Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.
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Discussione: Cronache dalla Arcidiocesi di Ravenna-Cervia 2012

  1. #1
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    Cronache dalla Arcidiocesi di Ravenna-Cervia 2012

    ARCIDIOCESI DI RAVENNA-CERVIA
    (Ravennatensis - Cervensis)

    Circoscrizione ecclesiastica eretta con Decreto della Congregazione per i Vescovi in data 30.09.1986
    Origine:

    Ravenna II-III sec.; Sede Metropolitana nel V sec.
    Cervia VI sec.
    Attuale Circoscrizione 30.09.1986
    Provincia Ecclesiastica Ravenna-Cervia

    Sant Patroni

    S. APOLLINARE (23 luglio)
    S. PATERNIANO (13 novembre)
    S. PIETRO CRISOLOGO (30 luglio)
    MADONNA GRECA (giovedì dopo la II domenica di Pasqua)
    MADONNA DEL PINO (martedì dopo la II domenica di Pasqua)

    Superficie
    Kmq 1.185

    Numero Pa
    rrocchie
    89

    Sacerdoti secolari 97

    Sacerdoti regolari 30

    Diaconi permanenti: 8

    Numero ab
    itanti
    208.324

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  2. #2
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    Benvenuto!!!
    E buon lavoro!

  3. #3
    Phantom
    visitatore
    Benvenuto Apo, buon lavoro per la tua arcidiocesi.

  4. #4
    Iscritto L'avatar di Shimeon
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    Complimenti ad APO, da un tuo condiocesano... Quando posso do una mano!

  5. #5
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    Ravenna e la sua Diocesi - Cenni storici/1

    La costante tradizione della Chiesa di Ravenna ha sempre avuto come riferimento, circa le sue origini, le due sedi petrine: Antiochia e Roma. Sia l’una che l’altra metropoli hanno una forte valenza: la prima è la città da cui provenivano classiarii e mercanti, la seconda è il riferimento territoriale della cristianità in occidente. Non sappiamo quando il messaggio evangelico sia comparso nelle nostre coste, ma tutto fa supporre una presenza nella primissima ora, proprio per questa presenza di soldati dalla Siria nei componenti della flotta. Quando il numero dei fedeli cominciò ad essere di una minima consistenza, giunse Apollinare.
    La tradizione ci mostra un Vescovo itinerante, un Isapostolo, il cui territorio di predicazione abbraccia non solo l’Adriatico, ma anche la parte orientale dell’Impero Romano. Egli visse con ogni probabilità nei primi anni trenta del II secolo e da lui prese origine la successione episcopale ravennate.
    Apollinare è certamente la presenza pontificale più antica nell’Italia settentrionale e nello stesso nord dell’Europa.
    Poco sappiamo dei vescovi dopo di lui, morto martire per un linciaggio, ma abbiamo la significativa presenza a Sardica nel 342-343 dell’undicesimo suo successore: Severo, il quale sottoscrive gli atti di quel Concilio, terzo per decananza. Severo è certamente colui che ha istituzionalizzato la Chiesa di Ravenna dopo la pace costantiniana.
    Poche sono le notizie che noi possediamo relative al IV secolo, ma è nel 402 che un avvenimento di natura civile coinvolgerà anche la Chiesa della città: la sede imperiale viene trasferita da Milano a Ravenna. Era vescovo il quale provvede ad edificare, entro le mura, con il concorso quasi certo della Corte, la grande Cattedrale che dedicherà alla Aghìa Anàstasis, con il relativo battistero. Durante il suo lungo episcopato la Chiesa di Ravenna vive un contatto molto intenso con le altre Chiese dell’ecumene romana per l’andirivieni di papi e di vescovi a corte.
    Al vescovo Orso succede uno dei più grandi presuli del V secolo: Pietro, soprannominato
    Crisologo. Diciottesimo dopo Apollinare, egli fu il vescovo di un periodo difficile, ma estremamente positivo per la cristianità ravennate: circa nel 430 il Papa Celestino e l’augusto Valentiniano III erigono la metropolia di Ravenna sotto gli auspici dell’augusta Galla Placidia, che di fatto, fino alla morte, detenne il potere supremo.
    Presenze monastiche significative, presenze etniche diverse, resero la città e la sua
    Chiesa un ricco mondo cosmopolita. Man mano che l’autorità civile veniva meno, la Chiesa di Ravenna si trovò ad essere l’unico punto di riferimento certo nel territorio. Non fu certamente solo spettatrice nella caduta del potere imperiale in Occidente nel 476, era allora metropolita Esuperanzio, come non stette inerte, alla venuta del re Teoderico, il grande metropolita Giovanni Angelopte, il quale mediò fra i due re Odoacre e Teoderico un accordo per alleviare, dopo tre anni di assedio, le sofferenze della città, ottenendo garanzie di sicurezza per la popolazione cattolica.
    L’evolversi della situazione politica non arrestò l’espansione edilizia della Chiesa Ravennate, non solo nella sede metropolitana, ma anche nel suo territorio.
    Con il grande vescovo Massimiano furono costruite o terminate basiliche insigni, giunte fino a noi: S. Apollinare in Classe e S. Vitale: fu insignito del potere di Arcivescovo e cioè di Vicario Papale per le Metropolie dell’Italia settentrionale: Milano, Aquileia e Ravenna, al pari dei Metropoliti di
    Tessalonica, Giustiniana Prima, e Cartagine. Quando morì nel 556 l’importanza della Chiesa di Ravenna era talmente consolidata che la stessa Chiesa di Roma doveva spesso chiedere i suoi buoni uffici presso l’Esarca bizantino. Il trentaquattresimo successore dell’Isapostolo, Mauro (642-671), ottenne dall’augusto Costante II, il 1° marzo 666, il tomos di Autocefalia della Chiesa di Ravenna. L’atto, pienamente legale, perché ottemperava al canone XVII del IV Sinodo Ecumenico, non fu
    mai accolto, per ovvie ragioni di politica ecclesiastica, dalla Sede Romana, ma lo fu dalle altre Chiese: Ravenna ai Sinodi Generali firmava all’ottavo posto.

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  6. #6
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    Ravenna e la sua Diocesi - cenni storici/2

    Il secolo X, il tempo degli Ottoni, fu per Ravenna un periodo di grande fiorire che si protrasse almeno per due secoli. A metà del secolo nacquero il grande Romualdo dal duca Sergio, nello stesso periodo Guido, futuro grande abate di Pomposa e Giovanni abate di Fécamp, nipote di S. Guglielmo di Volpiano, considerato il più grande scrittore di spiritualità del suo tempo.
    Nel secolo successivo nasce Pietro Damiano, il più grande teologo del suo tempo, eremita, vescovo, cardinale e fecondo scrittore. Gli stessi arcivescovi: S. Giovanni di Besate (983-998, morto eremita); Gerberto d’Aurillac (998-999) divenuto il grande papa Silvestro II; Leone (999-1001) amico di S. Adalberto di Praga e di S. Nilo di Grottaferrata, illustrano la città insieme all’augusta Teofano, madre di Ottone III, che vi soggiornava lungamente e spesso con il figlio. Nel secolo XI il beato Pietro Peccatore fonda o riforma la Canonica con i suoi presbiteri presso S. Maria in Porto (fuori) ove è venerata la preziosa immagine della Madonna Greca che la tradizione ricorda essere giunta miracolosamente da Costantinopoli la Domenica in Albis (20 aprile 1096).
    Ravenna in quel passaggio di millennio ospita inviati dei sovrani polacchi, russi, ungheresi; è transito verso Roma dei pellegrini provenienti dalle nazioni entrate da poco nella cristianità, per i quali vengono costruiti ospizi e relative chiese. Anche a sì degni personaggi si deve l’elevato grado culturale del momento, che trova non solo nella teologia con Pietro Damiani, ma anche nella musica, altissima espressione nel monaco Guido di Pomposa che, ad Arezzo, con il vescovo Teodaldo di Canossa, formalizza per iscritto il nuovo sistema pentagrammatico.

    Il secolo XI trova presenti in città una serie di vescovi di origine tedesca, imposti dall’autorità imperiale, alcuni dei quali indubbiamente degni di menzione, anche se si distinsero quasi sempre per essere pedissequi dell’Impero e quindi, a seconda della politica imperiale, per essere con o contro il Papa di Roma. Questa alterna vicenda raggiunge il suo culmine con l’Arcivescovo Guiberto (1072-1100) il quale usurpa, quale antipapa, col nome di Clemente III (1080-1100), la cattedra di S. Pietro. Questo lungo lasso di tempo aveva dato luogo ad un susseguirsi di cambiamenti politici nel territorio passando dal comune, sotto l’alto dominio dell’Arcivescovo, alle signorie dei Traversari prima e dei Polenta poi. In un periodo pur critico, che vede l’interesse ad occupare la Sede di Ravenna più per le sue ricchezze che per lo spirito evangelico, abbiamo tuttavia una precoce presenza Francescana, Domenicana e Servita che si associa a quella tradizionale Benedettina e Canonicale.
    È però soltanto nel periodo in cui la città è sottomessa a Venezia (1441-1509), che inizia un risveglio religioso dovuto ad un laicato sensibile e ad un clero più conscio della propria vocazione, significativamente sostenuto dalla grande Abbazia Canonicale di S. Maria in Porto. Le beate Margherita Molli (1442-1505) e Gentile Giusti (1471-1530), laiche, propongono ai ravennati un modello di vita che le associa a quel tipo di spiritualità che fu di Angela Merici (1474-1540) e di altre notevoli figure femminili, che quasi sempre accompagnarono i fondatori dei nuovi Ordini Clericali.

    Da loro nacque, per opera del presbitero diocesano Girolamo Maluselli, la Congregazione
    dei Preti del Buon Gesù, che acquisì grandi meriti a Ravenna ed in Romagna, sia per il rinnovamento spirituale, che quello culturale. Nel secolo XVI operarono in Ravenna l’abbadessa Felicia Rasponi (1522-1579), il grande storico Girolamo Rossi (1539-1607), archiatra di Clemente VIII e nipote del p. Giovanni Battista Rossi (1578) che, quale generale dei Carmelitani, permise alla grande Teresa d’Avila la riforma dell’ordine.


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  7. #7
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    Ravenna e la sua Diocesi - cenni storici/3

    Il secolo XVII espresse, nel presbiterio ravennate, uomini di grande spessore culturale: don Francesco Negri (1623-1698), esploratore e scrittore; il protonotario Girolamo Fabri (1627-1679), il più importante storico ravennate dopo il Rossi; Mons. Francesco Ingoli (1578-1649), dotto giurista e primo segretario della Congregazione per la Propagazione della Fede. Nel 1744 fu abbattuta l’antica Basilica Metropolitana della Aghìa Anàstasis e fu costruita l’attuale, consacrata il 13 aprile 1749 dal ravennate Ferdinando Romualdo Guiccioli, Arcivescovo della città (1745-1763). Alla fine del secolo siede sulla cattedra di S. Apollinare un grande arcivescovo, Antonio Codronchi (1785-1826). Il suo lunghissimo episcopato fu segnato dalla rivoluzione francese, da Napoleone I (di cui fu grande elemosiniere nel
    nuovo Regno d’Italia) e di nuovo dalla restaurazione pontificia. Il suo agire fu spesso non compreso, ma egli operò con grande equilibrio e salvò la città dalla distruzione, intervenendo con il suo patrimonio personale, con il quale fondò e dotò l’ospedale di S. Maria delle Croci, tuttora esistente. Anche la pastorale diocesana fu da lui rinnovata in risposta al tumultuoso mutare dei tempi.
    Suo successore fu il card. Chiarissimo Falconieri (1826-1859) il cui episcopato fu segnato da un profondo senso pastorale e dalla sua santità personale.
    La seconda metà del secolo XIX visse con difficoltà il problema della caduta dello Stato Pontificio ed anche una, forse conseguente, profonda divisione nel clero ravennate. La Chiesa di Ravenna seppe comunque essere presente con alcuni dei suoi membri di indubbio valore: Girolamo Zattoni (1874-1905) che, pur morto giovanissimo, resta uno dei grandi archivisti e storici della cristianità ravennate, Giuseppe Ravaglia (1836-1900), inventore geniale ed uno dei primi ad applicare l’elettricità a meccanismi pratici; Antonio Tarlazzi (1802-1888), archivista arcivescovile, storico e paleografo e il Patriarca di Gerusalemme Lodovico Piavi (1833-1900).
    Il secolo successivo si apre con il grande Arcivescovo card. Agostino Gaetano Riboldi (1901-1902), il cui breve pontificato aprì al sociale la diocesi e dopo di lui emerge una serie di uomini di grande levatura: Giovanni Genocchi (1860-1926), Giulio Morelli (1868-1951), Angelo Lolli (1880-1958), Giovanni Minzoni (1885-1923), Giovanni Mesini (1879-1969), che sia per la santità, la carità e la cultura hanno illustrato non solo la Chiesa ravennate, ma anche la città e la Romagna intera.Per quanto riguarda gli Arcivescovi dello scorso secolo è ormai compito degli storici analizzare l’opera di Pasquale Morganti (1904-1921), Antonio Lega (1921-1946), Giacomo Lercaro (1947-1952),
    Egidio Negrin (1952-1956), Salvatore Baldassarri (1956-1975), (del vivente) card. Ersilio Tonini (1975-1990) e di Luigi Amaducci (1990-2000). Pur nella diversità dei caratteri e delle attitudini pastorali essi seppero reggere, nella difficoltà di quel difficile secolo, la cattedra di S. Apollinare con zelo illuminato e grande respiro nell’ambito ecclesiale.
    Ci piace infine chiudere questa breve memoria con il ricordo di due fra i tanti laici che, nel secolo passato, lasciarono in diocesi il preciso segno di una vita cristiana: Cornelia Fabri (1869-1915), grande matematica e studiosa di idraulica, ma soprattutto donna di intemerata fede e suor Argia Drudi (1901-1957), «la dottoressa dei poveri», testimone della carità eroica e della donazione totale.

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  8. #8
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    Cervia e la sua Diocesi - Cenni storici

    L’origine documentata della diocesi risale alla fine del V secolo, quando è ricordato il vescovo Geronzio (495-501). Sin verso la fine del sec. VIII la diocesi dipese direttamente da Roma; sicuramente nel 948 divenne suffraganea di Ravenna, con il privilegio di papa Agapito per l’arcivescovo Pietro IV.
    Sino al Mille è nota con il nome di Ficocle (Ficoclensis Ecclesia) e solo con il secolo XI compare il
    nome di Cervia.
    Nel territorio cervese le antiche pievi sono quelle di S. Paterniano di Ficocle, S. Andrea in Domoculta, S. Pellegrino e S. Tommaso in Laderclo. Al tempo di papa Lucio III (1181-1185) risale l’unione alla diocesi del territorio non confinante della Massa Fiscaglia, con le pievi di S. Vitale e di S. Pietro.
    La zona di Massafiscaglia ha mantenuto nei secoli una notevole importanza. Era la sede alternativa del vescovo per diversi mesi dell’anno, con un suo palazzo, un seminario e un luogo di celebrazione dei sinodi diocesani dal 1573 al 1670. Ciò a seguito del progressivo peggioramento delle condizioni climatiche del territorio cervese reso malsano dalle saline e da zone paludose; tanto che nel 1697 la vecchia Cervia fu abbandonata e la città fu ricostruita nella sede attuale e vi fu edificata la nuova cattedrale dedicata a S. Maria Assunta. Nel sec. XVI era entrata a far parte della diocesi la pieve di S. Stefano di Pisignano già nel territorio di Cesena. È del 1828 l’istituzione del seminario a Cervia da parte del vescovo Cadolini.
    Salvo un breve periodo di dipendenza da Bologna dal 1582 al 1604, la diocesi è sempre rimasta suffraganea di quella ravennate. Nel 1908 dopo la morte del vescovo Federico Foschi, la diocesi fu posta sotto l’amministrazione dell’arcivescovo di Ravenna. Nel 1947 la Congregazione dei Vescovi sancì il passaggio della zona di Massafiscaglia alla diocesi di Comacchio, mentre la parte cervese fu unita definitivamente alla diocesi di Ravenna «aeque et principaliter et servato dignitatis ordine».

    In epoca moderna, alle tre parrocchie di S. Maria Assunta di Cervia nuova, di S. Antonio abate di Castiglione di Cervia e di S. Stefano di Pisignano si sono aggiunte quelle della Beata Vergine di Cannuzzo (dal 1830), di S. Severo di Savio (dal 1832), di S. Andrea apostolo di Montaletto (dal 1920) e di recente quelle di S. Maria della Neve di Cervia, di Stella Maris di Milano Marittima, del Sacro Cuore di Gesù di Pinarella e di S. Teresa di Gesù Bambino in Tagliata. L’ormai celebre e tradizionale festa dello «Sposalizio del Mare» nel giorno dell’Ascensione, risale al 1445 quando fu introdotta dal vescovo Pietro Barbo poi papa Paolo II.

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  9. #9
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    Grazie Apo per aver aperto questa discussione!
    Se hai problemi, mandami un mp e, in quello che posso, cercherò di aiutarti.
    Intanto auguri di buon proseguimento!


  10. #10
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    Cronotassi dei Vescovi di Ravenna - 1

    1) S. APOLLINARE
    2) S. ADERITO
    3) S. ELEUCADIO
    4) S. MARCIANO
    5) S. CALOCERO
    6) S. PROCOLO
    7) S. PROBO
    8) S. DATO
    9) S. LIBERIO
    10) S. AGAPITO
    11) S. MARCELLINO
    12) S. SEVERO, 308c.-1.II.346 - Ultimo dei Vescovi colombini
    13) S. LIBERIO
    14) S. PROBO
    15) S. FIORENZO
    16) S. LIBERIO, 380c.-399
    17) S. ORSO, 399-13.IV.426
    18) S. PIETRO CRISOLOGO, 426-3.XII.450, primo Metropolita
    19) S. NEONE, 451-11.II.468c.
    20) S. ESUPERANZIO, 468c.-30.V.477
    21) S. GIOVANNI ANGELOPTE, VII.477-05.VI.494
    22) PIETRO, 494-31.VII.519
    23) AURELIANO, 519-26.V.521
    24) S. ECCLESIO, II.522-27.VII.532
    25) S. URSICINO, II.533-5.IX.536
    26) S. VITTORE, 04.IV.538- 15.II.545
    27) S. MASSIMIANO, 14.X.546-22.II.556, primo Arcivescovo
    28) S. AGNELLO, VI.556-1.VIII.569
    29) PIETRO, 15.IX.569-17.VIII.578
    30) GIOVANNI, XI.578-11.I.595
    31) MARINIANO, VI.595-23.X.606
    32) GIOVANNI, 607-22.VIII.625
    33) GIOVANNI, 625-631
    34) BONO, 631-25.VIII.642
    35) MAURO, XII.642-X.671
    36) REPARATO, X.671-30.VI.677
    37) TEODORO, IX.677-18.I.691
    38) DAMIANO, II.692-13.V.708
    39) FELICE, 31.III.709-25.XI.725
    40) GIOVANNI, 726-744
    41) SERGIO, 744-25.VIII.769
    42) LEONE, 770-14.II.777
    43) GIOVANNI, 777-784
    44) GRAZIOSO, 785-23.II.789
    45) S. VALERIO, 789-15.III.810

    Fonte: Sito diocesano

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