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Discussione: Santa Caterina da Siena Dottore della Chiesa, Patrona d'Italia, Compatrona d'Europa

  1. #1
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    Arrow Santa Caterina da Siena Dottore della Chiesa, Patrona d'Italia, Compatrona d'Europa


    Giovan Battista Tiepolo, La Vergine appare a tre sante domenicane (SS. Caterina da Siena, Agnese di Montepulciano, Rosa da Lima), 1747-48, Chiesa di Santa Maria del Rosario (Gesuati), Venezia


    Preghiera a Santa Caterina da Siena Patrona d'Italia e d'Europa

    O sposa del Cristo, fiore della patria nostra. angelo della Chiesa sii benedetta.

    Tu amasti le anime redente dal Divino tuo Sposo: come Lui spargesti lacrime
    sulla Patria diletta; per la Chiesa e per il Papa consumasti la fiamma di tua vita.
    Quando la peste mieteva vittime ed infuriava la discordia, tu passavi Angelo buono
    di Carità e di pace. Contro il disordine morale, che ovunque regnava, chiamasti
    virilmente a raccolta la buona volontà di tutti i fedeli.

    Morente tu invocasti sopra le anime, sopra l'Italia e l'Europa, sopra la Chiesa
    il Sangue prezioso dell'Agnello.

    O Caterina Santa, dolce sorella patrona Nostra, vinci l'errore, custodisci la fede,
    infiamma, raduna le anime intorno al Pastore. La Patria nostra, benedetta da Dio,
    eletta da Cristo, sia per la tua intercessione vera immagine della Celeste nella carità
    nella prosperità, nella pace.

    Per te la Chiesa si estenda quanto il Salvatore ha desiderato, per te il Pontefice
    sia amato e cercato come il Padre il consigliere di tutti.

    E le anime nostre siano per te illuminate, fedeli al dovere verso L'Italia, l'Europa
    e verso la Chiesa, tese sempre verso il cielo, ne Regno di Dio dove il Padre, il Verbo
    il Divino amore irradiano sopra ogni spirito eterna luce, perfetta letizia.

    Così sia.


    Dal sito: www.santiebeati.it

    Siena, 25 marzo 1347 - Roma, 29 aprile 1380

    Entrata nelle Mantellate, condusse una vita di penitenza e di carità verso i condannati e gli infermi. Portata al misticismo, ricevette le stigmate. Entrò in contatto con grandi personalità tra le quali Gregorio XI che convinse a riportare la sede pontificia da Avignone a Roma e dal quale ottenne diverse concessioni a favore del proprio Ordine. Le sue opere più importanti ci offrono una sintesi dell’esperienza domenicana, agostiniana, francescana e mistica con cui entrò in contatto, ravvivata dalla sua mente illuminata dall’intima unione con Dio. Insieme a San Francesco d’Assisi è Patrona d’Italia.

    Patronato:Italia, Europa (Giovanni Paolo II, 1/10/99)

    Etimologia: Caterina = donna pura, dal greco

    Emblema: Anello, Giglio

    Lo si dice oggi come una scoperta: "Se è in crisi la giustizia, è in crisi lo Stato". Ma lo diceva già nel Trecento una ragazza: "Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia". Eccola, Caterina da Siena. Ultima dei 25 figli (con una gemella morta quasi subito) del rispettato tintore Jacopo Benincasa e di sua moglie Lapa Piacenti, figlia di un poeta. Caterina non va a scuola, non ha maestri. Accasarla bene e presto, ecco il pensiero dei suoi, che secondo l’uso avviano discorsi di maritaggio quando lei è sui 12 anni. E lei dice di no, sempre, anche davanti alle rappresaglie. E la spunta. Del resto chiede solo una stanzetta che sarà la sua “cella” di terziaria domenicana (o Mantellata, per l’abito bianco e il mantello nero).

    La stanzetta si fa cenacolo di artisti e di dotti, di religiosi, di processionisti, tutti più istruiti di lei. E tutti amabilmente pilotati da lei. Li chiameranno “Caterinati”. Lei impara faticosamente a leggere, e più tardi anche a scrivere, ma la maggior parte dei suoi messaggi è dettata. Con essi lei parla a papi e re, a cuoiai e generali, a donne di casa e a regine. Anche ai "prigioni di Siena", cioè ai detenuti, che da lei non sentono una parola di biasimo per il male commesso. No, Caterina è quella della gioia e della fiducia: accosta le loro sofferenze a quelle di Gesù innocente e li vuole come lui: "Vedete come è dolcemente armato questo cavaliero!". Nel vitalissimo e drammatico Trecento, tra guerra e peste, l’Italia e Siena possono contare su Caterina, come ci contano i colpiti da tutte le sventure, e i condannati a morte: ad esempio, quel perugino, Nicolò di Tuldo, selvaggiamente disperato, che lei trasforma prima del supplizio: "Egli giunse come uno agnello mansueto, e vedendomi, cominciò a ridere; e volse ch’io gli facessi il segno della croce".

    Va ad Avignone, ambasciatrice dei fiorentini per una non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI. Ma dà al Pontefice la spinta per il ritorno a Roma, nel 1377. Parla chiaro ai vertici della Chiesa. A Pietro, cardinale di Ostia, scrive: "Vi dissi che desideravo vedervi uomo virile e non timoroso (...) e fate vedere al Santo Padre più la perdizione dell’anime che quella delle città; perocché Dio chiede l’anime più che le città". C’è pure chi la cerca per ammazzarla, a Firenze, trovandola con un gruppo di amici. E lei precipitosamente si presenta: "Caterina sono io! Uccidi me, e lascia in pace loro!". Porge il collo, e quello va via sconfitto. Deve poi recarsi a Roma, chiamata da papa Urbano VI dopo la ribellione di una parte dei cardinali che dà inizio allo scisma di Occidente. Ma qui si ammala e muore, a soli 33 anni. Sarà canonizzata nel 1461 dal papa senese Pio II. Nel 1939 Pio XII la dichiarerà patrona d’Italia con Francesco d’Assisi. E nel 1970 avrà da Paolo VI il titolo di dottore della Chiesa.

    La festa delle stigmate di S. Caterina è, per il solo ordine domenicano, il 1° aprile.

    Autore: Domenico Agasso



    *******************

    Caterina non chiude gli occhi davanti ai mali che affliggono la Chiesa, ne volta lo sguardo ai cattivi pastori....ma se ne duole amaramente, soffre e tuttavia, non dubita nè della Chiesa, nè del Papa: "Non sapete voi (scrive alla regina di Napoli) che la navicella della S.Chiesa e i venti contrari la fanno andare a vela (cioè lenta), ma ella mai perisce, ne chi si appoggia a lei?" (Lett.312).

    E ancora ci illumina quando scrive alla regina d'Ungheria: "La Chiesa ha bisogno del vostro aiuto umano, ma voi del divino..." (Lett.145)....osservazione valida per tutti!

    "La reformazione della Chiesa -ci suggerisce la senese- e la correzione dei cattivi ministri (verso i quali ha parole di fuoco nel Dialogo), vanno cercate non con disobbedienza e ribellione, ma con la pace e umili e continue orazioni, sudori e lagrime, gettate con ardente desiderio..."(Lett.272).

    Alle Preghiere vanno aggiunte le opere e il soffrire per la Chiesa di Cristo!

    Quale invito anche oggi....troviamo in queste parole, per testimoniare la Verità e servire la Chiesa, ognuno secondo la propria vocazione, con fedeltà, senza lasciarsi lusingare dalle sirene che suonano note festose tuttavia lontane dalla realtà, errate...." Orsù...virilmente -grida Caterina- e con vera e santa perseveranza! (Lett.115)/...grazia, grazia, grazia sia all'altissimo Dio, Padre buono, che ci ha posti nel campo della battaglia, come cavalieri, a combattere per la Sua Sposa, non con vili armi, ma con lo scudo della santissima Fede..."(Lett.371)

    " Nella dolce Sposa di Cristo (in comunione con la Chiesa) voglio terminare la vita mia, con lagrime, con sudori e con sospiri e dare il sangue e la midolla dell'ossa! E se tutto il mondo mi cacciasse (a cagione dei miei peccati) io non me ne curerò, riposandomi con pianto nel petto della dolce Sposa..."
    (Caterina da Siena)

    ******************


    *******************

    S.CATERINA DA SIENA UNA VITA SPESA PER LA PACE...


    Oggi si parla spesso della Nuova Evangelizzazione. In quale modo oggi, noi, possono accogliere questa sfida?

    Nella città di Siena, anzi nello stesso quartiere di Caterina, c'erano famiglie indigenti che vivevano nella miseria...

    Molte volte Caterina si alzava presto di buon mattino, prima di recarsi alla Messa, portando con sè una sporta di cibarie e di indumenti. Delle volte le deponeva con cura davanti alle porte e in silenzio se ne andava senza farsi vedere, altre volte si fermava se era a conoscenza che in quella casa c'era qualcuno da consolare, o da accudire....

    Caterina, forse perchè proprio illetterata, aveva sempre avuto il desiderio di scrivere, infatti è veramente ricco l'epistolario che ci è giunto fino a noi: scriveva a tutti, dalla gente semplice alla più imponente; alle persone semplici per ricordare loro il cammino cristiano nella fedeltà alla Chiesa; alle persone che reggevano i governi per ricordare loro che il loro potere non gli apparteneva ma che gli veniva offerto da Dio per poter custodire l'uomo da Lui tanto amato!

    " Io voglio che facciate la Pace con Dio e con i nemici vostri" (Lett.103);

    " Non con le lotte e le divisioni, ma con la Pace e le orazioni e i sacrifici si rinnoverà la Chiesa di Cristo..."(Dialogo 86)

    Possiamo dire, a ragione degli storici, che Caterina è stata una primizia, fra i laici, della e per la Riforma vera della S.Chiesa; ricordava a Papa Urbano VI: " Pare, santissimo Padre, che questa Verità eterna voglia fare di voi un altro Lui; e si perché siete suo vicario di Cristo in terra, e si perché nell’amaritudine e nel sostenere vuole che riformiate la dolce Sposa sua e vostra, che tanto tempo è stata impallidita (…). Ora è venuto il tempo che Egli vuole che per voi, suo strumento, sostenendo le molte pene e persecuzioni, la Sposa sia tutta rinnovata. Di questa pena e tribolazione ella nascerà come fanciulla purissima…" (Lett. N.346). ...." La Riforma della S.Chiesa non si fa negando o rinnegando la Chiesa, ma soffrendo per essa, orando senza mai stancarci, mettendoci il fuoco del Santo Battesimo, e dando la vita per Lei così come il nostro Gesù Amore la diede per Lei....." Caterina da Siena ha capito che per evangelizzare occorre un rinnovamento innanzi tutto interiore, occorre restare fedeli alla Chiesa, dice ancora a Papa Urbano VI: " Voi non potete di primo colpo levare i difetti delle creature, ma potete lavare il ventre della santa Chiesa, cioè procurare a quelli che vi sono presso e intorno a voi, spazzarlo dal fracidume, e ponervi quelli che attendono all’onore di Dio e vostro, e bene della santa Chiesa; coloro che non si lascino contaminare dalle lusinghe o dai denari. Se reformate questo ventre della sposa vostra, tutto il corpo agevolmente si riformerà; e così sarà onore a Dio, utilità a voi, santità delle membra e si spegnerà l’eresia.." (Lett. 364).

    Caterina da Siena intuisce il pericolo dei vescovi che non obbediscono al Magistero e che seminano l’errore insegnando dottrine diverse. Per una nuova evangelizzazione, fa capire, occorre essere ben radicati nel Magistero della Chiesa, occorre far emergere la virtù dell’obbedienza.

    Caterina da Siena poteva permettersi di usare questo linguaggio semplicemente perché viveva in pienezza il santo Vangelo. Aveva saputo armonizzare e fondere il Vangelo con la Carità, la Carità con la difesa della Verità. In questo modo Caterina fu veramente una luce per la Chiesa, una nuova evangelizzazione per il suo tempo nel quale si parlava di Riforme. Ne è un esempio la Lettera 310 scritta a tre vescovi che si erano posti contro il Papa Urbano VI, Caterina ha parole dure, ma anche cariche di amore vero e di speranza, dice:

    "- solo nell’obbedienza al Papa – stanno coloro che hanno lume, che con lume conoscono la verità, e conoscendola, l’amano! (…) Voi foste posti a nutrirvi al petto della santa Chiesa (…). Chi mi mostra che voi siete ingrati ? La persecuzione che voi, con gli altri insieme, avete fatta e fate a questa Sposa, nel tempo che dovevate essere scudi, e resistere ai colpi dell'eresia...Nella quale, sapete e conoscete la verità.…(…) Ora voi voltate le spalle, come vili e miserabili cavalieri: ma l’ombra vostra v’ha fatto paura. Siete partiti dalla verità che vi nutriva, per accostarvi alla bugia, che indebolisce l’anima e il corpo…Chi è il responsabile? Il veleno è il solo amor proprio, quell’orgoglio che avvelena il mondo…"

    Le parole forti di Caterina sono più attuali che mai: scismi ne abbiamo, ma ancor più gravemente abbiamo sacerdoti che ancora dentro la Chiesa insegnano però contro il Magistero, indebolendo le dottrine cattoliche, seminando confusione. La Chiesa di ogni tempo ha sempre tentato di riformarsi, i Santi sono stati coloro che inviati da Dio hanno incendiato sempre i nuovi modi di evangelizzare, oggi tocca a noi! Ogni battezzato è chiamato ad operare in prima linea, maggiormente lo è un Laico Domenicano che riceve da Cristo i talenti del Carisma Domenicano quali doni dello Spirito per poter affrontare le nuove sfide di oggi.

    " Và e predica" è stata una recente occasione di un incontro della Famiglia Domenicana ( Frati, Suore, Monache e Laici) nelle cui conclusioni, l’allora Maestro G. p. Timothy diceva: " S. Domenico intese le richieste che gli venivano dalle nuove correnti religiose, avvertì la sete di una parola di vita che gli veniva dai cristiani e inviò i suoi frati nelle città e nelle università, e sognò di andare ad evangelizzare paesi lontani. E’ a partire dalle attese e dalle domande che intendete, dalle sofferenze e dalle ferite che toccano la vostra compassione, che voi potete capire verso dove dovete incamminarvi… Ascoltiamo domande difficili che toccano problemi etici inediti alle frontiere della vita e della morte, che lanciano una sfida al loro rapporto con la creazione o che parlano di impoverimento e di esclusioni. Vediamo dei volti feriti dalla violenza, quella delle parole come quella delle armi, quella del passato come quella presente, che vivono in esilio in un nuovo paese o nel proprio. Conosciamo battezzati che non hanno che una vaga idea della fede cristiana o che la seguono con affanno e senza fiducia. Sappiamo di persone che cercano di dare un nome al radicale desiderio che è in loro, ma non sanno verso chi rivolgersi per risolvere il mistero che li attanaglia. E voi che cosa vedete, cosa intendete che vi dia il gusto di mettervi in strada per predicare? Dove volete andare? …"


    Evangelizzare è una sfida, Caterina da Siena lo intuisce che opera della Chiesa è soprattutto evangelizzare per questo il suo messaggio, oggi, è più attuale che mai, per questo è Patrona d’Italia e Compatrona d’Europa, non sono titoli onorifici di facciata, bensì sono titoli che partono da un atto eroico pienamente vissuto, sono titoli che spiegano l’evoluzione della stessa Chiesa attraverso i Figli che l’hanno resa gloriosa, sono titoli che ci invitano a metterci "sotto la sua protezione" e cosa vuol dire questa "protezione" se non quell’imparare i metodi della santificazione attraverso chi ci è passato e l’ha vissuto testimoniandolo? Per non rendere idolatria il culto dei santi e dunque il ricordare la Festa di S.Caterina da Siena (29 aprile), è necessaria l’obbedienza alla Chiesa e la fedeltà al Papa, cioè al Magistero, affidarsi a lui e metterlo in pratica come appunto hanno fatto i santi. Non abbiamo altra scelta sia per noi stessi, cioè per la nostra stessa formazione, sia per l’evangelizzazione.

    Chiediamoci dunque in quale modo noi, oggi, viviamo il Vangelo e in quale modo viviamo e diffondiamo la Carità e la Verità. In quale modo ricordiamo a noi stessi e al prossimo che il nostro motto è appunto "VERITAS", cosa vuol dire per noi e in che modo possiamo usarlo nella sfida per la Nuova Evangelizzazione?


    (LD Caterina- aprile 2003)
    «Vigilate ergo; nescitis enim quando dominus domus veniat».
    (Mar. 13, 35)

  2. #2
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    oggi si festeggia Santa Caterina!

    BREVE DI PAPA PIO XII CON IL QUALE VENGONO PROCLAMATI SAN FRANCESCO D'ASSISI E SANTA CATERINA DA SIENA PATRONI D'ITALIA
    - San Pietro, 18 giugno 1939 -

    Pio XII Pontefice Massimo a perpetua memoria.
    La sollecita cura della Chiesa universale che ci è stata commessa dal Divino Redentore ci spinge sempre a procurare quanto più ci è possibile il bene di tutti i fedeli sparsi per tutta la terra; ma poichè la Divina Provvidenza ha voluto che la cattedra romana di San Pietro fosse stabilita in Italia, la nostra volontà non può non rivolgersi in modo particolare a promuovere i vantaggi spirituali degli italiani e perciò appena ce ne è data l'occasione, ci disponiamo ad eseguire con solerte cura tutte quelle cose che ci sembrano le più opportune al fine predetto. "Sicchè nelle difficoltà dei tempi, che da ogni parte premono anche le genti d'Italia, nessun altra cosa è più conforme al nostro ufficio pastorale, nonchè all'effetto che nutriamo verso i nostri connazionali, quanto l'assegnare loro presso il Signore, particolari patroni celesti, i quali ne siano come i custodi e i difensori.
    "Chi di noi invero potrebbe mai dubitare di non essere aiutato giorno per giorno dal patrocinio dei Santi presso Dio, specialmente quando, trovandosi in angustie si appoggia alla intercessione dei Santi, invoca il Signore e sente subito che il Signore lo esaudisce?
    "E questo tanto più giustamente può dirsi di quel patrocinio, col quale i santi proteggono le genti e le nazioni, specie quelle alle quali si sforzarono in tanti modi e in tante particolari circostanze, di portare aiuto, mentre essi ancora erano in terra, spinti dall'amore di Patria.
    "Senza alcun dubbio ciò si deve affermare di San Francesco d'Assisi e di Santa Caterina da Siena che, italiani ambedue in nostra Patria, in ogni tempo madre di santi. Di fatti San Francesco poverello e umile vera immagine di Gesù Cristo, diede insuperabili esempi di vita evangelica ai cittadini di quella sua tanto turbolenta età, e ad essi anzi, con la costituzione del suo triplice ordine aprì nuove vie e diede maggiori agevolezze, per la correzione dei pubblici e privati costumi e per un più retto senso dei principi della vita cattolica.
    "Né altrimenti si adoperò Santa Caterina, la fortissima e piissima vergine, che valse efficacemente a ridurre e a stabilire la concordia degli animi delle città e contrade della sua Patria e che mossa da continuo amore, con suggerimenti e preghiere, fece tornare alla sede di Pietro in Roma i romani pontefici, che quasi in esilio vivevano in Francia, tanto da essere considerata a buon diritto il decoro e la difesa della Patria e della Religione.
    "Ora poi il signor Cardinale Carlo Salotti, prefetto della Congregazione dei Riti, ci ha detto che gli arcivescovi d'Italia, assecondando il comune desiderio dei fedeli, fanno voti e ci rivolgono anzi supplici preci, affinché San Francesco d'Assisi e Santa Caterina da Siena, vengano da noi dichiarati e costituiti Patroni Primari d'Italia con l'intento di riaccendere l'avita pietà e farla maggiormente crescere. A questi voti si aggiunge anche l'amplissima commendatizia dello stesso porporato e perciò considerate attentamente tutte le ragioni e le circostanze ben volentieri abbiamo deciso di annuirvi.
    "Pertanto di nostro motu proprio di certa scienza e dopo matura deliberazione colla pienezza di nostra apostolica podestà, in virtù delle presenti lettere, dichiariamo da questo momento e costituiamo in perpetuo San Francesco d'Assisi e Santa Caterina Patroni Primari d'Italia.
    "Con la stessa autorità e in forza delle presenti da volere in perpetuo decretiamo che in Italia e nelle isole adiacenti, si celebrino ogni anno, dall'uno e dall'altro clero, nei giorni stabiliti e le feste degli stessi Patroni con relativa messa ed officio in rito doppio di prima classe, ma senza ottava, nonostante qualsiasi cosa in contrario.
    "Ciò benevolmente ordinano e decretano, comandando che le presenti lettere rimangano sempre ferme, valide in tutta la loro efficacia ; che ottengano i loro pieni e interi effetti che se ne possano pienamente valere oggi e in futuro quelli cui spetta o potrà spettare; e così doversi esattamente giudicare e stabilire, dichiarando fin d'ora in vita ed inane, qualsiasi cosa che dal riguardo, da chiunque o da qualsiasi autorità, scientemente o ignorantemente possa essere attentata in contrario.
    "Dato a Roma presso San Pietro sotto l'anello del Pescatore il 18 giugno del 1939 - 1° del nostro pontificato.
    Luigi Card. Maglione- Segretario di Stato.


    fonte:
    http://www.caterinati.org/papi.htm
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  3. #3
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    Santa caterina, proteggi la Nostra Nazione, la Nostra Diletta Patria, specialmente in questi giorni!

  4. #4
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    la Testa di Santa Caterina è certamente la reliquia più importante ed è conservata nella cappella dedicata alla Santa posta nella basilica di San Domenico di Siena. Fu staccata dal corpo della mantellata senese nel 1381 per volere di Papa Urbano VI; la borsa in seta che contenne la Testa durante il viaggio da Siena a Roma è conservata nella celletta di Santa Caterina presso la Casa-Santuario dove sono conservati anche il pomo del bastone sul quale era solita appoggiarsi e la lampada per recarsi di notte allo Spedale di Santa Maria della Scala a svolgere l'opera di infermiera volontaria.
    Per quattro anni la testa rimase chiusa in un armadio della sacrestia di San Domenico, ma una volta che il Concistoro della Repubblica venne a conoscenza del fatto, dette ordine di tributare onori pubblici alla preziosa reliquia. Così il 5 maggio 1385 una imponente processione, condusse la
    reliquia in San Domenico partendo dalla chiesa dell'Ospedale di San Lazzaro, fuori Porta Romana. Chiudeva la processione un gruppo di Mantellate di san Domenico e Lapa, la madre di Caterina.
    Un'altra importante reliquia è il dito conservato anch'esso nella Basilica di San Domenico; con questa reliquia viene impartita la benedizione all'Italia e alle Forze Armate nel pomeriggio della domenica che si tengono le Feste internazionali in onore di Santa Caterina da Siena. Questa reliquia, insieme alle cordicelle con le quali la mantellata senese era solita disciplinarsi e al busto in bronzo che per tanti anni ha contenuto e protetto la testa, è conservata nella teca posta nella parete
    destra della Basilica di San Domenico, teca che attualmente è stata tolta per far posto ad un'altra, di artistica realizzazione, opera dell'architetto senese Sandro Bagnoli, dove troveranno migliore collocazione sia il dito che le altre reliquie della Santa.
    Un piede della Santa è conservato nella Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, la stessa chiesa dove riposa fra' Tommaso Caffarini autore della Legenda Minor.
    Era presente nel Duomo di Siena anche una costola della Santa, essa però fu donata al santuario di Santa Caterina ad Astenet in Belgio costruito nel 1985 per volontà dei Caterinati di quel paese.
    Anche il Santuario ha la sua reliquia; essa è una scaglia di una scapola di Caterina. E' conservata ed è ben visibile, in una urna scavata nel muro a sinistra dell'altar maggiore dell'Oratorio del Crocifisso. Nella teca vi è una testina in cera raffigurante la Santa. Questa reliquia è stata
    donata al Santuario dalla professoressa Lidia Gori, caterinata e figlia del professor Giulio Gori il quale, nel 1931 insieme ai professori Mazzi, Raimondi, Lunghetti e Londini operarono una ricognizione sulla reliquia della Sacra Testa, ricognizione voluta dall'allora podestà Fabio Bargagli
    Petrucci.
    Al 1931 risale anche il reliquiario che contiene la Testa oggi; esso è in argento decorato a smalto opera dell'orafo fiorentino David Manetti che lo realizzò su disegno di Angelo Giorgi, noto argentiere. Il prezioso reliquiario in stile gotico fu donato dai Padri Domenicani di San Marco di Firenze ai Padri Domenicani di Siena.
    Nel santuario di Astenet (Belgio) è conservata la reliquia di una costola della Santa, in precedenza custodita nel Duomo di Siena prima della costruzione di questo santuario.


    fonte:http://www.caterinati.org/luoghi_reliquie.htm
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  5. #5
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    La Divina Provvidenza ha voluto che questa Grande Santa appartenesse alla nostra Chiesa Italiana. Chissà il Papa che fine avrebbe fatto?

  6. #6
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    Vi faccio una domanda chiedendo scusa per l'ignoranza sulla storia della città in cui abito.

    sulla facciata della chiesa di S. Cristina sul lungarno a Pisa è riportata la scritta "qui Santa Caterina vergine senese ha ricevuto le stigmate di Cristo" (l'originale è in latino, ma non l'ho riportato per evitare brutte figure visto che il mio latino è piuttosto arruginito).

    A voi risulta che abbia avuto le stigmate a Pisa?
    e se si non trovate strano che questo fatto in città sia passato abbastanza sotto silenzio? non c'è nemmeno una chiesa dedicata alla santa (c'è una chiesa dedicata a S. Caterina, ma è quella di Alessandria, e per di più era la chiesa dei domenicani)

    grazie in anticipo

  7. #7
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    1° aprile 1375. Così la Santa raccontava al suo confessore Raimondo da Capua: "Sappiate padre, che per la misericordia del Signore, io porto già nel mio corpo le sue stimmate... vidi il Signore confitto in croce, che veniva verso di me in una gran luce e fu tanto lo slancio dell'anima mia, desiderosa di andare incontro al suo Creatore che il corpo fu costretto ad alzarsi. Allora dalle cicatrici delle sue santissime piaghe, vidi scendere in me cinque raggi sanguigni diretti alle mani e ai piedi e al mio cuore. Subito esclamai: Ah Signore, Dio mio: te ne prego: che non appariscano queste cicatrici all'esterno del mio corpo. Mentre dicevo così, prima che i raggi arrivassero a me, cambiarono il loro colore sanguigno in colore splendente". (Legenda Maior, 195 - ed. Cantagalli).

    questo è successo nella
    chiesa di Santa Cristina a Pisa il 1° aprile 1375
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  8. #8
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    grazie per la risposta.

    sai se il crocifisso in questione sia ancora a Pisa o eventualmente dove si trovi.
    perché ripeto di questo a pisa si parla abbastanza poco

  9. #9
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    IL Crocifisso si trova nell'oratorio del Crocifisso presso il Santuario cateriniano di Siena...se trovo una foto la metto..
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  10. #10
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    LE LETTERE DI SANTA CATERINA Tratte da: "Le Lettere di S. Caterina da Siena - ridotte a miglior lezione e in ordine nuovo disposte con proemio e note" di Niccolò tommaseo

    LIBRO PRIMO

    LIBRO SECONDO

    LIBRO TERZO

    LIBRO QUARTO

    LIBRO QUINTO

    LIBRO SESTO

    LETTERE DEI DISCEPOLI DI SANTA CATERINA
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