Ringraziamo invece che il papa emerito lo possiamo vedere ogni tanto.
Concordo. Credo inoltre che sia davvero ora di smettere di alimentare dietrologie e ipotesi complottistiche, arrivando fino al punto di mettere in dubbio le stesse parole del Papa emerito. Dovrebbe forse vivere come un recluso? Per espiare quale "colpa"? Rinunciando al ministero petrino non ha commesso alcun delitto, ma è semplicemente ricorso a una legittima possibilità da tempo prevista nel diritto canonico. Smettiamola di correre dietro alle interpretazioni fantasiose.
«Spiritus Sanctus, quem mittet Pater in nomine meo, ille vos docebit omnia».
(Io. 13, 26)
Ogni vescovo emerito della Chiesa Cattolica possiede precisi diritti.
Tutto ciò che è valido per i vescovi emeriti delle diocesi di tutto il mondo, è valido anche per il vescovo emerito di Roma (o Papa emerito).
Infatti, se il vescovo emerito di Roma non avesse gli stessi diritti degli altri vescovi emeriti di tutto il mondo, allora sarebbe da considerare un “inferiore”, ma una teoria del genere è un assurdo, dal momento che il vescovo emerito di Roma non è per niente inferiore a tutti gli altri vescovi emeriti, anzi, è superiore in dignità, infatti questa maggiore dignità è manifesta nel nome (Papa emerito) e nell'abito.
Dunque, tutto ciò che è valido per i vescovi emeriti di tutto il mondo è valido a maggior ragione per il vescovo emerito di Roma.
CONGREGAZIONE PER I VESCOVI
DIRETTORIO
PER IL MINISTERO PASTORALE
DEI VESCOVI
“APOSTOLORUM SUCCESSORES”
227. Relazione fraterna con il Vescovo diocesano.
I rapporti tra il Vescovo diocesano ed il Vescovo emerito devono essere improntati a quella fraternità che nasce dall’appartenenza al medesimo Collegio episcopale e alla condivisione della comune missione apostolica, nonché dallo stesso affetto per la Chiesa particolare (691). La fraternità tra il Vescovo diocesano e quello emerito sarà di edificazione per il Popolo di Dio e particolarmente per il Presbiterio diocesano. Il Vescovo diocesano, se il Vescovo emerito risiede nella diocesi, potrà ricorrere a lui per l’amministrazione dei sacramenti, specialmente quelli della confessione e della confermazione e, se lo riterrà opportuno, potrà affidare al Vescovo emerito qualche altro compito particolare.
Il Vescovo diocesano apprezzerà il bene che il Vescovo emerito compie nella Chiesa in genere, ed in particolare nella diocesi, con la preghiera, a volte con la sofferenza accettata per amore, con l’esempio della vita sacerdotale e con il consiglio, quando viene richiesto.
A sua volta il Vescovo emerito avrà cura di non interferire in nulla né direttamente né indirettamente nella guida della diocesi ed eviterà ogni atteggiamento ed ogni rapporto che potrebbe dare anche solo l’impressione di costituire quasi una autorità parallela a quella del Vescovo diocesano, con conseguente pregiudizio per la vita e l’unità pastorale della comunità diocesana. A questo fine il Vescovo emerito svolgerà la sua attività sempre in pieno accordo ed in dipendenza dal Vescovo diocesano, in modo che tutti comprendano chiaramente che solo quest’ultimo è il capo e il primo responsabile del governo della diocesi.
228. Diritti del Vescovo emerito in relazione ai “munera” episcopali.
a) Il Vescovo emerito conserva il diritto di predicare dovunque la Parola di Dio, a meno che il Vescovo diocesano non lo abbia negato espressamente (692) a motivo di particolari situazioni.
b) Conserva anche il diritto di amministrare tutti i sacramenti, in particolare:
1. la Cresima, con la licenza almeno presunta del Vescovo diocesano (693);
2. la Confessione, di cui mantiene la facoltà di riceverla ovunque. Nel foro sacramentale può rimettere le pene latae sententiae non dichiarate e non riservate alla Sede Apostolica (694);
3. l’Ordine del Diaconato e del Presbiterato, con le lettere dimissorie dell’Ordinario del candidato, e la consacrazione episcopale con il mandato Pontificio (695);
4. assiste validamente al Matrimonio con la delega dell’Ordinario del luogo o del parroco (696).
229. Diritti del Vescovo emerito in relazione alla Chiesa particolare.
a) Il Vescovo emerito, se lo desidera, può continuare ad abitare entro i confini della diocesi di cui fu Vescovo. Se non ha provveduto personalmente, la diocesi deve assicurargli un alloggio conveniente. La Santa Sede, per particolari circostanze, può disporre che il Vescovo emerito non risieda nel territorio della diocesi (697). Il Vescovo emerito gode della facoltà di avere nella propria abitazione la Cappella privata con i medesimi diritti dell’oratorio (698) e di conservarvi l’Eucaristia (699). Il Vescovo religioso, se egli così preferisce, può scegliersi un’abitazione fuori dalle case dell’Istituto, a meno che la Sede Apostolica non abbia disposto altrimenti (700).
b) Il Vescovo emerito ha il diritto di ricevere il sostentamento dalla diocesi in cui ha prestato il servizio episcopale. Tale dovere incombe, secondariamente alla Conferenza Episcopale e, nel caso del Vescovo religioso, l’Istituto proprio può provvedere liberamente al suo onesto sostentamento (701).
c) Il Vescovo emerito ha il diritto di ricevere dalla diocesi il bollettino diocesano e altra documentazione del genere, per poter essere informato della vita e delle iniziative della Chiesa particolare (702).
d) Il Vescovo emerito ha il diritto di essere sepolto nella propria chiesa Cattedrale e, se è religioso, eventualmente nel cimitero del suo Istituto (703).
230. Diritti del Vescovo emerito in relazione alla Chiesa universale.
a) Il Vescovo emerito continua ad essere membro del Collegio episcopale “in virtù della consacrazione episcopale e mediante la comunione gerarchica con il Capo e con i membri del Collegio” (704). Ha quindi diritto di assistere il Romano Pontefice e di collaborare con lui per il bene di tutta la Chiesa. Inoltre, ha il diritto di intervenire al Concilio Ecumenico, con voto deliberativo (705), e di esercitare la potestà collegiale entro i termini di legge (706).
b) Il Vescovo emerito può essere eletto dalla Conferenza Episcopale per partecipare all’Assemblea del Sinodo dei Vescovi in qualità di rappresentante eletto dalla medesima Conferenza (707).
c) In forza delle proprie competenze, il Vescovo emerito può essere nominato membro (fino agli 80 anni) e consultore dei Dicasteri della Curia Romana (708).
d) Il Vescovo emerito conserva il diritto di presentare alla Sede Apostolica i nomi dei presbiteri giudicati degni ed idonei per l’episcopato (709).
e) In materia penale, colui che usa violenza fisica alla persona del Vescovo emerito incorre nell’interdetto latae sententiae o se chierico, nella sospensione (710). In caso di giudizio contenzioso, il Vescovo emerito ha il diritto di essere giudicato dal Tribunale Apostolico della Rota Romana (711), mentre nelle cause penali dal Romano Pontefice (712). Egli, inoltre, ha il diritto di scegliere il luogo dove essere interrogato in giudizio (713).
f) Il Vescovo emerito ha il diritto di esercitare la sollecitudine verso tutte le Chiese, attraverso una particolare sollecitudine per l’opera missionaria, sostenendo attraverso il suo ministero, le iniziative missionarie in modo che il Regno di Dio si estenda su tutta la terra.
231. Il Vescovo emerito e gli organi sovradiocesani.
a) Il Vescovo emerito può essere invitato al Concilio particolare. In tal caso egli ha voto deliberativo.
b) è opportuno che il Vescovo emerito sia invitato all’Assemblea della Conferenza Episcopale con voto consultivo, a norma degli Statuti. Al riguardo è auspicabile che gli Statuti delle Conferenze Episcopali ne prevedano tale partecipazione con voto consultivo (714).
c) Si raccomanda alle Conferenze Episcopali di utilizzare per lo studio delle varie questioni di carattere pastorale e giuridico la competenza e l’esperienza dei Vescovi emeriti, ancora in buona salute e disponibili a dare la loro opera. Fra l’altro i Vescovi emeriti hanno normalmente più tempo per approfondire i singoli problemi. Le Presidenze delle Conferenze Episcopali sono autorizzate ad aggiungere ad ognuna delle Commissioni Episcopali un Vescovo emerito, che abbia particolare esperienza nel relativo settore pastorale e sia disponibile ad assumere l’incarico che gli viene proposto. Il Vescovo emerito nella Commissione Episcopale a cui sia chiamato ha voto deliberativo (715)
E’ vero il fatto che nel caso di Benedetto XVI troviamo alcune caratteristiche uniche nella storia della Chiesa. Infatti, i Papi del passato, che rinunciarono al ministero petrino, non conservarono l’ abito e nemmeno il titolo (Papa emerito). Tuttavia si dimentica che il Papa è il sovrano del Diritto Canonico, quindi, dal punto di vista canonico, può stabilire quello che vuole quando vuole.
Benedetto XVI lasciò precise disposizioni anche nei riguardi della figura del vescovo emerito di Roma (abito, titolo e mansioni), disposizioni che potrebbero essere cambiate in qualsiasi momento dal Papa regnante, il Sommo Pontefice Francesco, ma fin quando queste disposizioni non vengono cambiate, non si riesce a comprendere quale sia il problema.
Del resto, un vescovo emerito conserva senza alcun problema lo stesso abito e lo stesso titolo del vescovo titolare della diocesi, dunque, allo stesso modo, il vescovo emerito di Roma conserva lo stesso titolo e lo stesso abito (con alcune varianti) del Papa regnante.
In effetti, tutto ciò è stato studiato e programmato nei minimi dettagli dal più grande teologo del mondo, cioè Joseph Ratzinger, e il Signore, per inaugurare questa nuova tradizione del Papa emerito, aveva bisogno proprio di un teologo con una levatura superiore a tanti altri.
Chiedo cortesemente a tutti i forumisti di evitare le polemiche ad personam (il forumista X fa questo, il forumista Y pensa quest'altro...).
Siamo ormai prossimi al primo anniversario della conclusione del grande pontificato di Benedetto XVI; tutto ciò che c'era da chiarire sulla sua rinuncia è stato chiarito, anche e soprattutto da parte dello stesso Papa emerito. Anziché azzuffarci tra di noi, pensiamo piuttosto a ringraziare il Signore per il grande dono che ha fatto alla sua Chiesan nella persona del Papa Benedetto, meditiamo sugli insegnamenti che egli ci ha trasmesso in quasi otto anni di Pontificato (oltre ovviamente ai lunghi anni nei quali ha saggiamente e fermamente guidato la Congregazione per la Dottrina della Fede), con la parola e con l'esempio (compreso lo stesso gesto coraggioso della rinuncia) e, insieme a lui, rinnoviamo il nostro ossequio e la nostra obbedienza al suo successore validamente e legittimamente eletto.
Ultima modifica di Vox Populi; 26-02-2014 alle 21:46
«Spiritus Sanctus, quem mittet Pater in nomine meo, ille vos docebit omnia».
(Io. 13, 26)
No, questo no, almeno per me. Avevamo capito tutti che non l'avremmo più visto né sentito dopo quel saluto dal balcone di Castel Gandolfo, e questo era fonte di ulteriore tristezza, ma per fortuna non é stato così. Ed é una cosa molto positiva perché ogni volta che possiamo vederlo in foto o in video, per me (come per tanti altri che gli vogliono molto bene) é una gioia ed un sollievo per il cuore.
E comunque anche in questa presenza più discreta (ma comunque presenza e non assenza) riesce a darci degli insegnamenti, vedi la lettera ad Odifreddi oppure il modo in cui ha salutato Papa Francesco al Concistoro.
Prima della riforma liturgica i Vescovi appartenenti all'ordine domenicano indossavano una talare bianca del tutto simile a quella papale (provate ad esempio a cercare in rete immagini del Venerabile Pio Alberto Dal Corona, O.P.) eppure non mi risulta che qualcuno li abbia mai confusi con il Pontefice...
Detto questo, metto subito in chiaro le cose: d'ora in poi in questa discussione non saranno più tollerati messaggi che sostengono ipotesi complottiste sulla rinuncia di Benedetto XVI o che gli danno in pratica del bugiardo mettendo in dubbio le sue chiare spiegazioni.
Ultima modifica di Vox Populi; 27-02-2014 alle 07:56
«Spiritus Sanctus, quem mittet Pater in nomine meo, ille vos docebit omnia».
(Io. 13, 26)
Io penso che sarebbe ancora più paradossale se vivendo altri 10 anni Benedetto XVI (glielo auguro con tutto il cuore) e trovandosi Papa Francesco nelle condizioni di voler porre rinuncia, arriveremo al punto di avere tre papi viventi.
Per cui mi trovo d'accordo nel dire che la cosa migliore sarebbe che la rinuncia di Benedetto XVI rimanga solo una rarissima possibilità.
vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo.