Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.
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Discussione: Cronache dalla diocesi di Acerra - 2013

  1. #41
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    Il messaggio di Mons. Rinaldi

    Oggi, 18 settembre, vigilia della festa di San Gennaro, vescovo e martire,
    patrono della città di Napoli e della regione ecclesiastica campana, è giorno di
    particolare gioia per la nostra Chiesa di Acerra: l’annuncio che ho l’onore di dare lo
    potete facilmente indovinare.
    Il Santo Padre ha nominato come nuovo vescovo di Acerra sua eccellenza
    monsignor Antonio Di Donna, attuale vescovo ausiliare della diocesi di Napoli.
    La nostra è una gioia intessuta di profonda gratitudine, rivolta a Papa
    Francesco per questo suo prezioso gesto di bontà verso la nostra Chiesa.
    Sua eccellenza monsignor Di Donna è nato ad Ercolano il 1° settembre 1952.
    E’ stato ordinato presbitero il 14 aprile 1976.
    Ha diretto, per diversi anni, l’Ufficio catechistico diocesano ed è stato anche
    insegnante di Teologia pastorale presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia
    Meridionale, sezione san Tommaso.
    Uomo di studio, ha anche acquisito un buon bagaglio di esperienza pastorale
    come parroco di Portici e vicario episcopale per l’ottava zona pastorale della diocesi
    Napoli.
    Nominato vescovo il 4 ottobre 2007, è stato consacrato l’11 novembre 2007.
    Attualmente è vescovo segretario della Conferenza episcopale campana e vescovo
    incaricato per la Caritas.
    Monsignor Di Donna è stimato e amato per la sua cordialità e pacatezza,
    nonché per la sua sapienza e competenza pastorale.
    Noi l’abbiamo conosciuto come relatore al Convegno diocesano di Acerra nel
    2007, ove tenne una bella relazione sulla nuova evangelizzazione.
    A nome mio e dell’intera diocesi di Acerra, auguro a monsignor Di Donna, che
    viene dalla grande città di Napoli, di farsi acerrano con gli acerrani, condividendo la
    nostra cultura e la nostra storia civile e religiosa, che è antica e preziosa,
    custodendola nella sua identità profonda e difendendola da qualsiasi forma di
    impoverimento o stravolgimento.
    Sant’Alfonso, santo napoletano, lo illumini e vi accompagni. Nel succedersi
    dei nostri giorni si svolge la storia di Dio: la storia della salvezza. Gesù continua a
    guidare la Chiesa, e oggi ci manda il Nuovo Pastore: Antonio, dopo il Vescovo
    Giovanni.
    Acerra, dalla Sede Episcopale 18 settembre 2013
    Mons. Giovanni Rinaldi
    Vescovo

    http://www.diocesiacerra.it/acerra/a...913_saluto.pdf
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  2. #42
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    Comunicato stampa

    Acerra: Venerdì 25 ottobre 2013 alle ore 18.00
    monsignor Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana, inaugurerà il Seminario diocesano, la Biblioteca e gli Uffici pastorali diocesani

    Venerdì 25 ottobre 2013 alle ore 18.00 monsignor Mariano Crociata parlerà in Cattedrale sulla Lettera enciclica di Papa Francesco Lumen fidei, di seguito benedirà i locali del Seminario diocesano, la Biblioteca e gli Uffici pastorali diocesani.

    «La Chiesa di Acerra rinnova il suo cuore» è il titolo di una serie di iniziative indette dall’Amministratore apostolico monsignor Giovanni Rinaldi al termine del suo mandato episcopale e in vista della chiusura dell’Anno della Fede. Esse ruotano intorno alla ristrutturazione e all’adeguamento liturgico della Cattedrale, alla validità dell’Inchiesta diocesana sulla eroicità delle virtù della Serva di Dio Rossella Petrellese, e al restauro del Seminario.

    Il Seminario, fin dall’inizio, è stato al centro del ministero pastorale di monsignor Rinaldi, il quale nella sua riapertura, il 14 ottobre 2001, riponeva le proprie «speranze» sull’esempio di Sant’Alfonso Maria De’ Liguori, patrono della diocesi. In tredici anni di episcopato sono fiorite dodici vocazioni al sacerdozio; attualmente i seminaristi sono nove.

    La Cattedrale, invece, è stata restituita al culto – dopo il restauro e l’adeguamento liturgico – con una concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale arcivescovo metropolita di Napoli Crescenzio Sepe, alla quale hanno partecipato il vescovo emerito di Acerra monsignor Antonio Riboldi, il vescovo emerito di Sessa Aurunca monsignor Antonio Napoletano, il vicario generale della diocesi di Acerra monsignor Salvatore Petrella. Presenti il senatore Lucio Romano, il sindaco di Acerra Raffaele Lettieri, le autorità civili e militari. Durante la celebrazione, monsignor Rinaldi ha ringraziato il cardinale Sepe per essere «ritornato a inaugurare questa bella Cattedrale, ma anche a prepararla come la sposa adorna per il nuovo vescovo di Acerra monsignor Antonio Di Donna», che farà il suo ingresso in diocesi il prossimo 10 novembre.

    Domenica 27 ottobre – alle 17.00 nella Cattedrale di Acerra – il cardinale arcivescovo emerito di Palermo, Salvatore De Giorgi, terrà un lectio sulla «Santità, radice e fondamento della nuova evangelizzazione» con al centro la figura della Serva di Dio Rossella Petrellese, giovane laica di Acerra morta a 22 anni dopo una vita di sofferenze. La Congregazione delle Cause dei Santi ha emanato il Decreto di validità dell’Inchiesta diocesana chiusa nel 2011 dallo stesso monsignor Rinaldi.


    http://www.diocesiacerra.it/diocesi_...omunicato.html
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  3. #43
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    Il saluto del Card. Sepe al neo Vescovo di Acerra Mons. Antonio Di Donna

    Il saluto del Card. Sepe al neo Vescovo di Acerra Mons. Antonio Di Donna

    Cari amici,
    questa sera, la Diocesi di Napoli tutta, in tutte le sue componenti, Vescovi, presbiteri, diaconi, consacrati e fedeli laici, si è riunita attorno all’Eucaristia per dire il suo grazie a Mons. Di Donna che, dopo una vita spesa per Cristo e per la nostra Chiesa di Napoli, ci lascia per obbedire al Papa che lo ha destinato a svolgere il suo ministero episcopale nella vicina Diocesi di Acerra.
    La nostra riconoscenza verso questo nostro fratello e amico, per il grande bene fatto alla nostra Diocesi, si fa preghiera perché il Signore continui ad assisterlo, col suo Spirito, nella nuova e delicata missione Episcopale.
    “Benedirò il tuo nome per sempre” (Salmo 144, 1).
    Sono sempre misteriosi e inattesi i modi con cui Dio fa irruzione nella nostra vita per manifestarci il suo amore e la sua misericordia. Ne è esempio Zaccheo il quale voleva incontrare Gesù e pensava di farlo salendo sul sicomoro, guardando Gesù da lontano. Gesù non è di questo avviso e lo invita a scendere per poter entrare in casa sua, nella sua vita e nelle pieghe più intime della sua anima.
    È dall’incontro intimo e personale con Cristo, che inizia la storia di un’anima, del cristiano, del sacerdote, del Vescovo; una storia che si sviluppa e matura col protrarsi di questo incontro che diventa assimilazione a Cristo stesso, assimilazione e configurazione al suo sacerdozio e al suo ministero di salvezza.
    Questo si realizza sempre e dovunque nell’ “oggi” della Chiesa perché l’“oggi” è sempre il tempo di Gesù, che continua a chiamare e a mandare i suoi in ogni parte della terra per evangelizzare e compiere la missione di salvezza per tutti gli uomini.
    Nella seconda lettera ai Tessalonicesi (2^ lettura), l’Apostolo prega perché Dio “porti a compimento” nei cristiani di Tessalonica “ogni opera di bene”. È invito ad ogni discepolo di Gesù a chiedere nella preghiera che lo stesso stile di Gesù possa realizzarsi e incarnarsi nella vita della Chiesa e nell’esistenza di ogni discepolo.
    È questa la preghiera che, oggi, rivolgiamo al Signore per il nostro Don Antonio, che ringraziamo per il tanto bene sparso a piene mani e con grande cuore nella nostra Diocesi. Non è questo il tempo e il luogo per fare apologie o incensazioni fumose. Posso solo dire che Mons. Di Donna ha servito e amato la Chiesa di Napoli con sincerità e dedizione totale, mettendo a frutto le grandi doti umane, intellettuali e sacerdotali che il Signore gli ha concesso. Così, nel ministero parrocchiale, nell’insegnamento, nel servizio pastorale e, soprattutto, per i sacerdoti. Mons. Di Donna è stato ed è un vero testimone di Cristo per la sua Chiesa.
    Il nostro augurio e la nostra preghiera è che egli continui questo suo servizio nel nuovo campo che il Signore gli ha affidato di coltivare, svolgendo la sua missione episcopale con coraggio e amore, soprattutto per i poveri e i cosiddetti lontani.
    I nostri tempi, lo sappiamo, sono difficili; ma questi devono spingerci a rinnovare il gusto della missione, ad aprire le porte anche a quelli che spesso vengono considerati a rischio, ai cosiddetti soggetti marginali. Pensiamo ai tanti poveri nel senso corrente del termine o in quello assai più umiliante di una povertà recente o della cosiddetta “nuova povertà”. E pensiamo anche a quelli che, come Zaccheo, sono messi alla gogna da tanti “benpensanti”, ai pubblicani di oggi, alla categoria estrema di quelli che, per esempio, non si vorrebbero alla porta accanto, o semplicemente, sulla stessa via, nello stesso luogo di lavoro, sullo stesso autobus.
    Noi, invece, come Chiesa, vogliamo metterci in cammino, cantare la nostra fede, portare l’annuncio oltre i confini rassicuranti del nostro quieto vivere. Quanta fatica facciamo, anche noi pastori a conoscere e a dialogare con chi riteniamo non essere nostri amici, a muoverci incontro a loro, ad assumere i loro problemi e drammi, ad ascoltare la loro silenziosa domanda di fede o di amicizia.
    Se Dio, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, ama tutte le cose esistenti e nulla disprezza di quanto ha creato, come possiamo noi presumere di essergli fedeli rinnegando questa sua attitudine misericordiosa? Allora, usciamo dal sicuro delle nostre chiese e delle nostre opere; apriamoci al soffio dello Spirito, superiamo le nostre paure, andiamo in cerca di ogni Zaccheo di questo mondo che vive nella calca anonima delle folle. Non è autentica una Chiesa che si disimpegna nell’annuncio; che rinuncia alla missione; che si chiude in se stessa; che non sa accogliere il disperato grido di chi ha bisogno; che non accetta la sfida ad annunciare a tutti, senza distinzioni e senza limiti, Cristo Signore, Salvatore del mondo.
    Caro Mons. Di Donna, è questa la nostra preghiera per te: continua a testimoniare Cristo con il tuo servizio episcopale, nella cara Diocesi di Acerra, sicuro anche del nostro affetto e della nostra stima.
    Dio ti benedica
    E ‘a Maronna t’accumpagna!


    http://www.chiesadinapoli.it/chiesa_..._Di_Donna.html
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  4. #44
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    ACERRA: DOMENICA 10 NOVEMBRE 2013 ALLE ORE 16.00 INGRESSO E PRESA DI POSSESSO DEL NUOVO VESCOVO MONSIGNOR ANTONIO DI DONNA


    Alle 15.30 Monsignor Antonio Di Donna farà visita privata ai malati ricoverati presso la clinica “Villa dei fiori” situata alle porte della città
    Il vescovo sarà poi accompagnato dal vicario generale, monsignor Salvatore Petrella, in Piazza Castello per il saluto alle autorità Civili e Militari; di seguito il sindaco di Acerra, geom. Raffaele Lettieri, parlerà a nome dei sindaci dei comuni della diocesi e consegnerà al nuovo vescovo le chiavi della Città.
    Alle 17.30 monsignor Antonio Di Donna raggiungerà a piedi la cattedrale per la presa di possesso canonico e la concelebrazione eucaristica con i Vescovi e Sacerdoti convenuti.
    Nel trasferimento verso la cattedrale sarà accompagnato in processione dai fedeli e dal popolo cittadino.





    http://www.diocesiacerra.it/diocesi_...o_Vescovo.html
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  5. #45
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    INGRESSO DEL VESCOVO
    MONSIGNOR ANTONIO DI DONNA
    NELLA DIOCESI DI ACERRA
    O M E L I A

    Cattedrale di Acerra, domenica 10 Novembre 2013
    Miei cari fratelli e sorelle,
    in questo primo incontro con voi vorrei che io e voi fossimo liberi da una preoccupazione: io dalla preoccupazione di farvi un discorso con il quale darvi una buona impressione sin dalle prime battute; e voi dalla preoccupazione di leggere, tra le righe, orientamenti e prospettive.
    Vorrei liberarmi anche dalla tentazione di esporre un programma. Io non ho alcun programma; il programma lo faremo insieme, a partire già dai prossimi giorni, quando mi metterò in ascolto della vostra storia e delle vostre attese.
    Io non ho un programma, il mio programma è il Vangelo, la parola del Signore, sulla quale getterò le reti; e, come il beato Vincenzo Romano, parroco di Santa Croce a Torre del Greco, anch’io dico: “ Niente io posso, niente io sono, sulla tua parola, come Pietro, mi immergerò in questo mare”.
    Il mio programma è quello che il nostro s. Alfonso indica come il programma di un Vescovo. Egli dice che il Vescovo deve fare tre cose: pregare; predicare; dare udienza.
    Vi dirò solo due parole, parole che sgorgano dal cuore, che traggo dalla Parola di Dio di questa domenica.
    La prima parola è questa. Vengo a portarvi una buona notizia: Dio non è il Dio dei morti ma dei viventi. Questo annuncio deve venire prima di ogni altra preoccupazione, deve starci a cuore, soprattutto a me Vescovo: non vorrei che l’amministrazione ordinaria della Diocesi mi distragga dall’annuncio del Vangelo. Ma l’annuncio deve stare a cuore anche a voi, soprattutto a voi cari fratelli presbiteri. Questo annuncio richiede di
    pensare in grande, di guardare lontano, di prendere il largo. Questo annuncio richiede l’unità della Chiesa, l’unità del presbiterio. Non lasciamoci rinchiudere in questioni piccole e meschine!
    Che cosa sono le nostre questioni interne di fronte alle grandi sfide del nostro tempo: come dire Dio oggi; come trasmettere la fede alle nuove generazioni; come educare a una nuova coscienza di fede; alla giustizia e alla salvaguardia del creato; come dare speranza alla gente?
    Dio non è Dio dei morti ma dei viventi. Il Dio che sazia quella fame di vita iscritta nel cuore dell’uomo. Di quella vita in pienezza di cui ha fame la nostra gente, specialmente in questo momento della sua storia. Il nostro territorio è stato sottoposto, per molteplici fattori, ad un vero e proprio saccheggio ambientale, che è correlato con l’aumento di diverse malattie; inoltre, l’industria locale ha praticamente fallito i suoi obiettivi e ha compromesso la vocazione agricola del territorio; infine ci sono i bisogni delle fasce più deboli. Mi unisco al grido di giustizia che sale dalla nostra gente, e mi unisco a quel risveglio di coscienza e di partecipazione popolare che sta coinvolgendo molti cittadini.
    Partiamo da questo grido, intercettiamo questa fame di vita, facciamo alleanza con essa per annunciare il Dio dei viventi, contro le profezie di morte che si susseguono in questi giorni. Recuperiamo il rispetto “per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, e per sora acqua, la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta”. Non si avveri quanto il capo Sioux diceva ai conquistatori che depredavano le sue terre: “ Quando avrete abbattuto l’ultimo albero della foresta e l’ultimo bisonte, quando avrete ucciso l’ultimo pesce, quando avrete inquinato tutte le acque, vi accorgerete che i soldi non si mangiano”.
    La seconda parola è questa: il nostro Dio è un Dio di uomini, si lega a persone, è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio di Gesù. Sono venuto per edificare con voi un Chiesa di persone, una chiesa di volti, meno preoccupata della sua organizzazione, una chiesa snella, leggera, povera e libera. Una Chiesa di persone che vive relazioni umane profonde e autentiche. Vorrei puntare molto sulle relazioni umane, come indica il motto che ho scelto (“Apparuit humanitas Dei nostri”). Vorrei
    avere un buon rapporto con voi, carissimi sacerdoti e diaconi, perché il benessere del presbiterio è il benessere di tutta la Chiesa locale. Vorrei avere un buon rapporto con voi, religiosi e religiose, e soprattutto con voi laici e laiche. Vengo per volervi bene.
    Aiutatemi ad essere pastore in mezzo a voi secondo il profilo tracciato da Papa Francesco: “Siate pastori accoglienti, in cammino con il vostro popolo, con affetto, con misericordia, con dolcezza del tratto e fermezza paterna, con umiltà e discrezione, capaci di guardare anche ai vostri limiti e di avere una dose di buon umorismo. Questa è una grazia che dobbiamo chiedere, noi Vescovi. Tutti noi dobbiamo chiedere questa grazia: Signore, dammi il senso dell’umorismo. Trovare la strada di ridere di se stessi, prima, e un po’ delle cose”. Aiutatemi ad essere così!
    A te, Chiesa di Napoli, Chiesa Madre, affettuosamente presente con il suo Arcivescovo Crescenzio, con il Vescovo ausiliare Lucio e con tanti fratelli presbiteri e diaconi, il mio ringraziamento e la perenne gratitudine. A voi tutti, amici carissimi, che porterò sempre nel mio cuore, rinnovo la mia amicizia.
    A te, Chiesa di Acerra, cui da oggi, e per il tempo che il Signore vorrà donarmi, mi consegno, offro il mio servizio e la mia guida, le mie energie, le mie doti e, sì, anche i miei limiti.
    La vergine Maria, la divina pastora, la “bella mia speranza” cantata da s. Alfonso, ci accompagni. I santi patroni, s. Alfonso, san Cuono e figlio, intercedano per noi.

    http://www.diocesiacerra.it/pls/acer...20Ingresso.pdf
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