ascoltiamo domande difficili che toccano problemi etici inediti alle frontiere della vita e della morte, che lanciano una sfida al loro rapporto con la creazione o che parlano di impoverimento e di esclusioni. Vediamo dei volti feriti dalla violenza, quella delle parole come quella delle armi, quella del passato come quella presente, che vivono in esilio in un nuovo paese o nel proprio. Conosciamo battezzati che non hanno che una vaga idea della fede cristiana o che la seguono con affanno e senza fiducia. Sappiamo di persone che cercano di dare un nome al radicale desiderio che è in loro, ma non sanno verso chi rivolgersi per risolvere il mistero che li attanaglia. E voi che cosa vedete, cosa intendete che vi dia il gusto di mettervi in strada per predicare? Dove volete andare? …"
Evangelizzare è una sfida, Caterina da Siena lo intuisce che opera della Chiesa è soprattutto evangelizzare per questo il suo messaggio, oggi, è più attuale che mai, per questo è Patrona d’Italia e Compatrona d’Europa, non sono titoli onorifici di facciata, bensì sono titoli che partono da un atto eroico pienamente vissuto, sono titoli che spiegano l’evoluzione della stessa Chiesa attraverso i Figli che l’hanno resa gloriosa, sono titoli che ci invitano a metterci "sotto la sua protezione" e cosa vuol dire questa "protezione" se non quell’imparare i metodi della santificazione attraverso chi ci è passato e l’ha vissuto testimoniandolo? Per non rendere idolatria il culto dei santi e dunque il ricordare la Festa di S.Caterina da Siena (29 aprile), è necessaria l’obbedienza alla Chiesa e la fedeltà al Papa, cioè al Magistero, affidarsi a lui e metterlo in pratica come appunto hanno fatto i santi. Non abbiamo altra scelta sia per noi stessi, cioè per la nostra stessa formazione, sia per l’evangelizzazione.
Chiediamoci dunque in quale modo noi, oggi, viviamo il Vangelo e in quale modo viviamo e diffondiamo la Carità e la Verità. In quale modo ricordiamo a noi stessi e al prossimo che il nostro motto è appunto "VERITAS", cosa vuol dire per noi e in che modo possiamo usarlo nella sfida per la Nuova Evangelizzazione?
(LD Caterina- aprile 2003)