Un altro bel canto che, penso, sia gradito.
Un altro bel canto che, penso, sia gradito.
Ultima modifica di Gerensis; 01-09-2018 alle 21:11
Nella descrizione del filmato di cui sopra è spiegato che vengono cantati entrambi gl’Inni durante la processione, entrambi con la stessa modalità: i cantori (o gli uomini) cantano l’inno e tutto il resto dell’assemblea (o le donne) ripetono la prima strofa come se fosse un ritornello.
Ho trovato per caso in Youtube questo bellissimo Credo "patriarchino" che merita di essere ascoltato (e magari, chissà mai, anche cantato).
Buon ascolto.
Esecuzione a cura dei cantori della pieve di Gorto (Carnia) che quindi usano la loro pronuncia del friulano
Us saludi o Marie mari nestre e nestri amôr
vô sês plene di ogni gracie e cun vô simpri al è in Signôr
O tra dutis benedete dal eterno e somo ben
benedet il frut amabil dal purissim vuestri sen
Vô preait divine mari che 'l Signor nus dei confuart
e cumò ch’o sin in vite e tal pont de nestre muart.
in talune versioni: Vô preait divine mari che Gjesù nus dei confuart
e cumò ch’o sin in vite e tal pont de nestre muart.
TRADUZIONE (mia):
Vi salutiamo o Maria madre nostra e nostro amor
siete piena d'ogni grazia e con voi sempre è il Signor
O tra tutte benedetta dall'eterno e sommo ben
benedetto il frutto (frut in friulano significa sia bambino che frutto) amabile del purissimo vostro sen
Voi pregate divina madre affinché il Signore (in talune versioni: Gesù) ci doni consolazione/sollievo
adesso che siamo in vita e nel momento della nostra morte
Sguaineremo spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. (Chesterton)
Da font de mê anime o gjolt, o esulti,
il miôr, de mê musiche a Diu lu cjanti
che ancje se picule s'impense di me:
da font de mê anime cjantin al gran Re!
O jeri tant puare e mi à preferide,
parceche plui libare in cûr mi à cjatade
par chest ogni anime mi benedirà:
o jeri tant puare e Diu mi cjalà.
Il plen di supierbie Idiu lu savolte,
il grant in te storie da l'alt lu dismonte,
ma il debul al sacie di ogni bontât:
il plen di supierbie al sbasse il so cjâf.
Gno popul, consoliti, che no ti bandone,
che lui di difinditi ti à fat la promesse;
la fuarce dai debui e reste in Jahvè:
gno popul, consoliti, che Diu l'è cun te!
TRADUZIONE (mia):
Dal profondo della mia anima io mi rallegro, io esulto,
il meglio della mia musica a Dio lo canto
perché anche se piccola si è ricordato di me
dal fondo della mia anima io canto al gran Re.
Io ero tanto povera e mi ha preferita,
perché libera in cuor m'ha trovato
per questo ogni anima mi dirà beata:
io ero poverissima e Dio mi ha considerato
Il pieno di superbia Iddio lo annienta/ribalta/stravolge
il grande nella storia dall'alto (Dio) lo demolisce/smonta/fa a pezzi
ma il debole sazia d'ogni bontà:
il pieno di suberbia è costretto a chinare il capo.
Popolo mio, consolati, perché (Dio) non ti abbandona,
perchè lui di difenderti ha fatto promessa;
la forza dei deboli dimora in Jahvè:
popolo mio, consolati, ché Dio è con te!
Com'è possibile notare si tratta, grosso modo, del testo del Magnificat cantato in lingua friulana.
Ricordo che il friulano è appunto una lingua e come tutte le lingue ha i suoi dialetti. Nel caso della registrazione questo è il carnico.
Ho trovato anche un bel commento a questo canto che procedo a segnalare:
Sguaineremo spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. (Chesterton)
La richiesta dell'utente cicciuzzo84 che ne cercava lo spartito mi ha fatto conoscere questo bel video del canto "Evviva la Croce".
Molto bella la partecipazione al canto di tutti i fedeli.
Guardando in internet esistono vari testi di questo canto. Qui è cantato con queste parole:
Evviva la Croce,
sorgente di gloria,
eterna memoria
del mio Redentor.
Rit. Evviva la Croce,
la Croce evviva.
Evviva la Croce
e Chi la portò.
Beato quel cuore
che sempre sta fisso
in Dio Crocifisso
che tanto l'amò.
Rit.
O Croce preziosa,
o sacro tesoro,
prostrato Ti adoro
e Chi ti esaltò.
Rit.
Seguite, fedeli,
la via dolorosa
che a pace gloriosa
guidare vi può.
Rit.
Canto registrato nel settembre 2017 nella Chiesa parrocchiale di S. Carlo a Lambrugo (CO) in occasione della Festa del Santo Crocifisso.
Il canto dei Tre Re
«Noi siamo i tre Re / venuti dall’Oriente / ad adorar Gesù». La sera della vigilia dell’Epifania, a Premana – piccolo paese all’incrocio fra la Valsassina e la Valvarrone, a 40 chilometri da Lecco – tornano a risuonare le note struggenti della "Cantata per i personaggi rappresentanti li tre Re Maggi": un’aria popolare composta nel Settecento da don Giuseppe Maria Isotta e diventata uno dei “canti della Stella” più noti del Belpaese.
Il canto dei “Tre Re” non è patrimonio esclusivo di Premana (è attestato, infatti, anche in altre località alpine), ma forse in nessun altro luogo come qui impressiona la coralità della risposta popolare e la passione per il bel canto, uno dei segni distintivi di Premana: un paese dove fortissimo rimane il tessuto associativo, un paese ancora molto geloso delle sue tradizioni.
Ancora una volta, come da tempo immemorabile, per le vie della “capitale italiana delle forbici” (a Premana, su un totale di 2.200 abitanti, sono attive un centinaio di aziende produttrici di articoli da taglio, quasi tutte a carattere familiare) sfileranno i Re Magi in sella ai cavalli, avvolti nei costumi tradizionali e truccati come si conviene. Secondo un’antica e consolidata usanza, di anno in anno sono tre giovani, scelti fra i coscritti di leva, a vestire i panni dei saggi di Oriente (Melchiorre, Baldassarre e Gaspare); a essi spetta il compito di intonare il canto e guidare il corteo che, a passo d’uomo, mescolando paesani e turisti, si muove per le strette vie del paese, dietro la stella cometa illuminata e issata su un’asta di legno. Partendo dal Museo etnografico (un gioiellino di cui Premana va legittimamente fiera), il percorso si snoda toccando la scuola materna, la Casa “Madonna della Neve” che ospita alcuni anziani del paese, il centro storico con le sue caratteristiche viuzze, il municipio, la chiesa dell’Immacolata, la casa parrocchiale, per poi arrivare nella piazza della chiesa. Là è allestita la capanna e il Presepe vivente e là i Magi si inginocchiano, consegnando i doni al Bambino Gesù.
Come tante tradizioni religiose che, col tempo, si sono via via colorate di folclore, anche nel caso dei “Tre Re” di Premana il sacro e il profano, la devozione e il vin brulé convivono lungo il tortuoso cammino dei Magi per le stradine del paese.
Ma rimane intatta la magia di un’antica aria natalizia che, nella sua semplicità, ben esprime i sentimenti con i quali il popolo dei credenti vive la chiusura del tempo natalizio: «Or noi ce n’andiam / ai nostri paesi / da cui venuti siam. / Ma qui ci resta il cuore / in mano al Signore / in mano a Maria / e al Bambinel Gesù».
(testo preso da: https://www.chiesadimilano.it/news/c...re-250182.html )
La sera dell'Epifania poi i tre Re entrano nella chiesa affollata per posare sull'altare i tre doni.
Questo video, registrato probabilmente nel 2019, è relativo al canto nella Chiesa parrocchiale.
In apertura ho inserito i frammenti di intervista a due abitanti che, se non bastasse la coralità del canto, fanno capire il grado di coinvolgimento dei premanesi.
Ultima modifica di Ambrosiano; 03-01-2022 alle 23:03
Parecchi anni fa avevo già postato due video relativi ai Vespri cantati a Serra San Bruno (Vibo Valentia).
Recentemente ho trovato questo video del 2017 relativo alla Messa delle confraternite nella festa patronale di San Bruno.
La Messa è preceduta, dall'Ufficio delle Letture interamente cantato con le melodie popolari di quella comunità.
Sono melodie molto belle, ma tutt'altro che semplici da cantare. Eppure il canto è corale, segno che esse sono parte della tradizione culturale del luogo.
E' significativo che la celebrazione sia in italiano, ma le melodie siano quelle tradizionali.
Dico che è significativo perchè è un lampante esempio di come si possa rinnovare senza buttare tutto, come invece spesso, troppo spesso, fanno quegli sconsiderati "innovatori", che in realtà sono dei miserabili "massacratori".
Quindi tutto bene?
NO
E' strano che la Messa venga poi celebrata senza praticamente alcun canto del proprio: nè Gloria, nè Credo, nè Agnello di Dio (c'è solo un stanco e solito Alleluia e un bel Santo).
Mi pare strano che una comunità di quel genere non abbia melodie tradizionali anche per quelle parti della Messa.
La cosa fa risaltare ancora di più quanto la cosiddetta normalità sia in realtà pochezza.
I testi si possono trovare qui.
Minutaggio del video:
7:30 Invitatorio Salmo 94(95)
12:45 Inno
15:20 Salmo 14(15)
17:30 Prima Lezione
21:50 Seconda Lezione
26:30 Terza Lezione
31:25 Canto di Ingresso TE DEUM
55:55 Canto all'Offertorio INNO
1:09:35 Canto alla Comunione BENEDICTUS