92 minuti di applausi!! Santo subito!
92 minuti di applausi!! Santo subito!
Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla (Salmo 23)
Sono incappato proprio per caso in questo video (dura 53 minuti) riguardante l'intervento di mons. Sequeri al Simposio teologico di Budapest 2021.
Il quale monsignore non dice mai cose banali, nè quando parla, nè quando compone.
Il titolo è significativo: La celebrazione dell’Eucaristia e la musica sacra
La prima parte del video è molto didascalica e dal minuto 29:30 ci sono conclusioni dette "a braccio", molto interessanti.
Consiglio l'ascolto, almeno della seconda parte.
Nel video da me linkato ieri, don Manuel Belli citava il canto "eucaristico" (tra virgolette proprio per i motivi illustrati nel video) Silenzioso Dio.
Un altro canto che viene spesso eseguito durante adorazioni e altri momenti di preghiera "giovanili" è Verbum panis, il quale presenta anch'esso una notevole criticità dal punto di vista teologico.
Propongo pertanto un'analisi di detto canto da parte di Mons. Daniele Gianotti, Vescovo di Crema e musicista (a partire dal minuto 1:51):
Oboedientia et Pax
Come al solito mi permetto di "rompere le uova nel paniere", ma solo perché spero di portare la discussione a livello di "discussione", appunto. Quindi palesemente provoco.
Io, da organista (e da quasi liturgista) non sono d'accordo con il prete, di più. Sono d'accordissimo. Ma mi verrebbe da far notare a tutti noi che, ad esempio, "Giovane donna" è un canto del repertorio de "La casa del Padre", come per esempio il Gloria detto "di Lourdes" è nel Repertorio Nazionale, entrambi (il primo dalla Commissione Liturgica Piemontese; il secondo, invece direttamente) imprimatur CEI.
Brutti quanto volete, "antiliturgici" quanto volete, ma approvati dai nostri Vescovi. Ora, in quale punto della macchina organizzativa si è fermato l'ingranaggio? Perché, ripeto, se mi si dice che il Gloria di Lécot non è nella forma liturgica (sacrosanta verità, sottolineo) io informo lorsignori che i nostri Vescovi, di fatto, ne hanno sdoganato l'uso approvandolo nel repertorio di uso liturgico italiano.
La mia domanda, direttamente, provocatoriamente, è: obbediamo al gusto o ai Vescovi? E soprattutto, ripeto, cosa si è fermato nelle nostre parrocchie? Che ruolo ha un compositore oggi, che criteri deve seguire e (invece) segue? E soprattutto, i nostri Vescovi come fanno a deliberare un Repertorio?
Non è questione di Frisina o Liberto, Miserachs o Giombini, è una questione forse un po' più alta.
Crediamo in un solo Dio, non in un Dio solo!
Chi vuol esser lieto sia, di doman non c'è certezza
Le osservazioni del giovane sacerdote youtuber sono condivisibili e presentate in maniera accattivante.
In molti onesti anni di servizio alla liturgia mi rendo sempre più conto che, oltre al crollo verticale nella partecipazione fisica, c'è un crollo anche nella qualità della partecipazione.
Il canto ha un valore comunitario molto marcato, la disaffezione nei confronti del canto ricalca una triste mentalità che ci allontana dalla dimensione comunitaria della fede e la restringe in un perimetro intimistico.
La qualità di molte liturgie é ormai triste, o perché rilegate ad un passato che non dice più nulla o perché svolte senza nessun coinvolgimento.
La musica é in grado di realizzare un coinvolgimento molto forte: non si pensi ai puerili battiti di mani, ma alle emozioni che la giusta musica sacra ha sempre suscitato nei cuori dei Cristiani.
Pochi giorni fa mi sono imbattuto in un articolo di giornale che si domandava come mai nelle grandi chiese monumentali spesso capita di essere accolti con dei dischi di musica gregoriana in sottofondo e non con quelle schitarrate che invece invadono gli stessi ambienti in occasione delle Messe. Ovviamente la domanda era retorica e potete immaginare la risposta.
Non meno illuminante il Caffé di Gramellini sul Corriere di qualche giorno fa in cui ci ricordava, di fronte al prete che canta in predica le canzonette di Sanremo, che la Chiesa ha una tradizione gloriosa di committenza musicale e non di appropiazione di musica "altra".
Capisco che negli ingenti problemi della Chiesa di oggi, la musica sia vista come qualcosa di marginale, eppure ha sempre occupato un ruolo centrale, pensate a S. Ambrogio.
All'estero la situazione é molto, molto più sana almeno in ambito musicale.
Forse non sarà la discussione più adatta, ma comunque segnalo qui questa iniziativa della Diocesi Ambrosiana:
Qui la locandina con il programma:
Musica e liturgia, una proposta formativa
Dal 22 ottobre un corso articolato in quattro sabati pomeriggio in sei sedi differenti: Milano, Gazzada, Rho, Lecco, Seveso e Treviglio. Il 14 settembre webinar informativo
di Riccardo MIOLO
Collaboratore per la musica e il canto nella Pastorale liturgica
Coro TL2
Le date
Mercoledì 14 settembre, ore 20.45: webinar di presentazione
Sabato 22 ottobre, ore 14: prima lezione introduttiva (a Milano, sedi riunite)
A novembre: inizio dei corsi a sedi separate.
Info: www.chiesadimilano.it/telaudamus, rmiolo@diocesi.milano.it.
«Chiedo a tutti i vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, ai formatori dei seminari, agli insegnanti delle facoltà teologiche e delle scuole di teologia, a tutti i catechisti e le catechiste, di aiutare il popolo santo di Dio ad attingere a quella che da sempre è la fonte prima della spiritualità cristiana: la celebrazione dei santi misteri». Papa Francesco, nella sua ultima lettera apostolica Desidero desideravi, mostra uno degli aspetti forse meno prevedibili del sogno evangelico di una Chiesa in uscita: la rinnovata cura per la prassi liturgica. In particolare, il Papa auspica che le comunità cristiane possano riscoprire la grammatica del linguaggio simbolico, rendano tangibile il desiderio del Padre di (r)accogliere tutti i popoli in una famiglia festante; soprattutto, prendano coscienza di essere reali contemporanee di Cristo, della sua guarigione, della sua Parola, del suo Pane spezzato.
Un’opportunità per le comunità
Accogliendo questa istanza non come un adempimento da sbrigare, ma come una invitante musica da seguire (e su cui variare sul tema), bussiamo alla porta delle comunità della Diocesi per offrire l’opportunità di una formazione sul territorio a chi vive il ministero del canto e della musica strumentale nelle celebrazioni liturgiche.
Per il prossimo anno pastorale proporremo quattro sabati pomeriggio in sei sedi differenti (Milano, Gazzada, Rho, Lecco, Seveso, Treviglio) cui si aggiungerà un incontro introduttivo e un week-end a sedi riunite, con l’obiettivo di condividere quelle competenze e conoscenze basilari per rendere viva la celebrazione, così come descritto nel progetto rituale che si trova nel libro liturgico (e che sarà approfondito, dai docenti, da varie angolature). A queste ore, se ne aggiungeranno altre online: l’attenzione è che il percorso non risulti troppo gravoso per la vita personale e familiare. Per chi ha frequentato il corso l’anno passato si darà vita a una seconda annualità (che avrà luogo nelle sole sedi di Milano e Gazzada).
Corsi individuali
A questo corso ordinario si potranno aggiungere i corsi individuali di strumento (organo e chitarra) e quelli collettivi di direzione di coro e vocalità per salmisti e coristi: l’orario dei primi verrà concordato con i docenti, mentre gli ultimi due avranno luogo durante la mattinata del sabato già riservato, nel pomeriggio, alle materie collettive.
Si potranno infine aggiungere, per chi non ha conoscenze musicali teoriche, alcune ore di lettura cantata della musica, con lo scopo minimo, ad esempio, di riuscire a cantare il salmo proposto sui foglietti della Messa.
L’entusiasmo dei corsisti dell’anno passato e la passione formatrice del corpo dei docenti, ci spinge a credere che la gioia del rito non può essere improvvisata, né lasciata a qualche convinzione individuale: solo con il confronto, lo studio musicale e liturgico, la riscoperta della preghiera liturgica come fonte della spiritualità cristiana si potrà dare vita a quei cambiamenti che renderanno le nostre celebrazioni autentiche esperienza di Chiesa, amata e abitata dal Signore risorto.
https://www.chiesadimilano.it/wp-con...mus-2022_A.pdf
Segnalo il Webinar introduttivo che ritengo sia aperto a tutti e quindi possa interessare anche persone di altre Diocesi.