Si, ma il pericolo risiede nell'invocato e ostentato dialogo con chi comunque non ha nessuna voglia di credere, ne gli importa di Gesù Cristo. Troppi dialoghi inutili rischiano di far perdere la fede, come anche ha detto san Paolo: "badate bene di rimanere in piedi."
Cupich e Dolan: migliori cure per i pazienti transgender negli ospedali cattolici
I cardinali di Chicago e New York si dicono preoccupati che la legge del Dipartimento della Salute Usa, che obbligherebbe a eseguire procedure di transizione di genere nelle strutture sanitarie cattoliche, non rispetti l’obiezione degli operatori, indipendentemente che essa sia frutto di convinzioni religiose. I porporati ribadiscono che a ogni persona vengano garantite cure eccellenti, senza nessuna discriminazione
(Da Vatican News, link all’articolo. Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano; 28 settembre 2022, 12:55).
«Ego sum resurrectio et vita.
Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet» (Io. 11, 25).
Qui un'opinione espressa da Padre Faggioni, da Avvenire. Non cita il nome dei teologi, però mi fido di lui e della testata se si dice che il dibattito è ancora aperto tra i cattolici:
https://www.avvenire.it/chiesa/pagin...ede-una-svolta
Riporto:
E se la psicoterapia non si rivelasse efficace, è lecito tentare altre strade arrivando fino alla riassegnazione medico-chirurgica del sesso?
La domanda è molto ampia. Riguardo alla accettabilità morale degli interventi che mirano alla modifica medico-chirurgica dell’aspetto fisico della persona, il dibattito tra i moralisti cattolici non ha trovato ancora una posizione condivisa. Con il rischio di essere schematico su una questione che, in effetti, non permette di tracciare confini netti di liceità e illiceità, accennerò le due opinioni correnti. Alcuni moralisti sono contrari perché ritengono che non si può ridurre l’identità sessuale di una persona alla sola autocoscienza mettendo fra parentesi gli elementi corporei della sessualità. Sullo sfondo sta la polemica sollevata dalla teoria del gender che enfatizza la rilevanza dell’autocoscienza e della libera decisione nel definire l’identità sessuale di una persona. Essi dicono che questi interventi devastano un corpo senza risolvere alla radice la discrepanza fra corpo e psiche. Altri ritengono che la sofferenza derivante dalla discrepanza corpo-psiche può diventare così insostenibile da precipitare la persona nell’angoscia e nella disperazione. Se ci si può attendere ragionevolmente che l’intervento medico e chirurgico di modifica dell’aspetto fisico possa ricomporre il conflitto doloroso fra corpo sessuato e identità di genere, allora l’intervento può essere accettato così come si accetta una terapia palliativa che, senza agire sulle cause di un sintomo molto doloroso, mira prima di tutto a migliorare la qualità di vita di una persona.
Se ho parlato male, dimostra dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?
Grazie Messa per avermi risposto
Sì, in effetti è un argomento molto delicato per liquidarlo in due parole, bisogna analizzare i singoli casi e non avere un atteggiamento pregiudizievole a riguardo. Se un organo non compromette la sanità della persona propendo all'atteggiamento dell'allora Card. Ratzinger come riportato in un articolo di Avvenire, dove si pronunciava tendenzialmente contrario a questa pratica, per inciso si parlava di ammissione al matrimonio, ma per esteso si può dedurre che non possa essere considerata una cura alla stregua di un intervento chirurgico di prammatica.
https://www.avvenire.it/chiesa/pagin...ede-una-svolta
«Ego sum resurrectio et vita.
Qui credit in me, etsi mortuus fuerit, vivet» (Io. 11, 25).