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Discussione: Istituzione e attività della Pontificia Academia Latinitatis

  1. #1
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
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    Istituzione e attività della Pontificia Academia Latinitatis

    Così il Papa vuole promuovere il latino
    Benedetto XVI pubblicherà un motu proprio per istituire la «Pontificia Academia Latinitatis». E in Vaticano traducono «indirizzo email» con «inscriptio cursus electronici»


    Andrea Tornielli
    Città del Vaticano


    «Foveatur lingua latina». Papa Ratzinger vuole far crescere la conoscenza della lingua di Cicerone, di Agostino e di Erasmo da Rotterdam, nell’ambito della Chiesa ma anche della società civile e della scuola e sta per pubblicare un motu proprio che istituisce la nuova «Pontificia Academia Latinitatis». Fino ad oggi Oltretevere ad occuparsi di mantenere in vita l’antico idioma era stata una fondazione, «Latinitas», rimasta sotto l’egida della Segreteria di Stato e ora destinata a scomparire: oltre a pubblicare l’omonima rivista e a organizzare il concorso internazionale «Certamen Vaticanum» di poesia e prosa latina negli anni si è occupata di tradurre in latino parole moderne.

    L’imminente istituzione della nuova accademia pontificia che si affianca alle undici già esistenti – tra le quali ci sono le più note dedicate alle scienze e alla vita – è confermata in una lettera che il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, ha inviato a don Romano Nicolini, un sacerdote riminese grande propugnatore del ritorno dell’ora di latino nella scuola media inferiore. Ravasi ha ricordato che l’iniziativa dell’Accademia è «voluta dal Santo Padre» ed è promossa dal dicastero vaticano della cultura: vi faranno parte «eminenti studiosi di varie nazionalità, con finalità di promuovere l’uso e la conoscenza della lingua latina sia in ambito ecclesiale sia in ambito civile e quindi scolastico». Un modo per rispondere, conclude il cardinale nella lettera, «a numerose sollecitazioni che ci giungono da diverse parti del mondo».

    Sono passati cinquant’anni da quando Giovanni XXIII, ormai alla vigilia del Concilio, promulgò la costituzione apostolica «Veterum sapientia» per definire il latino come lingua immutabile della Chiesa e ribadirne l’importanza, chiedendo alle scuole e università cattoliche di ripristinarlo nel caso fosse stato abbandonato o ridotto. Il Vaticano II stabilirà di mantenere il latino in alcune parti della messa, ma la riforma liturgica post-conciliare ne avrebbe abolito ogni traccia nell’uso comune. Così, mentre mezzo secolo fa prelati di ogni parte del mondo riuscivano a capirsi parlando l’idioma di Cesare e i fedeli mantenevano un contatto settimanale con esso, oggi nella Chiesa il latino non gode di buona salute. E sono altri ambiti, laici, interessati a promuoverla.

    Oltretevere continuano comunque a lavorare studiosi che propongono neologismi per tradurre le encicliche papali e i documenti ufficiali. Un lavoro non facile è stato quello di tradurre in latino l’ultima enciclica di Benedetto XVI, «Caritas in veritate» (luglio 2009), dedicata alle emergenze sociali e alla crisi economico finanziaria. Alcune scelte dei latinisti della Santa Sede sono state criticate da «La Civiltà Cattolica», l’autorevole rivista dei gesuiti, che ha ritenuto discutibile la scelta dei termini «delocalizatio», «anticonceptio» e «sterilizatio», approvando invece le scelte di «plenior libertas» per liberalizzazione, e di «fanaticus furor» per fanatismo». Tra le curiosità, l’espressione «fontes alterius generis» per tradurre le fonti alternative e «fontes energiae qui non renovantur» per le risorse energetiche non rinnovabili.

    L’iniziativa del Papa di istituire una nuova Pontificia Accademia è un segnale significativo, di rinnovata attenzione. «Il latino educa ad avere stima delle cose belle – spiega don Nicolini, che ha diffuso nelle scuole medie diecimila copie di un opuscolo gratuito introduttivo alla lingua latina e sta diffondendo l’appello per farla tornare tra le materie curricolari – e ci educa anche a dare importanza alle nostre radici».

    Tra coloro che si occupano di rinnovare il lessico latino per poter comunicare ancora oggi nella lingua ciceroniana c’è don Roberto Spataro, 47 anni, è docente di Letteratura cristiana antica e segretario del Pontificium Institutum Altioris latinitatis, voluto da Paolo VI presso l’attuale Università Pontificia Salesiana di Roma. «Come tradurrei “corvo”? Mi aspettavo questa domanda… Ecco, direi: “Domesticus delator” o “Intestinus proditor”», risponde il sacerdote. E spiega come nascono i neologismi latini: «Esistono due scuole di pensiero. La prima, che potremmo definire anglosassone, ritiene che prima di creare un neologismo per tradurre parole moderne bisogna passare al setaccio tutto ciò che è stato scritto in latino lungo i secoli, non soltanto il latino classico. L’altra scuola, che per comodità definirei latina, ritiene che si possa essere più liberi nel creare una circonlocuzione che renda bene l’idea e il significato della parola moderna, mantenendo però il sapore del latino classico, ciceroniano».

    Spataro appartiene alla seconda scuola e invita «a sfogliare l’ultima edizione del “Lexicon recentis latinitatis”, curato da don Cleto Pavanetto, eccellente latinista salesiano, e pubblicato nel 2003, con ben 15.000 vocaboli moderni resi in lingua latina». Ad esempio, fotocopia si traduce “exemplar luce expressum”, banconota diventa “charta nummária”, basket-ball “follis canistrīque ludus”, best seller è “liber máxime divénditus”, i blue-jeans sono “bracae línteae caerúleae”, mentre goal è “retis violátio”. Gli hot pants diventano “brevíssimae bracae femíneae”, l’IVA si traduce “fiscāle prétii additamentum”, mountain bike è “bírota montāna”, paracadute diventa “umbrella descensória”. Nel Lexicon mancano però i riferimenti al web. «In effetti non ci sono – spiega don Spataro – ma negli ultimi nove anni tra chi scrive e parla in latino si sono coniate nuove espressioni. Così internet è “inter rete”, e l’indirizzo email “inscriptio cursus electronici”».


    fonte: Vatican Insider
    O salutáris hóstia, quæ cæli pandis óstium,
    bella premunt hostília: da robur, fer auxílium.
    (Hymnus ad Laudes Matutinas in sollemnitate SS. Corporis et Sanguinis Christi)

  2. #2
    Phantom
    visitatore
    Ottimo, ci vuole davvero un'accademia di studi per il latino; soprattutto quando sul sito del Vaticano non traducono quello che dovrebbero...
    Scelta come sempre saggia e provvidenziale del nostro amato Papa.

  3. #3
    Phantom
    visitatore
    LITTERAE APOSTOLICAE
    MOTU PROPRIO DATAE "LATINA LINGUA"
    De Pontificia Academia Latinitatis condenda
    1. Latina Lingua permagni ab Ecclesia Catholica Romanisque Pontificibus usque est aestimata, quandoquidem ipsorum propria habita est lingua, qui eandem cognoscendam et diffundendam assidue curaverunt, cum Evangelii nuntium in universum orbem transmittere valeret, quemadmodum in Constitutione Apostolica Veterum sapientia Decessor Noster beatus Ioannes XXIII iure meritoque edixit.
    Enimvero inde a Pentecoste omnibus hominum linguis locuta et precata est Ecclesia. Attamen christianae communitates primorum saeculorum linguam Graecam Latinamque affatim usurpaverunt, cum illis locis in quibus morabantur universalia essent communicationis instrumenta, quorum ope Christi Verbi novitas hereditati obviam ivit Romani et Hellenistici cultus.
    Romano Imperio occidentali exstincto, Romana Ecclesia non modo lingua Latina uti perrexit, verum etiam quodammodo custos eiusdem et fautrix fuit, sive in Theologiae ac Liturgiae, sive in institutionis et scientiae transmittendae provincia.
    2. Nostris quoque temporibus Latinae linguae et cultus cognitio perquam est necessaria ad fontes vestigandos ex quibus complures disciplinae ceteroqui hauriunt, exempli gratia Theologia, Liturgia, Patrologia et Ius Canonicum, quemadmodum Concilium Oecumenicum Vaticanum II docet (cfr Decretum de Institutione sacerdotali, Optatam totius, 13).
    In hac praeterea lingua, ut universalis Ecclesiae natura pateat, typica forma sunt scripti liturgici libri Romani Ritus, praestantiora Magisterii pontificii Documenta necnon sollemniora Romanorum Pontificum officialia Acta.
    3. In hodierno tamen cultu, humanarum litterarum extenuatis studiis, periculum adest levioris linguae Latinae cognitionis, quae in curriculis philosophicis theologicisque futurorum presbyterorum quoque animadvertitur. Sed contra, in nostro ipso orbe, in quo scientia ac technologia praecipuum obtinent locum, renovatum culturae et linguae Latinae studium invenitur, non illis in Continentibus dumtaxat quae proprias culturales radices in patrimonio Graeco et Romano habent. Id diligentius est animadvertendum eo quod non modo academiarum provincia et institutionum implicatur, sed ad iuvenes inquisitoresque etiam attinet, qui ex diversissimis Nationibus et traditionibus proveniunt.
    4. Quapropter necessitas instare videtur ut linguae Latinae altius cognoscendae eiusque congruenter utendae fulciatur cura, sive in ecclesiali sive in patentiore cultus campo. Ut hic nisus extollatur et evulgetur, consentaneum prorsus est docendi rationes adhibere aptas ad novas condiciones et provehere item necessitudines inter Academicas institutiones et inquisitores, ut copiosum ac multiforme Latini cultus patrimonium efferatur.
    Ad haec proposita assequenda, Decessorum Nostrorum semitas calcantes, hasce per Litteras Apostolicas Motu Proprio datas hodie Pontificiam Academiam Latinitatis condimus, quae Pontificio Consilio de Cultura erit obnoxia. Eam regit Praeses, quem Secretarius iuvat et ii a Nobis nominantur, dum Consilium Academicum illis auxilium fert.
    Opus Fundatum Latinitas, quod Pauli PP. VI chirographo Romani Sermonis die XXX mensis Iunii anno MCMLXXVI est constitutum, exstinguitur.
    Decernimus ut hae Litterae Apostolicae Motu Proprio datae, quibus ad experimentum in quinquennium adnexum Statutum comprobamus, per editionem in actis diurnis "L’Osservatore Romano" evulgentur.
    Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die X mensis Novembris, in memoria Sancti Leonis Magni Papae, anno MMXII, Pontificatus Nostri octavo.
    BENEDICTUS PP XVI
    * * *
    Pontificiae Academiae Latinitatis Statutum
    Art. I
    Pontificia Academia Latinitatis conditur, cuius sedes in Statu Civitatis Vaticanae locatur, quae linguam Latinam et cultum promoveat extollatque. Academia cum Pontificio Consilio de Cultura copulatur, cui est obnoxia.
    Art. II
    § 1. Haec sunt Academiae proposita:
    a) ut linguae litterarumque Latinarum, quae ad classicos, Christianos, mediaevales, humanisticos et recentissimos pertinent auctores, cognitionem iuvet studiumque provehat, praesertim apud catholica instituta, in quibus vel Seminarii tirones vel presbyteri instituuntur atque erudiuntur;
    b) Ut provehat diversis in provinciis Latinae linguae usum, sive scribendo sive loquendo.
    § 2. Ut haec proposita consequatur, Academia studet:
    a) scripta, conventus, studiorum congressiones, scaenica opera curare;
    b) curricula, seminaria aliaque educationis incepta procurare, etiam iunctis viribus cum Pontificio Instituto Altioris Latinitatis;
    c) hodierna quoque communicationis instrumenta in discipulis instituendis adhibere, ut sermonem Latinum perdiscant;
    d) expositiones, exhibitiones et certamina apparare;
    e) alia agere ac suscipere ad hoc Institutionis propositum assequendum.
    Art. III
    Pontificia Academia Latinitatis Praesidem, Secretarium, Consilium Academicum ac Sodales, qui Academici quoque nuncupantur, complectitur.
    Art. IV
    § 1. Academiae Praeses a Summo Pontifice in quinquennium nominatur. Praesidis mandatum in alterum quinquennium renovari potest.

    § 2. Ad Praesidem spectat:
    a) iure Academiae, etiam coram quavis iudiciali administrativaque auctoritate, sive canonica sive civili, partes agere;
    b) Consilium Academicum et Sodalium Congressionem convocare eisque praesidere;
    c) Congressionibus Coordinationis Academiarum Pontificiarum Sodalis loco interesse atque cum Pontificio Consilio de Cultura necessitudinem persequi;
    d) Academiae rebus agendis praeesse;
    e) ordinariae administrationi, Secretario opem ferente, atque extraordinariae administrationi, suffragante Consilio Academico necnon Pontificio Consilio de Cultura, consulere.
    Art. V
    § 1. In quinquennium a Summo Pontifice nominatur Secretarius, qui in alterum quinquennium confirmari potest.
    § 2. Praeses, si forte absit vel impediatur, Secretarium delegat, ut ipsius vice fungatur.
    Art. VI
    § 1. Consilium Academicum constituunt Praeses, Secretarius et quinque Consiliarii. Consiliarii autem a coetu Academicorum in quinquennium eliguntur, qui confirmari possunt.
    § 2. Consilium Academicum, cui Academiae Praeses praeficitur, de maioris ponderis quaestionibus, ad Academiam attinentibus, decernit. Ipsum Rerum agendarum ordinem comprobat, quae a Coetu Sodalium tractanda erunt, qui saltem semel in anno est convocandus. Consilium a Praeside convocatur semel in anno atque quotiescumque porro id saltem tres Consiliarii requirunt.
    Art. VII
    Praeses, suffragante Consilio, Archivarium, qui Bibliothecarii partes quoque agit, atque Thesaurarium nominare potest.
    Art. VIII
    § 1. Academiam constituunt Sodales Ordinarii, qui numerum quinquaginta non excedunt et Academici vocantur, quique studiosi sunt cultoresque linguae ac litterarum Latinarum. Ii a Secretario Status nominantur. Cum autem Sodales Ordinarii octogesimum aetatis annum complent, Emeriti fiunt.
    § 2. Academici Ordinarii Academiae Coetui, a Praeside convocato, intersunt. Academici Emeriti Coetui interesse possunt, at sine suffragio.
    § 3. Praeter Academicos Ordinarios, Academiae Praeses, Consilio audito, alios Sodales nominare potest, qui "correspondentes" nuncupantur.
    Art. IX
    Aboliti Operis Fundati Latinitas patrimonium inceptaque, compositione editioneque commentariorum Latinitas addita, in Pontificiam Academiam Latinitatis transferuntur.
    Art. X
    Quae hic expresse non deliberantur, Codice Iuris Canonici et Status Civitatis Vaticanae legibus temperantur.
    [01484-07.01] [Testo originale: Latino]
    TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
    LETTERA APOSTOLICA
    IN FORMA DI MOTU PROPRIO "LATINA LINGUA"
    con la quale viene istituita la Pontificia Accademia di Latinità
    1. La lingua latina è sempre stata tenuta in altissima considerazione dalla Chiesa Cattolica e dai Romani Pontefici, i quali ne hanno assiduamente promosso la conoscenza e la diffusione, avendone fatto la propria lingua, capace di trasmettere universalmente il messaggio del Vangelo, come già autorevolmente affermato dalla Costituzione Apostolica Veterum sapientia del mio Predecessore, il Beato Giovanni XXIII.
    In realtà, sin dalla Pentecoste la Chiesa ha parlato e ha pregato in tutte le lingue degli uomini. Tuttavia, le Comunità cristiane dei primi secoli usarono ampiamente il greco ed il latino, lingue di comunicazione universale del mondo in cui vivevano, grazie alle quali la novità della Parola di Cristo incontrava l’eredità della cultura ellenistico-romana.
    Dopo la scomparsa dell’Impero romano d’Occidente, la Chiesa di Roma non solo continuò ad avvalersi della lingua latina, ma se ne fece in certo modo custode e promotrice, sia in ambito teologico e liturgico, sia in quello della formazione e della trasmissione del sapere.
    2. Anche ai nostri tempi, la conoscenza della lingua e della cultura latina risulta quanto mai necessaria per lo studio delle fonti a cui attingono,tra le altre, numerose discipline ecclesiastiche quali, ad esempio, la Teologia, la Liturgia, la Patristica ed il Diritto Canonico, come insegna il Concilio Ecumenico Vaticano II (cfr Decr. Optatam totius, 13).
    Inoltre, in tale lingua sono redatti, nella loro forma tipica, proprio per evidenziare l’indole universale della Chiesa, i libri liturgici del Rito romano, i più importanti Documenti del Magistero pontificio e gli Atti ufficiali più solenni dei Romani Pontefici.
    3. Nella cultura contemporanea si nota tuttavia, nel contesto di un generalizzato affievolimento degli studi umanistici, il pericolo di una conoscenza sempre più superficiale della lingua latina, riscontrabile anche nell’ambito degli studi filosofici e teologici dei futuri sacerdoti. D’altro canto, proprio nel nostro mondo, nel quale tanta parte hanno la scienza e la tecnologia, si riscontra un rinnovato interesse per la cultura e la lingua latina, non solo in quei Continenti che hanno le proprie radici culturali nell’eredità greco-romana. Tale attenzione appare tanto più significativa in quanto non coinvolge solo ambienti accademici ed istituzionali, ma riguarda anche giovani e studiosi provenienti da Nazioni e tradizioni assai diverse.
    4. Appare perciò urgente sostenere l’impegno per una maggiore conoscenza e un più competente uso della lingua latina, tanto nell’ambito ecclesiale, quanto nel più vasto mondo della cultura. Per dare rilievo e risonanza a tale sforzo, risultano quanto mai opportune l’adozione di metodi didattici adeguati alle nuove condizioni e la promozione di una rete di rapporti fra Istituzioni accademiche e fra studiosi, al fine di valorizzare il ricco e multiforme patrimonio della civiltà latina.
    Per contribuire a raggiungere tali scopi, seguendo le orme dei miei venerati Predecessori, con il presente Motu Proprio oggiistituisco la Pontificia Accademia di Latinità, dipendente dal Pontificio Consiglio della Cultura. Essa è retta da un Presidente, coadiuvato da un Segretario, da me nominati, e da un Consiglio Accademico.
    La Fondazione Latinitas, costituita dal Papa Paolo VI, con il Chirografo Romani Sermonis, del 30 giugno 1976, è estinta.
    La presente Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio, con la quale approvo ad experimentum, per un quinquennio, l’unito Statuto, ordino che sia pubblicata su L’Osservatore Romano.
    Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 10 novembre 2012, memoria di San Leone Magno, anno ottavo di Pontificato.
    BENEDICTUS PP XVI
    * * *
    Statuto della Pontificia Accademia di Latinità
    Articolo 1

    È istituita la Pontificia Accademia di Latinità, con sede nello Stato della Città del Vaticano, per la promozione e la valorizzazione della lingua e della cultura latina. L’Accademia è collegata con il Pontificio Consiglio della Cultura, dal quale dipende.
    Articolo 2
    § 1. Scopi dell’Accademia sono:
    a) favorire la conoscenza e lo studio della lingua e della letteratura latina, sia classica sia patristica, medievale ed umanistica, in particolare presso le Istituzioni formative cattoliche, nelle quali sia i seminaristi che i sacerdoti sono formati ed istruiti;
    b) promuovere neidiversi ambitil’uso del latino, sia come lingua scritta, sia parlata.

    § 2. Per raggiungere detti fini l’Accademia si propone di:
    a) curare pubblicazioni, incontri, convegni di studio e rappresentazioni artistiche;
    b) dare vita e sostenere corsi, seminari ed altre iniziative formative anche in collegamento con il Pontificio Istituto Superiore di Latinità;
    c) educare le giovani generazioni alla conoscenza del latino, anche mediante i moderni mezzi di comunicazione;
    d) organizzare attività espositive, mostre e concorsi;
    e) sviluppare altre attività ed iniziative necessarie al raggiungimento dei fini istituzionali.
    Articolo 3
    La Pontificia Accademia di Latinità si compone del Presidente, del Segretario, del Consiglio Accademico e dei Membri, detti anche Accademici.
    Articolo 4
    § 1. Il Presidente dell’Accademia è nominato dal Sommo Pontefice, per un quinquennio. Il Presidente può essere rinnovato per un secondo quinquennio.
    § 2. Spetta al Presidente:
    a) rappresentare legalmente l’Accademia, anche di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria ed amministrativa, tanto canonica quanto civile;
    b) convocare e presiedere il Consiglio Accademico e l’Assemblea dei Membri;
    c) partecipare, in qualità di Membro, alle riunioni del Consiglio di Coordinamento delle Accademie pontificie e mantenere i rapporti con il Pontificio Consiglio della Cultura;
    d) sovrintendere all’attività dell’Accademia;
    e) provvedere in materia di ordinaria amministrazione, con la collaborazione del Segretario, e in materia di straordinaria amministrazione, in accordo con il Consiglio Accademico e con il Pontificio Consiglio della Cultura.
    Articolo 5
    § 1. Il Segretario è nominato dal Sommo Pontefice, per un quinquennio. Può essere rinnovato per un secondo quinquennio.
    § 2. Il Presidente, in caso di assenza o impedimento, delega il Segretario a sostituirlo.
    Articolo 6
    § 1. Il Consiglio Accademico è composto dal Presidente, dal Segretario e da cinque Consiglieri. I Consiglieri sono eletti dall’Assemblea degli Accademici, per un quinquennio, e possono essere rinnovati.
    § 2. Il Consiglio Accademico, che è presieduto dal Presidente dell’Accademia, delibera circa le questioni di maggiore importanza che riguardano l’Accademia. Esso approva l’ordine del giorno in vista dell’Assemblea dei Membri, da tenersi almeno una volta l’anno. Il Consiglio è convocato dal Presidente almeno una volta l’anno e, inoltre, ogni volta che lo richiedano almeno tre Consiglieri.
    Articolo 7
    Il Presidente, con il parere favorevole del Consiglio, può nominare un Archivista, con funzioni di bibliotecario, ed un Tesoriere.
    Articolo 8

    § 1. L’Accademia consta di Membri Ordinari, in numero non superiore a cinquanta, detti Accademici, studiosi e cultori della lingua e della letteratura latina. Essi sono nominati dal Segretario di Stato. Raggiunto l’ottantesimo anno di età, i Membri Ordinari diventano Emeriti.
    § 2. Gli Accademici Ordinari partecipano all’Assemblea dell’Accademia convocata dal Presidente. Gli Accademici Emeriti possono partecipare all’Assemblea, senza diritto di voto.
    § 3. Oltre agli Accademici Ordinari, il Presidente dell’Accademia, sentito il Consiglio, può nominare altri Membri, detti corrispondenti.
    Articolo 9
    Il patrimonio della estinta Fondazione Latinitas e le sue attività, inclusa la redazione e pubblicazione della Rivista Latinitas, sono trasferite alla Pontificia Accademia di Latinità.
    Articolo 10
    Per quanto non previsto espressamente si fa riferimento alle norme del vigente Codice di Diritto Canonico ed alle leggi dello Stato della Città del Vaticano.

    http://press.catholica.va/news_servi...=29999&lang=it

  4. #4
    Saggio del Forum L'avatar di Pikachu
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    Onestamente mi sfugge del tutto il senso dell'art. 8 § 1. Scusate, ma cosa c'entra il Segretario di Stato?
    Mi sarei aspettato chiunque altro (magari il Papa? oppure il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, dal quale la neonata Accademia dipende, cfr. art.1), ma di certo non il capo della diplomazia della Santa Sede.
    Beninteso, la mia perplessità non è dovuta al Card. Bertone: è proprio la carica che, per come la vedo io, non c'entra un bel niente con una simile prerogativa.


  5. #5
    Phantom
    visitatore
    Ah quindi è ad experimentum per il primo mandato (5 anni)?
    Una cosa non ho capito, il presidente sarebbe il card. Ravasi?

    Per risponde a Pikachu, ormai tutta la curia romana (e gli organismi ad essa collegati) ruota attorno la segreteria di stato.

  6. #6
    Nathaniel
    visitatore
    Noto che la nuova Accademia è già stata rifornita del presidente e del segretario.

  7. #7
    Veterano di CR L'avatar di Gabinus
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    Citazione Originariamente Scritto da AM89 Visualizza Messaggio
    Noto che la nuova Accademia è già stata rifornita del presidente e del segretario.
    E dalla nomina si capisce subito il perchè della presenza del Segretario di Stato come "nominatore".... Così è risolto il dubbio espresso precedentemente..
    Pascolo degli eletti è la presenza del volto di Dio (S. Gregorio)

  8. #8
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
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    Citazione Originariamente Scritto da Phantom Visualizza Messaggio
    Ah quindi è ad experimentum per il primo mandato (5 anni)?
    No, lo statuto dell'Accademia è ad experimentum. Terminato il quinquennio, si valuterà se sia il caso di modificarlo o lasciarlo così com'è.

    Una cosa non ho capito, il presidente sarebbe il card. Ravasi?
    Il Presidente è il prof. Ivano Dionigi, Rettore dell'Università di Bologna
    http://www.unibo.it/Portale/Ateneo/Organi/Rettore.htm
    O salutáris hóstia, quæ cæli pandis óstium,
    bella premunt hostília: da robur, fer auxílium.
    (Hymnus ad Laudes Matutinas in sollemnitate SS. Corporis et Sanguinis Christi)

  9. #9
    Phantom
    visitatore
    Citazione Originariamente Scritto da Vox Populi Visualizza Messaggio
    No, lo statuto dell'Accademia è ad experimentum. Terminato il quinquennio, si valuterà se sia il caso di modificarlo o lasciarlo così com'è.
    Ah ottimo, ho capito.



    Citazione Originariamente Scritto da Vox Populi Visualizza Messaggio
    Il Presidente è il prof. Ivano Dionigi, Rettore dell'Università di Bologna
    http://www.unibo.it/Portale/Ateneo/Organi/Rettore.htm
    Si conosce anche il segretario?


    Citazione Originariamente Scritto da Gabinus Visualizza Messaggio
    E dalla nomina si capisce subito il perchè della presenza del Segretario di Stato come "nominatore".... Così è risolto il dubbio espresso precedentemente..
    Non vedo che nesso vi sia tra il rettore dell'Università di Bologna e il cardinale segretario di stato vaticano.

  10. #10
    Moderatore Globale L'avatar di Vox Populi
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    Citazione Originariamente Scritto da Phantom Visualizza Messaggio
    Si conosce anche il segretario?
    Don Roberto Spataro, S.D.B. (ecco il nesso di cui parlava Gabinus )
    A parte la battuta, è docente di Letteratura Cristiana Antica presso la Pontificia Università Salesiana
    O salutáris hóstia, quæ cæli pandis óstium,
    bella premunt hostília: da robur, fer auxílium.
    (Hymnus ad Laudes Matutinas in sollemnitate SS. Corporis et Sanguinis Christi)

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