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Discussione: Serva di Dio Tilde Manzotti

  1. #1
    Gran CierRino L'avatar di Letizia.3
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    Serva di Dio Tilde Manzotti

    Serva di Dio

    Tilde Manzotti
    Ultima modifica di SignorVeneranda; 05-09-2012 alle 18:25

  2. #2
    Gran CierRino L'avatar di Letizia.3
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    Serva di Dio

    Tilde Manzotti





    "SANTI" REGGIANI"
    Verso la santità Tilde Manzotti, testimone della fede a Reggio

    Morì di tubercolosi
    a 24 anni, offrendosi per le vocazioni sacerdotali


    ANNO DELLA FEDE

    In una calda sera di giugno mi chiama il Vescovo Adriano: "Per la formazione dell’Ordo Virginum del prossimo anno, riesci a pensare ad una figura femminile da proporre? È l’anno della fede: cerca magari qualcuna che sia testimone soprattutto di fede". Tutti gli anni, infatti, all’interno della nostra formazione permanente presentiamo una persona che sia di stimolo e di aiuto nella nostra riflessione e di modello se ha uno stile di vita simile al nostro, di laiche consacrate nel mondo.
    Mi metto subito alla ricerca e passo in rassegna due o tre figure, ma non mi convincono fino in fondo. Prendo in mano un vecchio numero de La Libertà (11 novembre 2006) e mi imbatto nel nome, solo quello,
    di Tilde Manzotti. Chi è?

    Una creatura speciale

    La curiosità mi muove immediatamente, guardo su internet e leggo le prime parole: "Serva di Dio, Tilde Manzotti, nata a Reggio Emilia il 28 maggio 1915, morta a Paterno di Pelago (Firenze) il 3 ottobre 1939». Come nata a Reggio Emilia? Come Serva di Dio? Ed è vissuta nella nostra città per 22 anni su 24 della sua vita?
    Da quel momento, stupita e grata, non smetto di cercare notizie e scritti suoi o su di lei. Leggo tutto quello che trovo, mi metto in contatto con le persone che stanno curando il processo di beatificazione, postulatore compreso, poi col fratello ancora vivente, ma soprattutto... scopro lei!
    Creatura davvero speciale e piena di sorprese, con un carattere determinato, sensibilissima, intelligente, molto affettiva e intensa nella sua fede provata anche dalla malattia oltre che dai duri momenti di buio e di dubbio.
    Nata da papà Primo e mamma Giuseppa Ferretti, a Reggio Emilia (quartiere di San Pellegrino), residente in una casa in viale dei Mille, famiglia di fede cristiana, Tilde è la prima di sette figli, battezzata in Battistero a Reggio, piccola pietra viva al cuore della nostra Chiesa.
    Silenziosa Tilde, che proprio qui, ancora, nessuno conosce. Davvero sepolta con Cristo, veglia su di noi e per noi reggiani da allora, lei una di noi. Lei, che il giorno prima di morire scherzava con gli altri recitando una delle nostre poesie in dialetto reggiano!
    Tilde ha abitato in città a Reggio. Prima in viale dei Mille, poi in viale Risorgimento, in un edificio conosciuto come "la casa degli impiegati", ancor oggi riconoscibile.
    Ha ricevuto la Cresima a Reggio e la prima Comunione nella parrocchia di Sant’Agostino, ha frequentato le scuole elementari e si è iscritta all’Istituto Magistrale, lo stesso che ho frequentato io, come tante altre insegnanti.
    Amava lo studio, i libri erano il suo ‘viatico’ (scrive lei), voleva insegnare. In seconda magistrale si ammala gravemente di tubercolosi, la malattia che la porterà alla morte. Con la famiglia, d’estate, si trasferiva a La Vecchia, in una casa ancora visibile, per respirare un po’ d’aria meno calda che in città. Ha un’amica del cuore, Saffo, che abita nella zona di Mancasale. I parenti di Saffo, abitano ancora a Reggio, le lettere di Tilde all’amica e le sue risposte sono conservate dal fratello della Serva di Dio e fanno parte della documentazione utile al processo di beatificazione iniziato nel 1995 nella diocesi di Fiesole, dove nel 1999 si è conclusa la fase diocesana. Poi gli atti sono stati inviati alla Congregazione dei Santi, a Roma.

    Il totale abbandono a Dio

    N
    el corso della malattia ha dovuto affrontare periodi di sanatorio e di lontananza dalla famiglia che le sono pesati moltissimo, spesso ha nostalgia della mamma e della sua casa. E nel suo diario scrive, a questo riguardo, frasi di una tenerezza commovente, espressioni che ce la fanno percepire come una ragazza del tutto normale, affettuosa, amante della vita, simpaticamente sincera con se stessa e con gli altri e di una delicatezza di anima non comune. Capace di essere così schietta da non nascondersi mai nemmeno a sé, ma dolcemente preoccupata per mamma e papà, tanto da risparmiare loro i dettagli della suasofferenza in varimomenti, preferendo la confidente amica Saffo (alla quale scriveva in francese perché altri non ‘spiassero’ le sue cose più personali); oppure la sorella Lilia, di poco più giovane, dalla quale si sente ampiamente compresa e lo sarà fino alla morte. Tilde nella sua sincerità (così tipicamente ‘reggiana’), resterà comunque sempre riservata su di sé, rimanendo un mistero da scoprire nel suo personalissimo rapporto col Signore, che ha amato come il tutto della sua vita, ma non senza prove o ribellioni riconosciute e un abbandono a Lui, ottenuto come dono.
    A 24 anni si può solo vivere: lei ha vissuto la strada che il Signore le ha posto davanti dapprima con fatica, interrogativi, momenti di sconforto, smarrimento e buio. Anche questo ce la fa sentire molto vicina, non irraggiungibile come esempio di un’anima comunque mistica. Ha accettato di vedere stravolti tutti i suoi ragionevoli e del tutto comprensibili ‘piani’ di giovane donna per seguire Lui e Lui soltanto.
    Tilde ha potuto sperimentare il suo desiderio di essere un’
    insegnante solo per un periodo breve e sempre qui a Reggio, precisamente nella scuola elementare di Rondinara alta, dicono i documenti, nell’anno scolastico 1932-1933.
    Proprio l’8 ottobre 1932 , scrive sul suo diario: "Ho messo da parte tutte le malinconie e credo con tutta la forza della mia anima!". È per me significativa l’espressione di fede autentica e appassionata che sta alla radice del suo essere e che, nello stesso tempo
    , an
    cora parla delle ‘sue forze’, mentre il Signore la porterà a fidarsi solo di Lui. Scriverà poi: "Bisogna che impari a buttarmi di slancio, senza paura di farmi male, nel cuore di Gesù".

    Voleva conoscere Colui che la amava

    Quando il papà ottiene un posto di Ispettore scolastico a Firenze, trasferendo lì tutta la famiglia, Tilde è una giovane universitaria iscritta al Magistero. È il 1937, solo due anni prima della sua morte.
    Incontra qui la FUCI (la Federazione degli universitari dell’Azione Cattolica), di cui desidera far parte (già a Reggio era membro della Gioventù Femminile di Azione Cattolica); si avvicina alla spiritualità domenicana e deciderà di diventare terziaria, grazie all’incontro con fra Antonio Lupi, novizio dello stesso Ordine. Proprio a questo amico e confidente, ma non ancora sacerdote, rivolgerà le sue domande senza risposta.
    "Si capiva che voleva conoscere bene Colui che la chiamava", disse poi fra Antonio. Nella semplicità della frase c’è già un richiamo a fare anche noi altrettanto.
    Sarà ancora lui, fra Lupi, a presentare a una Tilde sempre più assetata di risposte e di guida il padre che diventerà il suo direttore spirituale negli ultimi tempi, padre Stefano Lenzetti, anche lui domenicano, che saprà accoglierla come figlia, saprà rassicurarla e accompagnarla sulla vetta a cui lui stesso si rendeva conto che il Signore la chiamava.
    Nelle sue mani Tilde emette la sua promessa di consacrazione in forma privata e offre al Signore la sua vita, col suo permesso, per le vocazioni sacerdotali, e in particolare per quella del giovane fra Antonio, che in effetti considera un ‘suo figlio’, mentre lui considera Tilde (di tre anni solamente maggiore di lui) la "madre della sua vocazione sacerdotale".
    È di fra Antonio la testimonianza della loro amicizia spirituale, amicizia nella quale entrambi hanno portato avanti la loro vocazione, rispettosamente, e sempre in questa hanno imparato a conoscersi molto bene e a perseguire gli stessi ideali, seppur con modalità diverse.
    Su questa profonda relazione spirituale sarà presto pubblicato un libro che è di stimolo per il dibattito su un tema così caro a tutti, soprattutto ai genitori e agli educatori.

    "Sono sempre viva!"

    Tilde muore il 3 ottobre 1939 a soli 24 anni. Due giorni prima aveva avuto una crisi fortissima e non riuscendo a respirare per tre ore angoscianti, ripresasi un po’, confida: "Non pensavo si potesse soffrire così tanto! Credo che a pochi il Signore abbia dato un’agonia così dolorosa. Ma la mia morte non sarà così", rassicura lei stessa; "dopo questa agonia il Signore mi verrà a prendere dolcemente". E infatti si addormenta due giorni dopo, dopo aver fissato il cielo un’ultima volta, circondata dall’affetto dei suoi cari e sorridendo. "Di fronte a quel sorriso nessuno fu capace di piangere. Era così bella! ", scriverà uno dei testimoni.
    Tilde aveva lasciato scritto al papà come suo personale ricordo: "Sono sempre viva!".
    Sulla sua tomba sono riportate alcune delle sue ultime parole, scritte nel diario tre mesi prima: "Voglio essere soltanto un palpito teso verso la luce".
    E così è: lei è viva qui tra noi, diventata figlia di Dio qui, ha camminato in questa città, è cresciuta nella nostra diocesi, qui si è ammalata, qui ha pregato, qui ha gioito e sofferto, e qui ha pieno diritto di essere conosciuta, stimata e... pregata.
    Il processo di beatificazione segue il suo corso e ora ci (e vi) terremo aggiornati su tutte le novità, ma sta a ciascuno di noi raccogliere il forte messaggio della ‘nostra Tilde’, e il suo palpito teso verso la luce che è Gesù Cristo.
    Fabiana Guerra
    dell'
    Ordo Virginum diocesano

    Per informazioni ulteriori ed eventuale materiale su Tilde, rivolgetevi pure a me....




    Nel suo diario possiamo leggere il suo dialogo intimo e sincero con Gesù.

    A 24 anni si può solo vivere.
    Lei ha vissuto la strada che il Signore le ha posto davanti, dapprima con fatica e sconforto, poi con un abbandono totale a Dio e alla sua volontà.

    Dal Diario di Tilde.
    Le ultime pagine: Gesù il compimento e la meta
    "FRA LE TUE BRACCIA, SUL TUO CUORE, IO DORMO..."

    "Firenze, sabato 3 giugno: Ave Maria! T’amo tanto, ogni minuto di più, che non riesco più nemmeno a dirtelo. Ti guardo e T’amo e Ti torno a guardare senza saziarmi e vorrei amarTi quanto io non posso capire. Nemmeno più so capire il mio desiderio che trascina il cuore dove non so. Lo porta molto lontano da me, ma sempre in me, nel cuore della mia anima, dove Tu sei, o mio Amore e mio Tesoro, che io abbraccio e adoro e stringo con tutte le mie forze. Amore che sei in me e nei cieli, tutto mio in questa mia anima che è Tua, tutto mio per questo mio amore che vuole amore e luce e ancora amore, che vuole soltanto e per sempre Te."

    "Firenze, sabato 10 giugno: Ave Maria! Tra le Tue braccia, sul Tuo Cuore, io dormo, sogno, penso, fantastico. Se sogno ad occhi aperti sogno di Te, Amore, e so che il vento non disperderà affatto l’aerea e lieve luminosità di questo Amore di cielo. Per il mio spirito, ansioso di verità, Tu sei la Verità eterna e immutabile, riposo per tutte le ricerche, forza contro ogni scetticismo e lume per ogni buio e tormentoso pessimismo. Per il mio cuore, sei l’amore ardente, infinito, termine di ogni ansia, fonte di desiderio insaziato, sorgente di soavità. Alla mia tenerezza, Ti offri, Gesù, con un dono di Te che mi fa vibrare d’amore: al mio amore, teso alla sofferenza, offri piaghe e sangue, sangue rosso di amore, sangue vivo, sangue Tuo. Dammi, Gesù, di soffrire per Te; uniscimi a Te, ma nel puro e solo dolore. Soltanto così potrò sentirmi tua. Fondi la mia anima al fuoco del Tuo sangue Gesù; il mio cuore spera ed attende."
    "Firenze, lunedì 12 giugno: Ave Maria! Al suo Gesù stasera la Tilde non sa dire nulla; soltanto che desidera morire per essere con Lui. Desiderio nato da non so dove, forse dal Suo Cuore, dove l’amore ha la sua sorgente, dove si spengono le false luci del mondo. Tutto mi dà fastidio: ma Gesù è la mia vita e vorrei che fosse, presto, la mia morte. Ma così non va: troppo presto dimentico che devo soffrire, con serenità e pace, stretta a Lui, per amore suo e amore degli uomini."
    Tilde Manzotti
    dal libro di Elena Cammarata "Rimanete nel mio amore. Itinerario spirituale di Tilde Manzotti"
    (Ed. Feeria Comunità di San Leolino, 2002, pagg. 118-119)


    www.portaleirc.it


    Io ho letto il libro e mi è piaciuto moltissimo.
    Tilde è davvero una bella figura per i nostri giorni.
    Passa dalla ribellione all'abbandono con un suo percorso che fa davvero riflettere anche per la
    profondità: era molto giovane!
    Scrive cose che ...
    insomma da leggere!

  3. #3
    macrina
    visitatore
    Non conoscevo proprio questa figura e mi sembra davvero affascinante. Grazie per la segnalazione!

  4. #4
    Gran CierRino L'avatar di Letizia.3
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    Citazione Originariamente Scritto da macrina Visualizza Messaggio
    Non conoscevo proprio questa figura e mi sembra davvero affascinante. Grazie per la segnalazione!
    Allora Macrina, approfondiscila.
    Vedrai che ti piacerà.
    Noi sappiamo il perché.

  5. #5
    CierRino d'oro L'avatar di Stefano79
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    Tutto questo da' molta forza ai dubbiosi
    desiderare la sofferenza
    non per se stessa, ma in vista della gloria finale
    e' come capire che se lo ha voluto Gesu',
    cosi' dobbiamo fare anche noi, abbracciati all'Amore.
    Solo questa e' la via, ma e' Dio che ti chiama, come nel caso di questa sorella, con insistenza.
    "E' morto fra Tommaso d'Aquino, figlio mio in Cristo, luce della Chiesa"

  6. #6
    Gran CierRino L'avatar di Letizia.3
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    Tilde era un'anima appassionata, per questo si è arresa all'amore.
    Tante volte ci manca questa passione. No?

  7. #7
    CierRino d'oro L'avatar di Stefano79
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    Citazione Originariamente Scritto da letizia.2 Visualizza Messaggio
    Tilde era un'anima appassionata, per questo si è arresa all'amore.
    Tante volte ci manca questa passione. No?
    Purtroppo sì. Perchè ci manca anzitutto la comprensione profonda di Dio.
    Penso che Tilde ebbe la comprensione e non potè non amare.
    "E' morto fra Tommaso d'Aquino, figlio mio in Cristo, luce della Chiesa"

  8. #8
    Laus Gloriae L'avatar di Sofia
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    Interessante, grazie della segnalazione!
    Volo quidquid vis,
    volo quia vis,
    volo quomodo vis,
    volo quamdiu vis.

    Voglio tutto ciò che vuoi Tu, perchè lo vuoi Tu, nel modo in cui lo vuoi Tu, fino a quando lo vuoi Tu.
    (dalla "Preghiera universale" attribuita a Clemente XI)

  9. #9
    Gran CierRino L'avatar di Letizia.3
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    Citazione Originariamente Scritto da Sofia Visualizza Messaggio
    Interessante, grazie della segnalazione!
    Sofia, è un piacere, credimi!
    Grazie a te e a chi diffonderà questa figura di mistica
    così attuale.

  10. #10
    Gran CierRino L'avatar di Letizia.3
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    Ieri è nato un piccolo gruppo di studio su Tilde Manzotti a Reggio!
    Rendiamo grazie a Dio.

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