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Discussione: Cronache dalla Diocesi di Nola - 2013

  1. #21
    CierRino L'avatar di Vaticanista
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    Questa vicenda mi ricorda tantissimo quella che vide protagonista il grande Vescovo di Bergamo Radini Tedeschi.

  2. #22
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    Una sensazionale scoperta nel cuore di Nola, esperti da tutta la Campania per studiarla



    NOLA- Una scoperta nel cuore della cristianità nolana, destinata ad incidere sulla visione della storia della fede. Una indagine archeologica voluta e sovvenzionata dalla Curia di Nola che ha permesso di scoprire che sotto la Cattedrale della città esistono i resti di una domus ecclesiae, cioè di una casa privata che veniva usata per il culto religioso dalla fine del primo secolo dopo Cristo. Un rinvenimento importante, che permetterà di spiegare come pregavano e dove i cristiani prima dell’editto di Costantinopoli con cui si ufficializzò la religione cristiana, per la quale prima erano perseguitati. La scoperta risale a marzo, e giovedì 11 luglio verrà illustrata nel corso di un vero e proprio seminario di studi presso il salone della curia vescovile di Nola. Una intensa giornata di studio e confronto (dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:30alle 18:30), sulle recenti indagini archeologiche che hanno portato alla luce il prezioso reperto di età romana, probabilmente utilizzata nei primi secoli del cristianesimo come luogo di ritrovo della comunità cristiana. Il convegno, che vede la partecipazione di studiosi di diversi ambiti disciplinari, sarà anche l’occasione per affrontare alcuni aspetti del culto reso in questo luogo da tempo immemorabile a san Felice, primo vescovo di Nola e martire.

    LA RICERCA- L’indagine archeologica è iniziata a marzo e riguarda la cripta di San Felice, quella, per intenderci, in cui ogni anno (il 15 novembre e l’8 dicembre) si perpetua il miracolo della manna. Siamo nel Duomo, in quella che era l’insula episcopalis di Nola. Gli scavi archeologici autorizzati dalla Soprintendenza Speciale per i beni Archeologici di Napoli e Pompei e dalla Soprintendenza di Napoli e Provincia, stanno consentendo di portare alla luce forse la più antica casa per il culto dei cristiani perseguitati, forse la prima in Campania visto che di solito si sono scoperte a Roma. Le domus ecclesiae erano case private in cui i cristiani si riunivano per pregare; nel caso di quella rinvenuta sotto il Duomo, il sospetto che si trattasse proprio di un edificio privato di culto è dato dalla localizzazione sotto la chiesa, e dalla presenza di documenti dell’archivio diocesano ed altre fonti. A volere l’indagine archeologica è stata la Diocesi di Nola, il vescovo Depalma in primis e poi il vicario monsignor Lino D’Onofrio, che ha poi ufficializzato la notizia, il parroco della cattedrale don Mimmo De Risi. Il finanziamento è arrivato dal cancelliere don Angelo Masullo, mentre la soprintendenza archeologica guidata dalla dottoressa Teresa Cinquantaquattro ha autorizzato gli scavi.

    L’EQUIPE - Diversi gli studiosi, i ricercatori, gli archeologi che stanno componendo lo staff di lavoro incaricato di questa delicatissima ed importante indagine: Filippo Terrasi e Isabella Passariello del centro Circe di Caserta, per l’utilizzo di tecniche diagnostiche e archeometriche, quali la datazioni delle malte mediante la misurazione radiocarbonica; Giovanni Cavaccini della Bytest di Benevento per le indagini non distruttive (termografia, ultrasuoni, endoscopia, radiografia; Angela Mormone e Mauro Antonio Di Vito dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia per la caratterizzazione mineralogica e l’analisi delle malte antiche utilizzate comparate con quelle di altri siti d’interesse sia di età classica che paleocristiana e altomedievale dell’area nolana (anfiteatro di Nola, resti dell’edificio di epoca romana di Via San Felice, basiliche di Cimitile, chiesa altomedievale di Schiava di Tufino); Filomena Lomoriello per la calcimetria e la rifrazione a raggi x su campioni degli intonaci affrescati della parete occidentale della cripta mentre le eventuali analisi antropologiche saranno affidate alla dottoressa Marielva Torino, paleopatologa, (entrambe dell’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa). L’equipe di lavoro è composta anche da Sergio Cascella, archeologo, sta procedendo con la catalogazione e lo studio di tutti i materiali lapidei erratici di età romana conservati nell’insula episcopalis, dalla direttrice dell’Ufficio Beni Culturali diocesano Tonia Solpietro che si occupa dello spoglio e della rilettura critica delle fonti d’archivio disponibili. Infine Nicola Castaldo ed Emilio Castaldo, archeologo ed architetto, stanno ricostruendo la mappa di Nola e dell’insula episcopalis. A sovrintendere l’indagine, il funzionario della Soprintendenza Giuseppe Vecchio,coordinato dall’archeologo Nicola Castaldo.

    L’ARCHEOLOGO- Proprio quest’ultimo spiega l’importanza di questa indagine, che vede impegnati, talora gratis, le migliori professionalità della zona e impiegate strumentazioni raffinate. “E’ sicuramente una scoperta significativa- afferma Castaldo, che è stato anche l’archeologo che ha portato alla luce i resti delle capanne dell’età del bronzo di via Croce del Papa-. Già in passato si è indagato ‘sotto’ la Cattedrale e nella Cripta, laddove Ambrogio Leone, nei suoi testi, dichiarava esservi un tempio. Ipotesi smentita, lì sotto non c’è un tempio ma una domus ecclesiae”. “Ora- continua Castaldo-le indagini devono proseguire per comprendere perché la Cattedrale sorga su questo edificio e non su un tempio, come avviene in altri luoghi, e dimostrrare appunto che quella era una casa per il culto dei cristiani”. Che questa possa essere una scoperta sensazionale lo afferma, con la dovuta prudenza, lo stesso Castaldo: “Sì, è una scoperta importante che può riscrivere la storia religiosa nella nostra Regione. Stiamo parlando di resti di un edificio di età romana inglobato in una fabbrica altomedievale, per giunta ben conservati; una scoperta singolare che aiuterà a capire il rapporto con gli edifici di culto successivi, come fai quell’edificio fu inglobato nella fabbrica successiva, a cosa veniva utilizzato, perché sopra si costruì un edificio di culto”. Domande che condurranno all’unica risposta plausibile: quella era una domus ecclesiae. Dopo le indagini stratigrafiche condotte finora, spiega Castaldo “ora ci saranno quelle diagnostiche per capire la presenza di altre stratificazioni”. Si procede con lentezza e prudenza, ma le indagini sono alla loro fase conclusiva, anche per questo dalla Curia è arrivata l’ufficializzazione. Dopo la scoperta “i luoghi verranno preservati” ovviamente, e quel “primigenio luogo di fede nolano” sarà restituito alla conoscenza; nel frattempo, la cripta resta chiusa.

    Fonte: Il Giornale Locale
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  3. #23
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    Una sensazionale scoperta nel cuore di Nola, esperti da tutta la Campania per studiarla



    NOLA- Una scoperta nel cuore della cristianità nolana, destinata ad incidere sulla visione della storia della fede. Una indagine archeologica voluta e sovvenzionata dalla Curia di Nola che ha permesso di scoprire che sotto la Cattedrale della città esistono i resti di una domus ecclesiae, cioè di una casa privata che veniva usata per il culto religioso dalla fine del primo secolo dopo Cristo. Un rinvenimento importante, che permetterà di spiegare come pregavano e dove i cristiani prima dell’editto di Costantinopoli con cui si ufficializzò la religione cristiana, per la quale prima erano perseguitati. La scoperta risale a marzo, e giovedì 11 luglio verrà illustrata nel corso di un vero e proprio seminario di studi presso il salone della curia vescovile di Nola. Una intensa giornata di studio e confronto (dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:30alle 18:30), sulle recenti indagini archeologiche che hanno portato alla luce il prezioso reperto di età romana, probabilmente utilizzata nei primi secoli del cristianesimo come luogo di ritrovo della comunità cristiana. Il convegno, che vede la partecipazione di studiosi di diversi ambiti disciplinari, sarà anche l’occasione per affrontare alcuni aspetti del culto reso in questo luogo da tempo immemorabile a san Felice, primo vescovo di Nola e martire.
    Sotto la cattedrale tardoantica gli archeologi hanno scoperto una “domus ecclesiae” risalente alla fine del I secolo

    Le origini della Chiesa a Nola


    Sono stati raggiunti «punti di arrivo su alcune questioni che da circa ottant’anni si discutevano nell’ambito della diocesi» ha detto l’arcivescovo Beniamino De Palma, della diocesi di Nola, a chiusura del convegno «La cripta di San Felice vescovo e martire nell’ insula episcopalis di Nola» promosso dalla curia vescovile, dalla soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei e dalla soprintendenza per i Beni architettonici paesaggistici storici artistici ed etnoantropologici di Napoli e Provincia, per rendere noti i risultati dell’indagine archeologica effettuata nella cripta di san Felice. Sotto la cattedrale è stata rinvenuta una domus romana;l’immagine di san Felice nella cripta «le indagini condotte nel luogo in cui si venera ab immemorabili la sepoltura di san Felice, primo vescovo e martire — ha continuato l’arcivescovo — rappresentano un importante contributo alla storia delle origini della Chiesa nolana, illuminando con l’oggettività del dato archeologico quanto già una veneranda tradizione ha costantemente affermato».

    «La comunità cristiana locale — sottolinea don Angelo Masullo, decano del Capitolo cattedrale — secondo la tradizione, si è strutturata con una sua precisa identità già alla fine del i secolo sotto la guida del protovescovo Felice, che subì il martirio nell’anno 95 durante la persecuzione di Domiziano, unitamente ad altri cristiani. Testimonianza del culto si trova già nel Martirologio Geronimiano che, al 27 luglio, riporta la commemorazione in Nola del natale Felicis con la specificazione, nei codici Bernensis e Wissemburgensis de ordinatione episcopatus, oltre alla commemorazione di san Felice nolano al 14 gennaio, che è chiaramente il Felice presbitero cantato da san Paolino. Nonostante le chiare testimonianze di un culto costante prestato dalla chiesa locale a un Felice, presbitero e confessore, reso famoso da san Paolino con i Carmina Natalicia e la costruzione del complesso basilicale sulla sua tomba in Cimitile e a un Felice vescovo e martire, il cui luogo di sepoltura si venera nella cripta della cattedrale, alcuni storici, colpiti dal silenzio di san Paolino sul protovescovo, ne hanno messo in dubbio l’esistenza, ritenendolo uno sdoppiamento del presbitero Felice, avvenuto tra il finire dell’VIII secolo e gli inizi del ix, allorché alcuni stralci della passio cominciarono a comparire nei martirologi storici».

    L’importanza e la complessità dell’indagine ha previsto un approccio interdisciplinare e la creazione di un’équipe composta da archeologi, storici dell’arte, fisici, geo-vulcanologi, antropologi, archeometri, architetti, archeobotanici, geofisici e restauratori. Nella Passio si fa riferimento al luogo del martirio del santo, denominato Palma, forse da identificare con l’attuale Palma Campania vicino Nola, dove è attestata fin dal medioevo una chiesa dedicata a san Felice vescovo. Numerose altre chiese dedicate al protovescovo sono attestate in altri luoghi della regione e in particolare nel territorio nolano, a testimonianza della fede e dell’attaccamento verso la tradizione che hanno fatto sì che il culto al santo patrono Felice costituisse, nella città e nella diocesi, un motivo di forte legame e di unione della comunità ecclesiale locale.

    Giuseppe Vecchio, Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei
    16 luglio 2013

    Fonte: Osservatore Romano
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  4. #24
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    Aperte le iscrizioni per "Agosto col grembiule"!



    Sono aperte le iscrizione per "Agosto col grembiule 2013" l'iniziativa annualmente promossa dalla Caritas diocesana per rendere l'estate più piacevole ai numerosi poveri del territorio che presso i Centri Caritas di San Giuseppe, Nola e Pomigliano troveranno per tutto il mese di agosto volontari pronti ad accoglierli.

    Possono partecipare giovani e adulti disposti a dare un colore diverso alla propria estate.

    Per partecipare è sufficiente:

    compilare il modulo alla pagina Caritas Nola

    oppure recarsi nel mese di agosto presso uno dei centri caritas della diocesi dalle 10:00 alle 14:00.

    Locandina dell'iniziativa


    Fonte: Diocesi di Nola
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  5. #25
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    Cordoglio a p. Beniamino

    Con un abbraccio di affetto e preghiera la Chiesa di Nola si stringe attorno al proprio Vescovo per la perdita della sorella maggiore Maria.

    Fonte: Diocesi di Nola
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  6. #26
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    Per una fede pensata: lettera del Vescovo agli studenti




    La fede: è questo il tema che il vescovo di Nola, Mons. Beniamino Depalma, affronta nella lettera indirizzata, come consuetudine, agli studenti della diocesi all’inizio del nuovo anno scolastico. L’occasione è data dalla coincidenza della fine dell’anno della fede con l’inizio delle attività scolastiche.

    «La fede – scrive il vescovo di Nola – vissuta con il lume della ragione, quindi fede “pensata”, ha la capacità di liberare dalla paura e dalla diffidenza, non teme di confrontarsi con il mondo perché infonde coraggio, e spinge all'azione in quanto “possiede una luce creativa”». La fede, dunque, scrive Padre Beniamino in uno dei passaggi centrali del messaggio, genera una «salutare inquietudine» che ci spinge a dire sì alla vita come ricerca e opportunità, come rischio e scommessa speranzosa, come «possibilità d’incontro col il bello e il vero».

    Oggi pomeriggio (ieri, ndc), presso il Seminario vescovile di Nola, mons. Depalma incontrerà gli insegnati di religione del territorio ai quali affiderà il messaggio perché lo donino ai propri allievi.

    Fonte: Diocesi di Nola

    Lettera studenti
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  7. #27
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    Azione cattolica diocesana: inizia il nuovo anno associativo


    Domani, 22 settembre, dalle ore 9:00, presso il nuovo complesso parrocchiale di Piazzolla (via XX Settembre), l'Azione Cattolica della Diocesi di Nola darà inizio al nuvo anno associativo con il consuetudinario convegno sul tema dell'anno: "Quelli che troverete, chiamateli". La giornata si concluderà con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Depalma, presso il Santuario della Madonna del Carpiniello di Visciano.

    Questo il programma:

    Mattina (Piazzolla)

    Ore 8.30 Arrivi

    Ore 9.00 Celebrazione delle lodi con riflessione sul Vangelo dell’anno

    Ore 9.30 Azione Cattolica e Concilio, Franco Miano

    Introduzione al cammino dell’anno, a cura di Pina De Simone

    Dibattito

    Ore 12.30 Pranzo a sacco

    Primo pomeriggio (Piazzolla) – per educatori e responsabili

    Presentazione del cammino dei settori e incontro con i presidenti

    Pomeriggio Visciano

    Pellegrinaggio mariano

    Ore 16.00 Raduno

    Ore 17.00 Basilica Maria ss. Consolatrice del Carpinello

    Rosario meditato

    Santa Messa presieduta da padre Beniamino Depalma

    Fonte: Diocesi di Nola
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  8. #28
    CierRino d'oro, platino e diamanti
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    Fedeli campani avvertiti:
    "Quella non è una vera Chiesa"


    Monsignor Beniamino Depalma, vescovo di Nola, spiega la posizione fermissima assunta dalla Conferenza episcopale campana nei confronti della cosiddetta "Chiesa cattolica apostolica cristiana ecumenica".
    Un autentico inganno con riti non validi e ordinazioni insussistenti. Il rischio per la credulità popolare e per le persone più deboli e meno formate

    http://www.agensir.it/sir/documenti/...non_e_una.html


  9. #29
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  10. #30
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    BOMBE D'ACQUA NEL NOLANO

    Famiglie in ginocchio
    Non si può
    rimanere in silenzio


    Parla il vescovo Beniamino Depalma: "Diverse abitazioni sono state inondate dal fango e sono tuttora inagibili. Nel Vallo di Lauro il disastro è economico: questa pioggia terribile ha distrutto il lavoro di un anno nei campi: noci, nocelle e olive sono la ricchezza di quella zona e sono andate distrutte". E ancora: "La popolazione si sente sola, abbandonata. Adesso bisogna ripulire le case, ma con quali soldi? Queste non sono zone ricche". L'appello al presidente della Regione Campania
    Gigliola Alfaro


    Violenti temporali, pioggia insistente e vere e proprie bombe d’acqua hanno provocato nei giorni scorsi ingenti danni in alcuni territori della diocesi di Nola. “Il Vallo di Lauro e il Vallo del Baianese sono stati colpiti in maniera spaventosa”, spiega al Sir il vescovo, monsignor Beniamino Depalma. “Di fronte a questo dramma - prosegue - non si può rimanere in silenzio”. Oggi il presule invierà una lettera al presidente della regione Campania Stefano Caldoro, nella quale chiederà di “intervenire per proteggere il popolo che Dio” gli ha affidato.

    Eccellenza, il maltempo dei giorni scorsi ha causato molti problemi?
    “Le abbondanti piogge, che hanno colpito il nolano, hanno provocato panico nella popolazione, danni impressionanti e disagi enormi in tanti comuni (Nola, Cicciano, Camposano, Roccarainola, Tufino, Polvica…). Ci sono stati anche alcuni feriti e tanti sono stati salvati dalle forze dell’ordine o dai familiari. La gente è molto preoccupata per gli effetti devastanti dello straripamento dei Regi Lagni a Cicciano, dove è crollata una parte del muro di contenimento nell’alveo al confine con Camposano, con allagamento nell’area dell’alveo Avella. Alberi e detriti hanno ostruito i Regi Lagni, principalmente per la mancata pulizia, chiesta, per altro, dalla popolazione e dalle amministrazioni locali da anni”.

    Lei parla di danni impressionati…
    “Sì, nella zona del Baianese, a causa dello smottamento dei Regi Lagni, in poche ore i margini si sono rotti e l’acqua melmosa velocemente ha attraversato le campagne, distruggendo tutto, arrivando anche nei paesi. Diverse abitazioni sono state inondate dal fango e sono tuttora inagibili. Nel Vallo di Lauro il disastro è economico: questa pioggia terribile ha distrutto il lavoro di un anno nei campi: noci, nocelle e olive sono la ricchezza di quella zona e sono andate distrutte”.

    Secondo lei c’è stata un’attenzione adeguata a quanto è successo?
    “La mia meraviglia, anzi la mia sofferenza è che la stampa, anche locale, non si sia occupata di questo disastro: la popolazione si sente sola, abbandonata. Domenica scorsa, in occasione della festa del patrono di Nola, San Paolino, ho incontrato il presidente della Regione Stefano Caldoro e gli ho chiesto di avere a cuore quanto è successo. Il presidente mi ha assicurato che avrebbe dichiarato il disastro ambientale. È necessario un aiuto: ho visto con i miei occhi le campagne attorno al Regio Lagno coperte dal fango, che ora si è indurito con il caldo e sarà un problema toglierlo. Le coltivazioni sono state distrutte e moltissime famiglie resteranno in ginocchio. Il fango è entrato anche nelle case. Adesso bisogna ripulirle, ma con quali soldi? Queste non sono zone ricche”.

    Dopo l’incontro di domenica, oggi invierà una lettera al presidente della Regione Caldoro: cosa gli scriverà?
    “Gli ricorderò che ogni qual volta il cielo si fa scuro e promette tempesta, tutti tremano e cominciano ad avere tanta paura, soprattutto anziani, bambini e diversamente abili. Perciò, gli chiederò di intervenire e di fare quanto è nelle sue possibilità per evitare in futuro vere catastrofi e, innanzitutto, per dare un po’ di serenità alla nostra gente, già provata da altri problemi. So che Caldoro è una persona molto sensibile e attenta ai bisogni reali delle persone e spero che accoglierà questo mio ‘grido’ di dolore”.

    Certamente la violenza del maltempo ha fatto la sua parte, ma c’è qualcosa che non ha funzionato?
    “Da quanto è successo dobbiamo imparare una lezione: serve la manutenzione. Si devono curare i Regi Lagni, che sono stati una grande invenzione raccogliendo tutte le acque piovane dalle montagne, ma se non c’è manutenzione succedono tragedie. Come Chiesa vogliamo far conoscere il disastro che c’è stato, poi ognuno si assumerà le sue responsabilità”.

    Cosa può fare la Chiesa di fronte ad eventi del genere?

    “Come Chiesa chiediamo, innanzitutto, che le istituzioni siano attente al territorio e alla sua salvaguardia. Accanto alla prevenzione, c’è anche bisogno di diffondere tra le persone una nuova cultura di corresponsabilità. Certamente, lo Stato deve fare la sua parte, ma anche i cittadini devono dare la loro collaborazione. È un problema culturale. Non si può dire: a me non interessa, ci pensa lo Stato. Nei cittadini si deve risvegliare questa corresponsabilità per mantenere tutto a posto. A questo devono lavorare la società civile, le istituzioni e anche la Chiesa formando le coscienze: fede significa anche preoccuparsi che il territorio sia conservato come il Padreterno ce lo ha donato. La dimensione sociale della fede è sicuramente importante”.

    Fonte: http://www.agensir.it/sir/documenti/..._rimanere.html


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