Lo Staff del Forum dichiara la propria fedeltà al Magistero. Se, per qualche svista o disattenzione, dovessimo incorrere in qualche errore o inesattezza, accettiamo fin da ora, con filiale ubbidienza, quanto la Santa Chiesa giudica e insegna. Le affermazioni dei singoli forumisti non rappresentano in alcun modo la posizione del forum, e quindi dello Staff, che ospita tutti gli interventi non esplicitamente contrari al Regolamento di CR (dalla Magna Charta). O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te.
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Discussione: Cronache della Diocesi di Avellino 2013

  1. #11
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    Leggere la bibbia oggi

    Giovedì 7 Febbraio 2012, alle ore 18.30, presso la Chiesa di S. Francesco d'Assisi a Borgo Ferrovia, incontro dal titolo: Leggere la Bibbia oggi ci rende più "uomini"? Una sfida culturale nella Chiesa e nella società

    In dialogo con:

    • Ernesto Borghi, docente di esegesi del Nuovo Testamento (ISSR “Duns Scoto” di Nola) - presidente dell’Associazione Biblica Euro-Mediterranea
    • Antonio Squitieri pastore della Chiesa Metodista di Salerno

    Moderatrice Stefania De Vito biblista, docente ISSR "San Giuseppe Moscati" di Avellino.

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  2. #12
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    XXI Giornata mondiale del malato

    Lettera di Don Krzysztof Zdzislaw Kruk, delegato della pastorale della salute della Diocesi di Avellino.



    A S. E. Rev. ma Mons. Francesco Marino Vescovo di Avellino
    Ai Reverendissimi Parroci e Sacerdoti
    Agli Assistenti Religiosi
    Agli Istituti Religiosi
    Ai Diaconi
    A tutto il Popolo di Dio


    Oggetto: XXI Giornata Mondiale del Malato .

    Il Buon Samaritano
    "Va' e anche tu fa' lo stesso" (Lc 10,37)
    La parabola del buon samaritano è una pagina tra le più conosciute del vangelo e tra le più lette
    nell'ambito dell'assistenza sanitaria. Non è sufficiente conoscere la parola, bisogna applicarla al vissuto
    concreto delle persone.
    Si è travolti dalla realtà della sofferenza che, nell’insieme, è molto complessa perché non colpisce soltanto
    chi l’affronta personalmente, ma anche tutti coloro che sono sensibili e - in questa situazione particolare
    - sono vicini al sofferente come i familiari, la comunità parrocchiale, gli operatori sanitari.
    Ma quanti tra queste persone sono capaci di sostenere, consolare, confortare la persona avvolta
    dalla sofferenza? Quale accompagnamento, aiuto e speranza offriamo concretamente al malato? Che cosa
    facciamo per far riemergere le nostre capacità pastorali in un settore così particolare come è quello
    della salute? La pastorale della salute ha due aspetti: quello ospedaliero in regime di ricovero e quello territoriale,
    dove il malato è affidato non soltanto alla famiglia, alle case di riposo, agli ospizi, alle associazioni
    di volontariato, ma prima di tutto alla comunità parrocchiale che con la sua profonda sensibilità e in
    vari modi accompagna l’ammalato e tutti coloro che lo curano.
    Tutti abbiamo difficoltà di vario genere, piccole e grandi. Credo che vadano affrontate con quella
    forza con cui ogni ammalato affronta il suo dolore e la sofferenza: occorre fare di tutto per guarire, fare
    di tutto per essere capaci di aiutare il sofferente. Aiutando l’ammalato, facciamo crescere in noi la carità
    che ci è stata affidata da Colui che ci ha salvato con la propria viscerale sofferenza - amore ed il sacrificio
    sulla croce. Esercitare la carità significa essere responsabile verso il fratello.
    La persona sofferente con la sua debolezza e fragilità può suscitare in noi sentimenti di paura, di
    timore, di incapacità che spesso ostacolano la comunicazione. Ma non dimentichiamo che in soccorso ci
    viene innanzitutto la grazia di Dio e la spiritualità che, solo con profonda umiltà, ci permette di conoscere
    il proprio cuore, comunque consapevoli che il dolore non è un dolore personale, egoistico, ma fa
    parte di tutto il genere umano.
    Relazione d'aiuto, una nuova evangelizzazione, la preghiera, la celebrazione dei sacramenti,
    significano l'impossibilità a provvedere da soli al bisogno reale delle persone malate e
    delle loro famiglie. Occorre creare una "collaborazione in rete" tra operatori pastorali, operatori
    sanitari, strutture sanitarie, associazioni di volontariato e quanti operano nel territorio,
    che trova la sua più profonda espressione nella parrocchia.
    Dunque, diversità di competenze in unità di azione per sostenere chi soffre o vive
    momenti di prova particolare.
    Il samaritano vive e testimonia la carità che si esprime attraverso la compassione e la
    responsabilità: per questo è necessaria un' adeguata formazione personale. Per questo motivo
    siamo invitati tutti ad accogliere il comando di Cristo: "Va' e anche tu fa' lo stesso". “Per
    "saper fare" e "fare bene", occorre "sapere" e "saper essere"! Bisogna spalancare le porte
    all'importanza di un'adeguata formazione dal punto di vista umano-relazionale oltre ad una
    necessaria e solida formazione teologica, spirituale e pastorale, capace di chiarire sempre
    meglio scopo, senso e natura dell'agire”. Solo così riusciremo a trasformare il proprio modo
    di guardare la realtà, gli altri e noi stessi in modo corretto.
    L’Anno della Fede, che stiamo vivendo, risvegli in noi quel sentimento di carità che
    permette di avere una massima attenzione verso tutti coloro che soffrono.
    La fede in Cristo ci permetta di comprendere e capire che cosa potrebbe succedere se
    al posto del malato fossi io a soffrire quel dolore che grida: aiutami, abbi compassione, stammi
    vicino nella mia solitudine.
    Un saluto in Cristo

    Don Krzysztof Kruk

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  3. #13
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    Giornata mondiale della Vita




    Giornata nazionale per la Vita 2013 - 3 Febbraio 2013
    Generare la Vita Vince la crisi

    Ore 18.00 Chiesa cattedrale in Avellino
    Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E.Mons. F. Marino

    La celebrazione è animata dall'Ufficio Famiglia e Vita, dal Movimento per la Vita e il Centro Aiuto alla Vita di Avellino.

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  4. #14
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    Visita ad limina

    Sostegno al lavoro svolto in favore di una giustizia animata dalla carità e dello sviluppo del senso di legalità. Lo ha offerto ieri mattina Benedetto XVI al primo gruppo di vescovi della Campania, ricevuti in visita ad Limina.
    Al termine dell’udienza, Alessandro De Carolis ha domandato a uno dei
    presenti, il vescovo di Avellino, monsignor Francesco Marino, quale realtà di Chiesa e di società sia stata presentata al Papa:
    Anche noi risentiamo delle problematiche
    sociali della crisi, della forte disoccupazione,
    dell’assenza di prospettive
    di futuro per i nostri giovani, che ancora
    continuano a vedere il loro futuro
    nell’emigrazione. Però, poi, dal punto di
    vista religioso, nella nostra terra ancora
    tiene il radicamento dei valori nella
    fede. La gente è ancora attaccata ai
    valori della famiglia, i nostri giovani
    seguono le nostre comunità parrocchiali
    ed è confortante anche l’incremento
    delle vocazioni rispetto al recente
    passato.

    Cosa le è maggiormente rimasto nel cuore di Benedetto XVI?
    La sensibilità del Papa, che ha seguito
    con molta attenzione i nostri interventi,
    uno a uno. Lui stesso, alla fine, con
    molta simpatia ha detto: “Ho imparato
    alcune cose della vostra storia”, perché
    poi ognuno di noi presentava anche gli
    aspetti del cammino storico delle nostre
    chiese, i Santi, le esperienze, e il Santo
    Padre coglieva immediatamente i punti
    salienti dei nostri interventi. Per la verità,
    ci ha confortato molto con le sue
    parole e ha anche confermato i cammini
    intrapresi che a lui stanno molto a
    cuore: quello dell’evangelizzazione e
    quello della fede.

    Voi vescovi della Campania avete prodotto un documento, “La Chiesa nel Mezzogiorno”, nel quale mettete in rilievo le sfide, non solo ecclesiali ma anche sociali, - umane, direi – delle vostre terre. In particolare, su questi aspetti Benedetto XVI vi ha detto qualcosa?
    Il Papa è da sempre molto attento a
    questi aspetti. Il senso della legalità,
    l’attenzione alla giustizia sorretta dalla
    carità, la sensibilità soprattutto verso i
    più poveri e gli umili, i valori fondamentali
    della vita, della famiglia, sono tutte
    cose che stanno sempre a cuore al
    Santo Padre. Lui li ha sottolineati man
    mano che noi vescovi li mettevamo in
    evidenza.

    Con che animo lei personalmente torna alle responsabilità pastorali che la attendono tra la sua gente?
    Io torno con grande gioia dopo l’incontro
    con il Papa, proprio per il valore spirituale
    che comporta, il senso di comunione
    effettivo ed affettivo con il
    Successore di Pietro. Quest’anno, poi,
    l’esperienza nuova, “collegiale”, del
    rapporto con Lui – il fatto cioè di vedere
    il Papa assieme a un gruppo di
    vescovi, in un contesto in cui abbiamo
    ascoltato non solo il Papa, ma anche le
    esperienze di tutti, come facciamo
    spesso nelle conferenze, ma non con la
    presenza visibile del Papa – è stata una
    cosa bella.


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  5. #15
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    Solennità di San Modestino, vescovo e martire.

    Carissimi, nell’Anno della Fede la memoria non va soltanto al momento storico del martirio del nostro Patrono, al “rinvenimento” del corpi dei santi da parte del vescovo Guglielmo intorno all’anno 1166 ed al progressivo consolidarsi della tradizione spirituale.
    San Modestino quale “vescovo” appare il prototipo di “fondatore” della nuova “Abellinum” in quel Medioevo che segnò il rifiorire nel territorio di una “polis” alla ricerca di una propria identità che solo il cristianesimo garantiva. Una condizione che appare per alcuni versi analoga ai nostri tempi difficili. La festa del Santo Patrono è una sincera proposta per la misura «alta della vita cristiana ordinaria: la via della santità».
    Nel motu proprio Porta Fidei, Benedetto XVI ci ricorda che, il rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti: con la loro stessa esistenza nel mondo i cristiani sono infatti chiamati a far risplendere la Parola di verità che il Signore Gesù ci ha lasciato. Sia per tutti noi L’Anno della fede un invito alla conversione al Signore, unico Salvatore del mondo.
    Vi benedico di cuore!
    + Francesco Marino, vescovo

    PROGRAMMA
    - DOMENICA 10 FEBBRAIO - ore 18 Santa Messa presieduta da S.E. il Vescovo.
    Ammissione tra i candidati al Diaconato ed al Presbiterato dei Seminaristi Antonio Fucci della Parrocchia “S. Nicola Maggiore” in Fontanarosa (Av) e di Giampaolo Mazzeo della Parrocchia “S. Ippolisto m.” in Atripalda (Av).

    - 11 FEBBRAIO MEMORIA DELLA B.V. MARIA DI LOURDES
    Inizio del triduo in preparazione alla Festa di San Modestino vescovo e martire
    ore 18,00 – Santa Messa preceduta dalla recita del Santo Rosario -
    - 12 FEBBRAIO
    Santa Messa ore 18,00 preceduta dalla recita del Santo Rosario
    - 13 FEBBRAIO MERCOLEDÌ DELLE CENERI INIZIO DELLA QUARESIMA - GIORNATA DI DIGIUNO ED ASTINENZA
    ore 18,00 – Celebrazione della Santa Messa presieduta dal S.E. il Vescovo con l’imposizioni delle Ceneri

    - 14 FEBBRAIO – FESTIVITÀ DI S. MODESTINO
    SS.Messe ore 8,00 – 10,30 – 12,30 – 18,00
    ore 10,30 - Solenne concelebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Francesco Marino – vescovo di Avellino con i parroci e i sacerdoti della città di Avellino e della diocesi.


    La confraternità della Misericordia offrirà l’olio alla lampada votiva che arde nella Cappella del Santo Patrono e nella sua sede un agape fraterna. All’offertorio la Coldiretti porterà all’altare i doni della terra.

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  6. #16
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    28 Febbraio 2013: Veglia di preghiera in cattedrale

    Giovedì 28 Febbraio, alle ore 20.00, S. E. il Vescovo mons. Marino presiederà in Cattedrale una veglia di preghiera per il Santo Padre.


    TELEGRAMMA DI S. E. MONS. MARINO, VESCOVO DI AVELLINO AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI.
    A Sua Santità Benedetto XVI
    Beatissimo Padre,
    nell’apprendere con commozione e dolore la Sua decisione pienamente libera con la quale rinunzia al ministero di Vescovo di Roma, successore del Beato Pietro, nell’esprimere la filiale gratitudine per l’illuminante magistero della Santità Vostra, invoco orante l'Apostolica Benedizione affinché la Chiesa particolare di Avellino perseveri nella testimonianza di fede nella continuità del servizio ecclesiale.

    + Francesco Marino, vescovo


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  7. #17
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    Ritiro spirituale del clero a S. Lucia di Serino, 25-26 febbraio.

    Formazione permanente del Clero 2012-2013

    DALLE INDICAZIONI PASTORALI PER L’ANNO DELLA FEDE

    Con la Lettera apostolica Porta fidei dell’11 ottobre 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Quest’anno sarà un’occasione propizia perché tutti i fedeli comprendano più profondamente che il fondamento della fede cristiana è «l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».
    Fondata sull’incontro con Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità e in tutto il suo splendore. «Anche ai nostri giorni la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare», perché il Signore «conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani». L’inizio dell’Anno della fede coincide con il ricordo riconoscente di due grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa ai nostri giorni: il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e il ventesimo anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (11 ottobre 1992). Il Concilio, secondo il Papa Giovanni XXIII, ha voluto «trasmettere pura e integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti», impegnandosi affinché «questa dottrina certa e immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che corrisponda alle esigenze del nostro tempo». Al riguardo, resta di importanza decisiva l’inizio della Costituzione dogmatica Lumen gentium: «Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr Mc 16, 15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa». A partire dalla luce di Cristo che purifica, illumina e santifica nella celebrazione della sacra liturgia (cfr Costituzione Sacrosanctum Concilium) e con la sua parola divina (cfr Costituzione dogmatica Dei Verbum), il Concilio ha voluto approfondire l’intima natura della Chiesa (cfr Costituzione dogmatica Lumen gentium) e il suo rapporto con il mondo contemporaneo (cfr Costituzione pastorale Gaudium et spes). La formazione permanente del clero potrà essere incentrata, particolarmente in quest’Anno della fede, sui Documenti del Concilio Vaticano II e sul Catechismo della Chiesa Cattolica, trattando, ad esempio, temi come “l’annuncio del Cristo risorto”, “la Chiesa sacramento di salvezza”, “la missione evangelizzatrice nel mondo di oggi”, “fede e incredulità”, “fede, ecumenismo e dialogo interreligioso”, “fede e vita eterna”, “l’ermeneutica della riforma nella continuità”, “il Catechismo nella cura pastorale ordinaria”.

    Il ritiro Residenziale è guidato da Don Gianluca Bellusci

    Schede per il ritiro:

    INTRODUZIONE

    Il contesto ecclesiale in cui si pone la nostra riflessione si inserisce nell’Anno della fede e nel 50°
    anniversario dell’indizione del Concilio Vaticano II, ma anche in un momento molto delicato e
    complesso della vita della Chiesa, a partire dalla povertà morale di tanti ministri e degli stessi
    vertici della Chiesa e in ultimo da un gesto profetico che necessita di essere fino in fondo compreso
    e accolto in tutta la sua serietà: la rinuncia al ministero Petrino di Benedetto XVI°. I Vescovi italiani
    hanno avviato un decennio di impegno pastorale sulla trasmissione della vita buona del Vangelo, in
    seguito all’allarme lanciato dal Papa sull’emergenza educativa che interpella tutti.
    Il contesto socio culturale è segnato dalla crisi economica, divenuta presto anche sociale ed etica,
    che ha messo a nudo le forti disuguaglianze, gli abusi di potere e una dilagante corruzione a tutti i
    livelli dell’Amministrazione della Cosa Pubblica. In positivo è da considerare un ritorno di una
    coscienza civile delle nostre Comunità e un forte anelito alla legalità e trasparenza degli atti
    amministrativi e un ritorno ad uno stile essenziale e povero nella logica del Vangelo.
    Alla luce di questo sommario e non esaustivo preambolo sulla situazione storica che viviamo,
    desidero riproporre una riflessione e un rilancio della vita e ministero del Presbiterio della Diocesi
    di Avellino e del suo Pastore, alla luce di tre parole chiavi: coerenza, credibilità e coraggio.

    PRIMO SCHEMA
    COERENZA

    In un tempo in cui predomina l’immagine, e quindi conta l’apparenza più che la sostanza, il rischio
    è di non preoccuparsi della verità oggettiva, ma del consenso, ottenuto non poche volte con
    inganno. Il richiamo alla coerenza interpella innanzitutto noi, il nostro modo di accogliere il
    Vangelo, la fedeltà agli impegni per testimoniare una autentica spiritualità diocesana e un anelito
    sempre più fermo verso la santità.

    In ascolto della Parola di Dio
    Galati 2,12-21

    Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché
    evidentemente aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo,
    egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a
    tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono
    nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
    Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo,
    dissi a Cefa in presenza di tutti: "Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla
    maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?
    Noi che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, sapendo tuttavia che l'uomo
    non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù
    Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in
    Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai
    giustificato nessuno". Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo
    siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato?
    Impossibile! Infatti se io riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come
    trasgressore. In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio.
    Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.
    Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha
    dato se stesso per me. Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la
    giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano.

    In ascolto dei Padri della Chiesa
    Discorso sui Pastori di Sant’Agostino vescovo

    Ogni nostra speranza è posta in Cristo. E’ Lui tutta la nostra salvezza e la vera gloria.
    E’ una verità, questa, ovvia e familiare a voi che vi trovate nel gregge di colui che
    porge ascolto alla voce di Israele e lo pasce. Ma poiché vi sono dei pastori che
    bramano sentirsi chiamare pastori, ma non vogliono compiere i doveri dei pastori,
    esaminiamo che cosa venga detto loro dal profeta … (Ez 34, 1-2).
    Dice il Signore Dio: «Guai ai pastori di Israele che pascono se stessi! I pastori non
    dovrebbero forse pascere il gregge?». … Questo è il primo capo d’accusa contro tali
    pastori: essi pascono se stessi e non il gregge. Chi sono coloro che pascono se stessi?
    Quelli di cui l’Apostolo dice: «Tutti infatti cercano i propri interessi, non quelli di
    Gesù Cristo» (Fil 2,21).
    … Forse molti semplici cristiani giungono a Dio percorrendo una via più facile della
    nostra e camminando tanto più speditamente, quanto minore è il peso di
    responsabilità che portano sulle spalle. Noi invece dovremo rendere conto a Dio
    prima di tutto della nostra vita, come cristiani, ma poi dovremo rispondere in modo
    particolare dell’esercizio del nostro ministero, come pastori.

    SECONDO SCHEMA
    CREDIBILITA’

    In un tempo in cui le parole sono inflazionate, perché non trovano riscontro nella vita
    pratica, il rischio è di non essere presi sul serio e di diventare addirittura una controtestimonianza.
    Il popolo di Dio domanda pastori che testimonino il Vangelo predicato
    dall’altare, uomini di fede e carità, aperti all’ascolto, vicini alle vicende liete e tristi
    della gente, capaci di trasmettere la speranza performativa che viene dall’esperienza
    del Signore Risorto, capace di trasformare il territorio in cui viviamo.

    In ascolto della Parola di Dio
    Atti 4, 31-35

    Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti
    furono pieni di Spirito Santo e annunziavano la parola di Dio con franchezza. La
    moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e
    nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro
    comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del
    Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era
    bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano
    l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi
    veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

    In ascolto dei Padri della Chiesa
    Dalla Lettera ai cristiani di Filadelfia di Sant’Ignazio di Antiochia vescovo

    … Io saluto nel sangue di Gesù Cristo questa Chiesa, che è mia gioia eterna e
    indefettibile, soprattutto se sono uniti tutti i suoi membri con il Vescovo, con i
    presbiteri e con i diaconi, scelti secondo il pensiero di Gesù Cristo, e da lui resi forti e
    saldi, secondo la sua volontà, mediante il suo Santo Spirito. So che il vostro Vescovo
    non ha ottenuto né da se stesso né dagli uomini il ministero che esercita a servizio
    della comunità, né per propria ambizione, ma gli è stato affidato dall’amore di Dio
    Padre e del Signore Gesù Cristo. … Voi, dunque, figli della luce e della verità,
    fuggite le divisioni e le perverse dottrine. Siate un gregge docile e fedele, che segue
    ovunque il suo pastore. … Procurate dunque di partecipare ad un’unica Eucaristia,
    perché non vi è che un’unica carne del Signore nostro Gesù Cristo e un unico calice
    che ci unisce nel suo sangue e un unico altare, come uno solo è il Vescovo con il
    Collegio dei Presbiteri e i Diaconi, miei compagni di ministero.

    TERZO SCHEMA
    CORAGGIO

    Non sono ancora diventati patrimonio teologico e spirituale dell’intera Comunità
    cristiana alcuni assunti del Concilio Vaticano II: l’ascolto dei segni dei tempi, il
    dialogo con il territorio, la presenza nei luoghi e spazi dove più urge l’annuncio del
    Vangelo. Sono atteggiamenti che richiedono coraggio perché domandano da una
    parte il superamento di una mentalità ancora segnata dall’autoritarismo e dall’altra la
    capacità di assorbire l’impatto con il clima di indifferenza e di ostilità che si è venuto
    a creare nei confronti della Chiesa e della proposta cristiana.

    In ascolto della Parola di Dio
    Lc 5, 1-11

    In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio,
    Gesù, stando presso il lago di Gennesaret, vide due barche accostate alla sponda. I
    pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca che era di Simone e lo pregò
    di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle della barca. Quando ebbe
    finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la
    pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo
    preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità
    enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni
    dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le
    barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle
    ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore».
    Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che
    avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di
    Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
    E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

    Dagli scritti di don Tonino Bello Vescovo
    La missione non va concepita come operazione di conquista, di espansione, di
    colonialismo, tesa in definitiva a fare la conta con i numeri, ma come annuncio al
    mondo con la testimonianza di una vita coerente che Gesù Cristo è il Signore. Il
    senso ultimo della missione è questo: fare compagnia al mondo come cristiani veri.
    Cioè: discernere i valori, motivare la vita, progettare l’esistenza, conformarsi con le
    culture, provocare fotosintesi esistenziali tra realtà e valori, denunciare i meccanismi
    perversi del mondo, collaborare nella costruzione della società, portare nella sfera
    politica la carica liberatrice del Vangelo, stare veramente dalla parte degli ultimi,
    evangelizzare la cultura, il lavoro e il tempo libero.
    Il mondo non è una Chiesa mancata, non è qualcosa che fa il braccio di ferro con la
    Chiesa. Il mondo non è il rivale della Chiesa. Il mondo dev’essere il termine della
    passione della Chiesa, così come è il termine della passione di Dio, così come è il
    termine del progetto salvifico di Dio.
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  8. #18
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    Festa dei nubendi 17 marzo 2013

    Come da consuetudine, a conclusione del cammino di fede in preparazione al Matrimonio Sacramento, è desiderio del Vescovo presiedere l’Eucarestia, domenica 17 marzo 2013 alle ore 18.00 nella Cattedrale di Avellino, con voi parroci e con tutte le coppie di fidanzati che quest’anno si apprestano a celebrare le nozze.


    Al termine della celebrazione gli animatori (coppie guida o sacerdoti) di ciascuna parrocchia o forania, consegneranno l’attestato di partecipazione a tutti i fidanzati presenti.
    Per un maggiore coinvolgimento delle coppie provenienti dalla provincia quest'anno si è pensato di affidare alla Forania di Serino l’animazione liturgica. Nel rinnovarvi l’invito del Vescovo, colgo l’occasione per suggerirvi di celebrare, precedentemente, una liturgia penitenziale con tutte le coppie da voi accompagnate, così che esse, riconciliate, possano partecipare con gioia nella comunità cristiana, e farne sempre memoria durante il loro cammino nuziale.

    Unitamente ad Anna e Alfonso vi ringrazio per la collaborazione e sulle orme della Santa Famiglia di Nazareth vi auguro una quaresima feconda di preghiera.

    Avellino, 20 Febbraio 2013

    IL DIRETTORE - don Pasquale Iannuzzo

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  9. #19
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    Dossier regionale sulla povertà

    SABATO 9 MARZO ore 10,00 PALAZZO VESCOVILE
    Piazza Libertà 19 – AVELLINO

    Introducono:
    • S. E. Mons. Francesco Marino – Vescovo di Avellino
    • S. E. Mons. Giovanni D’Alise – Vescovo di Ariano Irpino
    • S. E. Mons. Pasquale Cascio – Arcivescovo di S. Angelo dei Lombardi


    IL DOSSIER REGIONALE SULLE POVERTA’ 2012
    • Don Vincenzo Federico Delegato Regionale Caritas Campania
    • Dr. Ciro Grassini Sociologo

    La situazione in Irpinia:
    • Carlo Mele – Direttore Caritas diocesana di Avellino
    • Don Costantino Pratola – Direttore Caritas diocesana di Ariano Irpino
    • Don Alberico Grella – Direttore Caritas diocesana di S. Angelo dei Lombardi

    Intervengono:
    • Dr. Generoso Picone - Direttore del Mattino di Avellino
    • Dr. Mario Barbarisi – Consigliere Nazionale Fisc e Direttore del settimanale diocesano Il Ponte


    - Sono invitati:
    i referenti delle Istituzioni locali di Governo i responsabili degli Enti Pubblici - i rappresentanti dei partiti politici e gli eletti nelle recenti consultazioni elettorali – i Sindacati di categoria, i Segretari provinciali delle OO.SS. – i Parroci delle tre Diocesi – Le Associazioni religiose laicali, gli operatori dei Centri di Ascolto diocesani, foraniali e parrocchiali.

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  10. #20
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    Ammissione agli ordini di A. Fucci e G. Mazzeo


    Cari amici e care amiche parlarvi in breve con questo articolo dice di un desiderio di voler condividere con voi, a cui ci lega l’appartenenza alla stessa terra e alla stessa comunità diocesana, la gioia che abbiamo vissuto domenica 10 febbraio.
    Ci presentiamo: siamo Antonio Fucci e Gianpaolo Mazzeo, due seminaristi, provenienti rispettivamente da Fontanarosa ed Atripalda, che lo scorso 10 febbraio sono stati ammessi tra i candidati agli ordini sacri del Diaconato e del Presbiterato. Cosa significa essere ammessi? Che valore ha quell’Eccomi pronunciato con tanta trepidazione in cattedrale? “Eccomi”. Questa parola lapidaria risuona ancora nel nostro cuore e l’emozione è ancora fresca. Quando poi è la prima volta che la pronunci davanti al tuo Vescovo, alla tua chiesa diocesana, ai tuoi familiari, ai tuoi compagni di cammino di seminario, allora la gioia, commista all’emozione, è ancora più grande. Si tratta di una commozione che guarda al passato e nello stesso tempo è proiettata al futuro, e ti permette così di vivere responsabilmente il presente. Guardiamo il passato, il nostro passato, un passato comune, come quello di tanti giovani nostri coetanei, fatto di famiglia, studio, amici, vacanze, università, lavoro, fidanzate. E in questa ordinarietà ha fatto irruzione l’amore straordinario di Dio, che ti “sconvolge”, ti cambia la vita, ricolma le tue reti vuote dopo tante notti di duro lavoro. Allora volgere lo sguardo al passato per noi ha significato e significa fare memoria di questo amore, mai passato, ma sempre attuale; di un amore che è fedeltà, è promessa, è impegno e responsabilità. Parimenti siamo proiettati al futuro, perché l’Ammissione agli Ordini Sacri del Diaconato e del Presbiterato è soltanto il primo passo nel cammino di formazione che conduce al sacerdozio. E’ la prima conferma del cammino dopo un periodo di discernimento. Ed ecco il presente da vivere intensamente e pienamente nella realtà del Pontificio Seminario Campano Interregionale di Posillipo, nella realtà del Seminario e della comunità vocazionale di Avellino, nelle nostre famiglie, nelle parrocchie dove svolgiamo il nostro servizio di pastorale, tra gli amici, tra tutti quelli che il Signore ci concede la grazia di incontrare. Vi chiediamo di accompagnarci con la preghiera e con il vostro affetto in questo cammino di formazione, per poter poi un domani condividere con voi la gioia di essere discepoli sulla stessa barca, alla sequela dell’unico Signore, tirando insieme le reti colme.

    Antonio Fucci – Gianpaolo Mazzeo
    Voglio svegliare l'aurora!

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